mercoledì 21 marzo 2007

LETTERA APERTA A RAFFAELE CATTANEO

Assessore alle Infrastrutture e Mobilità della Regione Lombardia

Egregio Assessore,
dopo aver assistito al Convegno “Il ruolo di Malpensa nelle strategie di sviluppo del nord ovest” ed averne ascoltato i relatori, vorrei esprimere alcune considerazioni.
Esistono, è normale, opinioni diverse per ogni problema e sarebbe sorprendente se così non fosse anche per il “problema” Malpensa,.
Il Convegno ha proposto relatori con ruoli differenti, ma tutti riferiti all’aeroporto, vuoi come strumento vuoi come obiettivo di lavoro.
Di conseguenza questi personaggi si sono parlati addosso come ad un comizio di partito: il Partito di Malpensa.
E perfino Lei ha parlato ancora di ridimensionare Linate (comodo per Milano) a favore di Malpensa (lontano e scomodo): portare l’utenza al servizio invece di portare il servizio all’utenza. Proprio il contrario di quello che un Amministratore oculato dovrebbe realizzare.
Obiettivo dichiarato la crescita di Malpensa che già non rispetta il suo PRGA e le regole operative ed ambientali ma, come Lei ha dichiarato, “il traffico cresce e non possiamo badare a queste cose”. Assessore, la legge va rispettata da tutti, ma in particolar modo da chi ricopre una carica pubblica.
Lei, Assessore, è un politico democraticamente eletto, è al servizio della collettività e, per questo, è pagato dai contribuenti di cui deve ascoltare le richieste alle quali deve provvedere. Nella collettività esistono esigenze diverse e sta all’Amministratore mediare e calcolare dei compromessi equilibrati, nel rispetto delle persone e delle opinioni e, soprattutto, delle regole.
Un numero significativo dei relatori rappresentava il variegato mondo degli affari mentre, grave lacuna, non era rappresentato il Territorio, cioè l’ambiente in cui questi affari si concretizzano, ovvero quella parte di cittadinanza che, se è vero che l’infrastruttura produce beneficio sociale, incassa invece il danno ambientale.
Mi dirà forse che non ha compilato Lei la lista degli invitati, ma Le ricordo che Lei, Amministratore, deve mediare e, se ascolta solo una parte, non potrà mai raggiungere i suoi obiettivi.
Penso però, viste le sue reazioni alla lettura di un semplice e sintetico comunicato stampa delle Associazioni ambientaliste, a come le sarebbero schizzati gli occhi fuori dalle orbite se, tra i relatori, qualcuno, in rappresentanza del Territorio, avesse argomentato quelle considerazioni che i politici come Lei hanno sempre rifiutato di ascoltare. E avesse, con pazienza, ascoltato nel dettaglio la proposta alternativa: più Sistema aeroportuale del nord e meno Malpensa, nel rispetto delle leggi e per un miglior servizio al Paese e, in altri termini, nell’interesse nazionale.
Ma c’è un’ulteriore fonte di preoccupazione. E’ noto che Lei siede nel Consiglio di Amministrazione di S.E.A.: cosa ci fa l’Assessore alle Infrastrutture e Mobilità della regione nel C.D.A. del Gestore dell’aeroporto di Malpensa? Quali interessi vorrà tutelare? Quelli del Territorio o quelli del Partito (degli affari) di Malpensa a cui ha dichiarato la propria appartenenza?
Consideriamo questo conflitto d’interesse in un’ottica corretta: Lei, Assessore, è pagato dai contribuenti ed a questi deve rendere conto, anche a quelli che, con ironia, definisce ambientalisti. Ma lavora anche, nel C.D.A., per S.E.A. (da cui è lecito supporre sia pure retribuito) e non credo ci possa dimostrare la compatibilità delle due cariche e dei rispettivi obiettivi.
Come contribuente ritengo quindi di poterLe chiedere di considerare l’opportunità di scegliere, tra le due cariche, quale mantenere e quale lasciare.
Considerando quindi Suo diritto, ma parimenti Suo dovere, scegliere e sciogliere questo nodo, resto in attesa delle Sue decisioni e Le porgo i miei più distinti saluti.

