domenica 30 dicembre 2007

LETTERA AL DIRETTORE di Beppe Balzarini

EGREGIO DIRETTORE,
chi scrive è il Presidente dell’Unione dei Comitati di Malpensa per la tutela dell’ambiente e della salute (UNI.CO.MAL. Lombardia), cioè quei Comitati spuntati, come funghi, prima e dopo l’apertura della grande Malpensa o Malpensa 2000 o, semplicemente, Malpensa.
Effetto N.I.M.B.Y.? Forse all’inizio ma poi, Piano Regolatore Generale Aeroportuale alla mano (P.R.G.A.), presa coscienza della differenza tra realtà e regole scritte, l’azione dei Comitati si è sviluppata nel senso della rivendicazione della legalità costituita dalla Delibera del Consiglio Regionale Lombardo N. IV/274/86 che recepisce il P.R.G.A. e dal D.M. Trasporti N.° 903/87: ci scusi se sembra poco, ma sono strumenti scritti, regole della Repubblica democratica. Ma poi, come si dice al bar, “è andata come è andata”, nel senso che, con spregiudicate operazioni che già tante volte abbiamo descritto in dettaglio, Malpensa è diventata un’altra cosa. Cosa è diventata dunque Malpensa? Un aeroporto già lo era, ma è stato gonfiato, oltre i limiti stabiliti dal P.R.G.A., con voli sottratti ad altri aeroporti (Linate e Fiumicino le maggiori vittime) e con mano d’opera in gran parte “flessibile”.
Quindi hub artificiale, forzatura del mercato e tempio del lavoro precario ma anche boccone appetitoso per l’imprenditoria lombarda ed apprezzata “più grande fabbrica lombarda” per i Sindacati. Fantasie? No, fatti confermati dalle recenti prese di posizione del Presidente della Compagnia delle Opere e di esponenti sindacali che, a vari livelli, stanno acriticamente allineati con i cosiddetti “nordisti” in difesa dei livelli occupazionali derivanti da esigenze imprenditoriali e non dalla realtà trasportistica Milano/lombarda. Livelli occupazionali flessibili costituiti da un continuo “prendi e lascia” di lavoratori che, statisticamente, crea solo disoccupati da assistere a carico degli Assistenti sociali. Abbiamo chiesto più volte un’indagine origine/destinazione dei passeggeri di Malpensa, naturalmente a cura di un Ente super partes, che darebbe modo al “Partito di Malpensa” di avvalorare le proprie tesi se risultasse che i 20 e più milioni di passeggeri/anno nascono tutti dal Territorio, ma direbbe definitivamente NO all’hub artificiale se così non risultasse, che è quello che noi (i Comitati) pensiamo. Che fine ha fatto questa proposta? Nessuno l’ha mai sentita: censura ferrea! Appena oltre il livello locale noi, per i Media, non esistiamo. Nei Convegni su Malpensa non ci hanno mai fatto parlare, perchè? Perchè diciamo le verità micidiali, quelle che affossano Malpensa. Dopo anni di censura a copertura della realtà, di tentativi di spingere Malpensa (già al doppio del limite stabilito) ad un ulteriore raddoppio, dopo essere riusciti a ridurre Alitalia alla disastrosa situazione attuale, dopo l’attuale conferma delle nostre verità derivante dal Piano industriale di Alitalia (il Piano di Maurizio Prato) e dal piano di AirFrance-KLM, ancora i “nordisti” strillano e minacciano. Certo, strillano perchè hanno perso. Strillano, urlano forte la conferma della loro sconfitta sancita da AirFrance che, se veramente ci fosse qui a Malpensa quel mercato trasportistico che essi dicono, non se lo lascerebbe certo scappare! E cercano rifugio nell’offerta AirOne (1 centesimo per azione!) senza rendersi conto che, sostenendo due hub, Alitalia fortemente indebitata con AirOne anch’essa “fortemente indebitata”, pur con grandi banche di scorta, potranno solo fallire in coppia. Oltre al danno la beffa, per chi? Per l’Italia tutta!
Da anni nei nostri censurati interventi affermiamo che l’hub di Malpensa costituisce, per il Nord, un pesante danno occupazionale ed ambientale, per Alitalia una strategia suicida ed un’avventura contraria all’interesse nazionale.
Da anni il “Partito di Malpensa” continua invece la recita delle meraviglie di Malpensa, per il Nord, per Alitalia e per l’Italia.
Nell’attuale situazione, di fronte ad evidenti bocciature di mercato, riusciranno finalmente a dimostrare un minimo di dignità?

Gallarate, 29 dicembre 2007

Beppe Balzarini
Presidente di UNI.CO.MAL. Lombardia

LETTERA AL DIRETTORE di Walter Girardi

EGREGIO DIRETTORE,
Negli ultimi mesi molti soggetti appartenenti ad entrambi gli schieramenti politici, insieme a rappresentanti delle associazioni di categoria, si sono prodigati in considerazioni sulla situazione Alitalia e, di conseguenza, sul futuro di Malpensa.
In tutti questi ragionamenti non posso che notare come vi sia una bugia di fondo che consapevolmente, o inconsapevolmente, si vuole nascondere e che è relativa al fatto che Malpensa non è un Hub e che mai potrà diventarlo.
Perché allora continuare a mentire?
La storia di Malpensa è lì a dimostrarlo, ma è la storia veritiera e non la solita balla raccontata anche in questi giorni da esponenti del P.D.
Malpensa è illegale, non rispetta le regole democratiche italiane ed europee che servono per realizzare un aeroporto, figuriamoci se può essere considerato Hub!.
Ma tutti se ne dimenticano, anzi fanno finta di nulla; si voltano dall’altra parte perfino quando moltissimi cittadini chiedono di poter dormire di notte visto che gli aerei glielo impediscono, oppure chiedono di effettuare una VIA (prevista da leggi italiane ed europee), oppure chiedono di sapere com’è la qualità dell’aria che respirano tutti i giorni anche perché le centraline di analisi rilevano solo pochi parametri. Vede, queste richieste per alcuni sono delle vere e proprie stronzate, ma per molti cittadini sono la richiesta di una vita migliore in un luogo sano dove poter vivere e crescere i propri figli. E’chiedere troppo?
E invece?
Invece pensano di risolvere i problemi delocalizzando gli abitanti con enormi cifre spese per pagare le case, quando l‘effettuazione di una VIA avrebbe comportato spese di mitigazione inferiori.
Invece abbiamo i vari Formigoni e Cattaneo che vogliono fare la terza pista per rilanciare Malpensa e per risolvere anche la questione Alitalia, la Lega che ha contribuito a creare un mostro che sta divorando i nostri paesi. Dov’erano e dove sono questi signori quando il territorio che subisce i disagi rivendica per se un ruolo attivo nelle scelte che si ripercuotono in primis sulle loro case?
E’ possibile poi continuare a credere e sostenere che Malpensa sia un Hub e che si possa sviluppare come vogliono SEA e Regione Lombardia con una terza pista all’interno di un Parco Naturale, Riserva della Biosfera e Patrimonio mondiale dell’UNESCO, e che questa sia la soluzione a tutti i mali del paese?
Malpensa, in questi anni, ha creato molti danni e ne creerà ancora se non si approfitterà del momento attuale per cercare di risolvere tutta la questione. In primis si dovrà pensare e realizzare un Piano Nazionale dei trasporti che stabilisca una volta per tutte, come se ancora ce ne fosse bisogno, che Fiumicino è l’Hub nazionale, e che Malpensa dovrà rientrare in un progetto di sistema aeroportuale del Nord d’Italia attraverso una politica di specializzazione delle 13 piste che ci sono tra Torino e Trieste e che arrivi alla valorizzazione di questo sistema. Un sistema dove si aiutano gli utenti e non si rubano i passeggeri.
Un’ultima considerazione, su quanto avvenuto oggi e mi riferisco alla manifestazione di AN, presso l’aeroporto di Malpensa.
Chi scrive ha manifestato molte volte per chiedere il rispetto delle regole democratiche, per chiedere la possibilità di una vita migliore, il rispetto del sonno, l’applicazione della VIA o della VAS, per ribadire il proprio No alla terza pista e sempre ha trovato poliziotti in assetto antisommossa a difesa delle porte di accesso dell’aeroporto, mentre oggi chi vuole continuare nel non rispetto delle regole, nel potenziare un aeroporto illegale su un territorio che non può sopportarlo, chi vuole appoggiare una politica sbagliata anche dal punto di vista giuridico e legale viene accolto a braccia aperte…
Questa è l’Italia dei furbi del quartierino o di chi pur di avere un proprio tornaconto continua nella politica illusoria di fare del bene per il paese, anche quando dati alla mano sul territorio ricadute positive non ce ne sono, e si spaccia per baluardo della legalità.
Io penso e ritengo invece che bisogna in questo momento riportare la situazione alla legalità attraverso una politica seria, consapevole e ambientale che sfrutti gli strumenti adatti per rendere le opere compatibili con il territorio, valorizzare il sistema aeroportuale del Nord d’Italia e valorizzando Malpensa per quelle che sono le sue reali capacità.
Purtroppo invece anche in questi anni si è fatto l’opposto, si è assunta in modo sconsiderato e precario moltissima manod’opera creando delle aspettative legate ad un Hub che non esiste nella realtà e adesso che la realtà viene al pettine, che la verità emerge, invece di puntare alla risoluzione delle problematiche si continua sul binario che ha portato a questa disastrosa situazione.
Venerdi 28 Dicembre 2007Dott. Walter Girardi - Federazione dei Verdi

mercoledì 26 dicembre 2007

AIRFRANCE-ALITALIA

comunicato stampa:

ALITALIA E... UN FUTURO CON AIRFRANCE

Le levate di scudi contro il progetto di AirFrance sono, ancora, l'ennesimo italiano modo di affrontare situazioni internazionali.
In poche parole il criterio, che assolutamente non condividiamo, è: bisogna mantenere l'inefficienza a spese dell'intera collettività ed a vantaggio di poche categorie.
Malpensa potrebbe invece essere un aeroporto che produce utili per tutti, Alitalia compresa, senza essere un hub e senza devastare definitivamente il territorio e la salute dei cittadini che lo abitano.
Quindi fare del terrorismo ideologico su presunte italianità è del tutto strumentale e, soprattutto, non costruttivo a lungo termine per la sopravvivenza della stessa Malpensa.
Bisogna considerare il fatto che il primo tentativo di vendita di Alitalia è andato a vuoto per i troppi “paletti”, tra cui il mantenimento di due hub.
Questo secondo tentativo è avviato a raggiungere l’obiettivo grazie alla premessa costituita dal Piano industriale di Alitalia che ridimensiona Malpensa, a favore di Fiumicino, ponendo fine alla catastrofe economica dei due hub, fonte solo di doppi costi.
Secondo il piano di AirFrance-KLM, con tre aeroporti di concentrazione ben distanziati, l’alleanza può funzionare e, per Alitalia c’è, nuovamente, un futuro, nel senso dell’interesse nazionale italiano.
Gli strepiti dei nordisti ci spingono a ricordare che l’ampliamento di Malpensa non aveva l’obiettivo di trasformare un aeroporto con scarso traffico in un hub: stabiliva invece una crescita fino a una media di 274 movimenti/giorno “senza limitare la capacità operativa dell’aeroporto di Linate”.
Invece, per arrivare a 750 movimenti al giorno a Malpensa, sono stati “prelevati” centinaia di voli da Linate, da Fiumicino e da altri aeroporti del nord.
L’elevata concentrazione di voli (forzando il mercato) e di lavoratori costituiva (costituisce) a Malpensa una bolla destinata a scoppiare. Siamo ora al punto in cui la bolla scoppia facendo pagare ai più deboli o, nella migliore delle ipotesi, ai contribuenti, gli errori di politici e amministratori.
Ma oltre agli aspetti del mercato ci sono gli aspetti ambientali: il pesante impatto ambientale di Malpensa non è mai stato valutato.
L’ampliamento di Malpensa era stabilito con il limite di 12 milioni di passeggeri.
Ora siamo al doppio e non basta neppure il ridimensionamento programmato da Alitalia a far rientrare il traffico di Malpensa nei limiti di sviluppo stabiliti dal Piano regolatore dell’aeroporto.
E, come hanno denunciato 87 sindaci lombardi e piemontesi, delle province di Varese, Milano e Novara sul giornale “Ticinia”, questa situazione è “illegale”: è il mancato rispetto del Piano regolatore aeroportuale.
I programmi noti e sbandierati di raddoppio addirittura rispetto agli attuali volumi di traffico, ora accantonati perchè le vicende legate alla vendita del Vettore nazionale pongono altri problemi, costituiscono una ulteriore ed ancor più grave minaccia ambientale e mettono addirittura a rischio l’esistenza del Parco del Ticino, oltre al futuro di circa 500.000 cittadini residenti intorno all’aeroporto nel raggio di pochi chilometri.
L’attuale crociata contro i piani riguardanti Alitalia ci conferma che c’è chi, anche contro le regole del mercato, è determinato a sacrificare l’Ambiente allo sviluppo incontrollato ed immotivato di Malpensa.
Dilapidare un patrimonio come il Parco del Ticino lombardo e piemontese, dichiarato dall’UNESCO “Riserva della Biosfera”, è un lusso che ci possiamo permettere?

