domenica 30 dicembre 2007

LETTERA AL DIRETTORE di Beppe Balzarini

EGREGIO DIRETTORE,
chi scrive è il Presidente dell’Unione dei Comitati di Malpensa per la tutela dell’ambiente e della salute (UNI.CO.MAL. Lombardia), cioè quei Comitati spuntati, come funghi, prima e dopo l’apertura della grande Malpensa o Malpensa 2000 o, semplicemente, Malpensa.
Effetto N.I.M.B.Y.? Forse all’inizio ma poi, Piano Regolatore Generale Aeroportuale alla mano (P.R.G.A.), presa coscienza della differenza tra realtà e regole scritte, l’azione dei Comitati si è sviluppata nel senso della rivendicazione della legalità costituita dalla Delibera del Consiglio Regionale Lombardo N. IV/274/86 che recepisce il P.R.G.A. e dal D.M. Trasporti N.° 903/87: ci scusi se sembra poco, ma sono strumenti scritti, regole della Repubblica democratica. Ma poi, come si dice al bar, “è andata come è andata”, nel senso che, con spregiudicate operazioni che già tante volte abbiamo descritto in dettaglio, Malpensa è diventata un’altra cosa. Cosa è diventata dunque Malpensa? Un aeroporto già lo era, ma è stato gonfiato, oltre i limiti stabiliti dal P.R.G.A., con voli sottratti ad altri aeroporti (Linate e Fiumicino le maggiori vittime) e con mano d’opera in gran parte “flessibile”.
Quindi hub artificiale, forzatura del mercato e tempio del lavoro precario ma anche boccone appetitoso per l’imprenditoria lombarda ed apprezzata “più grande fabbrica lombarda” per i Sindacati. Fantasie? No, fatti confermati dalle recenti prese di posizione del Presidente della Compagnia delle Opere e di esponenti sindacali che, a vari livelli, stanno acriticamente allineati con i cosiddetti “nordisti” in difesa dei livelli occupazionali derivanti da esigenze imprenditoriali e non dalla realtà trasportistica Milano/lombarda. Livelli occupazionali flessibili costituiti da un continuo “prendi e lascia” di lavoratori che, statisticamente, crea solo disoccupati da assistere a carico degli Assistenti sociali. Abbiamo chiesto più volte un’indagine origine/destinazione dei passeggeri di Malpensa, naturalmente a cura di un Ente super partes, che darebbe modo al “Partito di Malpensa” di avvalorare le proprie tesi se risultasse che i 20 e più milioni di passeggeri/anno nascono tutti dal Territorio, ma direbbe definitivamente NO all’hub artificiale se così non risultasse, che è quello che noi (i Comitati) pensiamo. Che fine ha fatto questa proposta? Nessuno l’ha mai sentita: censura ferrea! Appena oltre il livello locale noi, per i Media, non esistiamo. Nei Convegni su Malpensa non ci hanno mai fatto parlare, perchè? Perchè diciamo le verità micidiali, quelle che affossano Malpensa. Dopo anni di censura a copertura della realtà, di tentativi di spingere Malpensa (già al doppio del limite stabilito) ad un ulteriore raddoppio, dopo essere riusciti a ridurre Alitalia alla disastrosa situazione attuale, dopo l’attuale conferma delle nostre verità derivante dal Piano industriale di Alitalia (il Piano di Maurizio Prato) e dal piano di AirFrance-KLM, ancora i “nordisti” strillano e minacciano. Certo, strillano perchè hanno perso. Strillano, urlano forte la conferma della loro sconfitta sancita da AirFrance che, se veramente ci fosse qui a Malpensa quel mercato trasportistico che essi dicono, non se lo lascerebbe certo scappare! E cercano rifugio nell’offerta AirOne (1 centesimo per azione!) senza rendersi conto che, sostenendo due hub, Alitalia fortemente indebitata con AirOne anch’essa “fortemente indebitata”, pur con grandi banche di scorta, potranno solo fallire in coppia. Oltre al danno la beffa, per chi? Per l’Italia tutta!
Da anni nei nostri censurati interventi affermiamo che l’hub di Malpensa costituisce, per il Nord, un pesante danno occupazionale ed ambientale, per Alitalia una strategia suicida ed un’avventura contraria all’interesse nazionale.
Da anni il “Partito di Malpensa” continua invece la recita delle meraviglie di Malpensa, per il Nord, per Alitalia e per l’Italia.
Nell’attuale situazione, di fronte ad evidenti bocciature di mercato, riusciranno finalmente a dimostrare un minimo di dignità?