Gallarate, 21 marzo 2007

UNI.CO.MAL.Lombardia
Unione dei Comitati lombardi del Comprensorio di Malpensa per la Tutela dell’Ambiente e della Salute pubblica
Il Presidente
Beppe Balzarini

martedì 20 marzo 2007

19 MARZO 2007 CONVEGNO:

IL RUOLO DELLA GRANDE MALPENSA NELLE STRATEGIE DI SVILUPPO DEL NORD OVEST
...ogni tanto ci riprovano

Ecco un altro Convegno su Malpensa, ennesimo tentativo di rilancio di un aeroporto già bocciato dal mercato: tra previsioni sbagliate (volutamente?) e conseguenze nefaste (crisi di Alitalia) nulla sembra poter fermare la fame di affari ad ogni costo espressa dalle Camere di Commercio in antitesi con le teorie degli economisti più seri.
Qui, infatti, si considera lo sviluppo dell’aeroporto una grande, imperdibile “opportunità” di crescita per il territorio.
Invece gli esperti di economia “liberi” (cioè quelli in grado di esprimere valutazioni non condizionate), asseriscono che le infrastrutture non sono mai il motore dello sviluppo ma, eventualmente, la conseguenza.
E ci spiegano che è intrinseco delle infrastrutture scambiare danno ambientale con beneficio sociale, invece Malpensa, dicono, produce danno ambientale e maleficio sociale.
La nostra amara considerazione è che c’è un ritardo culturale dei nostri Amministratori che impedisce loro di elaborare nuovi modelli di traffico e di sviluppo economico, e li tiene prigionieri del business degli appalti e della valorizzazione dei terreni, considerati i soli motori dell’economia.
Questo aeroporto è la corsia preferenziale per un vasto campionario di grandi opere, presentate come “opportunità” di sviluppo.
Ma queste “grandi opere”, cioè la miriade di progetti che incombono sul territorio attorno a Malpensa, sono stati bocciati dalla V.A.S. (Valutazione Ambientale Strategica) volontaria, redatta a cura del Parco del Ticino.
Questa V.A.S. viene irrisa, in quanto volontaria, proprio dalla regione Lombardia, la cui Giunta è palesemente asservita al partito di Malpensa.
Ma la VAS volontaria non si liquida con una battuta, si può solo confrontare con una VAS istituzionale.
Il collocamento di Alitalia in mani private costituisce, secondo noi, la miglior garanzia che le scelte future per la Compagnia saranno nel senso delle “Vere Convenienze Economiche” e non dei soliti clientelismi e mafie.
La privatizzazione, riteniamo, produrrà la fine dei pastrocchi, delle falsità e della trappola dei 2 hub in cui è caduta Alitalia.
Osiamo ipotizzare (ma è anche la nostra proposta) che sarà “prevalente” l’aeroporto più grande ed attrezzato (Fiumicino), che il secondo aeroporto (Malpensa) manterrà il traffico aereo veramente necessario all’utenza locale e che si verificherà un conveniente sviluppo dei vari aeroporti minori, nel senso di: portare il servizio la dove c’è l’utenza e non, al contrario, portare l’utenza la dove c’è il servizio e, soprattutto, che non sia il territorio asservito all’aeroporto ma l’aeroporto al servizio del territorio.
Infine una considerazione molto triste: c’è chi è determinato a sacrificare l’Ambiente allo sviluppo incontrollato ed immotivato di Malpensa.
Dilapidare un patrimonio come il Parco del Ticino, dichiarato dall’UNESCO “Riserva della Biosfera”, è un lusso che ci possiamo permettere?
Milano, 19 marzo 2007
WWF ITALIA, LEGAMBIENTE, C.OVES.T. ONLUS, UNI.CO.MAL., EXCALIBUR, AMICI DELLA NATURA

