CARO PRESIDENTE,
perdona la confidenza, credo sia mio dovere ringraziarTi per la lodevole iniziativa del blocco del traffico veicolare, e credo anche sia un dovere spiegare perché, come Comune, abbiamo aderito.
- Il silenzio anche di giorno, soprattutto festivo, ci permetterà di apprezzare il rumore degli aerei in decollo da Malpensa sulla radiale 358, rumore che già apprezziamo di notte. Tutto ciò in barba a LEGGI e NORME che prevedono altre cose ma che puntualmente ed impunemente vengono disattese (esposti in Procura di Busto Arsizio in attesa di risposta giacciono). Tieni presente che il mio Comune pur non essendo di Sedime (cioè non confina con l’aeroporto) fa parte dell’Intorno aeroportuale poiché ha valori LVA superiori a 60 decibel (fatti spiegare cosa vuole dire, noi purtroppo lo sappiamo senza che nessuno ce lo abbia spiegato). Per Tua informazione, e per qualche ignorante, affinché non continui a dire che si è costruito dove non si doveva, gli aerei in decollo centrano in pieno il territorio del mio Comune dove esistono un cimitero il cui Portale venne disegnato dal Maciacchini, una chiesa Romanica del IX secolo, un Battistero pure Romanico del XI secolo e un Civico Museo Archeologico con reperti che vanno dal Neolitico (5.ooo anni fa!) a seguire, periodi in cui forse gli aerei non esistevano (perdona il dubbio causato da quella mia di ignoranza).
- Bloccare o limitare il traffico veicolare è una iniziativa pregevole, ancor di più lo sarebbe per periodi più lunghi a condizione che: 1- vengano poste in essere le inevitabili alternative di mobilità, 2- venga monitorata (finalmente a 9 anni dall’apertura dell’aeroporto !!!!!) la qualità dell’aria che respiriamo: ad oggi non sappiamo il livello di inquinamento provocato dagli idrocarburi combusti e incombusti degli aereomobili, delle auto e dei sistemi di riscaldamento domestico.
- Andare a piedi o in bicicletta fa bene alla salute e pensare di limitare il traffico è/sarebbe auspicabile, ma credo che la politica dei trasporti/mobilità che la Regione sta portando avanti vada in controtendenza rispetto a queste lodevoli iniziative. Mi chiedo e Ti chiedo: ” Dove pensi che questo territorio possa mettere il traffico veicolare, stimato in 110.000 movimenti giornalieri, che la Pedemontana così strutturata porterà? ”. Questo non per polemica ma come semplice domanda.
- Non capisco la non totale adesione dei comuni della mia Provincia all’iniziativa: per certo in molti casi si tratta di una scelta di colore partitico; come se il colore di un fazzoletto cambiasse o non cambiasse la qualità dell’aria respirata. Se mai si comincia…….
- Spero di non provocare troppi disagi ai miei Concittadini, ai quali chiedo anticipatamente scusa, credo inoltre di condividere il Tuo pensiero, Presidente: quello di ripensare il nostro modello di vita. Cosa che dobbiamo fare TUTTI con onestà, assumendoci le nostre responsabilità, rispettando e chiedendo che vengano rispettate e fatte rispettare le LEGGI e senza credere che siano gli ALTRI a dover subire e rispettare. Così facendo non si va molto lontano.
Caro Presidente ti scrive una persona che non vive di illusioni e che non pensa di vivere senza strade e aeroporti ma lasciare tutto alle sole regole del mercato ci sta portando alla deriva e spesso le cure sono peggiori del male.
Fare il Presidente, come fare il Sindaco, non è semplice e a volte bisogna decidere e quindi discriminare, l’importante è farlo con serietà circondandosi di persone attente, sensibili e capaci, merce rara nello scenario partitico Italiano.
Con affetto
Giorgio Merletti
Sindaco di Arsago Seprio
Venerdi 23 Febbraio 2007
domenica 25 febbraio 2007
venerdì 23 febbraio 2007
CHI FERMERA’ LE AUTO DI MALPENSA?
Malpensa, 25 febbraio 2007
CHI FERMERA’ LE AUTO DI MALPENSA?
Di Ambiente si parla molto, sta diventando di moda ed è un buon segno. Chirac e Blair dichiarano che, conclusi i rispettivi mandati, se ne occuperanno e queste intenzioni invece ci allarmano: perchè dopo e non prima, durante l’esercizio del potere?
Diversa strategia invece per Formigoni che, pienamente in carica, si è auto incoronato paladino dell’Ambiente e della salute raccogliendo l’adesione delle regioni del nord all’iniziativa della domenica senz’auto del 25 febbraio prossimo. Si, è lui il promotore: chi altro?
Anni sono trascorsi da quando bollava come inutili per Milano le domeniche senz’auto del Ministro dell’Ambiente Edo Ronchi, si dichiarava contrario alle giornate a targhe alterne e presentava la soluzione al problema: l’auto ad idrogeno che però, ovviamente, non usa ancora nessuno.
Che si occupi dell’Ambiente lo si è visto anche quando è riuscito a far votare un documento bipartizan in cui maggioranza e opposizione concordano, tra altre cose indegne, di accompagnare lo sviluppo di Malpensa con la V.A.S. (Valutazione Ambientale Strategica). Peccato che, come ci insegnano gli esperti, lo sviluppo di Malpensa debba invece essere subordinato alla V.A.S. le cui conclusioni diranno cosa e quanto si può fare, cioè qual’è il limite della compatibilità ambientale dell’aeroporto.
Ma “domenica senz’auto” non è la giusta definizione perchè sarà la “domenica delle auto Euro 4”, per incentivare l’acquisto di auto nuove, premiare chi ha l’automobile nuova e, ovviamente, penalizzare tutti coloro che, con l’auto da Euro 0 ad Euro 3, sono già stati puniti dal Governo con il progressivo ritocco della tassa di circolazione.
Quante auto dovranno restare nel box domenica 25 febbraio? Su un parco circolante nazionale stimato in 33.750.000 veicoli, le auto Euro 4 sono 5.100.000 e possiamo approssimare che, nelle regioni del nord, la auto siano un terzo del totale: ca. 11.000.000 di cui 1.700.000 Euro 4.
Dovranno quindi rimanere nei box di quattro regioni ca. 9.300.000 auto definite inquinanti. Ma quando acquistavamo l’auto Euro 3 ci dicevano che le altre erano inquinanti e domani, quando si venderanno le Euro 5, anche per le Euro 4 sarà finita la cuccagna: è così, Presidente Formigoni? Siamo presi in giro!
Ci sono però 1.400.000 auto Euro 0 che nessuno fermerà: perchè? Noi chiediamo che vengano fermate: sono le auto Euro 0 che volano a Malpensa.
Facciamo due conti.
Un’auto, a 60 Km/h, percorre 1 km. al minuto con 1/20 di litro di benzina (20 Km/litro).
Un aereo, in decollo o atterraggio, consuma mediamente 100/200 litri al minuto.
Considerando, prudenzialmente,100 litri al minuto, allora un aereo consuma 100 x 20 = 2000 volte più di un’auto, quindi: l’inquinamento prodotto da 1 aereo equivale a quello prodotto da 2.000 auto.