Gallarate, 29 dicembre 2007

Beppe Balzarini
Presidente di UNI.CO.MAL. Lombardia

LETTERA AL DIRETTORE di Walter Girardi

EGREGIO DIRETTORE,
Negli ultimi mesi molti soggetti appartenenti ad entrambi gli schieramenti politici, insieme a rappresentanti delle associazioni di categoria, si sono prodigati in considerazioni sulla situazione Alitalia e, di conseguenza, sul futuro di Malpensa.
In tutti questi ragionamenti non posso che notare come vi sia una bugia di fondo che consapevolmente, o inconsapevolmente, si vuole nascondere e che è relativa al fatto che Malpensa non è un Hub e che mai potrà diventarlo.
Perché allora continuare a mentire?
La storia di Malpensa è lì a dimostrarlo, ma è la storia veritiera e non la solita balla raccontata anche in questi giorni da esponenti del P.D.
Malpensa è illegale, non rispetta le regole democratiche italiane ed europee che servono per realizzare un aeroporto, figuriamoci se può essere considerato Hub!.
Ma tutti se ne dimenticano, anzi fanno finta di nulla; si voltano dall’altra parte perfino quando moltissimi cittadini chiedono di poter dormire di notte visto che gli aerei glielo impediscono, oppure chiedono di effettuare una VIA (prevista da leggi italiane ed europee), oppure chiedono di sapere com’è la qualità dell’aria che respirano tutti i giorni anche perché le centraline di analisi rilevano solo pochi parametri. Vede, queste richieste per alcuni sono delle vere e proprie stronzate, ma per molti cittadini sono la richiesta di una vita migliore in un luogo sano dove poter vivere e crescere i propri figli. E’chiedere troppo?
E invece?
Invece pensano di risolvere i problemi delocalizzando gli abitanti con enormi cifre spese per pagare le case, quando l‘effettuazione di una VIA avrebbe comportato spese di mitigazione inferiori.
Invece abbiamo i vari Formigoni e Cattaneo che vogliono fare la terza pista per rilanciare Malpensa e per risolvere anche la questione Alitalia, la Lega che ha contribuito a creare un mostro che sta divorando i nostri paesi. Dov’erano e dove sono questi signori quando il territorio che subisce i disagi rivendica per se un ruolo attivo nelle scelte che si ripercuotono in primis sulle loro case?
E’ possibile poi continuare a credere e sostenere che Malpensa sia un Hub e che si possa sviluppare come vogliono SEA e Regione Lombardia con una terza pista all’interno di un Parco Naturale, Riserva della Biosfera e Patrimonio mondiale dell’UNESCO, e che questa sia la soluzione a tutti i mali del paese?
Malpensa, in questi anni, ha creato molti danni e ne creerà ancora se non si approfitterà del momento attuale per cercare di risolvere tutta la questione. In primis si dovrà pensare e realizzare un Piano Nazionale dei trasporti che stabilisca una volta per tutte, come se ancora ce ne fosse bisogno, che Fiumicino è l’Hub nazionale, e che Malpensa dovrà rientrare in un progetto di sistema aeroportuale del Nord d’Italia attraverso una politica di specializzazione delle 13 piste che ci sono tra Torino e Trieste e che arrivi alla valorizzazione di questo sistema. Un sistema dove si aiutano gli utenti e non si rubano i passeggeri.
Un’ultima considerazione, su quanto avvenuto oggi e mi riferisco alla manifestazione di AN, presso l’aeroporto di Malpensa.
Chi scrive ha manifestato molte volte per chiedere il rispetto delle regole democratiche, per chiedere la possibilità di una vita migliore, il rispetto del sonno, l’applicazione della VIA o della VAS, per ribadire il proprio No alla terza pista e sempre ha trovato poliziotti in assetto antisommossa a difesa delle porte di accesso dell’aeroporto, mentre oggi chi vuole continuare nel non rispetto delle regole, nel potenziare un aeroporto illegale su un territorio che non può sopportarlo, chi vuole appoggiare una politica sbagliata anche dal punto di vista giuridico e legale viene accolto a braccia aperte…
Questa è l’Italia dei furbi del quartierino o di chi pur di avere un proprio tornaconto continua nella politica illusoria di fare del bene per il paese, anche quando dati alla mano sul territorio ricadute positive non ce ne sono, e si spaccia per baluardo della legalità.
Io penso e ritengo invece che bisogna in questo momento riportare la situazione alla legalità attraverso una politica seria, consapevole e ambientale che sfrutti gli strumenti adatti per rendere le opere compatibili con il territorio, valorizzare il sistema aeroportuale del Nord d’Italia e valorizzando Malpensa per quelle che sono le sue reali capacità.
Purtroppo invece anche in questi anni si è fatto l’opposto, si è assunta in modo sconsiderato e precario moltissima manod’opera creando delle aspettative legate ad un Hub che non esiste nella realtà e adesso che la realtà viene al pettine, che la verità emerge, invece di puntare alla risoluzione delle problematiche si continua sul binario che ha portato a questa disastrosa situazione.
Venerdi 28 Dicembre 2007Dott. Walter Girardi - Federazione dei Verdi

mercoledì 26 dicembre 2007

AIRFRANCE-ALITALIA

comunicato stampa:

ALITALIA E... UN FUTURO CON AIRFRANCE

Le levate di scudi contro il progetto di AirFrance sono, ancora, l'ennesimo italiano modo di affrontare situazioni internazionali.
In poche parole il criterio, che assolutamente non condividiamo, è: bisogna mantenere l'inefficienza a spese dell'intera collettività ed a vantaggio di poche categorie.
Malpensa potrebbe invece essere un aeroporto che produce utili per tutti, Alitalia compresa, senza essere un hub e senza devastare definitivamente il territorio e la salute dei cittadini che lo abitano.
Quindi fare del terrorismo ideologico su presunte italianità è del tutto strumentale e, soprattutto, non costruttivo a lungo termine per la sopravvivenza della stessa Malpensa.
Bisogna considerare il fatto che il primo tentativo di vendita di Alitalia è andato a vuoto per i troppi “paletti”, tra cui il mantenimento di due hub.
Questo secondo tentativo è avviato a raggiungere l’obiettivo grazie alla premessa costituita dal Piano industriale di Alitalia che ridimensiona Malpensa, a favore di Fiumicino, ponendo fine alla catastrofe economica dei due hub, fonte solo di doppi costi.
Secondo il piano di AirFrance-KLM, con tre aeroporti di concentrazione ben distanziati, l’alleanza può funzionare e, per Alitalia c’è, nuovamente, un futuro, nel senso dell’interesse nazionale italiano.
Gli strepiti dei nordisti ci spingono a ricordare che l’ampliamento di Malpensa non aveva l’obiettivo di trasformare un aeroporto con scarso traffico in un hub: stabiliva invece una crescita fino a una media di 274 movimenti/giorno “senza limitare la capacità operativa dell’aeroporto di Linate”.
Invece, per arrivare a 750 movimenti al giorno a Malpensa, sono stati “prelevati” centinaia di voli da Linate, da Fiumicino e da altri aeroporti del nord.
L’elevata concentrazione di voli (forzando il mercato) e di lavoratori costituiva (costituisce) a Malpensa una bolla destinata a scoppiare. Siamo ora al punto in cui la bolla scoppia facendo pagare ai più deboli o, nella migliore delle ipotesi, ai contribuenti, gli errori di politici e amministratori.
Ma oltre agli aspetti del mercato ci sono gli aspetti ambientali: il pesante impatto ambientale di Malpensa non è mai stato valutato.
L’ampliamento di Malpensa era stabilito con il limite di 12 milioni di passeggeri.
Ora siamo al doppio e non basta neppure il ridimensionamento programmato da Alitalia a far rientrare il traffico di Malpensa nei limiti di sviluppo stabiliti dal Piano regolatore dell’aeroporto.
E, come hanno denunciato 87 sindaci lombardi e piemontesi, delle province di Varese, Milano e Novara sul giornale “Ticinia”, questa situazione è “illegale”: è il mancato rispetto del Piano regolatore aeroportuale.
I programmi noti e sbandierati di raddoppio addirittura rispetto agli attuali volumi di traffico, ora accantonati perchè le vicende legate alla vendita del Vettore nazionale pongono altri problemi, costituiscono una ulteriore ed ancor più grave minaccia ambientale e mettono addirittura a rischio l’esistenza del Parco del Ticino, oltre al futuro di circa 500.000 cittadini residenti intorno all’aeroporto nel raggio di pochi chilometri.
L’attuale crociata contro i piani riguardanti Alitalia ci conferma che c’è chi, anche contro le regole del mercato, è determinato a sacrificare l’Ambiente allo sviluppo incontrollato ed immotivato di Malpensa.
Dilapidare un patrimonio come il Parco del Ticino lombardo e piemontese, dichiarato dall’UNESCO “Riserva della Biosfera”, è un lusso che ci possiamo permettere?