DI SEGUITO RIPORTIAMO IL COMUNICATO STAMPA SU ANALOGO CONVEGNO
DEL 25 OTTOBRE 2002

MALPENSA 4 ANNI DOPO

Oggi, 25 ottobre 2002, la Camera di Commercio di Milano ha ospitato il convegno “Malpensa 4 anni dopo.
Malgrado la molteplicità e diversità di interventi di varie e autorevoli personalità prevalentemente del mondo economico, l’occasione è sembrata più un funerale che una festa: le esequie di Malpensa, aeroporto hub che non decolla. Ma perché questo fallimento? Vogliamo ricordare che l’ampliamento della “vecchia Malpensa” secondo la Delibera Regionale dell’86 era fissato a “8 milioni di passeggeri/anno, aumentabili a 12 milioni in caso di saturazione dell’aeroporto di Linate, ma senza limitare l’operatività di quest’ultimo aeroporto”. Quindi la D.R., recepita nel PRG di Malpensa, ne limitava il traffico a 100.000 voli/anno ma, nel 2000, Malpensa operò ca. 250.000 voli sottraendo, con la coercizione dei Decreti Burlando, quasi tutto il traffico a Linate per “diventare” un hub. Nel primo periodo di Malpensa 2000 la nostra azione in difesa del Territorio faceva riferimento all’illegalità costituita dal mancato rispetto del PRG. Ma poi abbiamo capito altre cose.
1) Malpensa non è un hub ed è un aeroporto pericoloso (rapporto Cranfield).
2) Se Alitalia tiene due hubs fallisce, ed infatti tutte le Compagnie hanno un solo hub.
3) Fiumicino, per il suo lay out, può essere un hub, l’hub di Alitalia.
Nostri comunicati stampa da circa tre anni titolavano: “Alitalia e Malpensa, è il momento di cambiare strategia”, “Malpensa 2000, strategia suicida per il Territorio e per Alitalia”. Ovviamente, a parte la stampa locale, i media a livello nazionale non ci hanno mai preso in considerazione, e così pure i “registi” dell’operazione che avevano ben altri obiettivi. Ora questi obiettivi sembrano allontanarsi perchè, malgrado le misure protezionistiche, il mercato fa la sua parte e, nel Nord Italia, stanno forse già un po’ crescendo tutti i 13 aeroporti più comodi per l’utenza (piccolo è bello), e Malpensa calerà. L’apertura di Malpensa 2000 ha comportato il trasferimento di 4.000 lavoratori da Linate all’aeroporto della brughiera: 80 km di disagio, un trauma non indifferente e nessuno li ha difesi. Qra c’è il dramma dei posti di lavoro persi alla United Airlines e poi forse altre Compagnie se ne andranno. Rispettando il PRG e non gonfiando artificiosamente Malpensa 2000 si sarebbero evitati questi contraccolpi, l’incompiuta dell’hub che non c’è ed il mostro sul Territorio.
1) Non può essere hub un aeroporto con due piste non indipendenti perché troppo vicine (800 metri): la distanza deve essere ben maggiore ed il terminal deve essere collocato nel mezzo delle due piste. A Malpensa invece è posto all’esterno e ciò comporta che il 50% dei voli deve attraversare una pista operativa, con un elevato rischio di collisioni. I decolli nel senso normale (direzione nord) sono sopra le colline moreniche che circondano l’aeroporto, un territorio che si alza all’improvviso e, per un aereo con problemi al decollo, questa orografia inadatta potrebbe essere fatale. Quando, a causa del vento, si inverte il senso operativo, gli atterrragi da nord sono un dramma: per Somma Lombardo (16.000 abitanti) e per l’impossibilità di usare tutta la lunghezza della pista. Se un aereo “va lungo” dove riuscirà a fermarsi? In piazza a Ferno o a Lonate Pozzolo?
2) Servire due hubs significa, per la Compagnia di Bandiera, raddoppiare il numero dei voli feeder, con la certezza di avere più costi e meno ricavi.
3) Fiumicino è un vero hub, ha tre piste di cui le due parallele distano 4 km: perché Alitalia dovrebbe investire su Malpensa abbandonando un tale aeroporto?
A conferma delle strategia sbagliate si possono vedere i bilanci di Alitalia e, soprattutto, l’inesorabile crollo del titolo: da 2,5€ a 0,2 € nel corso dei 4 anni di Malpensa 2000.
Gli ampliamenti previsti (terzo satellite e terza pista) non farebbero comunque di Malpensa un vero hub e crescerebbe la protesta del Territorio.
Quindi per il sistema aeroportuale italiano è opportuno che ci sia qualche volo in più sui 13 aeroporti del Nord, (1 aeroporto ogni 50 km) molti voli in meno a Malpensa e che Alitalia, con base a Fiumicino e con le sinergie che le consente l’alleanza con Air France, riorganizzi efficacemente la propria politica economica per poter sopravvivere nel mercato del servizio aereo. Tutti coloro che vogliono obbligare Alitalia a puntare su Malpensa vogliono (in buona fede?) la rovina della nostra Compagnia di Bandiera, in nome degli interessi di Malpensa e delle relative lobbies. E’ nell’interesse nazionale capire che, come ha dovuto ammettere perfino il Presidente Formigoni davanti ai microfoni, la Lombardia ha 4 aeroporti di cui uno un po’ più grande degli altri tre. Ma quale terzo satellite e terza pista, quali sogni d’oro, restiamo con i piedi per terra: Malpensa, 4 anni dopo, non è decollata!