L’operatività di Malpensa è pari a 700 movimenti al giorno, quindi : 2000 x 700 = 1.400.000 auto.
L’inquinamento che produce Malpensa equivale a quello prodotto da 1.400.000 auto.
La caratteristica dell’area in cui si trova Malpensa è l’assenza di vento cosicchè gli inquinanti ristagnano al suolo ed invadono i polmoni dei 500.000 abitanti degli 87 comuni situati entro un raggio di 20 Km dalle piste.
Va bene non fermare i mezzi pubblici (ad es. i treni), ma il contributo all’inquinamento degli aerei è pesante!
1.400.000 AUTO EURO 0 OGNI GIORNO!!!
CHI FERMERA’ QUESTE AUTO IL 25 FEBBRAIO???
Gallarate, 21 febbraio 2007
CHI FERMERA’ LE AUTO DI MALPENSA?
Di Ambiente si parla molto, sta diventando di moda ed è un buon segno. Chirac e Blair dichiarano che, conclusi i rispettivi mandati, se ne occuperanno e queste intenzioni invece ci allarmano: perchè dopo e non prima, durante l’esercizio del potere?
Diversa strategia invece per Formigoni che, pienamente in carica, si è auto incoronato paladino dell’Ambiente e della salute raccogliendo l’adesione delle regioni del nord all’iniziativa della domenica senz’auto del 25 febbraio prossimo. Si, è lui il promotore: chi altro?
Anni sono trascorsi da quando bollava come inutili per Milano le domeniche senz’auto del Ministro dell’Ambiente Edo Ronchi, si dichiarava contrario alle giornate a targhe alterne e presentava la soluzione al problema: l’auto ad idrogeno che però, ovviamente, non usa ancora nessuno.
Che si occupi dell’Ambiente lo si è visto anche quando è riuscito a far votare un documento bipartizan in cui maggioranza e opposizione concordano, tra altre cose indegne, di accompagnare lo sviluppo di Malpensa con la V.A.S. (Valutazione Ambientale Strategica). Peccato che, come ci insegnano gli esperti, lo sviluppo di Malpensa debba invece essere subordinato alla V.A.S. le cui conclusioni diranno cosa e quanto si può fare, cioè qual’è il limite della compatibilità ambientale dell’aeroporto.
Ma “domenica senz’auto” non è la giusta definizione perchè sarà la “domenica delle auto Euro 4”, per incentivare l’acquisto di auto nuove, premiare chi ha l’automobile nuova e, ovviamente, penalizzare tutti coloro che, con l’auto da Euro 0 ad Euro 3, sono già stati puniti dal Governo con il progressivo ritocco della tassa di circolazione.
Quante auto dovranno restare nel box domenica 25 febbraio? Su un parco circolante nazionale stimato in 33.750.000 veicoli, le auto Euro 4 sono 5.100.000 e possiamo approssimare che, nelle regioni del nord, la auto siano un terzo del totale: ca. 11.000.000 di cui 1.700.000 Euro 4.
Dovranno quindi rimanere nei box di quattro regioni ca. 9.300.000 auto definite inquinanti. Ma quando acquistavamo l’auto Euro 3 ci dicevano che le altre erano inquinanti e domani, quando si venderanno le Euro 5, anche per le Euro 4 sarà finita la cuccagna: è così, Presidente Formigoni? Siamo presi in giro!
Ci sono però 1.400.000 auto Euro 0 che nessuno fermerà: perchè? Noi chiediamo che vengano fermate: sono le auto Euro 0 che volano a Malpensa.
Facciamo due conti.
Un’auto, a 60 Km/h, percorre 1 km. al minuto con 1/20 di litro di benzina (20 Km/litro).
Un aereo, in decollo o atterraggio, consuma mediamente 100/200 litri al minuto.
Considerando, prudenzialmente,100 litri al minuto, allora un aereo consuma 100 x 20 = 2000 volte più di un’auto, quindi: l’inquinamento prodotto da 1 aereo equivale a quello prodotto da 2.000 auto.
L’operatività di Malpensa è pari a 700 movimenti al giorno, quindi : 2000 x 700 = 1.400.000 auto.
L’inquinamento che produce Malpensa equivale a quello prodotto da 1.400.000 auto.
La caratteristica dell’area in cui si trova Malpensa è l’assenza di vento cosicchè gli inquinanti ristagnano al suolo ed invadono i polmoni dei 500.000 abitanti degli 87 comuni situati entro un raggio di 20 Km dalle piste.
Va bene non fermare i mezzi pubblici (ad es. i treni), ma il contributo all’inquinamento degli aerei è pesante!
1.400.000 AUTO EURO 0 OGNI GIORNO!!!
CHI FERMERA’ QUESTE AUTO IL 25 FEBBRAIO???
Gallarate, 21 febbraio 2007
venerdì 16 febbraio 2007
CONVEGNO: MALPENSA E DINTORNI
Gallarate, 10 febbraio 2007
L’INTERVENTO DI UNI.CO.MAL. Lombardia
[PRGA] E’ con viva emozione, ed è un onore per me, che mi trovo a parlare accanto ad illustri relatori, che saluto e ringrazio, e davanti a questa attenta platea, avendo come argomento la drammatica situazione che ci ha obbligati a reagire e a non accettare come fatto compiuto l’aeroporto da 20 milioni di passeggeri. 20 milioni invece dei 12 milioni stabiliti come limite dal PRGA, limite che è stato impunemente superato togliendo voli a Linate, a Fiumicino ed agli aeroporti minori. Malpensa è dunque cresciuto contro il mercato e con misure protezionistiche quali, ad esempio, “tasse più alte a Linate e più basse a Malpensa” come è scritto in uno scandaloso O.d.G. approvato dal Consiglio regionale.
[RUMORE] Nel raggio di 10 km dalle piste ci sono 38 comuni, 38 Comuni che diventano 87 entro 20 km e sono oltre 500.000, oltre mezzo milione, le persone a cui Malpensa ha cambiato la vita con 250.000 aerei sopra la testa. Il rumore degli aerei, che è il primo impatto percepito, è rilevato da una rete di misura, gestita da S.E.A., nel cui funzionamento l’A.R.P.A. ha riscontrato “difformità significative rispetto alle caratteristiche che il sistema dovrebbe avere”. La rete di misura del rumore è dunque un termometro starato, che dice 37°C quando la febbre è a 40.
[DELOCALIZZAZIONE] C’è stato e purtroppo c’è un atto che dà a questo aeroporto la “licenza di uccidere”, ed è l’accordo di delocalizzazione che ha consentito a poche centinaia di persone di trasferirsi da alcune soltanto tra le zone più colpite dal rumore, non da tutte. Infatti rimangono migliaia di cittadini discriminati, interi quartieri di vari Comuni, a cui non è dato accesso all’opportunità di andarsene. Ma perchè? Perchè l’obiettivo dell’accordo di delocalizzazione non era e non è la mitigazione dell’impatto ambientale ma è il pretesto per asserire che “i problemi ambientali di Malpensa sono stati risolti” come spudoratamente dichiarato da Formigoni in Consiglio regionale pochi anni fa. Ma l’unica mitigazione possibile, sottolineo: l’unica, è ridurre il numero dei voli.
