martedì 6 ottobre 2009

RIUNIONE DELLA COMMISSIONE AEROPORTUALE DI MALPENSA

Si riunisce oggi, 6 ottobre, la Commissione aeroportuale di Malpensa, costituita dai Comuni di "sedime", dai Comuni che subiscono elevati livelli di rumore degli aerei, dalle relative Province e Regioni, dalle ARPA, dalla Direzione aeroportuale e da altri soggetti. Obiettivo: non concludere nulla. Sì, perchè un obiettivo, per legge, esiste ed è quello di definire, "entro 90 gg dall'insediamento della Commissione", le rotte e le procedure per la minimizzazione del rumore. Minimizzazione è un eufemismo perchè il rumore degli aerei è un fenomeno acustico di demensione terrificante ma, proprio per questo, definire le rotte meno penalizzanti per i residenti è una questione urgente. Ma, siccome l'insediamento risale ad oltre 7 (sette) anni fa, ecco che i 90 gg sono trascorsi ormai quasi 30 volte. Ma cosa si fa dunque in questa Commissione? Si litiga, ovvio, perchè, per ridurre il rumore aereo su un Comune, si devono spostare le rotte su un altro, il quale non ci sta e si può continuare questo gioco all'infinito. Ed è proprio un gioco anzi, una strategia , perchè, distribuite del rotte, si deve aprire la cassa per distribuire ai Comuni i soldi raccolti con la tassa sul rumore... ed allora concludere i lavori a qualcuno non conviene. Ma i Comuni rappresentati in Commissione non comprendevano, inizialmente, tutti quelli che subiscono sorvoli ed elevato inquinamento acustico e così la Commissione è stata integrata con i Comuni di Castelletto sopra Ticino, Varallo Pombia, Pombia, Marano Ticino ed Oleggio (che avevano bussato per anni ai vari Ministeri), oltre alla Provincia di Novara ed alla Regione Piemonte. E cìè anche qualche altro Comune lombardo che, secondo noi, dovrebbe entrare in Commissione... Tali inserimenti hanno provocato nuove tensioni e discussioni all'interno della Commissione, altro tempo è trascorso invano ed ecco la convocazione diramata da ENAC per la riunione odierna in cui i rappresentanti piemontesi vengono retrocessi a semplici "osservatori" senza diritto di voto. Quindi ENAC, con una cortese formula di invito, esautora i Sindaci ed i rappresentannti della Provincia di Novara e della Regione Piemonte e l'esclusione dei rappresentanti piemontesi avviene contraddicendo il parere di due Ministeri. Si tratta sempre del solito gioco al rinvio? Questo è molto probabile perchè, ovviamente i piemontesi non staranno zitti, le discussioni saranno accese e la conclusione dei lavori sempre più lontana. L'aspetto più grottesco è costituito dal fatto che i Sindaci sono, nello stesso tempo, artefici e vittime del gioco al rinvio. C'è da chiedersi se se ne rendano conto...



Gallarate, 6 ottobre 2009

UNI.CO.MAL. Lombardia

martedì 30 giugno 2009

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LETTERA INVIATA AI SINDACI

LETTERA INVIATA DA UNI.CO.MAL. LOMBARDIA AI SINDACI
DEI COMUNI COMPRESI NEL PIANO D’AREA DI AMLPENSA, L.R. N.° 10/99:
Arsago Seprio, Busto Arsizio, Cardano al Campo, Casorate Sempione, Ferno, Gallarate, Golasecca, Lonate Pozzolo, Samarate, Sesto Calende, Somma Lombardo, Vergiate, Vizzola Ticino, Castano Primo, Nosate, Robecchetto con Induno, Turbigo.

