venerdì 11 novembre 2011

MALPENSA, SILLOGISMI E DOMANDE

Gallarate, 10 novembre 2011

MALPENSA, SILLOGISMI E DOMANDE

Cominciamo col dire che, secondo Uni.Co.Mal. Lombardia, due sono i dovuti ringraziamenti: il primo al Signor Quintavalle ed il secondo al Comune di Casorate Sempione che ha creduto nel sillogismo “Quintavalle sotto i decolli = Quintavalle inquinato, Casorate sotto i decolli = Casorate inquinato” e lo ha verificato.

Noto il sillogismo di Casorate cosa hanno fatto gli altri Comuni? Alcuni nulla e alcuni hanno girato il quesito ad ARPA e ASL con, per ora, nessun risultato.

Casorate ha fatto tutto alla luce del sole ma è stato lasciato solo e, quando ha avuto dei riscontri, è stato pure attaccato. Perché?

Senza le iniziative di Casorate non avremmo ancora la conferma del sillogismo e non conosceremmo il preoccupante monitoraggio epidemiologico fornito dall’ASL di Varese.

Considerato che è evidente una contrapposizione tra aeroporto e territorio, più volte evidenziata da tutti o quasi tutti i sindaci, Casorate ha fatto la scelta logica mentre alcuni altri sindaci appaiono invece schierati nel campo avverso. Perchè?

E perché Aspesi se ne esce ancora con “l’hub del nord”? Oltretutto in (incredibile) concorrenza con Londra, Parigi e Francoforte? Aspesi, perché proprio in concorrenza con i tre big dell’aviazione

europea?

Aspesi ne sa per mestiere di aeroporti, non gli scappano certo frasi a caso, e non c’è un sillogismo.

Ma sappiamo che il suo secondo mandato è in scadenza e ci interroghiamo sul suo futuro ma lui, forse, lo conosce già.

Aspesi, cà nisciuno è fesso!

E poi di cosa si preoccupa Cinzia Colombo? La politica è l’arte del possibile e l’esposto di Casorate è la spada sul piatto della bilancia e, piaccia o no, in questa condizione, se dialogo ci sarà, sarà più facile.

Nessuno parla mai del “frecciarossa” a Malpensa. Due frequenze quotidiane, carrozze vuote: un servizio da urlo! E l’esclamazione è: Moretti, quanti soldi possono buttare le Ferrovie sottraendo investimenti utili a chi vive il disservizio quotidiano di questo servizio pubblico?

Chi poi mischia pubblico e privato sommando ruoli in conflitto di interesse tra loro è l’Assessore regionale ai trasporti Raffaele Cattaneo, contemporaneamente seduto nel board di SEA.

“E’ meglio che il pubblico faccia il suo mestiere, e i privati facciano il loro.

Ai soggetti pubblici tocca occuparsi della socialità e del consenso, a quelli privati di gestire bene le imprese: i due obiettivi sono tra loro scarsamente compatibili.” (Marco Ponti – Politecnico di Milano)

Quale interesse curerà particolarmente Cattaneo nelle sue azioni, quello della collettività o quello della S.p.A. che ha l’obiettivo di generare profitto per l’azionista?

La nostra posizione è: risolva il conflitto dimettendosi. Decida lui quale ruolo mantenere, quale ruolo lasciare.


giovedì 10 novembre 2011

MALPENSA, VOLI LOW COST E CODE SHARING DI ALITALIA

9 novembre 2011

Dopo assemblee, discussioni, articoli e polemiche sui contenuti del masterplan presentato da SEA al Ministero dell’Ambiente e dopo la stagione delle osservazioni liberamente presentate, per legge, da chiunque avesse qualcosa da far notare, sembrava che fosse calata su Malpensa una relativa calma.

Ma ecco la bomba, cioè lo stop alla procedura deciso dalla Commissione ministeriale VIA/VAS. Per ora nulla di definitivo ma, in attesa di avere maggiori dettagli sulla portata di questa decisione, possiamo indagare brevemente sull’aria che tira nell’aeroporto di Malpensa, oggetto di uno dei piani di sviluppo temporaneamente “parcheggiati”.

L’aria che tira, nel senso fisico, è sempre poca per la normale assenza di vento e per la frequente inversione termica che provoca persistenti alte concentrazioni di inquinanti e infatti, per questo motivo, sarebbe meglio costruire gli aeroporti in zone con buona ventilazione e l’optimum è sulle coste. Ne discende che Malpensa è ubicato nel posto sbagliato.

Nell’interno dello scalo di Malpensa l’aria o, per meglio dire, l’atmosfera è un po’ dimessa, sotto tono, perchè le strutture che anni fa, cioè fino all’inizio del 2008, vedevano passare ca. 65.000 passeggeri al giorno ne vedono ora poco più della metà, ca.35.000. Questa è, con le dovute approssimazioni, la fotografia attuale del Teminal 1 (T1) di Malpensa e, siccome i terminal aeroportuali sono ormai dei centri commerciali, la depressione del “centro commerciale T1“ è palpabile, inoltre non è nemmeno migliorata l’efficienza perchè, di fronte al calo dei clienti (i passeggeri), sono stati ridotti anche gli addetti, i lavoratori aeroportuali. Ridotti in proporzione ma, forse, anche oltre perchè questi fenomeni non sono mai lineari e, in questi casi, magari si approfitta della situazione per sfoltire un po’ le fila, a seconda dei contratti, con la cassa integrazione o, per i molti precari, con il mancato rinnovo. Precariato a Malpensa? Alcuni anni fa i Sindacati denuciarono che i lavoratori precari erano oltre il 65% degli occupati.

C’è più vita nel terminal 2, interamente dedicato alla Compagnia low cost Easy Jet, che ha ormai conquistato il titolo di primo vettore di Malpensa per numero di voli e di passeggeri. Anche il T2 è dotato di un vasto centro commerciale di cui pare difficile dire se sia fiorente o no perchè resta il dubbio se chi ha pagato meno il biglietto sia poi disposto a spendere i soldi risparmiati al così detto duty free, dove ormai è tutto più caro che altrove. L’efficienza? No, qui c’è più intasamento, cioè più code.

Forse il passeggero attirato dal low cost potrà chiedersi, al ritorno dal suo viaggio: “fu vero risparmio?“ I passeggeri arrivano a Malpensa da un vasto bacino che comprende Firenze e Trieste, coprendo fino a 800 chilometri andata e ritorno più il costo del parcheggio e, in qualche caso, un pernottamento nelle vicinanze e se poi la data di prenotazione è vicina alla data del volo il biglietto costa ormai di più, i bagagli da mandare in stiva sono a pagamento e altre opzioni sono monetizzate, tipo il servizio a bordo “mica gratis“. Viaggio low cost? No, grazie… forse… Ma ormai qualche Compagnia low cost ha cominciato ad offrire dei voli decentrati in alcuni dei numerosi aeroporti minori secondo il criterio di portare il servizio all’utenza, non l’utenza al servizio che è la deleteria linea guida del concentrare tutti in un grande aeroporto, cioè il sistema “malpensocentrico“.

Nell’aeroporto, come si diceva, gli aerei sono soprattutto quelli di Easy Jet che opera 110-130 voli al giorno. Alitalia è il secondo vettore con 90-110 voli ma praticati in code sharing con ca. 20 diverse Compagnie. Significa che, acquistando un biglietto AZ, l’aereo, oltre che Alitalia, potrebbe essere Air France, China Southern, Darwin, Egyptair, Etihad, KLM, Korean, Lot, Malev, Tarom, ecc. Dopo Alitalia segue Lufthansa con ca. 80 voli e poi il deserto, Air France 20, Iberia 18, British Airways 8…

Questa è la situazione dell’ex presunto grande hub, mai oltre il 14° posto in Europa, ora salvato dal low cost. Si consideravano varie prospettive dopo il dehubbing di Alitalia che, nell’aprile 2008, avviò il declino di Malpensa, c’erano proclami di grandi recuperi, c’era il “salvataggio“ della cordata per Alitalia, si voleva far credere in una rivalità tra Air France e Lufthansa ma, in realtà, confermata dalle decisioni di Alitalia, si abbatteva su Malpensa la scure del mercato.

