sabato 25 ottobre 2008

DIECI ANNI DI MALPENSA 2000: QUALE BILANCIO ?

Un comunicato stampa congiunto di LEGAMBIENTE Gallarate, LEGAMBIENTE Novara, C.OVES.T. ONLUS Varallo Pombia, UNI.CO.MAL. LOMBARDIA ed AMICI DELLA NATURA AD ARSAGO

L’ipocrita titolo di un convegno organizzato due anni fa a Somma Lombardo era: “Malpensa 2000, problema o opportunità?” La decisa contestazione attuata dai Comitati ambientalisti fornì la risposta con lo slogan: “Malpensa 2000 problemi”.
Ora siamo a dieci anni dall’inaugurazione (25/10/98) e possiamo fare un bilancio chiedendoci quali problemi ha risolto e quali invece ha creato la presenza del mega aeroporto che ha come riferimento la città di Milano e come territorio il Parco del Ticino.
Un aeroporto è un’infrastruttura trasportistica, per viaggiare, ma i milanesi partono tuttora più volentieri da Linate, e ciò è dimostrato dalle resistenze bipartisan alla chiusura del city airport.
Malpensa è comodo per chi ci abita vicino ma, chi ci abita vicino, subisce però 700 sorvoli al giorno: un disagio quotidiano.
Aumento pazzesco del traffico aereo e veicolare, conseguente inquinamento acustico ed atmosferico, dimostrati e confermati da numerosi studi e dalla recente sentenza del Tribunale di Milano, sono le conseguenze dirette: una tragedia ambientale con danni alla salute. Cementificazione, consumo irreversibile del territorio, danno ambientale e paesaggistico sul Parco del Ticino. Tutto questo perchè non è stato rispettato il P.R.G.A. (Piano Regolatore Generale Aeroportuale), che poneva un limite a 12 milioni di passeggeri, limite concordato a suo tempo con i Comuni del circondario che non dissero “NO”. Dando l’assenso ad un ampliamento a 12 milioni, dopo pochi anni se ne trovarono illegalmente (leggasi “Ticinia”, 19/11/2000, firmato da 87 sindaci) 24 milioni.
Ma non basta perchè la tragedia ambientale (ma anche occupazionale, sociale, sanitaria, ecc,) non è ancora finita. Incombono infatti due minacce sinergiche tra loro: il piano industriale di SEA e l’Expo 2015. I 12 milioni del P.R.G.A sono già diventati 24, il piano di S.E.A ne prevede 45 e l’imminenza dell’Expo assegnato a Milano fornisce l’alibi per sostenere questo ulteriore ed inutile ampliamento che prevede la terza pista ed una serie di altre opere dall’impatto devastante. Ulteriore inutile ampliamento perchè l’aeroporto dovrebbe essere un’infrastruttura al servizio del territorio, ma è invece evidente che i milioni di passeggeri attuali e previsti dai piani S.E.A. vengono “reclutati” in tutto il centro-nord Italia a sostegno del sistema “malpensocentrico”. Questo è contrario all’interesse nazionale ed alla convenienza dei passeggeri che, con un miglior uso dei numerosi e ben distribuiti aeroporti esistenti, potrebbero decollare dall’aeroporto a loro più vicino risparmiando viaggi di centinaia di chilometri con tutto quel che comporta.
Per il decennale S.E.A. organizza una festa al terminal 1: noi la vediamo in un altro modo, cioè che Malpensa, da dieci anni, tutti i giorni “fa la festa” al nostro territorio, al Parco del Ticino. Non è quindi una festa ma una veglia al capezzale dell’agonizzante Parco del Ticino.