OGGETTO: SENTENZA 11169/2008 DEL TRIBUNALE CIVILE DI MILANO
Egr. Sig. Sindaco,
Le trasmettiamo, per opportuna conoscenza, la Sentenza 11169/2008 - Quintavalle, emessa dalla Decima Sezione Civile del Tribunale di Milano, ed una relazione di sintesi, relativa alla medesima, redatta per nostro conto dal consulente ambientale Girardi Dott. Walter.
· Considerate le emissioni inquinanti degli aerei in decollo accertate per la rotta 280 che interessa la tenuta Quintavalle,
· Considerati i danni agli alberi provocati da queste emissioni, danni accertati ed indennizzati,
· Considerato che emissioni di uguale natura sono evidentemente presenti in corrispondenza delle altre rotte di decollo e di atterraggio e si diffondono sul territorio,
· Considerato che, in corrispondenza delle altre rotte, la presenza umana è preponderante rispetto a quella arborea,
· Considerato infine che è scientificamente accertata la cancerogenità dei predetti inquinanti,

· riteniamo possa sussistere grave pericolo per la salute umana.

Si pone quindi necessità ed urgenza di azioni appropriate.

Le chiediamo pertanto, ai sensi della legge 07/08/90 N. 241 e s.m.i, di volerci cortesemente informare in ordine alle azioni che la Sua Amministrazione ha intrapreso o intende intraprendere ai fini di tutelare la salute dei cittadini.
In attesa di cortese riscontro porgiamo distinti saluti
Gallarate, 20 aprile 2009
UNI.CO.MAL. Lombardia

CONFERENZA STAMPA: LETTERA AI SINDACI

SENTENZA 11169/2008 (QUINTAVALLE) DEL TRIBUNALE CIVILE DI MILANO
LETTERA DI UNI.CO.MAL. LOMBARDIA AI SINDACI

La sentenza 11169/2008 (Quintavalle) ha posto le condizioni per iniziare a ragionare sulla situazione relativa all’inquinamento prodotto dall’aeroporto di Malpensa e al relativo primo caso di “danno ambientale” causato da un aeroporto.
Preso atto che il risultato delle perizie disposte dal Tribunale di Milano ha confermato quanto rivendicato dall’Azienda Quintavalle ed ha motivato un significativo indennizzo, ci è sembrato automatico il sillogismo “alberi sotto agli aerei = danno ai vegetali, uomini sotto agli aerei = danno agli esseri umani.
Naturalmente non facile da dimostrare, ma:
· Che l’esposizione al rumore sia causa di ipertensione (studio H.Y.E.N.A.),
· Che lo studio “Salus domestica” abbia evidenziato differenze nella qualità della vita di chi abita vicino rispetto a chi abita lontano dall’aeroporto di Malpensa,
· Che l’accordo di delocalizzazione confermi l’esistenza del danno ambientale,
· Che vicino agli aeroporti si viva, in media, 10 anni meno,
ci autorizza a sostenere che sia necessaria maggiore attenzione da parte di tutti, enti locali in primis, sulla questione relativa alla qualità dell’aria e alla qualità della vita, entrambi principi costituzionali garantiti, su cui un Sindaco dovrebbe porre la propria attenzione.
Ecco dunque che, nota la sentenza Quintavalle, evidente lo scarso interesse che ne è seguito, UNI.CO.MAL. Lombardia ha scritto ai Sindaci dei Comuni compresi nel “Piano d’Area di Malpensa” (L.R. N.° 10/99) una lettera per risollevare l’attenzione sul problema.
Ci è sembrato utile allegare alla lettera inviata ai sindaci, oltre al testo integrale della sentenza, una relazione di sintesi sulla sentenza Quintavalle scritta da un consulente ambientale.
E’ altresì evidente che non stiamo puntando ad un indennizzo, cioè non si tratta di “soldi in cambio della salute”, si tratta invece, secondo noi, di accertare, con gli strumenti stabiliti dalle leggi vigenti, quale sia il limite di impatto ambientale sopportabile e compatibile con la residenza umana.
L’attuale situazione di traffico aereo ridotto non ci può illudere che “l’aeroporto sia finalmente ridimensionato” perchè sono noti i piani del gestore SEA e delle molte Istituzioni che puntano non solo al recupero del traffico perso ma al raddoppio (45-50 milioni) nel volgere dei prossimi anni. *
Considerato l’insopportabile disagio causato dai 7-800 voli/giorno degli anni 2006 e 2007, quale vivibilità possiamo ipotizzare per i 38 Comuni esistenti nel raggio di 10 chilometri dalle piste quando il traffico sarà di 1500-1600 movimenti aerei/giorno?
Ritenendo possa sussistere grave pericolo per la salute umana si pone quindi, secondo UNI.CO.MAL. Lombardia, necessità ed urgenza di azioni appropriate.