Gallarate, 26 dicembre 2007

WWF Italia,
LEGAMBIENTE di Varese e Novara,
C.OVES.T. ONLUS-Varallo Pombia,
UNI.CO.MAL. LOMBARDIA-Gallarate,
EXCALIBUR-Lonate Pozzolo,
AMICI DELLA NATURA-Arsago Seprio

mercoledì 5 dicembre 2007

Lettera aperta a Dario Grilanda

Egregio Segretario provinciale di Fit Cisl Varese,
leggo su “Varese news” il Suo intervento: "Malpensa deve avere il ruolo per cui è stata creata" e, naturalmente, non mi stupisco più: non è la prima volta che vengono scritte queste deformazioni della realtà, così come non è la prima volta che abbiamo (l’Unione dei Comitati e le altre Associazioni) l’opportunità di smentirle.
Per assurdo la Sua asserzione è, anche da noi, fortemente sostenuta, nel senso della lettera del Piano Regolatore Generale Aeroportuale (P.R.G.A.) di Malpensa, il quale definisce l’ampliamento dell’aeroporto con funzione "point to point" e non "hub". Stabilisce inoltre la crescita di Malpensa fino al limite di traffico di 12 milioni di passeggeri/anno “senza limitare la capacità operativa dell’aeroporto di Milano-Linate”.
In questo senso anche noi diciamo che Malpensa deve avere il ruolo per cui è stata creata.
In conseguenza dei Decreti Burlando e di altre manovre spregiudicate, cioè gli spostamenti di voli (oltre che da Linate) da Fiumicino e da altri aeroporti del Nord, si è tentato di attribuire a Malpensa un altro ruolo: quello dell’hub che non c’è.
Questo ruolo contro il P.R.G.A. ha costretto 87 sindaci delle province di Varese, Novara e Milano a proclamare sul giornale “Ticinia” una manifestazione “Contro i soprusi e le illegalità di Malpensa”.
Questo aeroporto, non è stato sottoposto a Valutazione di Impatto Ambientale, malgrado fosse dovuta e tuttora non viene sottoposto a V.A.S. (Valutazione Ambientale Strategica) malgrado venisse sbandierata (prima della pubblicazione dell’attuale Piano industriale di Alitalia) la volontà di incrementare il traffico fino a 40 milioni di passeggeri ed oltre.
Numerose pubblicazioni, studi, convegni e la V.A.S. redatta dal Parco del Ticino hanno dimostrato che un tale aeroporto non è compatibile con questo territorio e, quindi, fa danno alla salute degli abitanti e, anche, dei lavoratori di Malpensa. Questo perchè, se è vero che gli abitanti dell’intorno aeroportuale (500.000 cittadini) respirano aria inquinata, non è che invece i lavoratori, per pochi e faticati Euro, respirano altro.
Ella sa bene che l’affermazione: “ il 70 per cento dei biglietti è staccato nel Nord Italia” è un’affermazione che non corrisponde al vero in quanto si tratta, forse, dei soli biglietti business class, quindi qualche per cento del totale. E come mai Fiumicino muove 30 milioni di passeggeri, ottavo nella classifica europea, e Malpensa con “solo” 20 milioni, è al quattordicesimo posto?
Ora Alitalia riporta a Fiumicino 20 voli del lungo raggio, li riporta da dove sono venuti e, di conseguenza, 134 voli feeder (corto raggio), a Malpensa non servono più: Lei, che si occupa di trasporti, capisce meglio di noi che è una razionalizzazione, capisce che, con questo piano, forse, la privatizzazione avrà successo: l’alternativa, sempre pronta, è solo il fallimento.
Noi diciamo: portare il servizio dove c’è l’utenza. Nel Nord ci sono 13 aeroporti, uno ogni 50 km., che realizzano, per l’utenza, un servizio migliore del sistema malpensocentrico.
Certo il piano di Alitalia crea un pesante problema occupazionale ma, secondo noi, conoscendone e condividendone le ragioni, per il Sindacato questo sarebbe il momento di indicare finalmente al Paese i responsabili di questa situazione: tutti quelli che hanno sostenuto le strategie pro-Malpensa degli anni recenti, strategie contrarie all’interesse nazionale.
L’alta concentrazione sia di voli che di lavoratori di Malpensa ha gonfiato una bolla destinata a scoppiare.
Siamo ora al punto in cui la bolla scoppia facendo pagare ai più deboli o, nella migliore delle ipotesi, ai contribuenti, gli errori di politici e amministratori.
Nel salutarLa, Le propongo la visita di:
http://www.unicomal.blogspot.com/
il blog per la decrescita felice di Malpensa

Gallarate, 4 dicembre 2007
UNI.CO.MAL. Lombardia
Il Presidente
Beppe Balzarini

lunedì 22 ottobre 2007

IL 20 OTTOBRE 2007 A ROMA PER L’AMBIENTE

L’Italia è il Paese degli allarmi ambientali: frane, inquinamenti, scempi ed abusi di ogni genere, ed è anche il Paese dove, ancora, ci si chiede se “l’Ambiente è un lusso che ci possiamo permettere”.
L’Ambiente, il rispetto dell’Ambiente, continua ad essere considerato un costo, una palla al piede e si tende a farne una risorsa da usare, sfruttare e consumare senza porre limiti e, purtroppo, in modo irreversibile.
L’ultimo Ministro dell’Ambiente che abbia avuto il coraggio di fare onore al proprio mandato è stato Edo Ronchi, sostituito nel 2000 perchè aveva messo in difficoltà l’allora neonato Partito di Malpensa.
I suoi successori, nella migliore delle ipotesi, sono stati ininfluenti. Della gestione del Ministero durante il quinquennio di Berlusconi è meglio non parlare.
Ora, con il Governo Prodi, era lecito attendersi una sterzata ed era lecito pensare che sarebbe avvenuta in particolare sul tema delle grandi infrastrutture pianificate, in buona parte, dal precedente Governo con la “Legge obiettivo”, vero grimaldello per scassinare il Territorio.
Era lecito pensare che sarebbe stata fatta chiara e corretta informazione sul significato vero, sui veri obiettivi, sui costi ed i benefici di progetti come l’alta velocità in via di diffusione, per direttrici principali, su quasi tutto il territorio nazionale.
Era lecito pensare che il Ministro dell’Ambiente, del Partito dei Verdi, evidenziasse gli aspetti negativi del proliferare delle grandi infrastrutture e proponesse strategie alternative, strategie già ampiamente illustrate, guarda caso, in convegni e seminari promossi ed organizzati proprio dal suo Partito, dai Verdi italiani, spesso in collaborazione con i Verdi europei.
Costruire nuove strade, allargare quelle che ci sono, chiama nuovo traffico, non è questa la soluzione: si producono più traffico, più inquinamento, più malattie… sviluppo non sostenibile.
C’è un ritardo culturale dei nostri Amministratori che impedisce loro di elaborare nuovi modelli di traffico e di sviluppo economico e li tiene prigionieri del business degli appalti e della valorizzazione dei terreni, considerati i soli motori dell’economia.
Come si cambia questa mentalità, come si esce da questa spirale economico-politica che, in pratica, prescinde da obiettivi di utilità sociale, cioè prescinde dall’interesse nazionale e considera solo i fatturati ed i profitti proporzionali, ovviamente, al numero e dimensione dei cantieri che, per un determinato progetto, verranno aperti?
Le ferrovie, la cui efficienza associata ad un corretto impiego permetterebbe di tutelare il territorio, rimarranno probabilmente, in Italia, una perenne incompiuta.
Si investe sull’alta velocità mentre la rete normale produce meno della metà del trasporto possibile e non viene nè ristrutturata nè potenziata.
Che dire poi di un caso eclatante come quello dell’aeroporto di Malpensa che reclama l’intervento urgente del Ministero dell’Ambiente? Intervento che sarebbe riparatore oltre che regolatore e permetterebbe di riportare l’operatività di Malpensa nell’alveo della legalità, risolverebbe le diseconomie di scala e porrebbe fine ai danni che Malpensa provoca ad Alitalia, all’occupazione (qui più che altrove precaria e mal retribuita), all’interesse nazionale ed all’ambiente pregiato del Parco del Ticino lombardo e piemontese, dichiarato dall’UNESCO “Patrimonio dell’Umanità”.
L’Ambiente è una ricchezza di tutti, deve essere tutelato e conservato per noi e per chi verrà dopo di noi: ricordiamolo al Governo!

5 OTTOBRE 2007: MALPENSA, INDETTO LO SCIOPERO

I resoconti dell’attivo sindacale svoltosi pochi giorni fa al terminal 2 di MXP, parlano di un vivace dibattito: questo non ci sorprende perchè la discussione è fondamentale.
Allarmanti (e sorprendenti) sono le conclusioni: sciopero contro il Piano industriale di Alitalia!!!
Secondo noi siamo, come al solito, semplicemente di fronte al “problema Malpensa”. E voglio sottolineare che, per i Comitati, era e continua ad essere PROBLEMA e non opportunità.
Che problemi ha Malpensa?:
legale, per mancato rispetto del PRGA e di numerose leggi e regole, come dichiarato da 87 sindaci delle province di Varese, Novara e Milano che firmarono il giornale “Ticinia”;
economico, in quanto sottoposto a condizionamenti contrari all’interesse nazionale;
trasportistico, avendo trasformato nel secondo hub di Alitalia, un aeroporto point-to-point;
ambientale, emissioni acustiche ed atmosferiche e devastazione del territorio (L.R. N.° 10/99)
sicurezza (ovvero: pericolosità)
e occupazionale
Lo sosteniamo da anni, “Malpensa crea disoccupati e disadattati”. Lo denunciano gli Assistenti sociali dei Comuni del circondario. Problema occupazionale perchè MXP è tempio del lavoro precario, mal pagato e senza rispetto delle regole con l’omertà di chi dovrebbe invece tutelarlo.
L’occupazione, soprattutto ora, preoccupa grandemente i lavoratori ed i sindacati.
I livelli occupazionali sono stati gonfiati in conseguenza della crescita illegale di Malpensa (ben oltre i limiti previsti dal PRGA) con lo spostamento di centinaia di voli da Linate, da Fiumicino e da altri aeroporti del nord.
4.000 lavoratori sono stati trasferiti da Linate a Malpensa (distanza 70 km., qualche pullman e via), posti di lavoro si sono persi a Fiumicino ed in altri aeroporti: dal punto di vista occupazionale una tragedia, mai molto enfatizzata. Perchè?
Perchè si creava, di fatto, come conseguenza del servizio di trasporto “malpensocentrico”, la più alta (o una delle più alte) concentrazione di lavoratori attualmente esistente in Italia.
Considerando la natura prevalentemente turistica, stagionale e fortemente emotiva dei flussi di passeggeri e la rischiosa esposizione di Alitalia con due hub, situazione evidentemente non sostenibile all’infinito, l’alta concentrazione sia di voli che di lavoratori costituiva (costituisce) una bolla destinata a scoppiare.
Siamo ora al punto in cui la bolla scoppia facendo pagare ai più deboli o, nella migliore delle ipotesi, ai contribuenti, gli errori di politici, amministratori... e sindacati.
Non sta ai Comitati valutare il numero di posti a rischio, noi vogliamo solo evidenziare due aspetti paradossali.
Il primo: Formigoni, sponsor da sempre dell’aeroporto illegale, minaccia di denunciare Alitalia all’U.E. per illegalità.
Il secondo (ed è il peggiore): il Presidente di SEA, Bonomi, chiede aiuto ai sindacati ed ai lavoratori, ed i sindacati obbediscono e proclamano lo sciopero contro il Piano industriale di Alitalia!
Piano industriale di Alitalia che, lo diciamo apertamente, secondo noi, è un Piano industriale riparatore!
Il fatto che, da anni, si continuino a rivendicare per Malpensa, un ruolo ed un futuro... che devono essere continuamente rivendicati, contro ogni evidenza e con ogni genere di forzature, non ha ancora insegnato niente?
Quanti convegni sono stati organizzati per profetizzare sogni che non si sono mai avverati, lanciare strategie pretestuose, pretendere l’impegno suicida di Alitalia a Malpensa?
Ora Alitalia, con il supporto di un Governo e di Ministri più realistici, tenta di salvarsi ma, vedete bene chi, con lusinghe e minacce, le si attacca alle caviglie per non farla uscire dalle sabbie mobili di Malpensa. Tutti sanno bene che Alitalia non resisterebbe ma sanno altrettanto bene che, lasciandola andare, ammetterebbero tutte le loro responsabilità verso la Compagnia aerea nazionale e verso i contribuenti.
Allora da che parte sta il sindacato?
Può il sindacato schierarsi con il Partito di Malpensa ? Con il Partito degli affari di Malpensa?
Gallarate, 5 ottobre 2007