Considerato che ora il traffico totale è di 400-500 voli secondo i giorni della settimana, senza il contributo dei 120 voli di Easy Jet, che ovviamente costituiscono traffico “drogato“, sarebbe stata ben altra storia.

SEA, LA BORSA E MALPENSA

2 ottobre 2011

Una patata bollente per il Sindaco di Milano

La vigilia della quotazione in borsa di SEA, Società di gestione degli aeroporti milanesi, appare carica di infausti presagi, in particolare a causa di Malpensa. Il mai decollato aeroporto della brughiera, che aveva tentato di farsi hub ed aeroporto business ed ora sopravvive grazie al low cost, subisce altri abbandoni dopo il dehubbing di Alitalia. Con il prossimo orario invernale Air France e Lufthansa spostano i propri voli a Linate, mentre Air Dolomiti, consociata del vettore tedesco, da Malpensa si trasferisce a Bergamo. Uno schiaffo ai sogni di grandeur dell’aeroporto della brughiera? Forse peggio. Malpensa vive la paradossale situazione di avere un eccesso di infrastrutture in grado di gestire un traffico molto superiore a quello reale. Strutture in eccesso perchè realizzate su studi e previsioni di crescita del traffico aereo rivelatesi sbagliate. Ma non basta. Ancora oggi, su analoghi studi e previsioni di crescita, la Società di gestione ha elaborato un ulteriore Piano di Sviluppo che, visti i precedenti, e vista la propensione delle Compagnie a trasferire voli a Linate, appare molto propagandistico, fuori luogo. Ma su questo piano di sviluppo, basato su previsioni di crescita dagli attuali 18 milioni a 40-50 milioni di passeggeri all’anno, pende anche la spada di Damocle dell’iter di Valutazione di Impatto Ambientale (V.I.A.). Tutto il territorio intorno a Malpensa si è mobilitato contro il piano, sostenendo che produrrebbe impatti devastanti per consumo irreversibile di aree naturali di pregio nel Parco del Ticino ed anche inquinamenti atmosferici ed acustici molto superiori a quelli attuali, già pesanti. Sindaci, migliaia di cittadini ed un’affollata galassia di Associazioni e Comitati ambientalisti, nazionali e locali, hanno presentato al Ministero dell’Ambiente osservazioni negative sul piano di sviluppo dell’aeroporto. Per capirne il contesto territoriale serve verificare che, entro 15 km di distanza dalle piste di Malpensa, troviamo 88 Comuni delle province di Varese, Novara e Milano con 625.000 abitanti. 38 di questi Comuni stanno entro 10 km di distanza dalle piste e 14 Comuni stanno entro 5 km con 97.000 abitanti. Si poteva forse credere che l’aeroporto della brughiera fosse in mezzo a lande disabitate, ma non è così. Quindi questa è l’area che ha dissotterrato l’ascia di guerra. Gli investitori o risparmiatori a cui verranno offerte le azioni di SEA devono anche sapere che già una sentenza di primo grado ha condannato la SEA, congiuntamente al Ministero dei Trasporti, a risarcire con € 5.000.000 una tenuta agricola che trova sotto le rotte di decollo. Pendono poi studi e monitoraggi ambientali che definiscono il disastro ecologico in atto e, ciliegina sulla torta, una procedura dell’U.E. foriera di conseguenze non prevedibili. Altro punto controverso consiste nel fatto che Malpensa, dal suo ampliamento datato 1998, è protetto con misure particolari per non essere “cannibalizzato” da Linate. Infatti, a colpi di decreti dei vari Ministri dei Trasporti, la capacità operativa oraria di Linate (32 slot, cioè movimenti per ora), è ora limitata a 18 slot. Da fonti di Assoclearance, l’Ente che assegna gli slot, si sa che la richiesta di slot su Linate è pressante e, se si potranno avere più slot, tutte le Compagnie che sono a Malpensa chiederanno di spostarsi a Linate. E’ la dichiarazione ufficiale della bocciatura del mercato su Malpensa. Potrà sembrare paradossale ma è l’evidenza della disparità di gradimento dell’utenza verso i due scali. Si deve inoltre notare che, se il traffico passeggeri dopo il de-hubbing di Alitalia non è crollato a livelli fallimentari, lo si deve al vettore low cost Easy Jet che è attualmente il primo vettore con circa 100-120 voli quotidiani. Tragico risveglio dal sogno del grande hub del business. Ora sarà più difficile per il Comune di Milano trovare gli investitori ed i risparmiatori disposti ad acquistare azioni il cui valore futuro sarà condizionato dal futuro già incerto di Malpensa. Forse, in ultima analisi, la Giunta milanese, che dovrebbe fare cassa con questa operazione finanziaria, invece di procedere a testa bassa verso un probabile fallimento, capìti e valutati i rischi, dovrebbe piuttosto elaborare un “piano B” dimensionato sui problemi reali.

MALPENSA, UNA DOMANDA AL SINDACO DI MILANO

Gallarate, 16 settembre 2011

Le cronache attuali riportano: “Nuovo abbandono per lo scalo di Malpensa. A fine ottobre (data in cui Lufthansa Italia cesserà le sue operazioni) anche Air France si appresta a lasciare lo scalo”, e si trasferirà a Linate.

E Malpensa vive la paradossale situazione di avere un eccesso di infrastrutture in grado di gestire un traffico molto superiore a quello reale.

Strutture in eccesso perchè realizzate su studi e previsioni di crescita del traffico rivelatesi sbagliate.

Ma ancora, su analoghi studi e previsioni di crescita, la Società di gestione ha elaborato un ulteriore Piano di Sviluppo già entrato nell’iter di Valutazione Ambientale.

Piano di Sviluppo che, visti i precedenti, e vista la situazione attuale di abbandoni che confermano la bocciatura del mercato, appare, come minimo, fuori luogo.

E certamente, malgrado i toni sempre trionfalistici della Società di gestione, in SEA ben sanno che Malpensa è, dal suo ampliamento datato 1998, protetto con misure “particolari”, contrarie al mercato, per non essere “cannibalizzato” da Linate.

Infatti, a colpi di decreti dei vari Ministri dei trasporti, la capacità operativa oraria di Linate (32 slot, cioè movimenti per ora), è ora limitata a 18 slot.

Da fonti ufficiali già si sapeva che: “La richiesta di slot su Linate è pressante, se si potranno avere più slot, si scateneranno tutti i vettori, le Compagnie che sono a Malpensa chiederanno tutte di spostarsi a Linate”.

E’ la dichiarazione ufficiale della bocciatura del mercato su Malpensa.

A conferma, se ce ne fosse bisogno, leggiamo anche che: “sul tavolo di SEA, la Società di gestione, ci sono ben 54mila richieste per volare da Linate”.

Questo numero, che sembra spropositato, diviso per 365 giorni significa richieste per ca. 150 slot, 150 voli/giorno che verrebbero defalcati da Malpensa e immediatamente sommati a Linate se il limite salva Malpensa di 18 slot orari venisse riportato a 32 slot.

Ma, in caso non ne fosse chiaro il significato, facendo due semplici operazioni si può vedere il risultato.

Attualmente il traffico giornaliero è, supponiamo, a Malpensa, ca. 550 e, a Linate, ca. 250 voli/giorno.