[AMMINISTRATORI] Mi permetto di incorniciare una frase di Luigi Vinci: “C’è un ritardo culturale dei nostri Amministratori che impedisce loro di elaborare nuovi modelli di traffico e di sviluppo economico, e li tiene prigionieri del business degli appalti e della valorizzazione dei terreni, considerati i soli motori dell’economia”. Più volte abbiamo denunciato le mire del partito degli affari che considera lo sviluppo dell’aeroporto una grande, imperdibile “opportunità” di crescita per il territorio. Ma gli esperti liberi, quelli in grado di esprimere valutazioni non condizionate (non quelli della LIUC, per intenderci), asseriscono che le infrastrutture non sono mai il motore dello sviluppo ma, eventualmente, la conseguenza. E ci spiegano che è intrinseco delle infrastrutture scambiare danno ambientale con beneficio sociale, invece Malpensa, dicono, produce danno ambientale e maleficio sociale.
[GRANDI OPERE] Questo aeroporto è la corsia preferenziale per un vasto campionario di grandi opere, presentate come “opportunità” di sviluppo. Ma queste “grandi opere”, cioè la miriade di progetti che incombono sul nostro territorio, sono stati bocciati dalla V.A.S. volontaria, redatta a cura del parco del Ticino. Questa V.A.S. viene irrisa, in quanto volontaria, proprio dalla regione Lombardia, la cui Giunta è palesemente asservita al partito di Malpensa. Ma la VAS volontaria non si liquida con una battuta, si può solo confrontare con una VAS istituzionale. A proposito della Giunta Regionale, sottolineo un conflitto che fa torto a tutti i cittadini lombardi: l’Assessore alle Infrastrutture e Mobilità della Regione, siede anche nel Consiglio d’Amministrazione di SEA. Quali interessi vorrà tutelare: quelli della collettività? Ci dobbiamo fidare? No, non ci possiamo fidare. I conflitti di interesse devono essere sciolti: chiediamo le dimissioni dell’Assessore Cattaneo.
[PRIVATIZZAZIONE DI ALITALIA] Il collocamento di Alitalia in mani private costituisce secondo noi la miglior garanzia che le scelte future per la Compagnia saranno nel senso delle “Vere Convenienze Economiche” e non dei soliti clientelismi e mafie. La privatizzazione, riteniamo, produrrà la fine dei pastrocchi, delle falsità e della trappola dei 2 hub in cui è caduta Alitalia. Osiamo ipotizzare (ma è anche la nostra proposta) che sarà “prevalente” l’aeroporto più grande ed attrezzato (Fiumicino), che il secondo aeroporto (Malpensa) manterrà il traffico aereo veramente necessario all’utenza locale e che si verificherà un conveniente sviluppo dei vari aeroporti minori, nel senso di: portare il servizio la dove c’è l’utenza e non, al contrario, portare l’utenza la dove c’è il servizio e, soprattutto, che non sia il territorio asservito all’aeroporto ma l’aeroporto al servizio del territorio.
[AMBIENTE] Infine una considerazione molto triste: c’è chi è determinato a sacrificare l’Ambiente allo sviluppo incontrollato ed immotivato di Malpensa. Dilapidare un patrimonio come il Parco del Ticino, dichiarato dall’UNESCO “Riserva della Biosfera”, è un lusso che ci possiamo permettere?
[NOTA TECNICA] Malpensa è un aeroporto che, oltre alla nebbia, ha limiti operativi dovuti alle due piste parallele troppo vicine, non indipendenti. Ha limiti di sicurezza perchè il terminal principale, posto all’esterno rispetto alle 2 piste, causa un numero elevato di attraversamenti di pista, con rischio collisioni.
E questo sarebbe un hub.
Con un traffico entro i limiti del PRA la sicurezza sarebbe certo maggiore.
- A - Consci di questi limiti, SEA ed il suo sponsor Giunta regionale, hanno affidato al Mitre di Washington uno studio per migliorare l’operatività.
Risultato dello studio la proposta di realizzare una terza pista, parallela alle due esistenti che, se da un lato permette di incrementare il numero di movimenti, d’altro canto crea nuovi problemi operativi per la dipendenza di ogni pista esterna con la centrale, oltre alla necessità di demolire la torre di controllo, già costata 15 milioni di €, perchè interferirebbe con gli atterraggi (con i movimenti da/verso SUD).
- B - Esiste anche un altro studio, di cui abbiamo letto un’anticipazione, che propone, mantenendo due piste, di spostare la 35L più ad W di 242 m. per rendere indipendenti le due piste e per costruire un nuovo terminal in mezzo evitando così i pericolosi attraversamenti.
Ma, scusate, se l’aeroporto è ancora da fare, cosa ci stanno raccontando Formigoni e Compagnia... ? Ci stanno veramente raccontando delle grosse balle!!!
Basta buttare soldi nel buco nero di Malpensa!!!
L’INTERVENTO DI UNI.CO.MAL. Lombardia
[PRGA] E’ con viva emozione, ed è un onore per me, che mi trovo a parlare accanto ad illustri relatori, che saluto e ringrazio, e davanti a questa attenta platea, avendo come argomento la drammatica situazione che ci ha obbligati a reagire e a non accettare come fatto compiuto l’aeroporto da 20 milioni di passeggeri. 20 milioni invece dei 12 milioni stabiliti come limite dal PRGA, limite che è stato impunemente superato togliendo voli a Linate, a Fiumicino ed agli aeroporti minori. Malpensa è dunque cresciuto contro il mercato e con misure protezionistiche quali, ad esempio, “tasse più alte a Linate e più basse a Malpensa” come è scritto in uno scandaloso O.d.G. approvato dal Consiglio regionale.
[RUMORE] Nel raggio di 10 km dalle piste ci sono 38 comuni, 38 Comuni che diventano 87 entro 20 km e sono oltre 500.000, oltre mezzo milione, le persone a cui Malpensa ha cambiato la vita con 250.000 aerei sopra la testa. Il rumore degli aerei, che è il primo impatto percepito, è rilevato da una rete di misura, gestita da S.E.A., nel cui funzionamento l’A.R.P.A. ha riscontrato “difformità significative rispetto alle caratteristiche che il sistema dovrebbe avere”. La rete di misura del rumore è dunque un termometro starato, che dice 37°C quando la febbre è a 40.
[DELOCALIZZAZIONE] C’è stato e purtroppo c’è un atto che dà a questo aeroporto la “licenza di uccidere”, ed è l’accordo di delocalizzazione che ha consentito a poche centinaia di persone di trasferirsi da alcune soltanto tra le zone più colpite dal rumore, non da tutte. Infatti rimangono migliaia di cittadini discriminati, interi quartieri di vari Comuni, a cui non è dato accesso all’opportunità di andarsene. Ma perchè? Perchè l’obiettivo dell’accordo di delocalizzazione non era e non è la mitigazione dell’impatto ambientale ma è il pretesto per asserire che “i problemi ambientali di Malpensa sono stati risolti” come spudoratamente dichiarato da Formigoni in Consiglio regionale pochi anni fa. Ma l’unica mitigazione possibile, sottolineo: l’unica, è ridurre il numero dei voli.