Gallarate, 25 Ottobre 2002

giovedì 15 marzo 2007

I GRANDI ASSENTI

Un intervento di Walter Girardi

Apprendo che il prossimo 19 marzo si svolgerà a Milano un convegno organizzato dalle Camere di commercio di Milano, Novara e Varese dal titolo risonante e per certi versi preoccupante: la grande Malpensa per lo sviluppo del Nordest.Le affermazioni del presidente Belloli mettono a mio modo in evidenza il fatto che, su Malpensa, vi è ancora chi non ha ben compreso quale sia la situazione che si sta vivendo e creando intorno all’aeroporto.Ancora una volta, l’ennesima, si vuole a tutti i costi far passare il messaggio che Malpensa porti benefici, che Malpensa sia inserita ottimamente nel territorio, che il suo sviluppo debba essere il più forte possibile.La cosa ancora più preoccupante, secondo me, emerge nel momento in cui si fa scorrere l’elenco dei relatori:Carlo Sangalli (Camera di Commercio di Milano), Gianfredo Comazzi (Camera di Commercio di Novara) e Angelo Belloli (Camera di Commercio di Varese). Si proseguirà con gli interventi del sindaco milanese Letizia Moratti, dell’assessore regionale lombardo alle Infrastrutture e Mobilità Raffaele Cattaneo e di Giuseppe Bonomi, presidente di S.E.A. Si darà poi voce al mondo imprenditoriale con Mariella Enoc, presidente dell’Unione Industriali Novara, Luigi Roth, presidente della Fondazione Fiera Milano, Pietro Dante Oddone, dirigente dell’Autorità Portuale di Genova, Alessandro Trapolino, presidente DHL, e Walter Albè, vicepresidente Whirlpool Europe. Delle strategie di sviluppo a livello interregionale discuteranno quindi Luigi Merlo, assessore Infrastrutture Trasporti Porti Logistica della Regione Liguria, Daniele Borioli, assessore Trasporti e Infrastrutture della Regione Piemonte, e il presidente della Lombardia Roberto Formigoni. Le conclusioni saranno lasciate al ministro delle Infrastrutture Antonio Di Pietro.Ho volutamente tralasciato i rappresentanti tecnici della Liuc e delle altre Università.Scorrendo con calma tutti i relatori, un occhio attento dovrebbe notare subito che mancano due attori: il primo è il territorio che da anni subisce gli effetti negativi della presenza di Malpensa e che sta ancora aspettando di vedere quali siano gli effetti positivi in tema di lavoro o in tema di rispetto della salute (voli notturni e mitigazioni ambientali), il secondo è l’AMBIENTE.Oggi l’ambiente deve entrare di diritto nelle discussioni riguardanti le infrastrutture e lo sviluppo di un sistema trasportistico che si ritenga intelligente.Per questo da anni si è modificato il modo di pensare all’ambiente. Fino agli anni ‘70 si parlava di ambiente solo perché a fronte dell’inquinamento causato veniva pagata la bonifica e il danno procurato, poi si è iniziato a parlare di prevenzione e di Valutazione di Impatto Ambientale (V.I.A.) e di Valutazione Ambientale Strategica (V.A.S.).Le considerazioni ambientali, anche a fronte di quanto è stato deciso a livello europeo la scorsa settimana, devono essere messe sullo stesso piano di quelle economiche se si vuole che una infrastruttura o che determinati piani e programmi siano compatibili con il territorio ove verranno realizzate e, soprattutto, richiamino