mercoledì 12 settembre 2007

COMUNICATO STAMPA CONGIUNTO

COMUNICATO STAMPA CONGIUNTO
PIANO INDUSTRIALE DI ALITALIA: I NODI VENGONO AL PETTINE
Il Presidente e AD di Alitalia, Maurizio Prato, con il supporto del Ministro Padoa Schioppa, ha finalmente varato il piano “lacrime e sangue” con l’obiettivo di salvare la Compagnia. Non è un piano “contro Malpensa” ma “pro Alitalia” ed è una decisione politica nel senso dell’interesse nazionale.
Abbiamo scritto più volte che “Alitalia è caduta nella trappola dei 2 hub”. Ora tenta di uscirne e conferma che avevamo visto giusto. Ci riuscirà? Dipende dalla politica.
Chi si oppone, con proclami e “manifesti”, lo fa in nome di interessi personali e lobbystici, gli stessi che da anni impongono ad Alitalia la strategia suicida dei 2 hub. Che sono poi solo 2 aeroporti, come ben argomentato, con dati precisi, su “Repubblica” di mercoledì 05/09 scorso, da Alberto Statera.
Statera però, pietosamente, glissa sul posto che Malpensa occupa nella classifica 2006 degli aeroporti europei, che è il 14° (non certo il 3°, Sig.ra Moratti!!!), dopo, nell’ordine: Heathrow, 67.3 million passengers; Charles de Gaulle, 56.8; Frankfurt, 52.8; Amsterdam Schiphol, 46.1; Madrid Barajas, 45.5; London Gatwick, 34.1; Munich Airport, Germany, 30.8; Fiumicino, (Rome), 30.2; Barcelona, Spain, 30.0; Paris-Orly, 25.6; London Stansted, UK, 23.7; Sant Joan Airport, Palma de Mallorca, Spain, 22.4 e Manchester, UK, 22.1. (http://en.wikipedia.org/wiki/Busiest_airports_in_Europe)
La parola, dunque, alla politica. Concordiamo con il Ministro Bianchi: “Io credo che siano troppi in questo momento a parlare, troppo rapidamente, senza pensare... la questione di Malpensa è aperta da tempo e io le darei un po’ più di tregua”.
Dunque uno stop ed un grande dibattito in cui deve essere attore il territorio: cosa significano le firme di attori e calciatori sui manifesti pro Malpensa? Che burla è mai questa?
I sindaci devono avere un ruolo di primo piano e, finalmente anche le Associazioni. Da anni si vietano nostri interventi ai tavoli dei convegni perchè smascheriamo le falsità di Mapensa.
Certo, siamo anche noi portatori di interessi, ma interessi collettivi. E, come contribuenti, pretendiamo che non si buttino via i nostri soldi per il mantenimento scellerato dell’aeroporto come hub.
Bisogna finalmente ripensare il sistema aeroportuale del Nord che, con la sinergia dei suoi 13 aeroporti, uno ogni 50 km, puo’ soddisfare le esigenze degli utenti senza concentrare l’impatto ambientale in un solo grande scalo. E trovare soluzioni in linea con i nostri slogan: portare il servizio la dove c’è l’utenza e non, al contrario, portare l’utenza la dove c’è il servizio e, soprattutto, aeroporto al servizio del territorio e non, come ora, territorio al servizio dell’aeroporto.
Ci insegnano infatti gli esperti che le infrastrutture “scambiano danno ambientale con beneficio sociale”, invece Malpensa, aggiungono, “produce danno ambientale e maleficio sociale”, come ormai ampiamente dimostrato da numerosi studi scientifici.
L’espansione e la crescita del trasporto aereo richiedono per gli aeroporti una verifica di compatibilità secondo norme che oggi a Malpensa non sono rispettate.
Malpensa opera nell’illegittimità, avendo superato il limite dichiarato dall’ex Ministro Matteoli per convincere la Commissione europea ad archiviare il nostro ricorso invece di aprire un procedimento di infrazione, e quindi si rende obbligatoria, secondo le norme europee, la VAS (Valutazione Ambientale Strategica).
Ci attiveremo ora, con il supporto delle nostre Istituzioni, a riaprire il ricorso alla UE.
Questa crociata contro il piano industriale di Alitalia ci conferma che c’è chi è determinato a sacrificare l’Ambiente allo sviluppo incontrollato ed immotivato di Malpensa. Dilapidare un patrimonio come il Parco del Ticino, dichiarato dall’UNESCO “Riserva della Biosfera”, è un lusso che ci possiamo permettere?
Certo, di fronte ai prospettati tagli condividiamo le preoccupazioni dei lavoratori che inevitabilmente perderanno il loro posto di lavoro, ma il piano di sopravvivenza di Alitalia conferma che Malpensa è nata e cresciuta, come da noi sempre denunciato, in contrasto con l’interesse nazionale.
In sintesi è vero quello che diciamo da anni anche sul fronte del lavoro: Malpensa crea disoccupati!
Ultima grave nota: dopo l’annuncio del Piano Alitalia i piloti stanno attuando uno “sciopero bianco” semplicemente “applicando i regolamenti e le norme di sicurezza”, e questo provoca un taglio di circa 40/50 voli al giorno.
La domanda che ci allarma è: con quale sicurezza si vola abitualmente? Si deve dedurre che i requisiti di sicurezza, di solito, non vengono applicati?
Noi non dimentichiamo che, già nell’anno 2000, il Rapporto Cranfield aveva sentenziato: “Malpensa aeroporto pericoloso”!
Chiediamo un confronto aperto con il Territorio seduto a capotavola.

Gallarate, 8 settembre 2007

LEGAMBIENTE di Varese e Novara, C:OVES.T. ONLUS-Varallo Pombia, UNI.CO.MAL. LOMBARDIA-Gallarate, EXCALIBUR-Lonate Pozzolo, AMICI DELLA NATURA-Arsago Seprio

COMUNICATO STAMPA DI EXCALIBUR

ALITALIA ABBANDONA MALPENSA? NESSUN RAMMARICO!
Excalibur esprime il suo rincrescimento per la sorte dei mille dipendenti di Alitalia che rischiano di essere sacrificati nel tentativo di salvataggio della compagnia di bandiera. Ci auguriamo che una volta tanto le Istituzioni diano prova di sensibilità sociale e trovino al più presto una adeguata soluzione che ponga fine allo stato di apprensione in cui sono stati gettati i lavoratori e le loro famiglie.
Al contrario non siamo assolutamente dispiaciuti della decisione del vertice di Alitalia di riportare a Fiumicino le rotte intercontinentali e del conseguente ridimensionamento di Malpensa che allontana lo spettro della terza pista.
I danni causati da Malpensa all’ambiente e alla salute delle popolazioni residenti hanno assunto livelli tali da imporre una pausa di riflessione, questa può essere l’occasione.
In questi ultimi anni imprenditori e politici lombardi sono stati colti da una sorta di febbre da Malpensa che li ha portati a caricare lo scalo aeroportuale d’aspettative economiche e occupazionali completamente fuori luogo, come se tutta l’economia del nord dipendesse dalle sorti di Malpensa.
Questa frenesia da business ha poi contagiato i sindaci del comprensorio, molti dei quali invece di difendere il territorio dalle devastazioni ambientali e i cittadini dall’inquinamento hanno agevolato, grazie ad una legge regionale che consente di aggirare i vincoli ambientali, le più sfacciate speculazioni edilizie.
Così l’area lombarda del Parco del Ticino, zona classificata dall’UNESCO come riserva naturale della biosfera, è diventata terra di conquista per multinazionali estere e imprenditori locali che hanno fatto man bassa di terreni - oasi verdi una volta protette - per costruirvi di tutto, dai centri commerciali ai mega parcheggi, dai grandi alberghi alle immense distese di capannoni per lo stoccaggio delle merci provenienti dalla Cina e destinate a invadere il mercato europeo. Tutti insediamenti che, oltretutto, non portano alcun beneficio ai residenti essendo per la maggior parte attività manuali, affidate prevalentemente a lavoratori extracomunitari.
Ci domandiamo ancora una volta che senso ha concentrare tutto il traffico merci e passeggeri del nord Italia su Malpensa, con conseguente aumento del traffico su strada, quando vi sono tanti altri importanti aeroporti (Linate, Orio al Serio, Montichiari, Marco Polo, Caselle, solo per citarne alcuni) ognuno dei quali può svolgere un ruolo importante per l’economia locale? Non sarebbe il caso di incominciare a parlare di ridistribuzione delle rotte in funzione dell’utenza e delle esigenze del territorio?
Dalla politica ci aspettiamo risposte concrete e non i soliti sermoni sulla crescita sostenibile e sull’importanza dell’ambiente poi clamorosamente smentiti dai fatti.
Da parte nostra non abbasseremo la guardia e, insieme alle altre associazioni ambientaliste e ai pochi partiti sinceramente impegnati su questo fronte, continueremo a suon di manifestazioni, volantinaggi, convegni e interventi sulla stampa a denunciare le inadempienze dei politici e la pretesa di chi intende sacrificare la nostra salute e la nostra terra per i suoi esclusivi interessi economici. Perché, come andiamo ripetendo da anni, l’ambiente non si usa, si rispetta.
6 Settembre 2007
Ufficio stampa Excalibur