[AMMINISTRATORI] Mi permetto di incorniciare una frase di Luigi Vinci: “C’è un ritardo culturale dei nostri Amministratori che impedisce loro di elaborare nuovi modelli di traffico e di sviluppo economico, e li tiene prigionieri del business degli appalti e della valorizzazione dei terreni, considerati i soli motori dell’economia”. Più volte abbiamo denunciato le mire del partito degli affari che considera lo sviluppo dell’aeroporto una grande, imperdibile “opportunità” di crescita per il territorio. Ma gli esperti liberi, quelli in grado di esprimere valutazioni non condizionate (non quelli della LIUC, per intenderci), asseriscono che le infrastrutture non sono mai il motore dello sviluppo ma, eventualmente, la conseguenza. E ci spiegano che è intrinseco delle infrastrutture scambiare danno ambientale con beneficio sociale, invece Malpensa, dicono, produce danno ambientale e maleficio sociale.
[GRANDI OPERE] Questo aeroporto è la corsia preferenziale per un vasto campionario di grandi opere, presentate come “opportunità” di sviluppo. Ma queste “grandi opere”, cioè la miriade di progetti che incombono sul nostro territorio, sono stati bocciati dalla V.A.S. volontaria, redatta a cura del parco del Ticino. Questa V.A.S. viene irrisa, in quanto volontaria, proprio dalla regione Lombardia, la cui Giunta è palesemente asservita al partito di Malpensa. Ma la VAS volontaria non si liquida con una battuta, si può solo confrontare con una VAS istituzionale. A proposito della Giunta Regionale, sottolineo un conflitto che fa torto a tutti i cittadini lombardi: l’Assessore alle Infrastrutture e Mobilità della Regione, siede anche nel Consiglio d’Amministrazione di SEA. Quali interessi vorrà tutelare: quelli della collettività? Ci dobbiamo fidare? No, non ci possiamo fidare. I conflitti di interesse devono essere sciolti: chiediamo le dimissioni dell’Assessore Cattaneo.
[PRIVATIZZAZIONE DI ALITALIA] Il collocamento di Alitalia in mani private costituisce secondo noi la miglior garanzia che le scelte future per la Compagnia saranno nel senso delle “Vere Convenienze Economiche” e non dei soliti clientelismi e mafie. La privatizzazione, riteniamo, produrrà la fine dei pastrocchi, delle falsità e della trappola dei 2 hub in cui è caduta Alitalia. Osiamo ipotizzare (ma è anche la nostra proposta) che sarà “prevalente” l’aeroporto più grande ed attrezzato (Fiumicino), che il secondo aeroporto (Malpensa) manterrà il traffico aereo veramente necessario all’utenza locale e che si verificherà un conveniente sviluppo dei vari aeroporti minori, nel senso di: portare il servizio la dove c’è l’utenza e non, al contrario, portare l’utenza la dove c’è il servizio e, soprattutto, che non sia il territorio asservito all’aeroporto ma l’aeroporto al servizio del territorio.
[AMBIENTE] Infine una considerazione molto triste: c’è chi è determinato a sacrificare l’Ambiente allo sviluppo incontrollato ed immotivato di Malpensa. Dilapidare un patrimonio come il Parco del Ticino, dichiarato dall’UNESCO “Riserva della Biosfera”, è un lusso che ci possiamo permettere?
[NOTA TECNICA] Malpensa è un aeroporto che, oltre alla nebbia, ha limiti operativi dovuti alle due piste parallele troppo vicine, non indipendenti. Ha limiti di sicurezza perchè il terminal principale, posto all’esterno rispetto alle 2 piste, causa un numero elevato di attraversamenti di pista, con rischio collisioni.
E questo sarebbe un hub.
Con un traffico entro i limiti del PRA la sicurezza sarebbe certo maggiore.
- A - Consci di questi limiti, SEA ed il suo sponsor Giunta regionale, hanno affidato al Mitre di Washington uno studio per migliorare l’operatività.
Risultato dello studio la proposta di realizzare una terza pista, parallela alle due esistenti che, se da un lato permette di incrementare il numero di movimenti, d’altro canto crea nuovi problemi operativi per la dipendenza di ogni pista esterna con la centrale, oltre alla necessità di demolire la torre di controllo, già costata 15 milioni di €, perchè interferirebbe con gli atterraggi (con i movimenti da/verso SUD).
- B - Esiste anche un altro studio, di cui abbiamo letto un’anticipazione, che propone, mantenendo due piste, di spostare la 35L più ad W di 242 m. per rendere indipendenti le due piste e per costruire un nuovo terminal in mezzo evitando così i pericolosi attraversamenti.
Ma, scusate, se l’aeroporto è ancora da fare, cosa ci stanno raccontando Formigoni e Compagnia... ? Ci stanno veramente raccontando delle grosse balle!!!
Basta buttare soldi nel buco nero di Malpensa!!!
lunedì 12 febbraio 2007
10/02/07 CONVEGNO “MALPENSA E DINTORNI”
SABATO 10 FEBBRAIO ore 9.30
GALLARATE SALA EX CINEMA IMPERO
Via Ugo Foscolo (Ang. Piazza Risorgimento)
CONVEGNO PUBBLICO
“MALPENSA E DINTORNI”
Territorio? Salute? Lavoro?
Un territorio segnato dalla presenza dell’aeroporto di Malpensa, un “pezzo” di Milano in provincia di Varese che scarica tutte le sue negatività sulla popolazione che vive nei Comuni limitrofi e non solo.
Inquinamento, strade ingorgate, case abbandonate, lavoro dequalificato e precario sono solo alcune delle conseguenza che oggi tutti noi viviamo.
Cosa si prospetta per il futuro? Quali proposte vogliamo mettere in campo.
E’ CONFERMATA LA PARTECIPAZIONE DEL MINISTRO DEI TRASPORTI
ALESSANDRO BIANCHI
Promuovono: le Federazioni provinciali di
PdCI
PRC
Verdi
Programma del Convegno
Presentazione: Ennio Melandri – Segretario Provinciale PdCI
Milena Bertani – Presidente Parco del Ticino
“Perchè NO a un ulteriore sviluppo di Malpensa”
Vittorio Solanti – Sindaco di Samarate
Sergio Vedovato – Presidente Provincia di Novara
“Il territorio e i problemi di viabilità”
Prof. Virginio Bettini – Docente Università di Venezia
“Analisi costi-benefici sulla salute”
Sen. Maria Pellegatta
“Il Governo e la politica delle infrastrutture ”
Carlo Monguzzi – Consigliere Regionale Verdi
“Tutela del territorio e sviluppo sostenibile”
Luigi Vinci – Ex Parlamentare Europeo
“Dalla protesta dei cittadini alla messa in mora del Governo”
Flavio Nossa – Segretario Provinciale Cgil Varese
“Quanto e che tipo di lavoro offre Malpensa”
Mario Aspesi – Sindaco di Cardano al Campo
Candidato dell’Unione a Presidente della Provincia di Varese
Coordina i lavori
Walter Girardi – Federazione Verdi
Conclude
Ugo Boghetta – Resp. Nazionale Trasporti PRC
E’ CONFERMATA LA PARTECIPAZIONE DEL MINISTRO DEI TRASPORTI
ALESSANDRO BIANCHI
Interverranno inoltre rappresentanti di Legambiente, UniCoMal e Covest
GALLARATE SALA EX CINEMA IMPERO
Via Ugo Foscolo (Ang. Piazza Risorgimento)
CONVEGNO PUBBLICO
“MALPENSA E DINTORNI”
Territorio? Salute? Lavoro?