* Il Presidente di Assoclearance, Ente che assegna gli slot del traffico aereo, ha in questi giorni dichiarato: “La richiesta di slot su Linate è già pressante, ora che si intravede la possibilità di avere più slot, si scateneranno tutti i vettori, le Compagnie che sono a Malpensa chiederanno tutte di spostarsi a Linate (Repubblica, 21/05/09, pag. 29). E’ l’ennesima conferma che “l’operazione Malpensa” è contraria al mercato: da quanti anni lo stiamo dicendo?
Gallarate, 22 maggio 2009
UNI.CO.MAL. Lombardia

AEROPORTO DI MALPENSA

Venute meno le condizioni che avevano portato alla sospensione
della procedura d'infrazione per carenze nella procedura di VIA

Il 14 aprile scorso Monica Frassoni, Presidente del gruppo dei Verdi al Parlamento Europeo, ha presentato un'interrogazione scritta alla Commissione europea in merito all'aumento del traffico di aeromobili e passeggeri allo scalo di Malpensa.
La procedura d'infrazione per la mancata realizzazione della Valutazione d'Impatto Ambientale (VIA) per la costruzione del terzo/terzo dell’aerostazione e per il terzo satellite era stata archiviata nell'aprile 2006 a fronte dell'impegno delle autorità aeroportuali di non aumentare il volume del traffico oltre il limite di 21,3 milioni di passeggeri/anno.
Tale impegno era stato formalmente dichiarato ed assunto dall’allora Ministro dell’ambiente Matteoli che, come da UNI.CO.MAL. Lombardia e dalle altre Associazioni ambientaliste era stato chiaramente evidenziato, aveva adottato questo strategia per evitare la procedura d’infrazione, sconfessando una precedente relazione degli uffici del suo Ministero in cui si ammetteva la necessità di sottoporre a VIA le opere contestate.
Risulta ora dai dati Assaeroporti (http://www.assaeroporti.it) che il traffico nel 2006 è stato di 21,6 milioni di passeggeri mentre nel 2007 è stato di 23,9 milioni di passeggeri, quindi ben 2,5 milioni di passeggeri oltre il limite fissato.
L'Eurodeputata Verde ha in proposito dichiarato: “Certo ci si poteva stupire che alla decisione di ampliare le strutture aeroportuali di Malpensa non corrispondesse un aumento del traffico... A pochi anni di distanza si vede infatti che ancora una volta il Governo italiano si è impegnato a fermare l'azione della Commissione europea piuttosto che tutelare l'ambiente e i cittadini realizzando la necessaria VIA.”
Monica Frassoni ha anche aggiunto: "Nella mia interrogazione, oltre a verificare che la Commissione sia in possesso dei dati dell'Assaeroporti, chiedo di sapere che misure intenda adottare in assenza di Valutazione d'impatto delle stesse opere in relazione alla presenza nelle aree confinanti di siti di rilevanza comunitaria per la tutela degli habitat e delle specie protette: S.I.C. (Sito di Importanza Comunitaria) e Z.P.S. (Zona a Protezione Speciale)."
Di fronte all’evidente volontà dei poteri economici di sacrificare l’Ambiente allo sviluppo incontrollato ed immotivato di Malpensa, noi continuiamo a chiederci se dilapidare un patrimonio come il Parco del Ticino, dichiarato dall’UNESCO “Riserva della Biosfera”, è un lusso che ci possiamo permettere.
Gallarate, 4 maggio 2009
UNI.CO.MAL. Lombardia

martedì 10 febbraio 2009

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I FRUTTI DELLA MALAPOLITICA LOMBARDA