Sottraendo da Malpensa e sommando a Linate 150 slot i due risultati sono identici: 400 voli/giorno. Questi dati forse non sono proprio esatti, ma non dovrebbero essere lontani dalla realtà.

E si vuol sottolineare che, nel conto dei voli di Malpensa, entrano ca. 120 voli low cost al giorno.

Il grande business hub salvato dal low cost.

E’ l’ennesima dimostrazione, che “l’operazione Malpensa” è contraria al mercato.

Ora, con un Piano di Sviluppo paradossale per questa situazione di mercato e di traffico e basato sulle stesse previsioni di 10 anni fa, la domanda è: ma siete convinti?

Domanda che rivolgiamo principalmente al primo azionista di SEA, il Sindaco di Milano Giuliano Pisapia, a cui abbiamo già chiesto udienza con una lettera di UNI.CO.MAL. a nome di tredici Associazioni e Comitati nazionali e locali.

Gallarate, 16 settembre 2011

LETTERA AL DIRETTORE DE "LA PROVINCIA"

Gallarate, 1 agosto 2011

LA TERZA PISTA, LE OPINIONI E LE REGOLE NEL PAESE CIVILE

Egregio Direttore,

un’altra opinione è apparsa il 30 luglio su “La provincia di Varese” ed è quella di Anna Gervasoni, docente alla LIUC. Noi ascoltiamo tutte le opinioni ma, ovviamente, ci sentiamo in diritto di commentarle, se non di smentirle.

Innanzitutto in oggetto c’è un vasto progetto che comprende ben altro e dire “terza pista” risulta essere una semplificazione rispetto al complesso di opere contenute nel masterplan presentato da SEA.

Malpensa gestisce oggi ca. 18 milioni di passeggeri/anno con 2 piste ed è noto che può arrivare, con questa configurazione, almeno a 30 milioni di passeggeri.

Quindi per l’operatività di Malpensa la terza pista non serve: ma allora a cosa serve?

Le previsioni di crescita, per cui servirebbero terza pista ed ampliamenti vari, sono le stesse che si facevano 10-15 anni fa: tutte andate a vuoto. E le previsioni di oggi (N.B.: sempre previsioni, non dati di fatto) si avvereranno?

Proprio Anna Gervasoni, martedi 30 Gennaio 2007, su varesenews.it, sosteneva: “La missione di Malpensa è strettamente legata al business” (vedasi articolo allegato). L’avrebbe mai detto che oggi, senza 5,5 milioni di passeggeri low cost al T2, Malpensa avrebbe solo 13 milioni di passeggeri? Questa è la grottesca realtà attuale.

E’ stato depotenziato Linate (16 milioni di passeggeri al ’98) per fare grande Malpensa… che ora ne muove 13 milioni!

La capacità operativa oraria di Linate (32 movimenti/ora) è attualmente limitata a 18 movimenti per non cannibalizzare Malpensa, quindi Malpensa è anche bocciata dal mercato. Si, perché se si elevasse il limite di Linate da 18 a 24 oppure a 30 slot orari, gli slot orari disponibili sarebbero prontamente occupati da altrettanti voli che le varie Compagnie aeree sposterebbero da Malpensa. Questo lo dice il Presidente di Assoclearance, l’Ente che assegna gli slot negli aeroporti italiani. Ma cosa avverrebbe con un tale spostamento di traffico? Con 24 slot/ora ci potrebbe essere parità nel numero di voli tra Linate e Malpensa.

Con 30 slot/ora Linate potrebbe fare il sorpasso. Quindi: Malpensa, tanto rumore (e disastro ambientale) per nulla!

Ricordo un Convegno, c’eravamo anche noi, 25 ottobre 2002, Camera dei Commercio di Milano. Con il titolo “Malpensa ha 4 anni: perché non decolla?” si celebrarono le esequie dell’aeroporto.

Nel frattempo le azioni di Alitalia, prigioniera di Malpensa, erano passate, in 4 anni, da 5.000 a 400 lire.

Ma ancora si vuol continuare su questa strada?

Il prezzo dell’errore lo paga l’economia reale, lo pagano le categorie più deboli quando perdono il posto di lavoro precario per l’11 settembre, per il dehubbing, per le crisi ricorrenti… per le previsioni sbagliate e, siccome a pensar male non si sbaglia mai, forse non sbagliate, ma mirate a supportare i piani utili al business di pochi.

L’importanza di ampliare Malpensa sta nel business Real Estate costituito dal nuovo polo logistico che costerà la perdita di 300 ettari di bosco, il taglio, in un solo colpo, di 2 milioni di alberi sostituiti da 200.000 mq di cemento.

Benvenute quindi le opinioni ma, nel Paese civile, qualsiasi programma o progetto passa per il rispetto delle regole.

Malpensa offre un ampio quadro di regole non rispettate e questo vale per il passato e vale per il presente e noi lavoriamo perchè non valga più per il futuro.

Noi abbiamo presentato, con moltissimi altri soggetti (Comitati Associazioni, Sindaci e moltissimi cittadini), secondo il diritto messoci a disposizione dal Legislatore, le Osservazioni al Piano di Sviluppo presentato da SEA e, dal quadro che ne risulta, questo Piano non dovrebbe avere scampo.

Sempre che, nel Paese reale, non ci sia chi, supportato dal faccendiere di turno, da qualche uomo che sussurra ai potenti, riesca a orientare l’ago della bussola lontano dal corretto punto cardinale.


IL CONFRONTO DELLE OPINIONI NEL PAESE CIVILE

Gallarate, 20 luglio 2011

L’opinione che passa oggi viene dalla camera di Commercio e dall’Unione Industriali di Varese. Diamo il benvenuto a tutte le opinioni e, quindi anche alla nostra.

Ma vogliamo prima rispondere.

Ci sembra innanzitutto goffo che, chi è dichiaratamente di parte, si ponga come mediatore. Noi, noi ambientalisti intendo, non ci abbiamo mai neppure pensato.

Ci diranno, gli illustri Signori, ma voi chi siete? Siamo quelli che riempiono il vuoto lasciato dagli Amministratori che dell’Ambiente dovrebbero occuparsi per default e che invece, a volte, cedono alle imposizioni dell’economia che sa fare la voce più grossa.

Ma ci sono anche i dati oggettivi, che sono super partes, che non vuol dire bipartizan, vuol dire che 2 + 2 fa sempre 4. E quindi vuol dire rispettare le regole, anche in materia ambientale

La terza pista? “L’opera è talmente fondamentale che…”

È invece già assodato che la terza pista non serve e vari studi, che non stanno in un breve comunicato, l’hanno dimostrato e sono contrarie persino la Compagnie aeree.

Le previsioni di crescita, per cui servirebbero terza pista ed ampliamenti vari, sono le stesse che si facevano10-15 anni fa: tutte andate a vuoto. E le previsioni di oggi si avvereranno? Secondo noi, in gioco non c’è “lo sviluppo della provincia di Varese e dell’Italia intera”.

Gli economisti seri spiegano da tempo che mai un aeroporto è stato il motore dell’economia, ma qui ormai molti usano questo slogan al contrario.

Abbiamo già chiesto, guardandolo negli occhi, a più di un sostenitore dello sviluppo ad ogni costo di Malpensa: “Il tessuto produttivo della provincia di Varese, all’anno 1998, era già da tempo un motore di primo piano dell’economia nazionale. Come è stato possibile senza il grande aeroporto? E come mai dopo il ’98, con Malpensa 2000, l’economia locale è andata sempre peggio?” Non ci ha mai risposto nessuno. La nostra spiegazione è che si è puntato su Malpensa “motore dell’economia”: un assurdo, anzi, un disastro.