Un territorio segnato dalla presenza dell’aeroporto di Malpensa, un “pezzo” di Milano in provincia di Varese che scarica tutte le sue negatività sulla popolazione che vive nei Comuni limitrofi e non solo.
Inquinamento, strade ingorgate, case abbandonate, lavoro dequalificato e precario sono solo alcune delle conseguenza che oggi tutti noi viviamo.
Cosa si prospetta per il futuro? Quali proposte vogliamo mettere in campo.
E’ CONFERMATA LA PARTECIPAZIONE DEL MINISTRO DEI TRASPORTI
ALESSANDRO BIANCHI
Promuovono: le Federazioni provinciali di
PdCI
PRC
Verdi
Programma del Convegno
Presentazione: Ennio Melandri – Segretario Provinciale PdCI
Milena Bertani – Presidente Parco del Ticino
“Perchè NO a un ulteriore sviluppo di Malpensa”
Vittorio Solanti – Sindaco di Samarate
Sergio Vedovato – Presidente Provincia di Novara
“Il territorio e i problemi di viabilità”
Prof. Virginio Bettini – Docente Università di Venezia
“Analisi costi-benefici sulla salute”
Sen. Maria Pellegatta
“Il Governo e la politica delle infrastrutture ”
Carlo Monguzzi – Consigliere Regionale Verdi
“Tutela del territorio e sviluppo sostenibile”
Luigi Vinci – Ex Parlamentare Europeo
“Dalla protesta dei cittadini alla messa in mora del Governo”
Flavio Nossa – Segretario Provinciale Cgil Varese
“Quanto e che tipo di lavoro offre Malpensa”
Mario Aspesi – Sindaco di Cardano al Campo
Candidato dell’Unione a Presidente della Provincia di Varese
Coordina i lavori
Walter Girardi – Federazione Verdi
Conclude
Ugo Boghetta – Resp. Nazionale Trasporti PRC
E’ CONFERMATA LA PARTECIPAZIONE DEL MINISTRO DEI TRASPORTI
ALESSANDRO BIANCHI
Interverranno inoltre rappresentanti di Legambiente, UniCoMal e Covest
lunedì 29 gennaio 2007
PERCHE’ FORMIGONI SI AGITA TANTO?
PRESIDENTE FORMIGONI, PERCHE’ SI AGITA TANTO?
Siamo profondamente sconcertati dai ripetuti appelli “formigoniani” per perorare la causa di Malpensa presso il governo Prodi.
Si, siamo sempre più stupiti perché il collocamento di Alitalia in mani private costituisce la miglior garanzia che le scelte future per la Compagnia saranno nel senso delle “Vere Convenienze Economiche” e non dei soliti clientelismi politici.
Allora perché Formigoni si agita tanto?
Se Malpensa può veramente essere per Alitalia quella miniera d’oro che lui garantisce, non ci saranno dubbi che le scelte degli investitori saranno in tal senso: quando deciderà chi ha investito capitali suoi, lo farà con l’obiettivo del profitto e secondo le “Vere Convenienze Economiche”.
Ripetiamo la domanda: allora perché Formigoni si agita tanto?
La risposta è che le “Vere Convenienze Economiche”sono un po’ diverse da quel che dice Formigoni: lui ed i suoi lo sanno e tremano.
Loro sono spinti da “Diverse Convenienze Economiche”, da interessi “particolari” e contrari all’interesse nazionale e, ovviamente, contrari all’interesse del vettore Alitalia che, sbilanciato su Malpensa, è ormai al fallimento.
E, oltre alle “Diverse Convenienze Economiche”, che dire dei conflitti di interesse? L’Assessore regionale alle Infrastrutture e Mobilità siede nel Consiglio d’Amministrazione di SEA, il Presidente di SEA è stato già Presidente di Alitalia ed ha quindi visto Malpensa anche dall’altra sponda: dobbiamo pensare che sia in buona fede se, ora, sposa le tesi di Formigoni?
Con queste tesi tentano di indurre il Governo ad imporre, agli eventuali acquisitori di Alitalia, il rispetto dei requisiti operativi che loro chiedono (Malpensa unico hub), requisiti penalizzanti al punto da dissuadere qualsiasi piano di investimento facendo naufragare la strategia di salvare Alitalia partendo dalla privatizzazione.
Se salterà questa strategia, la Compagnia potrà solo dichiarare l’inevitabile fallimento ed a questo punto sarà evidente il nesso tra le trame “malpensocentriche” e tale risultato ma, ormai, il danno sarà fatto: qualcuno ne renderà conto al Paese?
Noi, in questo scenario, siamo più tranquilli di loro perchè la privatizzazione, riteniamo, produrrà la fine dei pastrocchi, delle falsità dei due hub, dell’hub del nord, dei 30 milioni di passeggeri lombardi, dei 100 milioni tra qualche anno...
Osiamo ipotizzare che sarà “prevalente” l’aeroporto più grande ed attrezzato (Fiumicino), che il secondo aeroporto (Malpensa) manterrà il traffico aereo veramente necessario all’utenza locale e che si verificherà un conveniente sviluppo dei vari aeroporti minori.
E’ un’ipotesi credibile? E’ uno scenario compatibile con i bilanci di Alitalia quale vettore di riferimento? Dipende anche da quale alleanza con altre Compagnie aeree si potrà realizzare, e quindi da realistiche scelte economiche e politiche ma, secondo noi, non sarà certo il nord a salvare Alitalia.
Un dato di fatto molto triste è che al nord c’è chi è determinato a sacrificare l’Ambiente allo sviluppo incontrollato ed ingiustificato di Malpensa: dilapidare un patrimonio come il Parco del Ticino, dichiarato dall’UNESCO “Riserva della Biosfera”, è un lusso che ci possiamo permettere?
Gallarate, 21 dicembre 2006
WWF ITALIA
LEGAMBIENTE - Circoli del circondario di Malpensa
C.OVES.T. ONLUS con sede a Varallo Pombia (No)
UNI.CO.MAL - Unione Comitati Malpensa, Gallarate (Va).
EXCALIBUR con sede a Lonate Pozzolo (Va)
AMICI DELLA NATURA con sede ad Arsago Seprio (Va)
Siamo profondamente sconcertati dai ripetuti appelli “formigoniani” per perorare la causa di Malpensa presso il governo Prodi.
Si, siamo sempre più stupiti perché il collocamento di Alitalia in mani private costituisce la miglior garanzia che le scelte future per la Compagnia saranno nel senso delle “Vere Convenienze Economiche” e non dei soliti clientelismi politici.
Allora perché Formigoni si agita tanto?
Se Malpensa può veramente essere per Alitalia quella miniera d’oro che lui garantisce, non ci saranno dubbi che le scelte degli investitori saranno in tal senso: quando deciderà chi ha investito capitali suoi, lo farà con l’obiettivo del profitto e secondo le “Vere Convenienze Economiche”.
Ripetiamo la domanda: allora perché Formigoni si agita tanto?
La risposta è che le “Vere Convenienze Economiche”sono un po’ diverse da quel che dice Formigoni: lui ed i suoi lo sanno e tremano.