Si può ormai affermare che Milano, secondo un proverbio che è proprio nato qui, abbia fatto il fatidico “passo più lungo della gamba”, perché tutti i sogni di gloria stanno ingloriosamente franando.
L’EXPO, trionfalmente ottenuto, è già una palla al piede: tifavamo Smirne e c’era chi ci guardava incredulo, ma il vero trionfo sarebbe stato perdere la gara. La sanità lombarda, su cui si è speso senza risparmio l’aggettivo “eccellenza”, perde i colpi, anzi i cateteri, e stiamo parlando di una tragedia.
I titolari dell’Ambiente ricoprono il ruolo dell’assenza. Il Ministro: non pervenuto. L’Assessore regionale: da illustre sconosciuto è ora in prima pagina per un paio di villette. Ci sono forse problemi ambientali? L’ASL dice che, a Milano, “non meno di 300/400 eventi di morte sono attribuibili ogni anno all’inquinamento atmosferico” ma Formigoni chiede all’U.E. di alzare le soglie (400 morti sono pochi?), però Eluana deve vivere.
E, per favore, non diamo la colpa al caso o alla malasorte. E', piuttosto, mala-politica, come vediamo a Mal-pensa, un guaio ormai decennale che ha dato il più recente colpo di coda a firma del Presidente della Nuova Alitalia Roberto Colaninno. “Malpensa? Non vado mai: da Verona volo a Francoforte”, ha detto il Presidente di CAI, ed i nordisti sono insorti scandalizzati.
Noi commentiamo che Colaninno rappresenta il mercato ed ha semplicemente dimostrato che il sistema “malpensocentrico” è contro il mercato. Se non ci fossero i voli low cost che attirano gli utenti da distanze siderali con tariffe stracciate il traffico a Malpensa sarebbe ormai in linea con il P.R.G.A., non più di 300 voli al giorno.
E’ stata costruita la superstrada Malpensa-Boffalora per collegare l’aeroporto alla A4 Milano-Torino ed è vuota, il traffico non c’è. A fronte di un danno ambientale enorme, il beneficio sociale è nullo.
Da Malpensa a Linate, con la legge del contrappasso. Chi oggi difende eroicamente il city airport dagli attacchi di C.A.I.-Alitalia (ancora Colaninno...), fino a ieri non batteva ciglio quando il decreto Bersani riduceva la capacità operativa di Linate da 30 a 10 movimenti/ora bruciando con poche righe la gallina dalle uova d’oro da 16 milioni di passeggeri all’anno, vero gioiello di S.E.A. La “grande” Malpensa ha superato tale traffico solo per pochi anni e solo grazie alla smobilitazione di Linate.
Li abbiamo visti soddisfatti quando fu chiusa la dogana a Linate per ostacolare chi, partendo da questo aeroporto, poteva “fare hub” a Parigi, Londra o altrove. Personaggi con due facce: da un lato chiedono misure protezionistiche, dall’altro il mercato.
Chi oggi difende Linate era favorevole, solo due anni fa, alla mozione del Consiglio regionale che chiedeva tasse aeroportuali più alte a Linate per indurre le Compagnie a trasferire voli a Malpensa.
Il mal-governo ha gonfiato la bolla della abnorme concentrazione di voli e di occupati a Mal-pensa, e la bolla è scoppiata facendo pagare ai più deboli, i lavoratori, gli errori di politici ed amministratori.
Sono i frutti della rapacità ed improvvisazione dei politici di grande visibilità e di bassa qualità. Ma questi non si fermano, ripartono con le stesse strategie.
E’ infatti noto che SEA e Regione Lombardia sono i committenti dello studio per la realizzazione della terza pista di Malpensa. Però la Regione non risponde ai documenti firmati dai Sindaci che chiedono esplicitamente la V.A.S. (Valutazione Ambientale Strategica) sugli sviluppi in cantiere, in progetto e previsti. L’ultima richiesta firmata dai 9 Sindaci del C.U.V. è del 23/09/08: nessuna risposta.
Nei giorni scorsi è stato detto che Alitalia chiude il cargo a Malpensa, ma tutti hanno capito “la chiusura di Cargo City”: ecco come si crea l’allarmismo. In realtà lo stop riguarda ca. 4 voli cargo di Alitalia mentre le altre Compagnie rimangono.
Malpensa, definita grande opportunità occupazionale, ha invece creato disoccupati: sono le vittime che pagano, purtroppo, le forzature contro il mercato del “Partito (degli affari) di Malpensa”, forzature che, inevitabilmente, il mercato ha dovuto correggere con i piani industriali di Alitalia, prima, e di Alitalia-CAI, dopo.
Le infrastrutture, ci insegnano gli esperti, scambiano danno ambientale con beneficio sociale, peccato che Malpensa, da dieci anni, produca danno ambientale e maleficio sociale.
La dimostrazione? E’ nelle cronache di tutti i giorni, dove i politici cavalcano ormai il “problema Malpensa” (definitivamente solo problema, nessuno usa più definirlo “opportunità”) da una campagna elettorale all’altra intrecciandolo con falsità e promesse. E, siccome il 7 giugno prossimo le urne saranno ancora aperte, prepariamoci, altri danni sono in arrivo.