Gallarate, 25 ottobre 2008

LEGAMBIENTE Gallarate
LEGAMBIENTE Novara
C.OVES.T. ONLUS Varallo Pombia
UNI.CO.MAL. LOMBARDIA
AMICI DELLA NATURA AD ARSAGO

venerdì 24 ottobre 2008

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SENTENZA SULL’INQUINAMENTO DA EMISSIONI DEGLI AEREI IN DECOLLO

Un commento delle Associazioni ambientaliste

La sentenza emessa a fine settembre dalla decima sezione del Tribuna­le civile di Milano, che impone a S.E.A. e al ministero dei Tra­sporti un risarcimento per danni da in­quinamento causati dagli scarichi degli aerei in decollo, fa luce, finalmente, su una situazio­ne da sempre tenuta nascosta.
Il Tribunale civile di Milano, con il supporto di una consulenza tecnica dell’Università statale, ha riconosciuto il danno ambientale.
Numerosi studi, ricerche e convegni avevano, da tempo, evidenziato la situazione di pesante inquinamento atmosferico ed acustico che pone un serio interrogativo sul futuro di tutta l’area e dei relativi abitanti in conseguenza del degrado ambientale.
Quindi la sentenza non ci sorprende e non ci stupisce. Si dirà: ma gli aeroporti inquinano, quindi... Ma l’anomalia di questo aeroporto è che sta interamente nel Parco del Ticino, la sua operatività inquina aree dichiarate S.I.C. (Sito di Interesse Comunitario) dall’Unione Europea e colpisce, nel raggio di 10 km. dalle piste, 38 Comuni preesistenti, e 88 Comuni entro 15 km.: mezzo milione di persone.
Non ci sono spazi liberi da sacrificare intorno all’aeroporto, non c’è quindi la possibilità di un’area cuscinetto tra il sedime aeroportuale, le aree pregiate del Parco e le aree residenziali.
Come da sempre sosteniamo, in quest’area, non ci può stare un aeroporto di tali dimensioni, e lo stabilisce proprio il P.R.G.A. (Piano Regolatore Generale Aeroportuale) che fu approvato anche dai Sindaci di Arsago Seprio, Cardano al Campo, Casorate Sempione, Ferno, Golasecca, Lonate Pozzolo, Samarate, Somma Lombardo e Vizzola Ticino.
Quello che ci sorprende, e non da oggi, è l’atteggiamento dell’Agenzia Regionale per la Protezione dell’Ambiente (A.R.P.A.) che, rispetto agli studi, ricerche e convegni summenzionati, è sempre stato scarsamente incisivo.
Sollecitata ad esprimere un parere su un dettagliato “Rapporto ambientale”, redatto ed approvato a cura del Consiglio comunale di Golasecca, l’ARPA confermava i dati riportati nel rapporto sui parametri di inquinamento per i diversi elementi monitorati, i quali superano i livelli stabiliti per la protezione della salute umana, ma poi concludeva: “Attorno all’aeroporto non sembra quindi emergere, per quanto concerne gli inquinanti monitorati, una criticità particolare sulla qualità dell’aria rispetto alle caratteristiche della zona in cui è inserito.”
Al parere dell’ARPA si oppone la sentenza del Tribunale secondo la quale l’inquinamento rilevato nei suoli testimonia l’alterazione ambientale derivante dal traffico aereo
Chiediamo quindi ai Sindaci di rompere gli indugi e promuovere e sostenere, a cura di un Ente super partes, le stesse indagini svolte dall’Università per il Tribunale di Milano, come elemento necessario per la corretta valutazione dell’impatto aeroportuale e strumento indispensabile per la pianificazione dell’attività ed il governo del territorio. Per la salvaguardia dell’ambiente e della salute dei propri cittadini.