COVEST ONLUS - COMUNICATO STAMPA

Varallo Pombia, 3 settembre 2007
IL NUOVO PIANO INDUSTRIALE ALITALIA TOGLIE A MALPENSA IL RUOLO DI HUB
I nodi vengono al pettine!
Il nostro comitato, che rappresenta la popolazione piemontese che abita i territori adiacenti all’aeroporto di Malpensa, sotto le rotte di decollo e di sorvolo degli aerei, coglie positivamente la scelta delineata dal piano Alitalia di spezzare il perverso connubio tra politica e finanza, che ha visto nell’ultimo decennio la crescita forzata dell’aeroporto di Malpensa come secondo hub, mandando in malora la compagnia di bandiera. Proprio per permettere l’espansione dell’aeroporto di Malpensa, Alitalia è stata gestita con enormi perdite finanziarie: un indebitamento di 1 miliardo e 50 milioni di euro, che, se nulla cambia, continuerebbe a crescere di 1,5 milioni di euro al giorno. Un teorema perverso che ha legato le perdite di Alitalia alla crescita di Malpensa!
Condividiamo ovviamente le preoccupazioni dei lavoratori che inevitabilmente perderanno il loro posto di lavoro, ma il piano di sopravvivenza di Alitalia conferma che Malpensa è nata e cresciuta, come da noi sempre denunciato, in contrasto con l’interesse nazionale, ai danni della compagnia di bandiera, quindi di noi contribuenti e dei lavoratori, in dispregio delle normative, con conseguenti danni causati alle popolazioni e ai territori.
Dallo stop e dal grande dibattito che ne scaturirà speriamo possano emergere aspetti positivi.
La compagnia di bandiera dovrà trovare le strategie di mercato che sole, dovrebbero ispirarne le scelte e i contribuenti dovranno pretendere che non si buttino via i loro soldi per il mantenimento scellerato dell’aeroporto come hub.
Il Nord Italia potrà avviare lo studio di un sistema aeroportuale del Nord che, con la sinergia dei suoi tanti aeroporti localizzati ogni quasi 50 km, possa soddisfare le esigenze del trasporto aereo e del mercato senza concentrarne l’impatto ambientale su un grande hub.
L’espansione e la crescita del trasporto aereo richiedono per gli aeroporti una verifica di compatibilità secondo norme che oggi a Malpensa sono state calpestate: già oggi Malpensa opera nell’illegittimità avendo superato i 21.300.000 passeggeri l’anno, limite stabilito dal Decreto D’Alema e riconfermato dall’ex Ministro Matteoli, oltre al quale si rende obbligatoria secondo le norme europee la VIA (Valutazione d’Impatto Ambientale). La VAS (Valutazione Ambientale Strategica) non è stata ancora fatta su questo grande aeroporto a differenza di molti altri areoporti italiani di dimensioni minori, ultimo in ordine di tempo l’aeroporto Gabriele d’Annunzio di Montichiari. Il limite di passeggeri è stato di gran lunga superato, infatti per il 2007 si prevede un traffico di oltre 24.000.000 di passeggeri. Ci attiveremo con il supporto delle nostre istituzioni a riaprire il discorso con la UE, la cui messa in mora verso il Governo italiano per mancata VIA era stata sospesa con quel preciso limite di passeggeri annui!
Nell’attuale situazione non c’è da abbassare la guardia nella nostra campagna di tutela del territorio, perché le ipotesi che si prefigurano nell’attuazione del piano di sopravvivenza dell’Alitalia fanno intravedere risvolti certamente non poco preoccupanti, dallo spostamento di voli da Linate a Malpensa, all’arrivo di nuovi operatori, all’apertura di nuove rotte, all’aumento dei voli low-cost e cargo.
Noi che abitiamo i paesi dell’Ovest Ticino e ci vediamo e sentiamo volare sulla testa oltre 200 aerei al giorno non abbasseremo la guardia. Continueremo a denunciare l’assoluta mancanza di regole sul traffico aereo, il caos delle rotte di decollo percorse dagli aerei, i sorvoli del territorio a quote basse, il non rispetto delle norme ambientali e comunitarie, i rischi sanitari, l’inquinamento ambientale.
Ben ha fatto il nostro Assessore regionale all’Ambiente Nicola De Ruggiero, a commentare i tagli di voli a Malpensa a favore di Fiumicino auspicando che “questa diventi un’occasione per rivedere l’organizzazione complessiva dei decolli che penalizzano in particolare il versante piemontese dello scalo lombardo e ricordare che l’Organizzazione mondiale della Sanità ha accertato problemi di patologie e ipertensione nelle popolazioni adiacenti gli aeroporti”, e ricordando che “ci sono migliaia di piemontesi che subiscono un peggioramento della qualità della vita e disturbi di pressione causati dai tantissimi decolli e sorvoli a seguito di virate degli apparecchi sulla nostra Regione”.
Ci auguriamo che questa dichiarazione non resti una voce isolata, ma trovi supporto attivo da parte delle Istituzioni in Piemonte.
Chiediamo al Presidente della Provincia Sergio Vedovato il suo impegno perché nel da lui auspicato miglioramento complessivo dell’organizzazione del trasporto aereo conseguente all’annuncio del ridimensionamento di Malpensa, venga data priorità all’interesse della salute e della qualità della vita dei cittadini oltre che dell’ambiente, come già espresso dalla Delibera provinciale n. 2/2007, che in queste settimane è sottoposta all’adesione da parte dei Consigli comunali dei 24 Comuni dell’Ovest Ticino.
Sollecitiamo la Presidente della Regione Piemonte Mercedes Bresso ad essere nuovamente parte attiva su questa questione, anche in funzione del futuro dell’aeroporto di Caselle.
Ultima nota, ma non di poco conto: dopo l’annuncio del Piano di ridimensionamento da parte di Alitalia, in questi giorni c’è in atto uno “sciopero bianco” da parte di piloti e personale navigante. I piloti hanno dichiarato di stare semplicemente “applicando senza eccezione alcuna i regolamenti e le norme di sicurezza”. Questo provoca un taglio di circa 40/50 decolli al giorno. La domanda che ci allarma è questa: è bastato applicare regolamenti e norme di sicurezza per diminuire i decolli? Se ne deve dedurre che i requisiti di sicurezza stabiliti abitualmente non vengono applicati? Il capitolo “sicurezza dell’aeroporto di Malpensa” è ancora tutto da scrivere.
Il futuro di Alitalia e di Malpensa sono incerti. Certi sono i grandi disagi ambientali e sanitari con i quali quotidianamente dobbiamo fare i conti. Ci aspettiamo che tutti i portatori di responsabilità politiche e amministrative, che hanno responsabilità sanitarie e ambientali la smettano di parlare solo di business, di campanilismi regionali o nazionali, di attacco al Nord, di piani suicidi e di penalizzazioni per l’industria, di interessi particolari sbandierati per generali, di decisione disgraziata, sbagliata o sciocca, ma che vogliano guardare al futuro sistema dei trasporti interpretando tutti gli interessi, non solo quelli del business e del mercato, ma anche e in modo prioritario quelli della qualità della vita delle popolazioni e dell’ambiente del territorio in cui sono stati eletti.
Per tutto ciò l’attenzione dei cittadini deve essere sempre alta e il Covest continuerà a vigilare!
Per la segreteria COVEST ONLUS
Elena Strohmenger
Presidente del C.OVES.T

domenica 6 maggio 2007

INTERVENTO DI BEPPE BALZARINI, PRESIDENTE DI UNICOMAL, ALLA CONFERENA STAMPA SUL LANCIO DELL'OSSERVATORIO AMBIENTALE PERMANENTE SU MALPENSA

MALPENSA, AEROPORTO LETALE IN TRE MOSSE:

1) DECRETO D’ALEMA
2) DECRETO BERSANI E DELOCALIZZAZIONI
3) MANCATA APPLICAZIONE MITIGAZIONI

RISULTATO: LICENZA DI UCCIDERE
a) Il Decreto Ronchi-Melandri (Ambiente e Beni culturali) del 25/11/99 aveva avuto l’effetto di bloccare un ulteriore trasferimento di 160 voli/giorno da Linate a Malpensa.
b) Per dirimere la contesa in atto tra i Ministri dell’Ambiente e dei Trasporti il Presidente del Consiglio, D’Alema, con un suo Decreto del 13/12/99, stabiliva che, considerati gli impegni assunti, ecc., e verificata l’attuazione di misure di mitigazione ambientale indicate negli allegati al Decreto stesso, si sarebbero potuti effettuare i trasferimenti. Stabiliva anche l'istituzione di un osservatorio ambientale permanente.
c) Il Decreto Bersani, 03/03/00, viste le modalita' di esercizio dell'aeroporto di Milano Malpensa previste dallo scenario di minimo impatto acustico in attuazione degli adempimenti previsti dall'allegato del citato decreto del Presidente del Consiglio dei Ministri in data 13 dicembre 1999, Visto l'accordo quadro di programma ... che prevede, in particolare, interventi di delocalizzazione e di mitigazione ambientale, Considerato che ... sono stati verificati positivamente gli adempimenti di cui ai punti A, B e C dell'allegato al citato decreto del Presidente del Consiglio dei Ministri in data 13 dicembre 1999, Visto il regolamento ... che identifica i territori che presentano ritardi di sviluppo (???) come regioni "obiettivo 1", promuovendone lo sviluppo e l'adeguamento, DECRETA:
Art. 1.1. Le disposizioni di cui al presente decreto, concernente la ripartizione del traffico aereo del sistema aeroportuale di Milano, verificati positivamente gli adempimenti indicati ai punti A, B e C dell'allegato al decreto del Presidente del Consiglio dei Ministri in data 13 dicembre 1999, di cui in premessa, si applicano a decorrere dal 20 aprile 2000.Art.2.1. I collegamenti di linea e non di linea intercontinentali, internazionali, intracomunitari, nazionali e regionali possono essere operati sugli scali di Malpensa, di Linate e di Bergamo Orio al Serio, appartenenti al sistema aeroportuale di Milano, nei limiti delle capacita' operative dei singoli scali ed in conformita' a quanto disposto dagli articoli 3 e 4. (nota: cioè nessun limite ambientale per livelli di rumore o altro!)Art. 3.1. I collegamenti possono essere operati sullo scalo di Milano Malpensa tenendo conto delle modalita' di esercizio dell'aeroporto di cui in premessa. (nota: cioè via libera ai trasferimenti)

FALSITA’ E ILLEGALITA’:

1) scenario di minimo impatto acustico: NON RISPETTATO
2) delocalizzazione: NON ATTUATA alla data del decreto, parzialmente ed in modo discriminatorio alla data attuale
3) osservatorio ambientale permanente: NON ATTUATO
4) verificati positivamente gli adempimenti di cui ai punti A, B e C dell'allegato al citato decreto del Presidente del Consiglio dei Ministri in data 13 dicembre 1999: NON E’ VERO
5) territori che presentano ritardi di sviluppo: si intende forse la Provincia di Varese?
Considerato che: “un rumore come quello degli aerei influenza negativamente la salute e il benessere di chi vive vicino a un grande scalo" (così scriveva Walter Holland, docente di Salute pubblica alla London School of Economics di Londra, in un rapporto del 1997), dimostrato che, quindi, vicino agli aeroporti si vive peggio e si vive meno, possiamo asserire che:

MALPENSA DISPONE DELLA LICENZA DI UCCIDERE

giovedì 26 aprile 2007

ASSASSINI AL VOLANTE - UN POST DI BEPPE GRILLO

Vorrei che tu che vai a 200 all’ora in autostrada. Tu che parcheggi in doppia fila e il ciclista che ti scansa finisce morto sotto una macchina. Tu che con un autotreno in città travolgi una donna sulle strisce pedonali. Tu che, ubriaco, uccidi quattro ragazzi con un furgone contromano. Tu che non realizzi piste ciclabili protette in città. Tu che pubblicizzi la velocità fuori dai limiti consentiti. Tu che permetti di fare pubblicità alla velocità fuori dai limiti consentiti. Tu che sei al governo, che auspichi e non fai mai un c...o.Vorrei che tu, ovunque ti trovi, in parlamento, in comune, in salotto, ti avvicinassi un attimo allo schermo. E senza staccare gli occhi leggessi questo VAFFANCULO, scritto solo per te. Eleonora Allevi, 19 anni, Alex Luciani, 16 anni, Danilo Traini 17 anni e Davide Corradetti, 16 anni, sono morti ieri su una strada d’Italia. Valevano meno di Mastrogiacomo o di qualunque giornalista che finisce ostaggio? Valevano meno dei congressi dei partiti sotto vuoto spinto di questi giorni? Valevano meno di una partita di calcio? E di tutto il circo mediatico che li accompagna? Possiamo dirlo con assoluta certezza: valevano meno.Chi li ha uccisi rischia il ritiro della patente e cinque anni di carcere. Credo che sia arrivato il momento della tolleranza zero per gli assassini al volante. La macchina va equiparata a un’arma. Chi la usa per uccidere deve farsi trent’anni di galera.Chi dovrebbe prevenire, controllare: la polizia stradale, i vigili, non ci sono quasi mai. Non conosco i motivi. Mancanza di organico. Lavoro di ufficio. Non mi interessa. Gli effetti sono che sulle strade ognuno fa quello che vuole. In terza corsia in autostrada chi rispetta la velocità rischia la vita. Dietro arrivano con gli abbaglianti a duecento all’ora. A tutte le ore, tutti i giorni. Non solo il sabato sera. Quasi mai ragazzi.Facciamo rispettare le regole denunciando sempre chi le viola sulle strade. Insistiamo, anche se sembra inutile. Fermiamo gli assassini al volante.Due consigli pratici:- non comprate e non fate comprare le macchine di cui viene pubblicizzata una velocità superiore ai limiti di legge- pretendete dai vostri sindaci piste ciclabili protette da cordoli che attraversino la città. I meetup, se vogliono, aiutino o promuovino le iniziative. Sul blog creerò una sezione apposta per raccoglierle.
Postato da Beppe Grillo il 25 aprile 2007