Gallarate, 7 febbraio 2009
UNI.CO.MAL. Lombardia
Il Presidente
Beppe Balzarini

mercoledì 7 gennaio 2009

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I FALSI PROBLEMI DI MALPENSA

Se fossimo quel Paese civile che in molti sogniamo, se il buon senso delle persone ragionevoli guidasse l’analisi dei problemi per trovarne le soluzioni adatte non saremmo, da dieci anni ormai, tra alti e bassi incredibili, nel pantano di Malpensa.
Tranne i pochi con memoria storica, tranne qualche “addetto ai lavori” che però glissa, i più, condizionati dal battage pubblicitario del “Partito del Nord”, ignorano che Malpensa doveva essere semplicemente l’aeroporto point to point affiancato a Linate per assorbirne il traffico aereo in eccesso rispetto alla sua capacità operativa, crescendo fino al limite stabilito nel P.R.G.A. (Delibera del Consiglio Regionale Lombardo N. IV/274 del 03/06/86) di 100.000 voli/anno ossia, all’incirca, 12 milioni di passeggeri.
Per un insieme di motivi che è più semplice definire “malgoverno” (del territorio, del sistema aereo, ecc.) i fatti si sono svolti diversamente e, già in data 19 novembre 2000, ben 87 sindaci delle province di Varese, Novara e Milano firmarono “Ticinia”, un manifesto “Contro illegalità e soprusi di Malpensa”.
Ma siamo ormai a questi giorni di ira leghista e nordista per le scelte di C.A.I. in materia di aeroporti e slot.
Vorremmo proporre una riflessione su Malpensa, ovvero sulle ragioni in base alle quali ne viene rivendicato, dal “Partito del Nord”, un particolare ruolo.
“Malpensa è il motore dello sviluppo del nord”, “E’ l’hub degli affari”, “E’ la madre di tutte le battaglie”: questi ed altri slogan sono e sono stati parole d’ordine che hanno affascinato gli elettori e prodotto effetti evidenti nei risultati elettorali dello scorso anno. La difesa di Malpensa premia!!!
Il primo tema che proponiamo è dunque: chi o che cosa stabilisce il ruolo, la capacità operativa, di un aeroporto? Quali destinazione collegare, quale numero di frequenze quotidiane e settimanali? Prescindendo dalle leggi in materia di Valutazioni di Impatto Ambientale e dal P.R.G.A. (cosa che è puntualmente avvenuta nel caso di Malpensa) la risposta è: il mercato. Dunque Malpensa, che nei suoi dieci anni ha vissuto alti e bassi sorprendenti, si è di volta in volta adeguata al mercato? Per quanto riguarda la crescita del traffico, avendo seguito con attenzione le vicende del decennio, troviamo una risposta negativa.
La crescita del traffico a Malpensa è derivata da trasferimenti forzati di voli da Linate, da Fiumicino e da altri aeroporti del centro nord nell’obiettivo di un sistema “malpensocentrico” asservito al business che la grande concentrazione di voli e passeggeri veniva a creare: operazioni contrarie al mercato. Dietro alle riduzioni di traffico a Malpensa troviamo invece sempre la scure impietosa del mercato: così è stato già nel 2000. In quell’anno il Ministro dei Trasporti Bersani, dopo aver autorizzato con un suo primo decreto il trasferimento di ulteriori 160 voli da Linate a Malpensa, forse capendo che qualcosa non