Gallarate, 23 ottobre 2008

LEGAMBIENTE Gallarate
LEGAMBIENTE Novara
A.C.L.I. Gallarate
C.OVES.T. ONLUS Varallo Pombia
UNI.CO.MAL. LOMBARDIA
AMICI DELLA NATURA AD ARSAGO

RIFLESSIONI A CARATTERE GIURIDICO DOPO LA SENTENZA “CASCINA 3 PINI”

Un intervento di Raffaella Filippini
Presidente dell'Associazione AMICI DELLA NATURA AD ARSAGO

Indipendentemente dal riconoscimento di elevato valore economico a un bosco in quanto bosco, piuttosto che come quintali di legna da ardere o come terreno da trasformare in cemento, la sentenza “Cascina 3 Pini” apre interessanti prospettive per altri proprietari terrieri, i quali potrebbero a loro volte avviare una causa civile, dopo aver comprovato i danni causati da Malpensa al proprio patrimonio naturale.
Certamente non per tutti i boschi si può vantare pari importanza economica, ma è pur vero che, nell’area naturale sotto i coni di decollo, si svolgono svariate attività, alcune delle quali a carattere sportivo, turistico e ricettivo. Le scuderie di Casorate ne sono un esempio.
Nello svolgimento di una corretta Valutazione di Impatto Ambientale, le perdite economiche subite dalle aziende private devono diventare oggetto di computo, con conseguente compensazione economica; nel caso di Malpensa, da parte di SEA e del Ministero dei Trasporti.
Il Parco stesso potrebbe chiedere i danni, ma dubitiamo che lo faccia, vista la fiacchezza della presidenza Bertani.
La perizia super partes consegnata al Tribunale dal Dott. Genevini, suddivisa in differenti e complementari comparti d’analisi, costituisce una documentata risposta ad alcune delle richieste di monitoraggio ambientale poste dal decreto D’Alema, il 13/12/1999. Dal punto di vista giuridico, questa sentenza basterebbe da sola a riportare i volumi del traffico aeroportuale alle disposizioni anteriori a tale decreto.
Ma c’è dell’altro. Infatti la Cascina 3 Pini non solo è area Parco, è parte del SIC Dosso, ovvero un Sito di Importanza Comunitaria. I SIC, individuati e censiti dopo studi decennali, costituiscono una preziosità nella preziosità, una vera e propria cassaforte della biodiversità, una moderna arca di Noè, approntata per far giungere alle generazioni future quanto più possibile di specie animali e vegetali.
La Gazzetta ufficiale dell’Unione europea, in data 28 12 2004, riconosceva, proprio nell’area a nord di Malpensa, alcuni Siti di Importanza Comunitaria. Con codici numero IT2010010/1/2 sono indicati la Brughiera del Vigano, le Paludi di Arsago e la Brughiera del Dosso, rispettivamente con superfici di 510, 543, 455 ettari (sono 210 gli ettari della Cascina 3 Pini, per 5 milioni di risarcimento). I tre siti sono collocati sotto o assai prossimi alle rotte di decollo, a poca distanza dalle piste, nei comuni di Somma, Golasecca e Arsago.
A questo punto c’è da chiedersi quale sia il piano di gestione dei SIC in area Malpensa, piano da predisporre ai sensi della normativa europea, in grado di assicurare la conservazione della biodiversità negli ambiti stessi.
Nel caso di opere infrastrutturali o strutturali i SIC sono oggetto di specialissima valutazione ambientale, la Valutazione di Incidenza, con finalità di conservazione, dovendo garantire un’elevata protezione degli habitat naturali e della flora e della fauna selvatica.La Valutazione di Incidenza, abbreviata nel termine VINCA, è parte integrante delle procedure di VAS e VIA.
La Valutazione ambientale di Malpensa, dopo la sentenza, dovrà tener conto delle esigenze dei privati e dovrà attuarsi con modalità di collaborazione fra i diversi portatori di interesse. Tra i politici dovrà emergere la volontà di aprirsi a metodi trasparenti.
La Regione Lombardia non potrà sottrarsi ai propri doveri istituzionali, pena l’inadempienza al proprio ordinamento ambientale. Dovrà avviare un processo decisionale più coerente alle esigenze dello sviluppo sostenibile, abbandonando l’idea della crescita ad ogni costo di Malpensa.
La traccia di fondo del cambiamento sarà l’abbandono della visione del rapporto economia-ambiente propria dell’economia utilitarista, in favore dell’economia ecologica e della sostenibilità.
Come ci insegnano le nazioni europee più evolute, oggi si creano più posti di lavoro attuando politiche ambientali ed avviando una crescita economica accompagnata alla diminuizione degli impatti.
La polemica tra Italia e U.E. sulla riduzione delle quote di CO2 ci insegna qualcosa.
Impareranno la lezione gli ultimi della classe?
16 ottobre 2008
Raffaella Filippini