Ricordo un Convegno, c’eravamo anche noi, 25 ottobre 2002, Camera dei Commercio di Milano. Con il titolo “Malpensa ha 4 anni: perché non decolla?” si celebrarono le esequie dell’aeroporto.

Nel frattempo le azioni di Alitalia, prigioniera di Malpensa, erano passate, in 4 anni, da 5.000 a 600 lire.

Ma ancora si vuol continuare su questa strada?

Il prezzo dell’errore lo paga l’economia reale, lo pagano le categorie più deboli quando perdono il posto di lavoro precario per l’11 settembre, per il dehubbing, per le crisi ricorrenti… per le previsioni sbagliate e, siccome a pensar male non si sbaglia mai, forse non sbagliate, ma mirate a supportare i piani utili al business di pochi.

L’importanza di ampliare Malpensa sta nel business Real Estate costituito dal nuovo polo logistico che costerà la perdita di 300 ettari di bosco, il taglio, in un solo colpo, di 2 milioni di alberi sostituiti da 200.000 di mq di cemento.

Benvenute quindi le opinioni ma, nel Paese civile, qualsiasi programma o progetto passa per il rispetto delle regole.

Malpensa offre un ampio quadro di regole non rispettate e questo vale per il passato e vale per il presente e noi lavoriamo perchè non valga più per il futuro.

Noi abbiamo presentato, secondo il diritto messo a disposizione dal Legislatore, le Osservazioni al Piano di Sviluppo presentato da SEA e, dal quadro che ne risulta, questo Piano non dovrebbe avere scampo.

Sempre che, nel Paese reale, non ci sia chi, supportato dal faccendiere di turno, da qualche uomo che sussurra ai potenti, riesca a orientare l’ago della bussola lontano dal corretto punto cardinale.

Gallarate, 20 luglio 2011

INQUINAMENTO AREA MALPENSA NEL PARCO DEL TICINO

Gallarate, 22 giugno 2011

2003-2011 - 8 ANNI PERSI - 8 ANNI DI SILENZI E OMERTA’

Il 4 ottobre 2003, a Gallarate, UNI.CO.MAL. organizza il Convegno “inquinamento atmosferico nell’area di Malpensa”. Le relazioni dell’ARPA di Varese, del Politecnico di Milano e dell’Università di Brescia lanciano l’allarme inquinamento. Trascurando le emissioni dell’aeroporto e del relativo indotto, l’area attorno a Malpensa è fortemente inquinata. Molti inquinanti sono a livelli preoccupanti per la salute umana. Considerando Malpensa e l’indotto i limiti sono già superati. In tale situazione, già allora, si ventilavano terza pista ed ampliamenti.L’allarme rimase inascoltato ma costituiva una conferma delle conclusioni del “Rapporto Cranfield” (Cranfield University of Aeronautics) commissionato nel1999 dal Commissario U.E. ai Trasporti, Loyola De Palacio. Tra tanti aspetti negativi che avrebbero sconsigliato la realizzazione di tale opera (Malpensa 2000) il primo era (è) costituito dalle caratteristiche orografiche della brughiera di Somma, immersa nel catino padano dove, nel 95% dei giorni dell’anno, la velocità del vento è inferiore ad 1m/s e, quindi, gli inquinanti ristagnano, grazie anche al frequente fenomeno dell’inversione termica.

La regione Lombardia emana la L.R. 11 dicembre 2006 - n. 24, “norma per la prevenzione e la riduzione delle emissioni in atmosfera a tutela della salute e dell’ambiente”. L'articolo 1 comma 3 recita: “La presente legge, considerando l'ambito geografico padano e lombardo, bacini aerologici caratterizzati da vulnerabilità ambientale per la qualità dell'aria, persegue la riduzione progressiva dell'inquinamento atmosferico e delle emissioni di gas a effetto serra attraverso:“ ed elenca una serie di misure di programmazione, di tecnologie, ecc. Il comma 5 dell'articolo 1 recita: “Le finalità di cui al comma 3 sono altresì perseguite per fronteggiare l'avvio, nei confronti dello stato italiano, da parte della Commissione Europea, di procedure di infrazione per non conformità ai valori limite della concentrazioni di PM10 fissati dalle disposizioni comunitarie.”

La D.G.R. del 03/08/2007 n° 8/5290, ha classificato tutti i Comuni della Lombardia, in base all’entità dell’inquinamento atmosferico rilevato da ARPA. I Comuni attorno all'aeroporto di Malpensa sono stati classificati in “zona A di risanamento”, perché i valori degli inquinanti monitorati superano largamente i livelli stabiliti per la protezione della salute umana. Risanamento significa che devono essere ridotte le emissioni.

Il 23 settembre 2008 viene resa nota la sentenza 11169/08-Quintavalle della 10^ Sezione civile del Tribunale di Milano che constata il danno al “substrato arboreo” derivante dalle emissioni degli aerei in decollo da Malpensa e ne stabilisce l’indennizzo a carico di SEA ed ENAC.

Nota la sentenza Quintavalle, il Ministero dell’Ambiente chiede un sopralluogo nei luoghi boschivi interessati al Corpo Forestale dello Stato di Varese. La relazione del CFS conferma quanto asserito nella sentenza ed il Ministero la allega ad una nota (“Disastro Ecologico nell'area adiacente a Malpensa in pieno Parco del Ticino dovuto al sorvolo degli aeromobili in decollo dalla stessa”) che invia a vari Enti lombardi, in primis Regione Lombardia.

Il Comune di Casorate Sempione pianifica un monitoraggio ambientale da effettuarsi a proprie spese nel proprio territorio. A monitoraggio concluso Casorate presenta i dati rilevati all’ASL di Varese da cui ottiene un monitoraggio epidemiologico sugli anni dal 1997 al 2009. Le differenze tra i dati relativi ai 9 Comuni del CUV (i più vicini a Malpensa) e quelli relativi a tutti gli altri Comuni della Provincia di Varese mettono paura.

Il 20 Febbraio 2011 il Comune di Casorate Sempione rende noti i risultati del monitoraggio ambientale nel suo territorio: i risultati ricalcano quelli ottenuti per la Causa Quintavalle-SEA.

C’è altro? Visto che il documento del Ministero dell’Ambiente è “uscito” per caso (in pratica era tenuto segreto: trasparenza dei dati ambientali? Boh!), probabilmente c’è altro ma, per ora, può bastare. I commenti ufficiali dicono che non è automatico stabilire un rapporto diretto causa-effetto tra il “Disastro ecologico” e l’aeroporto. In pratica significa non condividere la sentenza Quintavalle. UNI.CO.MAL. Lombardia, con numerose Associazioni ambientaliste, condivide la Sentenza ed ha pure redatto “Constatazione di un disastro ecologico nell’area di Malpensa”, uno studio basato su rapporti e dati ufficiali, per documentare il quadro complessivo.

Ma, al di la delle opinioni, resta il fatto, documentato, delle emissioni di Malpensa che, sommandosi a quelle non trascurabili del territorio interessato, portano i livelli degli inquinanti oltre le soglie limite da non superare per la tutela della salute umana.

Resta il fatto che Malpensa è, allo stato attuale, la fonte emissiva preponderante per le molteplici sostanze inquinanti.

Resta il fatto che la regione Lombardia, in contrasto con la propria L.R. n. 24/2006 e relativa D.G.R. n° 8/5290 del 2007, seguita a sostenere, con ripetute delibere e forzature, il piano di ampliamento presentato da SEA che prevede il raddoppio dell’operatività aeroportuale e, conseguentemente, il raddoppio delle emissioni inquinanti.

Abbiamo quindi scritto una lettera (n.° di Prot.: A12011.0057049 -08/06/2011) al Presidente della Regione, allegando i documenti sopra elencati e descritti e chiedendo “cortese informazione in ordine alle azioni che la Sua Amministrazione ha intrapreso o intende intraprendere ai fini di tutelare l’Ambiente e la salute dei cittadini”.