andava per il verso giusto, rialzò con un successivo decreto il limite operativo di Linate, precedentemente abbassato da 30 a 10 movimenti/ora, e lo portò a 18. I 18 movimenti/ora furono immediatamente occupati da voli che... invertirono la rotta, lasciando Malpensa. E contro il mercato il “partito di Malpensa” riuscì persino a far scrivere, in una mozione approvata dal Consiglio regionale lombardo il 28/10/2006, la richiesta di tasse aeroportuali più alte a Linate e più basse a Malpensa, (testualmente: “la riarticolazione dei diritti di scalo tra Linate e Malpensa”), giusto per far capire cosa pensasse del mercato. Veniamo al Piano industriale di Alitalia firmato da Maurizio Prato nel 2007. Dopo il primo tentativo di vendita di Alitalia, andato a vuoto per i troppi “paletti”, tra cui il mantenimento di due hub, l’Azionista Padoa Schioppa capì che per raggiungere l’obiettivo serviva un Piano industriale secondo il mercato, cioè il ridimensionamento di Malpensa a favore di Fiumicino, ponendo fine alla catastrofe economica dei due hub, fonte solo di doppi costi. Il de-hubbing di Malpensa stava per produrre il risultato voluto ma poi, per i motivi che sappiamo, Air France lasciò la partita e così, invece di 2000 esuberi con i francesi, l’italianità di C.A.I. lascia a terra 10.600 disoccupati. Abbiamo poi visto cosa ha prodotto il mercato a Malpensa quando sono state tolte “protezioni” da paese d’oltrecortina.
A proposito dell’occupazione abbiamo scritto da tempo: “L’abnorme concentrazione di voli e di lavoratori (per il mancato rispetto dei limiti del PRGA) costituiva a Malpensa una bolla destinata scoppiare. E’ infatti scoppiata facendo pagare ai più deboli (i precari) o, nella migliore ipotesi, ai contribuenti (per chi va in CIG) gli errori, anzi gli orrori, di Politici, Amministratori e Sindacati” e tutti questi insistono nell’errore...
Tralasciando il fatto che noi, da anni, proponiamo che Malpensa venga inquadrato nel “sistema aeroportuale del Centro-Nord”, 18 aeroporti più comodi perchè più vicini all’utenza e con altre peculiarità come tante volte abbiamo già scritto, quale proposta di traffico formulare per Malpensa? Proprio per questo auspichiamo il buon senso delle persone ragionevoli di cui dicevamo. Con una semplice analisi origine/destinazione dei passeggeri si potrebbe calcolare quali e quanti voli servano a Malpensa. Ci chiediamo da anni, visto che l’hub italiano era ed è Fiumicino, perchè Milano ne dovesse avere anche uno suo, un tentativo di hub bocciato dal mercato.
Milano e la Lombardia avevano già raggiunto da anni un livello economico importante quando fu inaugurata Malpensa. Quindi Milano era Milano anche prima di Malpensa. Ora però il ruolo di Malpensa, sicuramente importante, sembra essere irrinunciabile. Servono dunque uno o più voli da Malpensa verso una o più destinazioni continentali o intercontinentali? Se l’indagine origine/destinazione dice che i passeggeri ci sono, si istituiscano i voli. Se i passeggeri esistono ma in un bacino molto ampio, vadano all’hub di Fiumicino. I voli che Alitalia riportò col de-hubbing a Fiumicino, oltre a costituire numerosi doppioni, cioè voli in doppio su Linate e Malpensa e su Malpensa e Fiumicino, cioè raddoppio dei costi, avevano spesso bassi coefficienti di riempimento: nei giorni del de-hubbing lo scrisse persino il Corriere della Sera (“Le rotte in perdita di Malpensa”, A. Baccaro). Sottolineo la sentenza del mercato: con due hub Alitalia non interessò a nessuno, con solo Fiumicino ad Air France interessò.