Loro sono spinti da “Diverse Convenienze Economiche”, da interessi “particolari” e contrari all’interesse nazionale e, ovviamente, contrari all’interesse del vettore Alitalia che, sbilanciato su Malpensa, è ormai al fallimento.
E, oltre alle “Diverse Convenienze Economiche”, che dire dei conflitti di interesse? L’Assessore regionale alle Infrastrutture e Mobilità siede nel Consiglio d’Amministrazione di SEA, il Presidente di SEA è stato già Presidente di Alitalia ed ha quindi visto Malpensa anche dall’altra sponda: dobbiamo pensare che sia in buona fede se, ora, sposa le tesi di Formigoni?
Con queste tesi tentano di indurre il Governo ad imporre, agli eventuali acquisitori di Alitalia, il rispetto dei requisiti operativi che loro chiedono (Malpensa unico hub), requisiti penalizzanti al punto da dissuadere qualsiasi piano di investimento facendo naufragare la strategia di salvare Alitalia partendo dalla privatizzazione.
Se salterà questa strategia, la Compagnia potrà solo dichiarare l’inevitabile fallimento ed a questo punto sarà evidente il nesso tra le trame “malpensocentriche” e tale risultato ma, ormai, il danno sarà fatto: qualcuno ne renderà conto al Paese?
Noi, in questo scenario, siamo più tranquilli di loro perchè la privatizzazione, riteniamo, produrrà la fine dei pastrocchi, delle falsità dei due hub, dell’hub del nord, dei 30 milioni di passeggeri lombardi, dei 100 milioni tra qualche anno...
Osiamo ipotizzare che sarà “prevalente” l’aeroporto più grande ed attrezzato (Fiumicino), che il secondo aeroporto (Malpensa) manterrà il traffico aereo veramente necessario all’utenza locale e che si verificherà un conveniente sviluppo dei vari aeroporti minori.
E’ un’ipotesi credibile? E’ uno scenario compatibile con i bilanci di Alitalia quale vettore di riferimento? Dipende anche da quale alleanza con altre Compagnie aeree si potrà realizzare, e quindi da realistiche scelte economiche e politiche ma, secondo noi, non sarà certo il nord a salvare Alitalia.
Un dato di fatto molto triste è che al nord c’è chi è determinato a sacrificare l’Ambiente allo sviluppo incontrollato ed ingiustificato di Malpensa: dilapidare un patrimonio come il Parco del Ticino, dichiarato dall’UNESCO “Riserva della Biosfera”, è un lusso che ci possiamo permettere?
Gallarate, 21 dicembre 2006
WWF ITALIA
LEGAMBIENTE - Circoli del circondario di Malpensa
C.OVES.T. ONLUS con sede a Varallo Pombia (No)
UNI.CO.MAL - Unione Comitati Malpensa, Gallarate (Va).
EXCALIBUR con sede a Lonate Pozzolo (Va)
AMICI DELLA NATURA con sede ad Arsago Seprio (Va)
martedì 19 dicembre 2006
LETTERA A "LA PREALPINA"
Carissimi amici,
La Prealpina di giovedi 14 dicembre mi ha gentilmente pubblicato una lettera su Malpensa e la questione ambientale, salvo titolarla in modo ironico e aggiungendo un sarcastico commento del direttore all'indirizzo del sottoscritto e per riflesso a tutto il mondo ambientalista.
Sono grato al giornale per avermi ospitato ma ciò non riduce la mia irritazione per il tentativo di banalizzare il problema e di irridere di chi alla difesa dell'ambientale dedica tempo ed energie.
Di seguito e in allegato il testo della mia lettera con, in corsivo, il titolo della Prealpina e in fondo il commento del direttore.
Vi invito a scrivere alla Prealpina per esprimere il vostro pensiero all'indirizzo:
prealpina@prealpina.it
Grazie per l'attenzione e cordiali saluti.
Gianfredo Ruggiero
Diventar......Verdi (titolo della Prealpina)
Egr. direttore, la stazione del Malpensa Express di Lonate - Ferno, completata nel lontano 1999 e costata svariati miliardi di vecchie lire, non è mai entrata in funzione.
Questa “cattedrale nel deserto”, realizzata a tempo di record e poi completamente abbandonata, doveva contribuire, nelle intenzioni inconfessabili dei nostri politici e imprenditori, a creare nell’opinione pubblica locale l’illusione che con Malpensa saremmo diventati tutti ricchi, che l’ampliamento dell’aeroporto avrebbe portato lavoro per tutti, benessere diffuso e nuovi servizi a vantaggio delle popolazioni residenti. Tutto questo per far digerire le devastazioni ambientali e l’aumento impressionante dell’inquinamento acustico e atmosferico causati dal nuovo aeroporto.
La realtà è invece ben diversa e sotto gli occhi di tutti. Malpensa ha portato sì lavoro, ma precario ed extracomunitario (le attività che impiegano il maggior numero di lavoratori quali catering, facchinaggio e pulizie, sono affidate a cooperative esterne che assumono prevalentemente extracomunitari, gli unici in grado di accettare condizioni di lavoro e retributive al limite dello sfruttamento).
Malpensa sta realizzando sì nuove strade, ma per camion e TIR che le solcheranno a centinaia, giorno e notte, per portare i prodotti provenienti dall’oriente e destinati ai nostri mercati e a tutta Europa (con buona pace di chi, leghisti in testa, tuona ad ogni piè sospinto contro l’invasione di prodotti cinesi salvo poi costruirgli un aeroporto su misura).
Riguardo all’ambiente, poi, il Parco del Ticino, zona classificata dall’UNESCO come riserva naturale della biosfera e per tale motivo “protetta”, è invaso da attività d’ogni genere: capannoni industriali, mega parcheggi, centri commerciali, grandi alberghi… A ciò si aggiunge l’incubo della terza pista, che se realizzata darebbe il colpo di grazia a ciò che resta del nostro parco naturale, con danni irreparabili al delicato equilibrio ecologico dell’intera Valle del Ticino.
Senza contare gli enormi costi che il nostro Comune deve sostenere per assicurare all’aeroporto i servizi di Polizia Urbana e amministrativi, cui si aggiungono le spese per la sicurezza a seguito dell’aumento della criminalità indotta dal nuovo scalo (da Malpensa transita di tutto, droga compresa).
Questo è il prezzo da pagare per il progresso e per lo sviluppo della nostra terra? No, è il conto che tutti noi paghiamo per consentire ad alcune multinazionali estere, che han fatto man bassa di terreni nel pieno del Parco del Ticino, alle società d’importazione e alla Sea (la società di gestione dell’aeroporto di proprietà del Comune di Milano e della Provincia di Varese) di consolidare i propri bilanci. Cosa legittima, quest'ultima, se non avvenisse a scapito del nostro ambiente e della nostra salute.
Grazie per la consueta ospitalità e cordiali saluti.
Gianfredo RUGGIERO, presidente del circolo culturale Excalibur
Commento del Direttore de "La Prealpina":
Comprendo che la Sua più grande ambizione sia di girare a piedi, forse a dorso di mulo, vestito di pelli d’animale, cacciare con arco e frecce, cibandosi solo di radici, e vivendo in una capanna riscaldata dal falò di qualche ramo secco raccolto qua e là. Ma non condivido! Il progresso ha portato enorme benessere a tutti. Occorre però prestare più attenzione alla natura, ma senza diventare "Verdi"... di invidia.