Avremo risposta? Per ora restiamo in attesa.


I SINDACI DI MALPENSA ED I MONITORAGGI

Gallarate, 28 febbraio 2011

UNI.CO.MAL. Lombardia, dopo aver discusso di rumore in due affollati Convegni nel 2001 e nel 2002, dopo aver lanciato l’allarme inquinamento atmosferico in un Convegno nel 2003, allarme inascoltato, ha colto al volo l’opportunità offerta dalla Sentenza 11169/08-Quintavalle.

UNI.CO.MAL. Lombardia si è quindi rivolta ai Sindaci poiché era logico supporre che, in quanto responsabili della salute dei cittadini, come stabilito dal T.U. delle leggi sanitarie, avrebbero impugnato questa sentenza adottandola come riferimento con lo scopo di verificare se esistesse ed in quale entità il rischio epidemiologico.

La qual cosa (“verificare se”) non significava e non significa essere contrari piuttosto che favorevoli all’operatività dell’aeroporto di Malpensa.

La qual cosa significa, secondo UNI.CO.MAL. Lombardia, accertare a quali rischi siano esposti i cittadini che, nell’intorno di Malpensa, in un raggio di 15 chilometri dalle piste, appartengono a 88 Comuni ed ammontano ad una popolazione di oltre 500.000 abitanti.

Nei 2 anni dalla pubblicazione della sentenza Quintavalle, avendo scritto ai Sindaci, avendo interpellato direttamente le ARPA e le ASL, UNI.CO.MAL. si era imbattuta in una sorta di omertà generalizzata sull’argomento del monitoraggio ambientale e del monitoraggio epidemiologico.

Nel frattempo il Comune di Casorate Sempione aveva deliberato e poi attuato un monitoraggio ambientale sul proprio territorio.

Concluso il monitoraggio durato 4 mesi e presentati i dati ambientali ottenuti, che risultano analoghi a quelli che hanno determinato la Sentenza Quintavalle, sono improvvisamente apparsi anche i dati epidemiologici aggiornati. Dati che non erano apparsi nel 2010, nel 2009, nel 2008, ecc.

Questi dati ora noti e in via di pubblicazione sul sito del Comune di Casorate, forniscono la conferma di tutte le più nere previsioni ed aprono la strada ad azioni fino ad ora solo ipotizzabili.

Considerato che i dati ambientali e quelli epidemiologici confermano il sillogismo “alberi sotto le rotte = danno agli alberi, uomini sotto le rotte = danno agli uomini” a suo tempo ipotizzato da UNI.CO.MAL., non resta che rivolgersi alla Magistratura, secondo la via che ha indicato Quintavalle.

Questo è compito dei Sindaci!

Invece è apparso evidente che non tutti i Sindaci antepongono le ragioni di tutela della salute dei cittadini alle ragioni economiche sostenute dagli sponsor politici ed economici dell’aeroporto.

E’ apparso evidente che, tra i Sindaci, c’è chi tenta di insinuare dubbi sui risultati acquisiti e lo fa in nome di una non comprensibile affezione all’aeroporto che si legge come irresponsabile abdicazione al ruolo di responsabile della salute dei cittadini, atteggiamento che non collima con quanto stabilito dal T.U. delle leggi sanitarie e potrebbe configurare omissione di atto d’ufficio.

Sapranno, i Sindaci più responsabili, riportare chi sbaglia all’osservanza dei doveri e delle responsabilità intrinseche nel ruolo di Primo Cittadino?

UNI.CO.MAL. se lo augura, perché in gioco ci sono le condizioni di vita e le aspettative di salute di una importante comunità.


CASORATE SEMPIONE, 21 FEBBRAIO 2011

CASORATE SEMPIONE, 21 FEBBRAIO 2011

Convocando per l’occasione un Consiglio comunale aperto, l’Amministrazione di Casorate Sempione ha presentato i dati ottenuti mediante il monitoraggio ambientale commissionato alla ditta Costech. Dati sicuramente preoccupanti ma, per capire meglio la reale gravità della situazione e quindi quantificare meglio il rischio sanitario servono altri passaggi, serve l’adesione a questo programma degli altri Comuni, servono i dati epidemiologici relativi a tutto il territorio, serve quindi che ARPA ed ASL possano collaborare con i Comuni. Vediamo meglio.

La Lombardia vive una situazione di inquinamento atmosferico molto elevato, l’ormai famigliare PM10 ed altri inquinanti sono sempre più spesso oltre i limiti stabiliti e, di conseguenza, per le non esaltanti misure della Giunta regionale in tema di qualità dell’aria, tocca ai contribuenti pagare le pesanti sanzioni stabilite dall’U.E.

Sul tema “Inquinamento atmosferico nell’area di Malpensa” il 4/10/2003, UNI.CO.MAL. Lombardia organizzò a Gallarate un Convegno in cui tecnici ed esperti dell’ARPA, del Politecnico di Milano e dell’Università di Brescia illustrarono una situazione di grave inquinamento derivante dalle emissioni atmosferiche delle fonti non aeroportuali attive in quest’area. La conclusione del Convegno fu che gli inquinanti tipici derivanti dall’operatività aeroportuale “si sommano quindi in modo sinergico agli inquinanti già presenti, con effetti per la salute umana che diventeranno evidenti nel medio periodo”. Ma questo allarme fu ignorato.

Dopo che la sentenza Quintavalle ha certificato questa situazione, ovvero il ruolo nefasto di Malpensa, abbiamo scritto ai 17 Sindaci dei Comuni interessati dalla L.R. N. 10/99, Piano.d’Area di Malpensa, allegando la sentenza Quintavalle ed evidenziando la conferma dell’allarme da noi lanciato e caduto nel vuoto e chiedendo quali misure o azioni intendessero attuare per tutelare la salute dei cittadini.

Ci siamo rivolti ai Sindaci in quanto responsabili della salute dei cittadini come stabilito dal T.U. delle leggi sanitarie. Non segue un elenco di buoni e cattivi, ma solo di chi ha e di chi non ha risposto, e infatti, sui mancati riscontri dei Comuni di Busto Arsizio, Cardano al Campo, Ferno, Gallarate, Samarate, Sesto Calende, Somma Lombardo, Vergiate e Vizzola Ticino, riteniamo di non esprimere alcuna considerazione.

I Comuni di Arsago Seprio, Castano Primo, Golasecca, Lonate Pozzolo, Nosate, Robecchetto con Induno e Turbigo hanno segnalato di aver trasmesso per competenza ad ASL e ad ARPA quanto ricevuto da UNI.CO.MAL. Lombardia. Ma perché solo Casorate ha fatto in proprio un vero monitoraggio? Perché gli altri Sindaci non si sono mossi nella stessa direzione? Dobbiamo forse considerarli gli irresponsabili-responsabili della salute dei cittadini?

Seppure sia corretto rivolgersi ad ARPA ed ASL, che sono gli Enti istituzionali preposti ad occuparsi dei problemi evidenziati, c’è da tempo il sospetto che questi Enti siano sottoposti a particolare tutela per cui, rivolgersi ad essi, rischia di apparire più che altro un comodo alibi.

Questo perchè sorge spesso il dubbio che ARPA ed ASL abbiano mani e piedi legati.

E infatti, rivolgendosi ad ARPA, le risposte ottenute sono di solito di questo tipo: <…Si ricorda peraltro che ARPA ha effettuato, successivamente all’apertura dell’aerostazione di Malpensa, campagne di monitoraggio della qualità dell’aria riassunte nei rapporti “Area Malpensa 1999-2003” e “Misure di microinquinanti atmosferici Area Malpensa 2003-2004” e che da queste non si erano evidenziati dati “anomali” (significativamente differenti da quelli riscontrati in aree analoghe) per quanto concerne i contaminanti ”tradizionali” (NOx, COx, ozono, benzene, PM10)>.