venerdì 13 aprile 2007

CONSIGLIO COMUNALE APERTO

CASORATE, 12 aprile 2007
L’INTERVENTO DI UNI.CO.MAL. LOMBARDIA
Innanzitutto complimenti all’Amministrazione di Casorate per questo terzo Consiglio comunale aperto, vero esempio di trasparenza e partecipazione.
Inizio con dei cenni storici ed attuali per arrivare al tema odierno con alcune considerazioni critiche.
Il PRG di Malpensa, tuttora valido, stabilisce il limite di 12 milioni/passeggeri/anno.
Dopo lo stop imposto dal Decreto Ronchi-Melandri ad una Malpensa che era già troppo cresciuta, i decreti D’Alema e Bersani stabilirono invece che Malpensa poteva continuare a crescere.
La crescita di Malpensa è ora sostenuta dal “Partito di Malpensa” (animato dalle Camere di Commercio di Milano, Varese e Novara, dalla Giunta regionale lombarda ed altri) che è partito degli affari e degli appalti e dichiara di voler “portare a Malpensa tutto il traffico di Linate”. Allo stesso scopo aveva già chiesto di alzare le tasse aeroportuali a Linate e di abbassarle a Malpensa.
Li abbiamo sentiti celebrare, con dati fasulli, l’importanza di Malpensa: crescita al 400%, il 5° posto tra gli aeroporti d’Europa. Invece il rapporto ICCSAI, (Internationale Center for Competitiveness Studies in the Aviation Industry), presentato il 14 marzo a Roma, dice che Malpensa vale il 15°posto in Europa.
Le “forzature” dei dati fasulli ci dicono che Malpensa 2000 non vale per quello che è o che non è, ma vale per le 2000 Malpense che genera sul territorio sotto forma di appalti di ogni tipo: siano superstrade, autostrade, ferrovie o centri commerciali, va tutto bene.
Sul Partito di Malpensa un comunicato congiunto di varie Associazioni e Comitati ha detto quel che c’era da dire, sul conflitto d’interessi tra Regione e SEA c’è una lettera a Raffaele Cattaneo, già diffusa ai media, che ne chiede le dimissioni in quanto è Assessore ai trasporti e consigliere d’amministrazione di SEA. Questo ed altro potete leggere su internet all’indirizzo: unicomal.blogspot.com, il blog per la decrescita di Malpensa.
L’aggressività del Partito di Malpensa ci dice che i 40 milioni/pass/anno sono un obiettivo reale che cercheranno di raggiungere a tutti i costi, ma per noi sono una reale minaccia a cui dobbiamo reagire.
Faccio un parallelo tra il Decreto D’alema (13/12/1999) e la commissione aeroportuale. Il Decreto D’Alema stabiliva mitigazioni ambientali che non sono state rispettate. Ad esempio l’uso alternato delle piste. La commissione aeroportuale produrrà (forse) le rotte definitive. Se queste rotte ed i relativi livelli di rumore sono quelli del traffico attuale di 20 milioni/pass/anno cosa diventeranno, soprattutto il rumore, con un traffico di 40 milioni/pass/anno?
Dobbiamo quindi stare al gioco della commissione aeroportuale? Anche noi ci siamo indignati perchè non ha raggiunto il suo obiettivo, secondo la Legge, in 90 gg. Ora, forse, dopo anni, sta per riuscirci. Ma che senso ha stabilire delle rotte e dei livelli di rumore con il traffico attuale, 20 milioni/pass/anno, se l’obiettivo dichiarato è 40 milioni?
40 milioni/pass/anno significa 250.000 voli/a, in media 700 voli/g ma, lunedì 23 aprile prossimo, sono in programma 1060 voli: con quale sicurezza? Malpensa è progettato per un busy day di 400 voli, non per questa pericolosa esagerazione!
Parlare di traffico a 40 milioni/pass/anno significherà 2000 voli/g? Con la 3° pista o con lo spostamento della pista 35L ad ovest, non ci interessa come ma, secondo noi, parlare di 40 milioni/pass/anno è terrorismo ambientale! Noi denunciamo il Partito di Malpensa per terrorismo ambientale!
Si dice ormai da decenni che trattare con i terroristi dà a loro riconoscimento politico.
Ragionare sulle rotte con un traffico di oltre 20 milioni/pass/anno significa, in primo luogo, accettare l’illegalità, rispetto al PRG, della situazione attuale e significa condonare in anticipo l’illegalità, ancora più grave, del futuro. Evitiamo di dare riconoscimento legale ai piani dei terroristi ambientali!
Attenzione, poi, al nuovo PRG annunciato da SEA: chi ha incaricato SEA di questo compito? SEA vuol raddoppiare il traffico e si scrive il PRG su misura? Ma in che Paese siamo?
Deve essere coinvolto il territorio!
Devono essere coinvolti gli abitanti dei 38 Comuni che esistono nel raggio di 10 km dalle piste.
A questo punto domandiamoci se i sindaci non debbano ribaltare il tavolo della commissione aeroportuale.
Bisogna che il problema Malpensa diventi un caso, bisogna, in gergo, bucare il video. I Sindaci possono farlo, devono agire. E’ ora di dire basta: vogliamo e dobbiamo fermarli.
L’aeroporto va bene ma con 12 milioni/pass/anno.

giovedì 12 aprile 2007

CASORATE SEMPIONE CONSIGLIO COMUNALE APERTO

IL SINDACO DI CASORATE SEMPIONE
RENDE NOTO
che il Consiglio Comunale è convocato in sessione straordinaria ed in seduta pubblica di prima convocazione, nella Palestra Comunale di Via De Amicis n. 7, per il giorno

GIOVEDI’ 12 APRILE 2007 alle ore 20.00

per trattare il seguente
ORDINE DEL GIORNO
1. Valutazione scenari presentati alla Commissione Tecnica Malpensa.
(Illustrerà l’argomento l’Ing. Curcuruto – nostro rappresentante all’interno della Commissione Tecnica Aeroportuale Malpensa)
LA SEDUTA DEL CONSIGLIO COMUNALE
SARA’ APERTA AL PUBBLICO
IN CONSIDERAZIONE DELLA GRANDE
IMPORTANZA DELL’ARGOMENTO
SI INVITA LA CITTADINANZA A PARTECIPARE NUMEROSA
Casorate Sempione, 03/04/2007
IL SINDACO
Giuseppina Piera Quadrio

mercoledì 21 marzo 2007

LETTERA APERTA A RAFFAELE CATTANEO

Assessore alle Infrastrutture e Mobilità della Regione Lombardia

Egregio Assessore,
dopo aver assistito al Convegno “Il ruolo di Malpensa nelle strategie di sviluppo del nord ovest” ed averne ascoltato i relatori, vorrei esprimere alcune considerazioni.
Esistono, è normale, opinioni diverse per ogni problema e sarebbe sorprendente se così non fosse anche per il “problema” Malpensa,.
Il Convegno ha proposto relatori con ruoli differenti, ma tutti riferiti all’aeroporto, vuoi come strumento vuoi come obiettivo di lavoro.
Di conseguenza questi personaggi si sono parlati addosso come ad un comizio di partito: il Partito di Malpensa.
E perfino Lei ha parlato ancora di ridimensionare Linate (comodo per Milano) a favore di Malpensa (lontano e scomodo): portare l’utenza al servizio invece di portare il servizio all’utenza. Proprio il contrario di quello che un Amministratore oculato dovrebbe realizzare.
Obiettivo dichiarato la crescita di Malpensa che già non rispetta il suo PRGA e le regole operative ed ambientali ma, come Lei ha dichiarato, “il traffico cresce e non possiamo badare a queste cose”. Assessore, la legge va rispettata da tutti, ma in particolar modo da chi ricopre una carica pubblica.
Lei, Assessore, è un politico democraticamente eletto, è al servizio della collettività e, per questo, è pagato dai contribuenti di cui deve ascoltare le richieste alle quali deve provvedere. Nella collettività esistono esigenze diverse e sta all’Amministratore mediare e calcolare dei compromessi equilibrati, nel rispetto delle persone e delle opinioni e, soprattutto, delle regole.
Un numero significativo dei relatori rappresentava il variegato mondo degli affari mentre, grave lacuna, non era rappresentato il Territorio, cioè l’ambiente in cui questi affari si concretizzano, ovvero quella parte di cittadinanza che, se è vero che l’infrastruttura produce beneficio sociale, incassa invece il danno ambientale.
Mi dirà forse che non ha compilato Lei la lista degli invitati, ma Le ricordo che Lei, Amministratore, deve mediare e, se ascolta solo una parte, non potrà mai raggiungere i suoi obiettivi.
Penso però, viste le sue reazioni alla lettura di un semplice e sintetico comunicato stampa delle Associazioni ambientaliste, a come le sarebbero schizzati gli occhi fuori dalle orbite se, tra i relatori, qualcuno, in rappresentanza del Territorio, avesse argomentato quelle considerazioni che i politici come Lei hanno sempre rifiutato di ascoltare. E avesse, con pazienza, ascoltato nel dettaglio la proposta alternativa: più Sistema aeroportuale del nord e meno Malpensa, nel rispetto delle leggi e per un miglior servizio al Paese e, in altri termini, nell’interesse nazionale.
Ma c’è un’ulteriore fonte di preoccupazione. E’ noto che Lei siede nel Consiglio di Amministrazione di S.E.A.: cosa ci fa l’Assessore alle Infrastrutture e Mobilità della regione nel C.D.A. del Gestore dell’aeroporto di Malpensa? Quali interessi vorrà tutelare? Quelli del Territorio o quelli del Partito (degli affari) di Malpensa a cui ha dichiarato la propria appartenenza?
Consideriamo questo conflitto d’interesse in un’ottica corretta: Lei, Assessore, è pagato dai contribuenti ed a questi deve rendere conto, anche a quelli che, con ironia, definisce ambientalisti. Ma lavora anche, nel C.D.A., per S.E.A. (da cui è lecito supporre sia pure retribuito) e non credo ci possa dimostrare la compatibilità delle due cariche e dei rispettivi obiettivi.
Come contribuente ritengo quindi di poterLe chiedere di considerare l’opportunità di scegliere, tra le due cariche, quale mantenere e quale lasciare.
Considerando quindi Suo diritto, ma parimenti Suo dovere, scegliere e sciogliere questo nodo, resto in attesa delle Sue decisioni e Le porgo i miei più distinti saluti.