Un ricco, in quanto tale, non si limita ad una sola auto, una sola casa... ecc. Milano è così ricca da dover avere un aeroporto con tali e tanti collegamenti verso tutto il mondo (l’accessibilità aerea: ma cosa significa?) senza che ci sia reale giustificazione di traffico, cioè un vero motivo trasportistico? In questi tempi le Compagnie aeree operano in sinergia in alleanze che permettono di abbattere i costi, tagliano o riducono le frequenze dei voli sulle destinazioni meno remunerative ed hanno tutti gli occhi sui bilanci. Alitalia, per la dabbenaggine di pochi (o forse di molti?), ha continuato a rinviare la soluzione del proprio problema, continua a costare cifre enormi al contribuente ed è ancora in balia del dualismo Air France-Lufthansa, di chi parla di “multi-hub” (che è una cosa che non esiste) e di chi la vuole a Milano piuttosto che a Roma oppure sia a Milano che a Roma.
A Malpensa, ultimo ma non il meno importante, c’è il problema ambientale. Non ci stanchiamo di ricordare che l’aeroporto è interamente nel Parco lombardo della Valle del fiume Ticino, che si progetta di ampliarlo con una terza pista e con altri terminal per i passeggeri e che viene sistematicamente e colpevolmente coperto da silenzio che l’inquinamento, sia acustico che atmosferico, è oltre i limiti tollerabili. La recente sentenza Quintavalle, emessa dal Tribunale di Milano (che obbliga S.E.A. ed il Ministero dei Trasporti a versare un indennizzo di 5 milioni di Euro alla “Tenuta 3 Pini” che si trova a Somma Lombardo sotto una rotta di decollo) ha finalmente rotto il muro di omertà e silenzio e speriamo che altri procedimenti confermino questa tendenza. Sotto alle 5 rotte di decollo ci sono, nel raggio di 10 km, 38 Comuni, non certo sorti dopo Malpensa e, nel raggio di 15 km, i Comuni sono 88, gli abitanti 500.000. Contano solo gli affari e non la salute di mezzo milioni di persone? Possibile che ci sia un fronte bipartizan, tutti in sintonia con il “Partito (degli affari) di Malpensa? Possibile che anche il centrosinistra dica le stesse cose che dice Formigoni? Se il centrosinistra vuole proporsi come forza politica alternativa a Formigoni dovrà anche proporre un programma politico alternativo a quello di Formigoni: se dice le stesse cose perchè mai l’elettore dovrebbe cambiare?
L’attuale crociata in difesa di Malpensa ci conferma che c’è chi è determinato a sacrificare l’Ambiente allo sviluppo incontrollato ed immotivato di Malpensa: dilapidare un patrimonio come il Parco del Ticino, dichiarato dall’UNESCO “Riserva della Biosfera”, è un lusso che ci possiamo permettere?
Gallarate, 7 gennaio 2009
UNI.CO.MAL. Lombardia