N.B.: scripta manent.

Quindi, secondo ARPA, va tutto bene, anche se, quelli rilevati, non sono gli inquinanti tipici emessi dagli aerei. Anche se, per quelli rilevati, nell’intorno di Malpensa (dati ARPA), le percentuali riferite al traffico aereo variano tra il 30% e l’85%. Anche se i dati evidenziano che Malpensa sia la principale fonte di inquinamento.

Il Comune di Casorate ha invece rilevato SOLO gli inquinanti tipici degli aerei.

Chiediamo allora: come mai secondo gli Enti preposti va tutto bene, ma se invece il Sig Quintavalle va in Tribunale il danno viene accertato e risarcito?

Diventa quindi necessario rivolgersi alla Magistratura affinchè valuti i fatti e le responsabilità.

Corre anche voce di dati epidemiologici terrificanti e, siccome di inquinamento si muore (lo dice l’OMS), l’ASL deve rendere noti questi dati: la gente ha il diritto di sapere!

Secondo la nostra conclusione si evidenziano quindi due obiettivi:

1) Che la Magistratura si occupi della questione.

2) Che si applichi un limite a Malpensa, unica mitigazione possibile.

Sia chiaro che il limite da rispettare, LEGALMENTE VALIDO, è stabilito dal PRGA di Malpensa: 100.000 voli/anno.


MONITORAGIO DI CASORATE SEMPIONE, L’ATTESA DEI DATI

Gallarate, 21 gennaio 2011

Egregio Direttore,

l’articolo de “La Prealpina” di mercoledì 19/01, che titolava “L’aeroporto ci danneggia e ve lo dimostreremo” ha suscitato prevedibili reazioni di S.E.A., Gestore dell’aeroporto in oggetto.

Prevedibili ma non condivisibili e, soprattutto, facilmente confutabili.

1) Vi si dice che l’inquinamento “non dipende mai dall’aeroporto in sé e per sé, quanto invece dai velivoli”. Precisazione pretestuosa e forse non corretta. Infatti il Tribunale di Milano, che ha emesso la sentenza relativa alla causa Quintavalle, ha condannato SEA e non “gli aerei” a indennizzare il Sig. Quintavalle con 5 milioni di Euro.

2) Sea ricorda poi che “i sorvoli su Casorate sono una porzione significativa, ma non primaria del traffico di Malpensa”. Se, come si ipotizza, le emissioni degli aerei sono fonte di danno a Casorate, allora quanto è il danno sotto alle rotte più trafficate?

3) Dice anche SEA che, sul sito di A.R.P.A. “emergerebbe una bassa incidenza delle emissioni aeronautiche rispetto al maggior peso del traffico viabilistico sulla qualità atmosferica”. Ebbene, in una relazione presentata in un Convegno a Lonate Pozzolo il 6 marzo 2010, è stato evidenziato, con l’uso di dati e tabelle pubblicati da ARPA sul suo sito, che è vero il contrario.

Ma poi, caso mai qualcuno se ne dimenticasse, il Piano che prevede ben più del raddoppio del traffico aereo è proprio il Piano industriale di SEA. e, siccome l’inquinamento è proporzionale al traffico, e forse lo è in modo non lineare ma esponenziale, cosa dobbiamo pensare di chi elabora questi piani di sviluppo aeroportuale?

Non è poi il caso di parlare di rumore perché è fin troppo evidente che anche il rumore diminuisce col diminuire del numero dei voli e, se sono diminuiti gli aerei più rumorosi, tipo MD80, non è stato certo per la benevolenza di qualcuno ma a causa del de-hubbing di Alitalia che ha lasciato a terra quasi tutti gli aerei di quel tipo.


I SINDACI E LA SENTENZA QUINTAVALLE

Gallarate, 10 gennaio 2011

La sentenza 11169/2008 (Quintavalle), relativa al primo caso di “danno ambientale” causato da un aeroporto e confermato, appunto, da una sentenza, ha posto le condizioni per iniziare a ragionare sui rischi derivanti dall’inquinamento prodotto dall’aeroporto di Malpensa.

Preso atto che le perizie disposte dal Tribunale di Milano hanno confermato quanto denunciato dall’Azienda Quintavalle ed hanno motivato un significativo indennizzo, è sembrato automatico il sillogismo “alberi sotto agli aerei = danno ai vegetali, uomini sotto agli aerei = danno agli esseri umani”.

Naturalmente non facile da dimostrare, ma il fatto che:

  • L’esposizione al rumore sia causa di ipertensione (studio H.Y.E.N.A.),
  • Lo studio “Salus domestica” abbia evidenziato differenze nella qualità della vita di chi abita vicino rispetto a chi abita lontano dall’aeroporto di Malpensa,
  • L’accordo di delocalizzazione confermi l’esistenza del danno ambientale,

autorizza a sostenere che sia necessaria grande attenzione alla qualità della vita, principio garantito dalla Costituzione. Questa attenzione è dovuta in particolare da parte dei Sindaci in quanto responsabili della salute dei cittadini in base al T.U. delle leggi sanitarie.

Si vuol qui ricordare che, il 4/10/2003, UNI.CO.MAL. Lombardia organizzò a Gallarate il Convegno “Inquinamento atmosferico nell’area di Malpensa” in cui tecnici ed esperti dell’ARPA, del Politecnico di Milano e dell’Università di Brescia illustrarono una situazione di grave inquinamento derivante dalle emissioni atmosferiche delle fonti non aeroportuali presenti in quest’area. Gli inquinanti tipici derivanti dall’operatività aeroportuale “si sommano quindi in modo sinergico agli inquinanti già presenti - si diceva già allora - con effetti per la salute umana che diventeranno evidenti nel medio periodo”.

Ecco dunque che UNI.CO.MAL. Lombardia, in data 20/04/2009, nota la sentenza Quintavalle, ha scritto ai Sindaci e, per conoscenza, ai Capigruppo consigliari dei 17 Comuni compresi nel “Piano d’Area di Malpensa” (L.R. N.° 10/99) una lettera per richiamare l’attenzione sul problema. “Ritenendo possa sussistere grave pericolo per la salute umana si pone quindi - sosteneva UNI.CO.MAL. Lombardia - necessità ed urgenza di azioni appropriate”. Si segnalava in queste lettere che non si stava puntando ad un indennizzo, non “soldi in cambio della salute”, ma che l’obiettivo deve essere accertare, con gli strumenti stabiliti dalle leggi vigenti, quale sia il limite di impatto ambientale sopportabile e compatibile con la residenza umana.

Eccoci ora al dunque: quale è stata la risposta dei Sindaci?

Il Comune di Casorate ha provveduto ad effettuare in proprio un monitoraggio dell’inquinamento atmosferico sul proprio territorio, commissionandolo ad una Società privata specializzata, con l’obiettivo di ricercare proprio gli inquinanti specifici emessi dai propulsori degli aerei alimentati con il carburante “avio”. Il monitoraggio risulta terminato e sarà interessante conoscerne i risultati.

Il Comune di Lonate Pozzolo, con Delibera di Giunta N. 190 del 09/12/2010 parla di: “acquisire informazioni aggiornate in merito alle condizioni di salute della popolazione locale, conoscere lo stato di attuazione/avanzamento delle analisi epidemiologiche di monitoraggio sanitario svolte dalla A.S.L. sulla popolazione dei Comuni dell’area aeroportuale, studi ad hoc di epidemiologia ambientale, disporre dei dati sanitari scientificamente corretti, valutare il possibile impatto sullo stato di salute della popolazione locale, discutere in ambito CUV i dati sanitari che verranno resi disponibili dall’A.S.L., coinvolgere l’ A.R.P.A., ecc.” (Consultabile all’U.R.L.: http://www.comune.lonatepozzolo.va.it/LAY020/L02001.aspx).