Gallarate, 21 marzo 2007

UNI.CO.MAL.Lombardia
Unione dei Comitati lombardi del Comprensorio di Malpensa per la Tutela dell’Ambiente e della Salute pubblica
Il Presidente
Beppe Balzarini

martedì 20 marzo 2007

19 MARZO 2007 CONVEGNO:

IL RUOLO DELLA GRANDE MALPENSA NELLE STRATEGIE DI SVILUPPO DEL NORD OVEST
...ogni tanto ci riprovano

Ecco un altro Convegno su Malpensa, ennesimo tentativo di rilancio di un aeroporto già bocciato dal mercato: tra previsioni sbagliate (volutamente?) e conseguenze nefaste (crisi di Alitalia) nulla sembra poter fermare la fame di affari ad ogni costo espressa dalle Camere di Commercio in antitesi con le teorie degli economisti più seri.
Qui, infatti, si considera lo sviluppo dell’aeroporto una grande, imperdibile “opportunità” di crescita per il territorio.
Invece gli esperti di economia “liberi” (cioè quelli in grado di esprimere valutazioni non condizionate), asseriscono che le infrastrutture non sono mai il motore dello sviluppo ma, eventualmente, la conseguenza.
E ci spiegano che è intrinseco delle infrastrutture scambiare danno ambientale con beneficio sociale, invece Malpensa, dicono, produce danno ambientale e maleficio sociale.
La nostra amara considerazione è che c’è un ritardo culturale dei nostri Amministratori che impedisce loro di elaborare nuovi modelli di traffico e di sviluppo economico, e li tiene prigionieri del business degli appalti e della valorizzazione dei terreni, considerati i soli motori dell’economia.
Questo aeroporto è la corsia preferenziale per un vasto campionario di grandi opere, presentate come “opportunità” di sviluppo.
Ma queste “grandi opere”, cioè la miriade di progetti che incombono sul territorio attorno a Malpensa, sono stati bocciati dalla V.A.S. (Valutazione Ambientale Strategica) volontaria, redatta a cura del Parco del Ticino.
Questa V.A.S. viene irrisa, in quanto volontaria, proprio dalla regione Lombardia, la cui Giunta è palesemente asservita al partito di Malpensa.
Ma la VAS volontaria non si liquida con una battuta, si può solo confrontare con una VAS istituzionale.
Il collocamento di Alitalia in mani private costituisce, secondo noi, la miglior garanzia che le scelte future per la Compagnia saranno nel senso delle “Vere Convenienze Economiche” e non dei soliti clientelismi e mafie.
La privatizzazione, riteniamo, produrrà la fine dei pastrocchi, delle falsità e della trappola dei 2 hub in cui è caduta Alitalia.
Osiamo ipotizzare (ma è anche la nostra proposta) che sarà “prevalente” l’aeroporto più grande ed attrezzato (Fiumicino), che il secondo aeroporto (Malpensa) manterrà il traffico aereo veramente necessario all’utenza locale e che si verificherà un conveniente sviluppo dei vari aeroporti minori, nel senso di: portare il servizio la dove c’è l’utenza e non, al contrario, portare l’utenza la dove c’è il servizio e, soprattutto, che non sia il territorio asservito all’aeroporto ma l’aeroporto al servizio del territorio.
Infine una considerazione molto triste: c’è chi è determinato a sacrificare l’Ambiente allo sviluppo incontrollato ed immotivato di Malpensa.
Dilapidare un patrimonio come il Parco del Ticino, dichiarato dall’UNESCO “Riserva della Biosfera”, è un lusso che ci possiamo permettere?
Milano, 19 marzo 2007
WWF ITALIA, LEGAMBIENTE, C.OVES.T. ONLUS, UNI.CO.MAL., EXCALIBUR, AMICI DELLA NATURA

DI SEGUITO RIPORTIAMO IL COMUNICATO STAMPA SU ANALOGO CONVEGNO
DEL 25 OTTOBRE 2002

MALPENSA 4 ANNI DOPO

Oggi, 25 ottobre 2002, la Camera di Commercio di Milano ha ospitato il convegno “Malpensa 4 anni dopo.
Malgrado la molteplicità e diversità di interventi di varie e autorevoli personalità prevalentemente del mondo economico, l’occasione è sembrata più un funerale che una festa: le esequie di Malpensa, aeroporto hub che non decolla. Ma perché questo fallimento? Vogliamo ricordare che l’ampliamento della “vecchia Malpensa” secondo la Delibera Regionale dell’86 era fissato a “8 milioni di passeggeri/anno, aumentabili a 12 milioni in caso di saturazione dell’aeroporto di Linate, ma senza limitare l’operatività di quest’ultimo aeroporto”. Quindi la D.R., recepita nel PRG di Malpensa, ne limitava il traffico a 100.000 voli/anno ma, nel 2000, Malpensa operò ca. 250.000 voli sottraendo, con la coercizione dei Decreti Burlando, quasi tutto il traffico a Linate per “diventare” un hub. Nel primo periodo di Malpensa 2000 la nostra azione in difesa del Territorio faceva riferimento all’illegalità costituita dal mancato rispetto del PRG. Ma poi abbiamo capito altre cose.
1) Malpensa non è un hub ed è un aeroporto pericoloso (rapporto Cranfield).
2) Se Alitalia tiene due hubs fallisce, ed infatti tutte le Compagnie hanno un solo hub.
3) Fiumicino, per il suo lay out, può essere un hub, l’hub di Alitalia.
Nostri comunicati stampa da circa tre anni titolavano: “Alitalia e Malpensa, è il momento di cambiare strategia”, “Malpensa 2000, strategia suicida per il Territorio e per Alitalia”. Ovviamente, a parte la stampa locale, i media a livello nazionale non ci hanno mai preso in considerazione, e così pure i “registi” dell’operazione che avevano ben altri obiettivi. Ora questi obiettivi sembrano allontanarsi perchè, malgrado le misure protezionistiche, il mercato fa la sua parte e, nel Nord Italia, stanno forse già un po’ crescendo tutti i 13 aeroporti più comodi per l’utenza (piccolo è bello), e Malpensa calerà. L’apertura di Malpensa 2000 ha comportato il trasferimento di 4.000 lavoratori da Linate all’aeroporto della brughiera: 80 km di disagio, un trauma non indifferente e nessuno li ha difesi. Qra c’è il dramma dei posti di lavoro persi alla United Airlines e poi forse altre Compagnie se ne andranno. Rispettando il PRG e non gonfiando artificiosamente Malpensa 2000 si sarebbero evitati questi contraccolpi, l’incompiuta dell’hub che non c’è ed il mostro sul Territorio.
1) Non può essere hub un aeroporto con due piste non indipendenti perché troppo vicine (800 metri): la distanza deve essere ben maggiore ed il terminal deve essere collocato nel mezzo delle due piste. A Malpensa invece è posto all’esterno e ciò comporta che il 50% dei voli deve attraversare una pista operativa, con un elevato rischio di collisioni. I decolli nel senso normale (direzione nord) sono sopra le colline moreniche che circondano l’aeroporto, un territorio che si alza all’improvviso e, per un aereo con problemi al decollo, questa orografia inadatta potrebbe essere fatale. Quando, a causa del vento, si inverte il senso operativo, gli atterrragi da nord sono un dramma: per Somma Lombardo (16.000 abitanti) e per l’impossibilità di usare tutta la lunghezza della pista. Se un aereo “va lungo” dove riuscirà a fermarsi? In piazza a Ferno o a Lonate Pozzolo?
2) Servire due hubs significa, per la Compagnia di Bandiera, raddoppiare il numero dei voli feeder, con la certezza di avere più costi e meno ricavi.
3) Fiumicino è un vero hub, ha tre piste di cui le due parallele distano 4 km: perché Alitalia dovrebbe investire su Malpensa abbandonando un tale aeroporto?
A conferma delle strategia sbagliate si possono vedere i bilanci di Alitalia e, soprattutto, l’inesorabile crollo del titolo: da 2,5€ a 0,2 € nel corso dei 4 anni di Malpensa 2000.
Gli ampliamenti previsti (terzo satellite e terza pista) non farebbero comunque di Malpensa un vero hub e crescerebbe la protesta del Territorio.
Quindi per il sistema aeroportuale italiano è opportuno che ci sia qualche volo in più sui 13 aeroporti del Nord, (1 aeroporto ogni 50 km) molti voli in meno a Malpensa e che Alitalia, con base a Fiumicino e con le sinergie che le consente l’alleanza con Air France, riorganizzi efficacemente la propria politica economica per poter sopravvivere nel mercato del servizio aereo. Tutti coloro che vogliono obbligare Alitalia a puntare su Malpensa vogliono (in buona fede?) la rovina della nostra Compagnia di Bandiera, in nome degli interessi di Malpensa e delle relative lobbies. E’ nell’interesse nazionale capire che, come ha dovuto ammettere perfino il Presidente Formigoni davanti ai microfoni, la Lombardia ha 4 aeroporti di cui uno un po’ più grande degli altri tre. Ma quale terzo satellite e terza pista, quali sogni d’oro, restiamo con i piedi per terra: Malpensa, 4 anni dopo, non è decollata!


Gallarate, 25 Ottobre 2002

giovedì 15 marzo 2007

I GRANDI ASSENTI

Un intervento di Walter Girardi

Apprendo che il prossimo 19 marzo si svolgerà a Milano un convegno organizzato dalle Camere di commercio di Milano, Novara e Varese dal titolo risonante e per certi versi preoccupante: la grande Malpensa per lo sviluppo del Nordest.Le affermazioni del presidente Belloli mettono a mio modo in evidenza il fatto che, su Malpensa, vi è ancora chi non ha ben compreso quale sia la situazione che si sta vivendo e creando intorno all’aeroporto.Ancora una volta, l’ennesima, si vuole a tutti i costi far passare il messaggio che Malpensa porti benefici, che Malpensa sia inserita ottimamente nel territorio, che il suo sviluppo debba essere il più forte possibile.La cosa ancora più preoccupante, secondo me, emerge nel momento in cui si fa scorrere l’elenco dei relatori:Carlo Sangalli (Camera di Commercio di Milano), Gianfredo Comazzi (Camera di Commercio di Novara) e Angelo Belloli (Camera di Commercio di Varese). Si proseguirà con gli interventi del sindaco milanese Letizia Moratti, dell’assessore regionale lombardo alle Infrastrutture e Mobilità Raffaele Cattaneo e di Giuseppe Bonomi, presidente di S.E.A. Si darà poi voce al mondo imprenditoriale con Mariella Enoc, presidente dell’Unione Industriali Novara, Luigi Roth, presidente della Fondazione Fiera Milano, Pietro Dante Oddone, dirigente dell’Autorità Portuale di Genova, Alessandro Trapolino, presidente DHL, e Walter Albè, vicepresidente Whirlpool Europe. Delle strategie di sviluppo a livello interregionale discuteranno quindi Luigi Merlo, assessore Infrastrutture Trasporti Porti Logistica della Regione Liguria, Daniele Borioli, assessore Trasporti e Infrastrutture della Regione Piemonte, e il presidente della Lombardia Roberto Formigoni. Le conclusioni saranno lasciate al ministro delle Infrastrutture Antonio Di Pietro.Ho volutamente tralasciato i rappresentanti tecnici della Liuc e delle altre Università.Scorrendo con calma tutti i relatori, un occhio attento dovrebbe notare subito che mancano due attori: il primo è il territorio che da anni subisce gli effetti negativi della presenza di Malpensa e che sta ancora aspettando di vedere quali siano gli effetti positivi in tema di lavoro o in tema di rispetto della salute (voli notturni e mitigazioni ambientali), il secondo è l’AMBIENTE.Oggi l’ambiente deve entrare di diritto nelle discussioni riguardanti le infrastrutture e lo sviluppo di un sistema trasportistico che si ritenga intelligente.Per questo da anni si è modificato il modo di pensare all’ambiente. Fino agli anni ‘70 si parlava di ambiente solo perché a fronte dell’inquinamento causato veniva pagata la bonifica e il danno procurato, poi si è iniziato a parlare di prevenzione e di Valutazione di Impatto Ambientale (V.I.A.) e di Valutazione Ambientale Strategica (V.A.S.).Le considerazioni ambientali, anche a fronte di quanto è stato deciso a livello europeo la scorsa settimana, devono essere messe sullo stesso piano di quelle economiche se si vuole che una infrastruttura o che determinati piani e programmi siano compatibili con il territorio ove verranno realizzate e, soprattutto, richiamino quello che si chiama “sviluppo sostenibile” che deve diventare il punto di riferimento dell’azione di programmazione di un territorio.Gli esponenti politici di Regione Lombardia, così come il Sindaco di Milano, negli scorsi mesi hanno sempre dichiarato che Malpensa deve crescere per forza e che una terza pista è necessaria se si vuole arrivare a 45 milioni di passeggeri, con somma gioia delle Camere di Commercio.Ma probabilmente non sono molto attenti a ciò che avviene nei dintorni di Malpensa, dove ci sono paesi che subiscono disagi enormi in termini di salute ma non vengono considerati, come se le loro istanze fossero storielle di poco conto.Dovrebbero accorgersi, questi signori, che la V.I.A. e la V.A.S. sono strumenti giuridici dello Stato Italiano e che rivestono un ruolo importante se si vuole realizzare uno sviluppo sostenibile.Ma i sopra citati signori sanno benissimo che se venisse applicata la V.A.S., secondo la legge (e la legge non si ignora come è stato fatto per la V.I.A.), si stabilirebbe il livello di compatibilità ambientale dell’aeroporto, che non è certo lo sviluppo che questi pochi vogliono ottenere a tutti i costi a scapito e a danno della salute di moltissime persone che vivono intorno all’aeroporto.Qualcuno di questi, tempo fa, aveva detto che la V.A.S. non è la Bibbia: bene, vorrei ricordare a questo signore che la legge va rispettata, soprattutto da chi, ricoprendo una carica pubblica, si occupa di programmare il futuro del territorio di competenza.Vorrei poi sottolineare una questione: si parla sempre del territorio ove si trova Malpensa come della realtà piu sviluppata, vero motore dell’economia.Bene, questo territorio è anche il Parco del Ticino, il più grande parco fluviale europeo, riserva MAB dell’Unesco.Questo è un territorio da tutelare, non da distruggere definitivamente.Ma forse questo è un concetto sconosciuto a certi signori.Il peggioramento della qualità dell’aria e dell’ambiente nel territorio del Parco del Ticino deve essere arrestato e questo lo si potrà fare solo applicando quegli strumenti quali la V.I.A. e la V.A.S. che Regione Lombardia e altri ignorano completamente.Affermare che oggi è prioritario un ulteriore sviluppo di Malpensa significa non essere a conoscenza della realtà e significa non rispettare la gente che vive attorno all’aeroporto e il Parco del Ticino.Dal decreto D’Alema ad oggi di tempo ne è passato, ma di tutte le opere di mitigazione ambientale in esso stabilite nulla è stato realizzato. Si realizzino dunque tutti questi interventi di mitigazione e si risolvano i tanti problemi ancora aperti, come ad esempio il blocco dei voli notturni, allineando Malpensa all’Europa.Il rischio è che, puntando sull’ampliamento indiscriminato, così come è avvenuto fino ad oggi, i problemi invece di risolversi aumenteranno e sarà sempre peggio.Se oggi siamo qui di nuovo a parlare del problema Malpensa è perché chi ha gestito lo sviluppo dell’aeroporto ha fallito perché non ha mai coinvolto il territorio. Non coinvolgere oggi il territorio significa continuare su una strada che ha portato solo a fare dei danni.
Mercoledi 14 Marzo 2007
Walter Girardi - Federazione dei Verdi - Lonate Pozzolo

