giovedì 10 novembre 2011

LETTERA AL DIRETTORE DE "LA PROVINCIA"

Gallarate, 1 agosto 2011

LA TERZA PISTA, LE OPINIONI E LE REGOLE NEL PAESE CIVILE

Egregio Direttore,

un’altra opinione è apparsa il 30 luglio su “La provincia di Varese” ed è quella di Anna Gervasoni, docente alla LIUC. Noi ascoltiamo tutte le opinioni ma, ovviamente, ci sentiamo in diritto di commentarle, se non di smentirle.

Innanzitutto in oggetto c’è un vasto progetto che comprende ben altro e dire “terza pista” risulta essere una semplificazione rispetto al complesso di opere contenute nel masterplan presentato da SEA.

Malpensa gestisce oggi ca. 18 milioni di passeggeri/anno con 2 piste ed è noto che può arrivare, con questa configurazione, almeno a 30 milioni di passeggeri.

Quindi per l’operatività di Malpensa la terza pista non serve: ma allora a cosa serve?

Le previsioni di crescita, per cui servirebbero terza pista ed ampliamenti vari, sono le stesse che si facevano 10-15 anni fa: tutte andate a vuoto. E le previsioni di oggi (N.B.: sempre previsioni, non dati di fatto) si avvereranno?

Proprio Anna Gervasoni, martedi 30 Gennaio 2007, su varesenews.it, sosteneva: “La missione di Malpensa è strettamente legata al business” (vedasi articolo allegato). L’avrebbe mai detto che oggi, senza 5,5 milioni di passeggeri low cost al T2, Malpensa avrebbe solo 13 milioni di passeggeri? Questa è la grottesca realtà attuale.

E’ stato depotenziato Linate (16 milioni di passeggeri al ’98) per fare grande Malpensa… che ora ne muove 13 milioni!

La capacità operativa oraria di Linate (32 movimenti/ora) è attualmente limitata a 18 movimenti per non cannibalizzare Malpensa, quindi Malpensa è anche bocciata dal mercato. Si, perché se si elevasse il limite di Linate da 18 a 24 oppure a 30 slot orari, gli slot orari disponibili sarebbero prontamente occupati da altrettanti voli che le varie Compagnie aeree sposterebbero da Malpensa. Questo lo dice il Presidente di Assoclearance, l’Ente che assegna gli slot negli aeroporti italiani. Ma cosa avverrebbe con un tale spostamento di traffico? Con 24 slot/ora ci potrebbe essere parità nel numero di voli tra Linate e Malpensa.

Con 30 slot/ora Linate potrebbe fare il sorpasso. Quindi: Malpensa, tanto rumore (e disastro ambientale) per nulla!

Ricordo un Convegno, c’eravamo anche noi, 25 ottobre 2002, Camera dei Commercio di Milano. Con il titolo “Malpensa ha 4 anni: perché non decolla?” si celebrarono le esequie dell’aeroporto.

Nel frattempo le azioni di Alitalia, prigioniera di Malpensa, erano passate, in 4 anni, da 5.000 a 400 lire.

Ma ancora si vuol continuare su questa strada?

Il prezzo dell’errore lo paga l’economia reale, lo pagano le categorie più deboli quando perdono il posto di lavoro precario per l’11 settembre, per il dehubbing, per le crisi ricorrenti… per le previsioni sbagliate e, siccome a pensar male non si sbaglia mai, forse non sbagliate, ma mirate a supportare i piani utili al business di pochi.

L’importanza di ampliare Malpensa sta nel business Real Estate costituito dal nuovo polo logistico che costerà la perdita di 300 ettari di bosco, il taglio, in un solo colpo, di 2 milioni di alberi sostituiti da 200.000 mq di cemento.

Benvenute quindi le opinioni ma, nel Paese civile, qualsiasi programma o progetto passa per il rispetto delle regole.

Malpensa offre un ampio quadro di regole non rispettate e questo vale per il passato e vale per il presente e noi lavoriamo perchè non valga più per il futuro.

Noi abbiamo presentato, con moltissimi altri soggetti (Comitati Associazioni, Sindaci e moltissimi cittadini), secondo il diritto messoci a disposizione dal Legislatore, le Osservazioni al Piano di Sviluppo presentato da SEA e, dal quadro che ne risulta, questo Piano non dovrebbe avere scampo.

Sempre che, nel Paese reale, non ci sia chi, supportato dal faccendiere di turno, da qualche uomo che sussurra ai potenti, riesca a orientare l’ago della bussola lontano dal corretto punto cardinale.


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