ALCUNE IMPORTANTI RAGIONI PER DIRE “NO” ALLA TERZA PISTA

Un intervento di Raffaella Filippini
Presidente dell'Associazione AMICI DELLA NATURA AD ARSAGO

La terza pista verrebbe costruita nelle aree destinate (secondo il Piano territoriale d’area di Malpensa/Legge Regionale n.10 del ’99), a “Piano del Verde di Malpensa 2000”, un’opera di compensazione da realizzare nell’intorno aeroportuale, al fine di attenuare l’impatto aeroportuale, nel quale la vegetazione arborea è pensata come sistema ecologico (Bollettino Ufficiale della Regione Lombardia, Allegato al 1° Supplemento Ordinario al n. 15 - 16 aprile 1999, pag. 155 e Tavola 3 Assetto delle aree verdi ed interventi previsti).
Una colata di asfalto e di cemento dovrebbe dunque riversarsi su quei terreni che nel ‘99 erano stati individuati come zona verde di mitigazione, con l’implementazione della funzione ecologica tramite interventi di natura forestale in seguito non realizzati.
Gli studi sulla Valutazione Ambientale Strategica prodotti dal Parco del Ticino, nonché vari studi di carattere tecnico-scientifico sullo stato di salute di alcune componenti ambientali come ad esempio i boschi, evidenziano come qualsiasi ulteriore ampliamento dell’aeroporto e qualsiasi nuova infrastruttura ipotizzabile sul territorio, di fatto comprometta gravemente la già precaria situazione ambientale.
I benefici invece prodotti in termini di mobilità per il pubblico sarebbero invece assai poco rilevanti.
La Valle del Ticino costituisce un corridoio ecologico di primaria importanza nel sistema naturalistico europeo. L’incremento dei sorvoli aerei causerebbe impatti irreversibili nel già compromesso habitat naturale, a danno di flora e fauna. Come è noto, il sedime aeroportuale si trova nel Parco Lombardo della Valle del Ticino, con ricadute negative su di un’area molto vasta della Lombardia e del Piemonte. In altri paesi europei più rispettosi dell’ambiente non si sarebbe consentito l’insediamento di un aeroporto dalle dimensioni di Malpensa 2000.
Maggiore numero di voli e maggiore numero di passeggeri comportano l’incremento del traffico su gomma con destinazione Malpensa. In un momento in cui sono espresse forti lamentele per la mancanza di infrastrutture viarie in Lombardia, la pianificazione del trasporto aereo va pensata in termini di ripartizione del traffico su il tutto sistema aeroportuale del Nord Italia, tesi questa da sempre sostenuta dalle Associazioni ambientaliste.
Come si evince dalla sintesi dello studio MITRE, la terza pista non interverrà a migliorare l’inquinamento acustico, anzi provocherà impatti tanto gravi da rendere necessarie nuove delocalizzazioni di aree urbanizzate.
E’ invece pensabile ottenere su questo territorio un modello di sviluppo sostenibile che allo stesso tempo può fornire “crescita” all’economia, e salvaguardia del territorio e della salute dei suoi abitanti, mettendo in atto tutti gli strumenti e tecnologie disponibili per ricomporre e riqualificare un territorio che da Malpensa è stato sicuramente fortemente modificato nei suoi equilibri naturali, sociali ed economici.
29 settembre 2008
Raffaella Filippini