venerdì 2 gennaio 2009

REPLICA A SPERONI

Lettera a "La Prealpina"
Egregio Direttore,
ammetto che UNI.CO.MAL. Lombardia fosse col fiato sospeso nell’attesa della risposta alla mia “Lettera aperta a Giancarlo Giorgetti”, ma è una sorpresa che la risposta stia in un’intervista di Federico Bianchessi a Francesco Speroni. E dopo la sorpresa ecco la delusione. Ci aspettavamo delle argomentazioni pertinenti, un intervento i cui contenuti corrispondessero, pragmaticamente, alle dimensioni ed alla portata del business e dell’impatto ambientale dell’aeroporto di Malpensa. Invece nulla di questo. Speroni dice, innanzitutto, che dopo 26 anni è lecito cambiare opinione perchè “la nostra opposizione di allora aveva come oggetto un grande scalo, con tre piste”, ecc. Ma cosa c’è di diverso? E’ proprio quello che sta nell’attuale Piano industriale di S.E.A. (che la Lega appoggia), Piano che contempla tre piste ed una crescita del traffico fino al limite di saturazione dell’aeroporto, cioè con tanti voli quanti ce ne possono stare, a prescindere dagli impatti ambientali. Questa è, in parole povere, l’indicazione dello studio del Mitre (Center for Advanced Aviation System Development) di Washington, presentato il 18 novembre scorso presso l’Università Bocconi di Milano, in assenza di qualsiasi politico. Speroni aggiunge che questa Malpensa “ha superato la Valutazione di Impatto ambientale”, dice che ha “raggiunto un equilibrio accettabile grazie al fatto che gli aerei moderni inquinano e disturbano meno di quelli degli anni ‘80”. Forse giova ricordare a Speroni che la Malpensa, al contrario di quanto lui asserisce, non ha mai superato alcuna Valutazione di Impatto Ambientale (può leggersi al riguardo il Decreto Ronchi-Melandri, 25/11/99) e che vi volano ancora aerei degli anni ’60 e ’70 e ’80, come è noto a tutti e come gli può confermare anche S.E.A. Speroni deve tener presente che, oltre ad avere “memoria storica”, noi conserviamo anche i documenti. Quindi, siccome Speroni accusa me di distorcere la verità storica, ribadisco che le accuse di Bossi, da me riportate, sono ancora attuali perchè l’attuale Malpensa si conferma quella che causò gli anatemi del Capo leghista: avete cambiato opinione ma, siccome l’aeroporto si conferma lo stesso, le accuse di Bossi ricadono ora su di voi. Da più parti, noi che ci occupiamo quotidianamente dei guai di Malpensa, sentiamo dire spesso che “su Malpensa è mancato il controllo della politica”. Lei ce lo conferma. Ci conferma che la politica non si interessa di Malpensa, non è informata. Malpensa è, per i politici, uno scatolone chiuso di cui ignorano il contenuto, la storia, le regole non rispettate ed anche la dichiarazione su “illegalità e soprusi di Malpensa” firmata, su quel monolito che è “Ticinia”, da 87 Sindaci delle Province di Varese, Novara e Milano.
Per concludere. In Provincia di Varese c’è una colonia del Comune di Milano: Malpensa e dintorni. Nei dintorni di Malpensa ci sono, nel raggio di 10 km., 38 Comuni. Sono addirittura 88 i Comuni nel raggio di 15 km., con 500.000 abitanti sotto le rotte, cittadini che subiscono tutti i giorni l’inquinamento certificato dalla recente, pesante, “sentenza Quintavalle” emessa dal Tribunale di Milano. Una sentenza e non un’opinione. Questa colonia abitata da 500.000 cittadini è gestita nell’interesse del Comune di Milano e di lobby affaristiche i cui interessi non coincidono con quelli dei cittadini: tutto questo ci deve andar bene? Dobbiamo subire e tacere? Anche i disoccupati a causa degli errori di programmazione di Malpensa devono tacere? Vorrà mai la politica occuparsi del problema Malpensa? Riteniamo questi temi meritevoli di un confronto a cui la politica si è sempre sottratta.
31 dicembre 2008
Beppe Balzarini
Presidente di UNI.CO.MAL. Lombardia (Unione Comitati del Comprensorio di Malpensa per la tutela dell’Ambiente e della Salute)