I Comuni di Castano Primo, Golasecca, Nosate, Robecchetto con Induno e Turbigo hanno segnalato di aver trasmesso per competenza ad ASL e ad ARPA quanto ricevuto da UNI.CO.MAL. Lombardia. Sui mancati riscontri dei Comuni di Arsago Seprio, Busto Arsizio, Cardano al Campo, Ferno, Gallarate, Samarate, Sesto Calende, Somma Lombardo, Vergiate e Vizzola Ticino, si ritiene di non esprimere alcuna considerazione.

Si aggiunge solo che l’allarme confermato dalla sentenza Quintavalle viene amplificato dal piano industriale del Gestore S.E.A. che, con il sostegno della Regione Lombardia, punta a sviluppare un traffico aeroportuale di 45-50 milioni di passeggeri nel volgere dei prossimi anni.

Considerato l’insopportabile disagio già sperimentato con i 7-800 voli/giorno degli anni 2006 e 2007, quale vivibilità e quali conseguenze si possono ipotizzare per gli abitanti dei 38 Comuni esistenti nel raggio di 10 chilometri dalle piste quando il traffico sarà di 1500-1600 movimenti aerei/giorno?

Gallarate, 10 gennaio 2011

CONSIGLIO REGIONALE BEFFA

Gallarate, 29 giugno 2010

Era ovvio che la convocazione di un Consiglio regionale a Malpensa fosse una operazione propagandistica, ma che poi, durante lo svolgimento della sessione, si parlasse comunque di cose purtroppo gravi, ci aveva indotti a prenderci la giornata libera per assistere.

Tutte le Associazioni ed i Comitati ambientalisti erano rappresentati, davanti all’ingresso di Volandia alla ex Caproni, con gli striscioni, i cartelli ed i volantini da distribuire ai Consiglieri regionali, agli Assessori, al Presidente Formigoni ed ai Media.

Gli slogan: “TERZA PISTA: NO, GRAZIE” erano ben evidenti, le interviste ed il volantinaggio si sono svolti civilmente (come nostro costume) anche se qualche eletto ha svicolato per evitare di trovarsi in mano carte non gradite (eppure sapere è potere), ma poi è arrivata la sorpresa, anzi la beffa: NON SI PUO’ ENTRARE!

EPPURE:

Ø Le sedute dei Consigli sono per definizione pubbliche,

Ø Un Consiglio regionale straordinariamente convocato sul Territorio per una seduta avente come oggetto “quel Territorio” deve avere mandatoriamente porte aperte al Territorio,

Ø Di più, l’oggetto erano i problemi del territorio anzi “IL PROBLEMA”, cioè Malpensa.

Ci diranno: “Erano invitati i vostri Sindaci”.

Chiediamo noi: Quali sindaci? Quanti Sindaci?

Il giornale “Ticinia”, firmato da 87 Sindaci delle province di Varese, Novara e Milano, aveva ampiamente dimostrato qual’è l’area interessata dall’aeroporto di Malpensa: c’erano dunque, o erano stati invitati, 87 Sindaci?

In conclusione questa arrogante classe politica poteva comodamente risparmiarsi la costosa ed inutile trasferta pagata, oltretutto, anche da noi che abbiamo subito questa beffa: non poter assistere, ascoltare e guardare in faccia chi tranquillamente discetta e diventa arbitro della nostra salute e dei nostri destini in casa nostra.

Il nostro ironico ringraziamento vada alla Giunta regionale lombarda ed a chi, eventualmente, le fa da spalla.


I DUE PARADOSSI

Gallarate, 13 luglio 2010

IL PARADOSSO DELLA TERZA PISTA

Il Consiglio regionale è stato convocato a Malpensa con o.d.g. il Piano industriale di SEA. Siccome il punto focale è la terza pista e, secondo Bonomi, “non c’è un momento da perdere” evidenziamo quello che, della terza pista, è il paradosso.

  • Quando il traffico di un aeroporto è in aumento può rendersi necessario aggiungere una pista, quando il traffico cala bruscamente (ed è il caso di Malpensa), normalmente non ci pensa nessuno.
  • Alcuni dati: Malpensa gestisce, oggi, con 2 piste, 17 milioni di passeggeri/anno ed è noto che, purtroppo, può arrivare con questa configurazione a ca. 30 milioni di passeggeri ma, francamente, dove li potrà trovare 30 milioni di passeggeri, anche fra 5, 10 anni o più? Il “traffico che aumenta” (ancora Bonomi) è il futuro dietro l’angolo (Expo???), è un sogno o è solo propaganda?
  • Quindi per l’operatività di Malpensa la terza pista non serve: ma allora a cosa serve?

IL PARADOSSO DELLA REGIONE LOMBARDIA

  • La Regione Lombardia, con D.G.R. N°8/5290 del 03/08/2007, ha classificato i Comuni intorno a malpensa in zona di risanamento in cui devono essere ridotte le fonti emissive.
  • L'elevato rapporto di emissioni prodotte da Malpensa (dati rilevati e pubblicati da ARPA Lombardia) rispetto alle altre attività presenti sul territorio, indica come unica compensazione possibile la riduzione delle attività aeroportuali.
  • Quindi il supporto che Regione Lombardia dà ai piani di crescita dell’aeroporto di Malpensa è sorprendentemente in contrasto con:

Ø il sopracitato D.G.R. N° 8/5290 del 03/08/2007,

Ø il collocamento dei Comuni attorno all'aeroporto di Malpensa in “zona di risanamento”, e

costituisce una PARADOSSALE AMBIGUITA’.

Alla qualità e quantità delle emissioni inquinanti di Malpensa (dati di ARPA Lombardia, causa Quintavalle e relativa sentenza), si correla un rischio reale per la salute umana, rischio ben noto in Medicina che capiremo quando (troppo tardi) avremo i dati dalle ASL della zona.

CONCLUSIONE

  • Ci auguriamo che la squallida offerta di 1 € per passeggero e l’abbaglio di 300.000 posti di lavoro non stimolino l’appetito di Sindaci e Sindacati, visto che stiamo ancora aspettando i 100.000 posti a cui qualcuno aveva creduto 20 anni fa.
  • Il vero valore aggiunto per il Territorio non è Malpensa e la cementificazione dei suoli ma è il parco del Ticino, “Riserva della Biosfera dell’UNESCO e Patrimonio dell’Umanità”,.

MALPENSA: DOPO IL CONVEGNO DI LONATE

Lonate Pozzolo, 10 marzo 2010

A poca distanza dal Convegno organizzato dal C.U.V. a Somma Lombardo, ove le tesi degli Ambientalisti erano state condensate in un unico seppure molto efficace intervento riassuntivo, sabato 6 marzo a Lonate Pozzolo le illustrazioni sono state ben più ampie. Il Convegno, organizzato questa volta dalle Associazioni e Comitati ambientalisti e con il patrocinio del Comune di Lonate, con lo scopo di presentare gli effetti indotti dall’aeroporto e lasciare poi spazio per interventi del pubblico e degli ospiti ha raggiunto i propri obiettivi. Il moderatore Stefano D’Adamo di “varesenews” ha aperto i lavori dando la parola al Sindaco del Comune di Lonate, Piergiulio Gelosa, che ha valutato Malpensa dal punto di vista di un Comune che ne subisce l’impatto sul proprio territorio in conseguenza di piani e programmi stabiliti altrove da cui deriva disagio ed un rapporto costi/benefici nettamente sfavorevole. Madì Reggio ha poi presentato una sintesi degli interventi del Convegno del 28 novembre, riannodando il filo conduttore dei due eventi, e lasciando poi il microfono ai relatori di Legambiente, UNI.CO.MAL. Lombardia, Amici della Natura, Excalibur, A.C.L.I e WWF Italia.