La Prealpina di giovedi 14 dicembre mi ha gentilmente pubblicato una lettera su Malpensa e la questione ambientale, salvo titolarla in modo ironico e aggiungendo un sarcastico commento del direttore all'indirizzo del sottoscritto e per riflesso a tutto il mondo ambientalista.
Sono grato al giornale per avermi ospitato ma ciò non riduce la mia irritazione per il tentativo di banalizzare il problema e di irridere di chi alla difesa dell'ambientale dedica tempo ed energie.
Di seguito e in allegato il testo della mia lettera con, in corsivo, il titolo della Prealpina e in fondo il commento del direttore.
Vi invito a scrivere alla Prealpina per esprimere il vostro pensiero all'indirizzo:
prealpina@prealpina.it
Grazie per l'attenzione e cordiali saluti.
Gianfredo Ruggiero
Diventar......Verdi (titolo della Prealpina)
Egr. direttore, la stazione del Malpensa Express di Lonate - Ferno, completata nel lontano 1999 e costata svariati miliardi di vecchie lire, non è mai entrata in funzione.
Questa “cattedrale nel deserto”, realizzata a tempo di record e poi completamente abbandonata, doveva contribuire, nelle intenzioni inconfessabili dei nostri politici e imprenditori, a creare nell’opinione pubblica locale l’illusione che con Malpensa saremmo diventati tutti ricchi, che l’ampliamento dell’aeroporto avrebbe portato lavoro per tutti, benessere diffuso e nuovi servizi a vantaggio delle popolazioni residenti. Tutto questo per far digerire le devastazioni ambientali e l’aumento impressionante dell’inquinamento acustico e atmosferico causati dal nuovo aeroporto.
La realtà è invece ben diversa e sotto gli occhi di tutti. Malpensa ha portato sì lavoro, ma precario ed extracomunitario (le attività che impiegano il maggior numero di lavoratori quali catering, facchinaggio e pulizie, sono affidate a cooperative esterne che assumono prevalentemente extracomunitari, gli unici in grado di accettare condizioni di lavoro e retributive al limite dello sfruttamento).
Malpensa sta realizzando sì nuove strade, ma per camion e TIR che le solcheranno a centinaia, giorno e notte, per portare i prodotti provenienti dall’oriente e destinati ai nostri mercati e a tutta Europa (con buona pace di chi, leghisti in testa, tuona ad ogni piè sospinto contro l’invasione di prodotti cinesi salvo poi costruirgli un aeroporto su misura).
Riguardo all’ambiente, poi, il Parco del Ticino, zona classificata dall’UNESCO come riserva naturale della biosfera e per tale motivo “protetta”, è invaso da attività d’ogni genere: capannoni industriali, mega parcheggi, centri commerciali, grandi alberghi… A ciò si aggiunge l’incubo della terza pista, che se realizzata darebbe il colpo di grazia a ciò che resta del nostro parco naturale, con danni irreparabili al delicato equilibrio ecologico dell’intera Valle del Ticino.
Senza contare gli enormi costi che il nostro Comune deve sostenere per assicurare all’aeroporto i servizi di Polizia Urbana e amministrativi, cui si aggiungono le spese per la sicurezza a seguito dell’aumento della criminalità indotta dal nuovo scalo (da Malpensa transita di tutto, droga compresa).
Questo è il prezzo da pagare per il progresso e per lo sviluppo della nostra terra? No, è il conto che tutti noi paghiamo per consentire ad alcune multinazionali estere, che han fatto man bassa di terreni nel pieno del Parco del Ticino, alle società d’importazione e alla Sea (la società di gestione dell’aeroporto di proprietà del Comune di Milano e della Provincia di Varese) di consolidare i propri bilanci. Cosa legittima, quest'ultima, se non avvenisse a scapito del nostro ambiente e della nostra salute.
Grazie per la consueta ospitalità e cordiali saluti.
Gianfredo RUGGIERO, presidente del circolo culturale Excalibur
Commento del Direttore de "La Prealpina":
Comprendo che la Sua più grande ambizione sia di girare a piedi, forse a dorso di mulo, vestito di pelli d’animale, cacciare con arco e frecce, cibandosi solo di radici, e vivendo in una capanna riscaldata dal falò di qualche ramo secco raccolto qua e là. Ma non condivido! Il progresso ha portato enorme benessere a tutti. Occorre però prestare più attenzione alla natura, ma senza diventare "Verdi"... di invidia.
giovedì 14 dicembre 2006
L'INTERVENTO DI UNICOMAL AL CONVEGNO "LAVORO E AMBIENTE"
Voglio sottolineare l’importanza dell’evento odierno in cui, per la prima volta, si confrontano le ragioni ambientali e le ragioni occupazionali relative al problema Malpensa e, ribadisco, problema e non opportunità.
Noi ambientalisti comprendiamo le ragioni dell’economia, concordiamo con la difesa dei diritti dei lavoratori, ma non siamo d’accordo sull’assioma, storicamente consolidato, che dice: “i posti di lavoro a qualsiasi costo”.
Lo sviluppo e le ragioni dell’economia devono essere considerati valutando l’impatto dei progetti secondo quanto prescritto dalle leggi.
Negli anni ’70 un’azienda del gruppo Montedison scaricava nel mare di Follonica i tristemente famosi fanghi rossi di Scarlino, residuo della lavorazione del titanio. Dopo esposti e denunce il Magistrato decretò che lo scarico doveva cessare. L’azienda, per non investire nella depurazione, minacciò la chiusura ed il Magistrato, sottoposto alle pressioni sindacali, ritirò l’ordinanza per salvare 200 posti di lavoro. Ma l’anno dopo, per motivi aziendali, i 200 posti saltarono comunque.
Quanti anni sono trascorsi? Abbiamo imparato qualcosa? Pare di no.
Un anno fa, dicembre 2005, convegno organizzato dal movimento NO-TAV a Torino.
Argomentazioni pesanti, motivazioni inconfutabili, presenze illustri: esperti, tecnici, sociologi, persino un sindacalista molto noto ed esposto sullo sviluppo di Malpensa ma, sorpresa, non diceva le stesse cose, no, diceva che, in principio, ci aveva creduto, ma poi aveva capito. Aveva capito, diceva, che lo scambio posti di lavoro ambiente non regge, che le infrastrutture troppo grandi producono più danno che beneficio e quindi confermava, con la sua esperta e documentata opinione, che (anche) alla TAV in Val di Susa era contrario pure lui e dava il suo appoggio alla lotta dei valsusini. Bene, pensammo, abbiamo un nuovo alleato a Malpensa ma, noi ingenui, dovevamo ancora scoprire che tali personaggi hanno, nel loro guardaroba, una divisa per ogni tavolo.
Voglio sottolineare che non mettiamo in discussione il ruolo sindacale, quello che non condividiamo è l’abbandono della mission propria del sindacato, la tutela dei lavoratori.
Tutela dei lavoratori è anche non collaborare alla creazione di mostri gonfiati il cui miraggio attira migliaia di lavoratori che poi, quando il mostro si sgonfia, si trovano ad essere gettati dalla finestra senza paracadute.