quello che si chiama “sviluppo sostenibile” che deve diventare il punto di riferimento dell’azione di programmazione di un territorio.Gli esponenti politici di Regione Lombardia, così come il Sindaco di Milano, negli scorsi mesi hanno sempre dichiarato che Malpensa deve crescere per forza e che una terza pista è necessaria se si vuole arrivare a 45 milioni di passeggeri, con somma gioia delle Camere di Commercio.Ma probabilmente non sono molto attenti a ciò che avviene nei dintorni di Malpensa, dove ci sono paesi che subiscono disagi enormi in termini di salute ma non vengono considerati, come se le loro istanze fossero storielle di poco conto.Dovrebbero accorgersi, questi signori, che la V.I.A. e la V.A.S. sono strumenti giuridici dello Stato Italiano e che rivestono un ruolo importante se si vuole realizzare uno sviluppo sostenibile.Ma i sopra citati signori sanno benissimo che se venisse applicata la V.A.S., secondo la legge (e la legge non si ignora come è stato fatto per la V.I.A.), si stabilirebbe il livello di compatibilità ambientale dell’aeroporto, che non è certo lo sviluppo che questi pochi vogliono ottenere a tutti i costi a scapito e a danno della salute di moltissime persone che vivono intorno all’aeroporto.Qualcuno di questi, tempo fa, aveva detto che la V.A.S. non è la Bibbia: bene, vorrei ricordare a questo signore che la legge va rispettata, soprattutto da chi, ricoprendo una carica pubblica, si occupa di programmare il futuro del territorio di competenza.Vorrei poi sottolineare una questione: si parla sempre del territorio ove si trova Malpensa come della realtà piu sviluppata, vero motore dell’economia.Bene, questo territorio è anche il Parco del Ticino, il più grande parco fluviale europeo, riserva MAB dell’Unesco.Questo è un territorio da tutelare, non da distruggere definitivamente.Ma forse questo è un concetto sconosciuto a certi signori.Il peggioramento della qualità dell’aria e dell’ambiente nel territorio del Parco del Ticino deve essere arrestato e questo lo si potrà fare solo applicando quegli strumenti quali la V.I.A. e la V.A.S. che Regione Lombardia e altri ignorano completamente.Affermare che oggi è prioritario un ulteriore sviluppo di Malpensa significa non essere a conoscenza della realtà e significa non rispettare la gente che vive attorno all’aeroporto e il Parco del Ticino.Dal decreto D’Alema ad oggi di tempo ne è passato, ma di tutte le opere di mitigazione ambientale in esso stabilite nulla è stato realizzato. Si realizzino dunque tutti questi interventi di mitigazione e si risolvano i tanti problemi ancora aperti, come ad esempio il blocco dei voli notturni, allineando Malpensa all’Europa.Il rischio è che, puntando sull’ampliamento indiscriminato, così come è avvenuto fino ad oggi, i problemi invece di risolversi aumenteranno e sarà sempre peggio.Se oggi siamo qui di nuovo a parlare del problema Malpensa è perché chi ha gestito lo sviluppo dell’aeroporto ha fallito perché non ha mai coinvolto il territorio. Non coinvolgere oggi il territorio significa continuare su una strada che ha portato solo a fare dei danni.
Mercoledi 14 Marzo 2007
Walter Girardi - Federazione dei Verdi - Lonate Pozzolo