domenica 25 febbraio 2007

LETTERA DEL SINDACO MERLETTI A FORMIGONI

CARO PRESIDENTE,
perdona la confidenza, credo sia mio dovere ringraziarTi per la lodevole iniziativa del blocco del traffico veicolare, e credo anche sia un dovere spiegare perché, come Comune, abbiamo aderito.
- Il silenzio anche di giorno, soprattutto festivo, ci permetterà di apprezzare il rumore degli aerei in decollo da Malpensa sulla radiale 358, rumore che già apprezziamo di notte. Tutto ciò in barba a LEGGI e NORME che prevedono altre cose ma che puntualmente ed impunemente vengono disattese (esposti in Procura di Busto Arsizio in attesa di risposta giacciono). Tieni presente che il mio Comune pur non essendo di Sedime (cioè non confina con l’aeroporto) fa parte dell’Intorno aeroportuale poiché ha valori LVA superiori a 60 decibel (fatti spiegare cosa vuole dire, noi purtroppo lo sappiamo senza che nessuno ce lo abbia spiegato). Per Tua informazione, e per qualche ignorante, affinché non continui a dire che si è costruito dove non si doveva, gli aerei in decollo centrano in pieno il territorio del mio Comune dove esistono un cimitero il cui Portale venne disegnato dal Maciacchini, una chiesa Romanica del IX secolo, un Battistero pure Romanico del XI secolo e un Civico Museo Archeologico con reperti che vanno dal Neolitico (5.ooo anni fa!) a seguire, periodi in cui forse gli aerei non esistevano (perdona il dubbio causato da quella mia di ignoranza).
- Bloccare o limitare il traffico veicolare è una iniziativa pregevole, ancor di più lo sarebbe per periodi più lunghi a condizione che: 1- vengano poste in essere le inevitabili alternative di mobilità, 2- venga monitorata (finalmente a 9 anni dall’apertura dell’aeroporto !!!!!) la qualità dell’aria che respiriamo: ad oggi non sappiamo il livello di inquinamento provocato dagli idrocarburi combusti e incombusti degli aereomobili, delle auto e dei sistemi di riscaldamento domestico.
- Andare a piedi o in bicicletta fa bene alla salute e pensare di limitare il traffico è/sarebbe auspicabile, ma credo che la politica dei trasporti/mobilità che la Regione sta portando avanti vada in controtendenza rispetto a queste lodevoli iniziative. Mi chiedo e Ti chiedo: ” Dove pensi che questo territorio possa mettere il traffico veicolare, stimato in 110.000 movimenti giornalieri, che la Pedemontana così strutturata porterà? ”. Questo non per polemica ma come semplice domanda.
- Non capisco la non totale adesione dei comuni della mia Provincia all’iniziativa: per certo in molti casi si tratta di una scelta di colore partitico; come se il colore di un fazzoletto cambiasse o non cambiasse la qualità dell’aria respirata. Se mai si comincia…….
- Spero di non provocare troppi disagi ai miei Concittadini, ai quali chiedo anticipatamente scusa, credo inoltre di condividere il Tuo pensiero, Presidente: quello di ripensare il nostro modello di vita. Cosa che dobbiamo fare TUTTI con onestà, assumendoci le nostre responsabilità, rispettando e chiedendo che vengano rispettate e fatte rispettare le LEGGI e senza credere che siano gli ALTRI a dover subire e rispettare. Così facendo non si va molto lontano.
Caro Presidente ti scrive una persona che non vive di illusioni e che non pensa di vivere senza strade e aeroporti ma lasciare tutto alle sole regole del mercato ci sta portando alla deriva e spesso le cure sono peggiori del male.
Fare il Presidente, come fare il Sindaco, non è semplice e a volte bisogna decidere e quindi discriminare, l’importante è farlo con serietà circondandosi di persone attente, sensibili e capaci, merce rara nello scenario partitico Italiano.
Con affetto
Giorgio Merletti
Sindaco di Arsago Seprio
Venerdi 23 Febbraio 2007

venerdì 23 febbraio 2007

CHI FERMERA’ LE AUTO DI MALPENSA?

Malpensa, 25 febbraio 2007

CHI FERMERA’ LE AUTO DI MALPENSA?

Di Ambiente si parla molto, sta diventando di moda ed è un buon segno. Chirac e Blair dichiarano che, conclusi i rispettivi mandati, se ne occuperanno e queste intenzioni invece ci allarmano: perchè dopo e non prima, durante l’esercizio del potere?
Diversa strategia invece per Formigoni che, pienamente in carica, si è auto incoronato paladino dell’Ambiente e della salute raccogliendo l’adesione delle regioni del nord all’iniziativa della domenica senz’auto del 25 febbraio prossimo. Si, è lui il promotore: chi altro?
Anni sono trascorsi da quando bollava come inutili per Milano le domeniche senz’auto del Ministro dell’Ambiente Edo Ronchi, si dichiarava contrario alle giornate a targhe alterne e presentava la soluzione al problema: l’auto ad idrogeno che però, ovviamente, non usa ancora nessuno.
Che si occupi dell’Ambiente lo si è visto anche quando è riuscito a far votare un documento bipartizan in cui maggioranza e opposizione concordano, tra altre cose indegne, di accompagnare lo sviluppo di Malpensa con la V.A.S. (Valutazione Ambientale Strategica). Peccato che, come ci insegnano gli esperti, lo sviluppo di Malpensa debba invece essere subordinato alla V.A.S. le cui conclusioni diranno cosa e quanto si può fare, cioè qual’è il limite della compatibilità ambientale dell’aeroporto.
Ma “domenica senz’auto” non è la giusta definizione perchè sarà la “domenica delle auto Euro 4”, per incentivare l’acquisto di auto nuove, premiare chi ha l’automobile nuova e, ovviamente, penalizzare tutti coloro che, con l’auto da Euro 0 ad Euro 3, sono già stati puniti dal Governo con il progressivo ritocco della tassa di circolazione.
Quante auto dovranno restare nel box domenica 25 febbraio? Su un parco circolante nazionale stimato in 33.750.000 veicoli, le auto Euro 4 sono 5.100.000 e possiamo approssimare che, nelle regioni del nord, la auto siano un terzo del totale: ca. 11.000.000 di cui 1.700.000 Euro 4.
Dovranno quindi rimanere nei box di quattro regioni ca. 9.300.000 auto definite inquinanti. Ma quando acquistavamo l’auto Euro 3 ci dicevano che le altre erano inquinanti e domani, quando si venderanno le Euro 5, anche per le Euro 4 sarà finita la cuccagna: è così, Presidente Formigoni? Siamo presi in giro!
Ci sono però 1.400.000 auto Euro 0 che nessuno fermerà: perchè? Noi chiediamo che vengano fermate: sono le auto Euro 0 che volano a Malpensa.
Facciamo due conti.
Un’auto, a 60 Km/h, percorre 1 km. al minuto con 1/20 di litro di benzina (20 Km/litro).
Un aereo, in decollo o atterraggio, consuma mediamente 100/200 litri al minuto.
Considerando, prudenzialmente,100 litri al minuto, allora un aereo consuma 100 x 20 = 2000 volte più di un’auto, quindi: l’inquinamento prodotto da 1 aereo equivale a quello prodotto da 2.000 auto.
L’operatività di Malpensa è pari a 700 movimenti al giorno, quindi : 2000 x 700 = 1.400.000 auto.
L’inquinamento che produce Malpensa equivale a quello prodotto da 1.400.000 auto.
La caratteristica dell’area in cui si trova Malpensa è l’assenza di vento cosicchè gli inquinanti ristagnano al suolo ed invadono i polmoni dei 500.000 abitanti degli 87 comuni situati entro un raggio di 20 Km dalle piste.
Va bene non fermare i mezzi pubblici (ad es. i treni), ma il contributo all’inquinamento degli aerei è pesante!