A volte l’azione sindacale si riduce a mera tutela dell’occupazione e quindi, a ragione o a torto, le associazioni sindacali vengono incolpate dei dissesti aziendali (Ferrovie, Alitalia).
A volte la tutela è, aprioristicamente, per gli interessi dell’imprenditore e quindi, ed è il caso di Malpensa, incuranti del fatto che c’è un piano regolatore non rispettato e quindi l’ambiente e la salute degli abitanti ne subiscono un sopruso enorme, si appoggia lo sviluppo incontrollato in nome dell’occupazione che, noi lo diciamo da almeno 5 anni, è precaria, dequalificata, malpagata e viene contata e ricontata 2 o più volte.
L’anno scorso, dopo un’esagerata enfasi sull’occupazione, a cura dell’ufficio propaganda di SEA, fonti sindacali hanno reagito e denunciato, finalmente, che l’aeroporto è purtroppo il tempio del lavoro precario, già oltre il 65%, e questo lo si sapeva già ma diciamo noi da anni, Malpensa, in ultima analisi, crea disoccupati e disadattati, quindi un pesante costo sociale.
Chi non crede chieda ai servizi sociali dei comuni del circondario, i comuni della cosiddetta “Grande Malpensa”.
Aggiungo che, chi sostiene le falsità propagandistiche lanciate a supporto dello sviluppo esagerato di questo aeroporto, è complice e come tale è colpevole del danno provocato ai comuni, agli abitanti a tutto l’ambiente del parco del Ticino.
Voglio qui ricordare un assioma che abbiamo imparato dagli esperti di questa materia: le infrastrutture scambiano danno ambientale e beneficio sociale, Malpensa invece produce danno ambientale e maleficio sociale.
E allora la domanda è: riusciranno mai i sindacati a capire che non basta la mera tutela dei posti di lavoro avulsa dal contesto generale?
Noi diciamo: non vogliamo soldi in cambio della salute e lo diciamo perchè, oltre a Scarlino, ci ricordiamo anche della diossina dell’Icmesa di Seveso, del PCB della Caffaro di Brescia... di Bophal, India, solo alcuni nomi in un lunghissimo elenco di tragedie non casuali ma determinate dalla vittoria delle ragioni dell’economia sulle ragioni dell’ambiente e della salute: una sconfitta per tutti.
Ripeto la domanda: sindacalisti, quando capirete?
Gallarate,11/12/2006
Noi ambientalisti comprendiamo le ragioni dell’economia, concordiamo con la difesa dei diritti dei lavoratori, ma non siamo d’accordo sull’assioma, storicamente consolidato, che dice: “i posti di lavoro a qualsiasi costo”.
Lo sviluppo e le ragioni dell’economia devono essere considerati valutando l’impatto dei progetti secondo quanto prescritto dalle leggi.
Negli anni ’70 un’azienda del gruppo Montedison scaricava nel mare di Follonica i tristemente famosi fanghi rossi di Scarlino, residuo della lavorazione del titanio. Dopo esposti e denunce il Magistrato decretò che lo scarico doveva cessare. L’azienda, per non investire nella depurazione, minacciò la chiusura ed il Magistrato, sottoposto alle pressioni sindacali, ritirò l’ordinanza per salvare 200 posti di lavoro. Ma l’anno dopo, per motivi aziendali, i 200 posti saltarono comunque.
Quanti anni sono trascorsi? Abbiamo imparato qualcosa? Pare di no.
Un anno fa, dicembre 2005, convegno organizzato dal movimento NO-TAV a Torino.
Argomentazioni pesanti, motivazioni inconfutabili, presenze illustri: esperti, tecnici, sociologi, persino un sindacalista molto noto ed esposto sullo sviluppo di Malpensa ma, sorpresa, non diceva le stesse cose, no, diceva che, in principio, ci aveva creduto, ma poi aveva capito. Aveva capito, diceva, che lo scambio posti di lavoro ambiente non regge, che le infrastrutture troppo grandi producono più danno che beneficio e quindi confermava, con la sua esperta e documentata opinione, che (anche) alla TAV in Val di Susa era contrario pure lui e dava il suo appoggio alla lotta dei valsusini. Bene, pensammo, abbiamo un nuovo alleato a Malpensa ma, noi ingenui, dovevamo ancora scoprire che tali personaggi hanno, nel loro guardaroba, una divisa per ogni tavolo.
Voglio sottolineare che non mettiamo in discussione il ruolo sindacale, quello che non condividiamo è l’abbandono della mission propria del sindacato, la tutela dei lavoratori.
Tutela dei lavoratori è anche non collaborare alla creazione di mostri gonfiati il cui miraggio attira migliaia di lavoratori che poi, quando il mostro si sgonfia, si trovano ad essere gettati dalla finestra senza paracadute.
A volte l’azione sindacale si riduce a mera tutela dell’occupazione e quindi, a ragione o a torto, le associazioni sindacali vengono incolpate dei dissesti aziendali (Ferrovie, Alitalia).
A volte la tutela è, aprioristicamente, per gli interessi dell’imprenditore e quindi, ed è il caso di Malpensa, incuranti del fatto che c’è un piano regolatore non rispettato e quindi l’ambiente e la salute degli abitanti ne subiscono un sopruso enorme, si appoggia lo sviluppo incontrollato in nome dell’occupazione che, noi lo diciamo da almeno 5 anni, è precaria, dequalificata, malpagata e viene contata e ricontata 2 o più volte.
L’anno scorso, dopo un’esagerata enfasi sull’occupazione, a cura dell’ufficio propaganda di SEA, fonti sindacali hanno reagito e denunciato, finalmente, che l’aeroporto è purtroppo il tempio del lavoro precario, già oltre il 65%, e questo lo si sapeva già ma diciamo noi da anni, Malpensa, in ultima analisi, crea disoccupati e disadattati, quindi un pesante costo sociale.
Chi non crede chieda ai servizi sociali dei comuni del circondario, i comuni della cosiddetta “Grande Malpensa”.
Aggiungo che, chi sostiene le falsità propagandistiche lanciate a supporto dello sviluppo esagerato di questo aeroporto, è complice e come tale è colpevole del danno provocato ai comuni, agli abitanti a tutto l’ambiente del parco del Ticino.
Voglio qui ricordare un assioma che abbiamo imparato dagli esperti di questa materia: le infrastrutture scambiano danno ambientale e beneficio sociale, Malpensa invece produce danno ambientale e maleficio sociale.
E allora la domanda è: riusciranno mai i sindacati a capire che non basta la mera tutela dei posti di lavoro avulsa dal contesto generale?
Noi diciamo: non vogliamo soldi in cambio della salute e lo diciamo perchè, oltre a Scarlino, ci ricordiamo anche della diossina dell’Icmesa di Seveso, del PCB della Caffaro di Brescia... di Bophal, India, solo alcuni nomi in un lunghissimo elenco di tragedie non casuali ma determinate dalla vittoria delle ragioni dell’economia sulle ragioni dell’ambiente e della salute: una sconfitta per tutti.
Ripeto la domanda: sindacalisti, quando capirete?
Gallarate,11/12/2006
Iscriviti a:
Post (Atom)