Sono stati illustrati i mancati adempimenti della Legge regionale N. 10/99, Piano d’Area di Malpensa che, guarda caso, riguardano soprattutto l’ambiente. Altro tema l’inquinamento atmosferico: gli inquinanti, monitorati da ARPA, superano abitualmente i limiti stabiliti per la protezione della salute umana. La tesi di A.R.P.A. secondo cui “…non sembra quindi emergere…una criticità particolare…” è stata contestata. E’ paradossale che la regione Lombardia continui a sostenere lo sviluppo di Malpensa che è, nell’area, la maggiore fonte inquinante. Preoccupante la relazione che ha documentato, con foto scattate sul territorio, la mutagenicità di vari vegetali, chiara conseguenza dell’inquinamento atmosferico. Quali gli effetti sull’uomo? Il grande inganno di Malpensa, le aspettative che sono state create e la realtà, rivelatasi ben diversa: dal lavoro in maggior parte precario e in condizioni oltre il limite della dignità umana, agli effetti economici, positivi solo per i bilanci di S.E.A. La presenza di Malpensa non ha creato nei Comuni del CUV una situazione socioeconomica migliore del resto della provincia. La scarsa qualità del lavoro, legato essenzialmente all'indotto, non dà supporto alle realtà produttive preesistenti, anzi le danneggia. E poi la difesa della brughiera di via Gaggio, un delicato sistema naturale che i piani di S.E.A. (terza pista e polo logistico) spazzerebbero via. E ancora la non necessità della terza pista che produrrebbe solo danno, la totale assenza di un piano nazionale dei trasporti e l’evidenza che, mentre a Malpensa il traffico cala, negli altri aeroporti aumenta, confermando l’errore strategico del sistema “malpensocentrico”.

Le nostre conclusioni sono che, in cambio di effetti economici e trasportistici scarsi o nulli, il territorio stia pagando un prezzo altissimo in termini di inquinamenti elevati e disagio sociale, nell’indifferenza degli Enti istituzionali che, oltre a non considerare il problema, spingono apertamente ulteriori crescite aeroportuali che peggioreranno il già drammatico quadro. Considerando che il Sindaco Gelosa ha parlato una lingua molto simile alla nostra, riteniamo di aspettarci anche iniziative che confermino, con azioni conseguenti, i ragionamenti esposti che gli hanno valso il caloroso applauso che gli abbiamo tributato.

Riteniamo inoltre che, sulla scia della causa Quintavalle-S.E.A. e della relativa sentenza di condanna, emessa dal tribunale di Milano per una accertata situazione di inquinamento a carico del “substrato arboreo”, si debbano aprire altre cause che, partendo dai livelli di inquinamento noti, superiori alle soglie di protezione della salute umana, riscontrino l’incidenza delle patologie ad essi correlate e ne traggano le dovute conseguenze.

Quanto agli Enti che, rilevate pesanti criticità ambientali direttamente attribuibili a Malpensa, si limitano a pubblicarle senza risalto, evitando di disturbare il livello politico-amministrativo, riteniamo che abbiano anch’essi un prezzo da pagare.

E riteniamo parimenti che il livello politico-amministrativo si trovi nella stessa deprecabile condizione.

Riteniamo invece possibile, in chiave ambientale, un rilancio economicamente più redditizio di Malpensa e del suo comparto, nell’ottica della vera crescita sostenibile.


Gli organizzatori del Convegno “6 marzo 2010-MALPENSA2000PROBLEMI”:

Legambiente, UNI.CO.MAL. Lombardia, Amici della Natura, Excalibur, A.C.L.I e WWF Italia

SETTE DOMANDE AI CANDIDATI ALLE ELEZIONI REGIONALI

Gallarate, 25 marzo 2010

A pochi giorni dal voto per il rinnovo del Consiglio regionale UNI.CO.MAL. Lombardia rivolge sette domande ai candidati alla presidenza della Regione Lombardia ed ai candidati consiglieri.

Troppo spesso Malpensa è stato un cavallo di battaglia elettorale caricato di promesse: promesse di sviluppo, di crescita economica e di posti di lavoro dentro e fuori l’aeroporto.

Promesse poi smentite dalla realtà, una cruda realtà culminata con il dehubbing operato da Alitalia che, delle strategie sbagliate di Malpensa, è stata la vittima più illustre a cui, purtroppo, hanno fatto corona lavoratori in gran numero. Migliaia di dipendenti di Alitalia e di Volare e, naturalmente, di Malpensa.

E, dopo il regalo alla “cordata” secondo la politica degli utili al privato e dei debiti al pubblico, ci furono quelli che “andarono a Roma” per salvare Malpensa: abbiamo visto con quali risultati.

Le elezioni politiche 2008 si sono infatti giocate con questa ennesima burla: ridare un senso ad un impianto che un senso non aveva ed aveva però prodotto danno economico e disagio sociale.

Veniamo a queste elezioni regionali con alcune delle 2.000 domande che vorremmo porre ai candidati.

Signori candidati:

1) Avete notato come Malpensa, dopo il dehubbing ed ancora adesso, gestisca un traffico paragonabile a quello di Linate al 1998 e, tolti i voli low cost, nettamente inferiore? Dov’è finito tutto il traffico, il “traffico pregiato, il 5° aeroporto d’Europa davanti a Fiumicino”? In realtà Malpensa, nel 2007 con ca. 24 milioni di passeggeri, era invece 12°, con Fiumicino 8°. Nel 2009 Malpensa, con 17.551.635 passeggeri è 23°: abbiamo scherzato?

2) Siete informati, visto che vi candidate ad amministrare la regione, sull’inquinamento atmosferico prodotto da Malpensa nell’area circostante (88 comuni, 500.000 abitanti)? Ne abbiamo discusso a fondo in un Convegno pubblico a Lonate Pozzolo lo scorso 6 marzo: la situazione, documentata dai rilievi di A.R.P.A. Lombardia, è da allarme rosso. Se non vengono ridotte le emissioni avremo presto un’emergenza sanitaria di dimensioni bibliche. Che fare?

3) Vi è noto che la Giunta regionale uscente sostiene l’ampliamento di Malpensa, e quindi sponsorizza anche i corrispondenti aumenti di emissioni inquinanti letali per la salute umana, anche se la propria L.R. N° 24 dell’11/12/2006 e il D.G.R. del 3/08/2007, N° 8/5290, classificano i Comuni attorno all'aeroporto di Malpensa in “zona A di risanamento” perché i valori degli inquinanti monitorati superano largamente i livelli stabiliti per la protezione della salute umana?

4) Vi siete mai chiesti perché non venga fatta un’indagine origine/destinazione dei passeggeri di Malpensa per capire la natura di questo traffico e capire a chi stiamo erogando un servizio: se al territorio in cui sta l’aeroporto o ad utenti di terre lontane che devono usare Malpensa perché troppi voli sono concentrati qui? In altre parole: ci serve questo aeroporto o ci fa solo danno?

5) La superstrada Malpensa-Boffalora ha devastato il territorio da Somma Lombardo al magentino, ha la capacità di 200.000 veicoli/giorno ed il traffico reale è di 10.000 veicoli/g (diecimila): era proprio necessaria?

6) Vi siete mai chiesti perché non sia stato rispettato il ruolo previsto per Malpensa nel P.R.G.A. e quanti guai si sarebbero evitati rispettandolo?

7) E’ il caso di capire ed ammettere gli errori compiuti per evitarne altri in futuro o conviene continuare con la redditizia politica degli appalti “unico motore dell’economia”?