Gallarate, 26 dicembre 2007

WWF Italia,
LEGAMBIENTE di Varese e Novara,
C.OVES.T. ONLUS-Varallo Pombia,
UNI.CO.MAL. LOMBARDIA-Gallarate,
EXCALIBUR-Lonate Pozzolo,
AMICI DELLA NATURA-Arsago Seprio

mercoledì 5 dicembre 2007

Lettera aperta a Dario Grilanda

Egregio Segretario provinciale di Fit Cisl Varese,
leggo su “Varese news” il Suo intervento: "Malpensa deve avere il ruolo per cui è stata creata" e, naturalmente, non mi stupisco più: non è la prima volta che vengono scritte queste deformazioni della realtà, così come non è la prima volta che abbiamo (l’Unione dei Comitati e le altre Associazioni) l’opportunità di smentirle.
Per assurdo la Sua asserzione è, anche da noi, fortemente sostenuta, nel senso della lettera del Piano Regolatore Generale Aeroportuale (P.R.G.A.) di Malpensa, il quale definisce l’ampliamento dell’aeroporto con funzione "point to point" e non "hub". Stabilisce inoltre la crescita di Malpensa fino al limite di traffico di 12 milioni di passeggeri/anno “senza limitare la capacità operativa dell’aeroporto di Milano-Linate”.
In questo senso anche noi diciamo che Malpensa deve avere il ruolo per cui è stata creata.
In conseguenza dei Decreti Burlando e di altre manovre spregiudicate, cioè gli spostamenti di voli (oltre che da Linate) da Fiumicino e da altri aeroporti del Nord, si è tentato di attribuire a Malpensa un altro ruolo: quello dell’hub che non c’è.
Questo ruolo contro il P.R.G.A. ha costretto 87 sindaci delle province di Varese, Novara e Milano a proclamare sul giornale “Ticinia” una manifestazione “Contro i soprusi e le illegalità di Malpensa”.
Questo aeroporto, non è stato sottoposto a Valutazione di Impatto Ambientale, malgrado fosse dovuta e tuttora non viene sottoposto a V.A.S. (Valutazione Ambientale Strategica) malgrado venisse sbandierata (prima della pubblicazione dell’attuale Piano industriale di Alitalia) la volontà di incrementare il traffico fino a 40 milioni di passeggeri ed oltre.
Numerose pubblicazioni, studi, convegni e la V.A.S. redatta dal Parco del Ticino hanno dimostrato che un tale aeroporto non è compatibile con questo territorio e, quindi, fa danno alla salute degli abitanti e, anche, dei lavoratori di Malpensa. Questo perchè, se è vero che gli abitanti dell’intorno aeroportuale (500.000 cittadini) respirano aria inquinata, non è che invece i lavoratori, per pochi e faticati Euro, respirano altro.
Ella sa bene che l’affermazione: “ il 70 per cento dei biglietti è staccato nel Nord Italia” è un’affermazione che non corrisponde al vero in quanto si tratta, forse, dei soli biglietti business class, quindi qualche per cento del totale. E come mai Fiumicino muove 30 milioni di passeggeri, ottavo nella classifica europea, e Malpensa con “solo” 20 milioni, è al quattordicesimo posto?
Ora Alitalia riporta a Fiumicino 20 voli del lungo raggio, li riporta da dove sono venuti e, di conseguenza, 134 voli feeder (corto raggio), a Malpensa non servono più: Lei, che si occupa di trasporti, capisce meglio di noi che è una razionalizzazione, capisce che, con questo piano, forse, la privatizzazione avrà successo: l’alternativa, sempre pronta, è solo il fallimento.
Noi diciamo: portare il servizio dove c’è l’utenza. Nel Nord ci sono 13 aeroporti, uno ogni 50 km., che realizzano, per l’utenza, un servizio migliore del sistema malpensocentrico.
Certo il piano di Alitalia crea un pesante problema occupazionale ma, secondo noi, conoscendone e condividendone le ragioni, per il Sindacato questo sarebbe il momento di indicare finalmente al Paese i responsabili di questa situazione: tutti quelli che hanno sostenuto le strategie pro-Malpensa degli anni recenti, strategie contrarie all’interesse nazionale.
L’alta concentrazione sia di voli che di lavoratori di Malpensa ha gonfiato una bolla destinata a scoppiare.
Siamo ora al punto in cui la bolla scoppia facendo pagare ai più deboli o, nella migliore delle ipotesi, ai contribuenti, gli errori di politici e amministratori.
Nel salutarLa, Le propongo la visita di:
http://www.unicomal.blogspot.com/
il blog per la decrescita felice di Malpensa

Gallarate, 4 dicembre 2007
UNI.CO.MAL. Lombardia
Il Presidente
Beppe Balzarini