1.400.000 AUTO EURO 0 OGNI GIORNO!!!
CHI FERMERA’ QUESTE AUTO IL 25 FEBBRAIO???

Gallarate, 21 febbraio 2007

venerdì 16 febbraio 2007

CONVEGNO: MALPENSA E DINTORNI

Gallarate, 10 febbraio 2007
L’INTERVENTO DI UNI.CO.MAL. Lombardia
[PRGA] E’ con viva emozione, ed è un onore per me, che mi trovo a parlare accanto ad illustri relatori, che saluto e ringrazio, e davanti a questa attenta platea, avendo come argomento la drammatica situazione che ci ha obbligati a reagire e a non accettare come fatto compiuto l’aeroporto da 20 milioni di passeggeri. 20 milioni invece dei 12 milioni stabiliti come limite dal PRGA, limite che è stato impunemente superato togliendo voli a Linate, a Fiumicino ed agli aeroporti minori. Malpensa è dunque cresciuto contro il mercato e con misure protezionistiche quali, ad esempio, “tasse più alte a Linate e più basse a Malpensa” come è scritto in uno scandaloso O.d.G. approvato dal Consiglio regionale.
[RUMORE] Nel raggio di 10 km dalle piste ci sono 38 comuni, 38 Comuni che diventano 87 entro 20 km e sono oltre 500.000, oltre mezzo milione, le persone a cui Malpensa ha cambiato la vita con 250.000 aerei sopra la testa. Il rumore degli aerei, che è il primo impatto percepito, è rilevato da una rete di misura, gestita da S.E.A., nel cui funzionamento l’A.R.P.A. ha riscontrato “difformità significative rispetto alle caratteristiche che il sistema dovrebbe avere”. La rete di misura del rumore è dunque un termometro starato, che dice 37°C quando la febbre è a 40.
[DELOCALIZZAZIONE] C’è stato e purtroppo c’è un atto che dà a questo aeroporto la “licenza di uccidere”, ed è l’accordo di delocalizzazione che ha consentito a poche centinaia di persone di trasferirsi da alcune soltanto tra le zone più colpite dal rumore, non da tutte. Infatti rimangono migliaia di cittadini discriminati, interi quartieri di vari Comuni, a cui non è dato accesso all’opportunità di andarsene. Ma perchè? Perchè l’obiettivo dell’accordo di delocalizzazione non era e non è la mitigazione dell’impatto ambientale ma è il pretesto per asserire che “i problemi ambientali di Malpensa sono stati risolti” come spudoratamente dichiarato da Formigoni in Consiglio regionale pochi anni fa. Ma l’unica mitigazione possibile, sottolineo: l’unica, è ridurre il numero dei voli.
[AMMINISTRATORI] Mi permetto di incorniciare una frase di Luigi Vinci: “C’è un ritardo culturale dei nostri Amministratori che impedisce loro di elaborare nuovi modelli di traffico e di sviluppo economico, e li tiene prigionieri del business degli appalti e della valorizzazione dei terreni, considerati i soli motori dell’economia”. Più volte abbiamo denunciato le mire del partito degli affari che considera lo sviluppo dell’aeroporto una grande, imperdibile “opportunità” di crescita per il territorio. Ma gli esperti liberi, quelli in grado di esprimere valutazioni non condizionate (non quelli della LIUC, per intenderci), asseriscono che le infrastrutture non sono mai il motore dello sviluppo ma, eventualmente, la conseguenza. E ci spiegano che è intrinseco delle infrastrutture scambiare danno ambientale con beneficio sociale, invece Malpensa, dicono, produce danno ambientale e maleficio sociale.
[GRANDI OPERE] Questo aeroporto è la corsia preferenziale per un vasto campionario di grandi opere, presentate come “opportunità” di sviluppo. Ma queste “grandi opere”, cioè la miriade di progetti che incombono sul nostro territorio, sono stati bocciati dalla V.A.S. volontaria, redatta a cura del parco del Ticino. Questa V.A.S. viene irrisa, in quanto volontaria, proprio dalla regione Lombardia, la cui Giunta è palesemente asservita al partito di Malpensa. Ma la VAS volontaria non si liquida con una battuta, si può solo confrontare con una VAS istituzionale. A proposito della Giunta Regionale, sottolineo un conflitto che fa torto a tutti i cittadini lombardi: l’Assessore alle Infrastrutture e Mobilità della Regione, siede anche nel Consiglio d’Amministrazione di SEA. Quali interessi vorrà tutelare: quelli della collettività? Ci dobbiamo fidare? No, non ci possiamo fidare. I conflitti di interesse devono essere sciolti: chiediamo le dimissioni dell’Assessore Cattaneo.
[PRIVATIZZAZIONE DI ALITALIA] Il collocamento di Alitalia in mani private costituisce secondo noi la miglior garanzia che le scelte future per la Compagnia saranno nel senso delle “Vere Convenienze Economiche” e non dei soliti clientelismi e mafie. La privatizzazione, riteniamo, produrrà la fine dei pastrocchi, delle falsità e della trappola dei 2 hub in cui è caduta Alitalia. Osiamo ipotizzare (ma è anche la nostra proposta) che sarà “prevalente” l’aeroporto più grande ed attrezzato (Fiumicino), che il secondo aeroporto (Malpensa) manterrà il traffico aereo veramente necessario all’utenza locale e che si verificherà un conveniente sviluppo dei vari aeroporti minori, nel senso di: portare il servizio la dove c’è l’utenza e non, al contrario, portare l’utenza la dove c’è il servizio e, soprattutto, che non sia il territorio asservito all’aeroporto ma l’aeroporto al servizio del territorio.
[AMBIENTE] Infine una considerazione molto triste: c’è chi è determinato a sacrificare l’Ambiente allo sviluppo incontrollato ed immotivato di Malpensa. Dilapidare un patrimonio come il Parco del Ticino, dichiarato dall’UNESCO “Riserva della Biosfera”, è un lusso che ci possiamo permettere?

[NOTA TECNICA] Malpensa è un aeroporto che, oltre alla nebbia, ha limiti operativi dovuti alle due piste parallele troppo vicine, non indipendenti. Ha limiti di sicurezza perchè il terminal principale, posto all’esterno rispetto alle 2 piste, causa un numero elevato di attraversamenti di pista, con rischio collisioni.
E questo sarebbe un hub.
Con un traffico entro i limiti del PRA la sicurezza sarebbe certo maggiore.
- A - Consci di questi limiti, SEA ed il suo sponsor Giunta regionale, hanno affidato al Mitre di Washington uno studio per migliorare l’operatività.
Risultato dello studio la proposta di realizzare una terza pista, parallela alle due esistenti che, se da un lato permette di incrementare il numero di movimenti, d’altro canto crea nuovi problemi operativi per la dipendenza di ogni pista esterna con la centrale, oltre alla necessità di demolire la torre di controllo, già costata 15 milioni di €, perchè interferirebbe con gli atterraggi (con i movimenti da/verso SUD).
- B - Esiste anche un altro studio, di cui abbiamo letto un’anticipazione, che propone, mantenendo due piste, di spostare la 35L più ad W di 242 m. per rendere indipendenti le due piste e per costruire un nuovo terminal in mezzo evitando così i pericolosi attraversamenti.
Ma, scusate, se l’aeroporto è ancora da fare, cosa ci stanno raccontando Formigoni e Compagnia... ? Ci stanno veramente raccontando delle grosse balle!!!
Basta buttare soldi nel buco nero di Malpensa!!!

lunedì 12 febbraio 2007

10/02/07 CONVEGNO “MALPENSA E DINTORNI”

SABATO 10 FEBBRAIO ore 9.30
GALLARATE SALA EX CINEMA IMPERO
Via Ugo Foscolo (Ang. Piazza Risorgimento)

CONVEGNO PUBBLICO

“MALPENSA E DINTORNI”

Territorio? Salute? Lavoro?


Un territorio segnato dalla presenza dell’aeroporto di Malpensa, un “pezzo” di Milano in provincia di Varese che scarica tutte le sue negatività sulla popolazione che vive nei Comuni limitrofi e non solo.
Inquinamento, strade ingorgate, case abbandonate, lavoro dequalificato e precario sono solo alcune delle conseguenza che oggi tutti noi viviamo.
Cosa si prospetta per il futuro? Quali proposte vogliamo mettere in campo.

E’ CONFERMATA LA PARTECIPAZIONE DEL MINISTRO DEI TRASPORTI
ALESSANDRO BIANCHI

Promuovono: le Federazioni provinciali di

PdCI
PRC
Verdi

Programma del Convegno

Presentazione: Ennio Melandri – Segretario Provinciale PdCI

Milena Bertani – Presidente Parco del Ticino
“Perchè NO a un ulteriore sviluppo di Malpensa”

Vittorio Solanti – Sindaco di Samarate
Sergio Vedovato – Presidente Provincia di Novara
“Il territorio e i problemi di viabilità”

Prof. Virginio Bettini – Docente Università di Venezia
“Analisi costi-benefici sulla salute”

Sen. Maria Pellegatta
“Il Governo e la politica delle infrastrutture ”

Carlo Monguzzi – Consigliere Regionale Verdi
“Tutela del territorio e sviluppo sostenibile”

Luigi Vinci – Ex Parlamentare Europeo
“Dalla protesta dei cittadini alla messa in mora del Governo”

Flavio Nossa – Segretario Provinciale Cgil Varese
“Quanto e che tipo di lavoro offre Malpensa”

Mario Aspesi – Sindaco di Cardano al Campo
Candidato dell’Unione a Presidente della Provincia di Varese

Coordina i lavori
Walter Girardi – Federazione Verdi

Conclude
Ugo Boghetta – Resp. Nazionale Trasporti PRC

E’ CONFERMATA LA PARTECIPAZIONE DEL MINISTRO DEI TRASPORTI

ALESSANDRO BIANCHI

Interverranno inoltre rappresentanti di Legambiente, UniCoMal e Covest

lunedì 29 gennaio 2007

PERCHE’ FORMIGONI SI AGITA TANTO?

PRESIDENTE FORMIGONI, PERCHE’ SI AGITA TANTO?

Siamo profondamente sconcertati dai ripetuti appelli “formigoniani” per perorare la causa di Malpensa presso il governo Prodi.
Si, siamo sempre più stupiti perché il collocamento di Alitalia in mani private costituisce la miglior garanzia che le scelte future per la Compagnia saranno nel senso delle “Vere Convenienze Economiche” e non dei soliti clientelismi politici.
Allora perché Formigoni si agita tanto?
Se Malpensa può veramente essere per Alitalia quella miniera d’oro che lui garantisce, non ci saranno dubbi che le scelte degli investitori saranno in tal senso: quando deciderà chi ha investito capitali suoi, lo farà con l’obiettivo del profitto e secondo le “Vere Convenienze Economiche”.
Ripetiamo la domanda: allora perché Formigoni si agita tanto?
La risposta è che le “Vere Convenienze Economiche”sono un po’ diverse da quel che dice Formigoni: lui ed i suoi lo sanno e tremano.
Loro sono spinti da “Diverse Convenienze Economiche”, da interessi “particolari” e contrari all’interesse nazionale e, ovviamente, contrari all’interesse del vettore Alitalia che, sbilanciato su Malpensa, è ormai al fallimento.
E, oltre alle “Diverse Convenienze Economiche”, che dire dei conflitti di interesse? L’Assessore regionale alle Infrastrutture e Mobilità siede nel Consiglio d’Amministrazione di SEA, il Presidente di SEA è stato già Presidente di Alitalia ed ha quindi visto Malpensa anche dall’altra sponda: dobbiamo pensare che sia in buona fede se, ora, sposa le tesi di Formigoni?
Con queste tesi tentano di indurre il Governo ad imporre, agli eventuali acquisitori di Alitalia, il rispetto dei requisiti operativi che loro chiedono (Malpensa unico hub), requisiti penalizzanti al punto da dissuadere qualsiasi piano di investimento facendo naufragare la strategia di salvare Alitalia partendo dalla privatizzazione.
Se salterà questa strategia, la Compagnia potrà solo dichiarare l’inevitabile fallimento ed a questo punto sarà evidente il nesso tra le trame “malpensocentriche” e tale risultato ma, ormai, il danno sarà fatto: qualcuno ne renderà conto al Paese?
Noi, in questo scenario, siamo più tranquilli di loro perchè la privatizzazione, riteniamo, produrrà la fine dei pastrocchi, delle falsità dei due hub, dell’hub del nord, dei 30 milioni di passeggeri lombardi, dei 100 milioni tra qualche anno...
Osiamo ipotizzare che sarà “prevalente” l’aeroporto più grande ed attrezzato (Fiumicino), che il secondo aeroporto (Malpensa) manterrà il traffico aereo veramente necessario all’utenza locale e che si verificherà un conveniente sviluppo dei vari aeroporti minori.
E’ un’ipotesi credibile? E’ uno scenario compatibile con i bilanci di Alitalia quale vettore di riferimento? Dipende anche da quale alleanza con altre Compagnie aeree si potrà realizzare, e quindi da realistiche scelte economiche e politiche ma, secondo noi, non sarà certo il nord a salvare Alitalia.
Un dato di fatto molto triste è che al nord c’è chi è determinato a sacrificare l’Ambiente allo sviluppo incontrollato ed ingiustificato di Malpensa: dilapidare un patrimonio come il Parco del Ticino, dichiarato dall’UNESCO “Riserva della Biosfera”, è un lusso che ci possiamo permettere?

Gallarate, 21 dicembre 2006

WWF ITALIA
LEGAMBIENTE - Circoli del circondario di Malpensa
C.OVES.T. ONLUS con sede a Varallo Pombia (No)
UNI.CO.MAL - Unione Comitati Malpensa, Gallarate (Va).
EXCALIBUR con sede a Lonate Pozzolo (Va)
AMICI DELLA NATURA con sede ad Arsago Seprio (Va)