mercoledì 5 dicembre 2007

Lettera aperta a Dario Grilanda

Egregio Segretario provinciale di Fit Cisl Varese,
leggo su “Varese news” il Suo intervento: "Malpensa deve avere il ruolo per cui è stata creata" e, naturalmente, non mi stupisco più: non è la prima volta che vengono scritte queste deformazioni della realtà, così come non è la prima volta che abbiamo (l’Unione dei Comitati e le altre Associazioni) l’opportunità di smentirle.
Per assurdo la Sua asserzione è, anche da noi, fortemente sostenuta, nel senso della lettera del Piano Regolatore Generale Aeroportuale (P.R.G.A.) di Malpensa, il quale definisce l’ampliamento dell’aeroporto con funzione "point to point" e non "hub". Stabilisce inoltre la crescita di Malpensa fino al limite di traffico di 12 milioni di passeggeri/anno “senza limitare la capacità operativa dell’aeroporto di Milano-Linate”.
In questo senso anche noi diciamo che Malpensa deve avere il ruolo per cui è stata creata.
In conseguenza dei Decreti Burlando e di altre manovre spregiudicate, cioè gli spostamenti di voli (oltre che da Linate) da Fiumicino e da altri aeroporti del Nord, si è tentato di attribuire a Malpensa un altro ruolo: quello dell’hub che non c’è.
Questo ruolo contro il P.R.G.A. ha costretto 87 sindaci delle province di Varese, Novara e Milano a proclamare sul giornale “Ticinia” una manifestazione “Contro i soprusi e le illegalità di Malpensa”.
Questo aeroporto, non è stato sottoposto a Valutazione di Impatto Ambientale, malgrado fosse dovuta e tuttora non viene sottoposto a V.A.S. (Valutazione Ambientale Strategica) malgrado venisse sbandierata (prima della pubblicazione dell’attuale Piano industriale di Alitalia) la volontà di incrementare il traffico fino a 40 milioni di passeggeri ed oltre.
Numerose pubblicazioni, studi, convegni e la V.A.S. redatta dal Parco del Ticino hanno dimostrato che un tale aeroporto non è compatibile con questo territorio e, quindi, fa danno alla salute degli abitanti e, anche, dei lavoratori di Malpensa. Questo perchè, se è vero che gli abitanti dell’intorno aeroportuale (500.000 cittadini) respirano aria inquinata, non è che invece i lavoratori, per pochi e faticati Euro, respirano altro.
Ella sa bene che l’affermazione: “ il 70 per cento dei biglietti è staccato nel Nord Italia” è un’affermazione che non corrisponde al vero in quanto si tratta, forse, dei soli biglietti business class, quindi qualche per cento del totale. E come mai Fiumicino muove 30 milioni di passeggeri, ottavo nella classifica europea, e Malpensa con “solo” 20 milioni, è al quattordicesimo posto?
Ora Alitalia riporta a Fiumicino 20 voli del lungo raggio, li riporta da dove sono venuti e, di conseguenza, 134 voli feeder (corto raggio), a Malpensa non servono più: Lei, che si occupa di trasporti, capisce meglio di noi che è una razionalizzazione, capisce che, con questo piano, forse, la privatizzazione avrà successo: l’alternativa, sempre pronta, è solo il fallimento.
Noi diciamo: portare il servizio dove c’è l’utenza. Nel Nord ci sono 13 aeroporti, uno ogni 50 km., che realizzano, per l’utenza, un servizio migliore del sistema malpensocentrico.
Certo il piano di Alitalia crea un pesante problema occupazionale ma, secondo noi, conoscendone e condividendone le ragioni, per il Sindacato questo sarebbe il momento di indicare finalmente al Paese i responsabili di questa situazione: tutti quelli che hanno sostenuto le strategie pro-Malpensa degli anni recenti, strategie contrarie all’interesse nazionale.
L’alta concentrazione sia di voli che di lavoratori di Malpensa ha gonfiato una bolla destinata a scoppiare.
Siamo ora al punto in cui la bolla scoppia facendo pagare ai più deboli o, nella migliore delle ipotesi, ai contribuenti, gli errori di politici e amministratori.
Nel salutarLa, Le propongo la visita di:
http://www.unicomal.blogspot.com/
il blog per la decrescita felice di Malpensa

Gallarate, 4 dicembre 2007
UNI.CO.MAL. Lombardia
Il Presidente
Beppe Balzarini

1 commento:

Anonimo ha detto...

Tempo fa scrissi così, mi piacerebbe sentire l'opinione in merito del blogger...

"Mi sono chiesto sempre fatto un po' di domande:
Il primo dubbio riguarda il perché un PRG debba stabilire il limite massimo di utilizzatori di un' infrastruttura come Malpensa e non, che ne so, di un'altra infrastruttura come, giusto per fare un esempio, la SS33 del Sempione? Perché non si chiede di chiudere al traffico le strade dopo che si è superato un certo numero di veicoli/anno? Quale è la differenza?

La seconda domanda che che mi pongo riguarda l'urbanizzazione selvaggia nei dintorni dell'aeroporto. L'aeroporto è in quella posizione da molto tempo, da più di sessant'anni, molto prima che venissero costruite gran parte delle abitazioni nelle vicinanze. Dove sono, oggi, le amministrazioni comunali che ai tempi hanno concesso i permessi edilizi? E chi ha comprato casa, ben conscio della presenza dell'aeroporto, magari pagandola anche di meno??

Infine, per concludere, mi chiedo quale sarebbe l'impatto economico sulla popolazione di un eventuale drastico ridimensionamento dell'aeroporto. Non mi riferisco solamente all'impatto occupazionale (Malpensa oggi è la più grande azienda della Lombardia per numero di personale impiegato), ma anche a tutto l'indotto, al mercato immobiliare etc etc

Sono consapevole del disagio che un aeroporto può comportare, ma non capisco perché non si prendano mai in considerazione i risvolti positivi che invece questa infrastruttura porta e soprattutto non si facciano mai proposte alternative costruttive e realizzabili..."