martedì 19 dicembre 2006

LETTERA A "LA PREALPINA"

Carissimi amici,
La Prealpina di giovedi 14 dicembre mi ha gentilmente pubblicato una lettera su Malpensa e la questione ambientale, salvo titolarla in modo ironico e aggiungendo un sarcastico commento del direttore all'indirizzo del sottoscritto e per riflesso a tutto il mondo ambientalista.

Sono grato al giornale per avermi ospitato ma ciò non riduce la mia irritazione per il tentativo di banalizzare il problema e di irridere di chi alla difesa dell'ambientale dedica tempo ed energie.

Di seguito e in allegato il testo della mia lettera con, in corsivo, il titolo della Prealpina e in fondo il commento del direttore.

Vi invito a scrivere alla Prealpina per esprimere il vostro pensiero all'indirizzo:
prealpina@prealpina.it

Grazie per l'attenzione e cordiali saluti.
Gianfredo Ruggiero

Diventar......Verdi (titolo della Prealpina)
Egr. direttore, la stazione del Malpensa Express di Lonate - Ferno, completata nel lontano 1999 e costata svariati miliardi di vecchie lire, non è mai entrata in funzione.
Questa “cattedrale nel deserto”, realizzata a tempo di record e poi completamente abbandonata, doveva contribuire, nelle intenzioni inconfessabili dei nostri politici e imprenditori, a creare nell’opinione pubblica locale l’illusione che con Malpensa saremmo diventati tutti ricchi, che l’ampliamento dell’aeroporto avrebbe portato lavoro per tutti, benessere diffuso e nuovi servizi a vantaggio delle popolazioni residenti. Tutto questo per far digerire le devastazioni ambientali e l’aumento impressionante dell’inquinamento acustico e atmosferico causati dal nuovo aeroporto.
La realtà è invece ben diversa e sotto gli occhi di tutti. Malpensa ha portato sì lavoro, ma precario ed extracomunitario (le attività che impiegano il maggior numero di lavoratori quali catering, facchinaggio e pulizie, sono affidate a cooperative esterne che assumono prevalentemente extracomunitari, gli unici in grado di accettare condizioni di lavoro e retributive al limite dello sfruttamento).
Malpensa sta realizzando sì nuove strade, ma per camion e TIR che le solcheranno a centinaia, giorno e notte, per portare i prodotti provenienti dall’oriente e destinati ai nostri mercati e a tutta Europa (con buona pace di chi, leghisti in testa, tuona ad ogni piè sospinto contro l’invasione di prodotti cinesi salvo poi costruirgli un aeroporto su misura).
Riguardo all’ambiente, poi, il Parco del Ticino, zona classificata dall’UNESCO come riserva naturale della biosfera e per tale motivo “protetta”, è invaso da attività d’ogni genere: capannoni industriali, mega parcheggi, centri commerciali, grandi alberghi… A ciò si aggiunge l’incubo della terza pista, che se realizzata darebbe il colpo di grazia a ciò che resta del nostro parco naturale, con danni irreparabili al delicato equilibrio ecologico dell’intera Valle del Ticino.
Senza contare gli enormi costi che il nostro Comune deve sostenere per assicurare all’aeroporto i servizi di Polizia Urbana e amministrativi, cui si aggiungono le spese per la sicurezza a seguito dell’aumento della criminalità indotta dal nuovo scalo (da Malpensa transita di tutto, droga compresa).
Questo è il prezzo da pagare per il progresso e per lo sviluppo della nostra terra? No, è il conto che tutti noi paghiamo per consentire ad alcune multinazionali estere, che han fatto man bassa di terreni nel pieno del Parco del Ticino, alle società d’importazione e alla Sea (la società di gestione dell’aeroporto di proprietà del Comune di Milano e della Provincia di Varese) di consolidare i propri bilanci. Cosa legittima, quest'ultima, se non avvenisse a scapito del nostro ambiente e della nostra salute.
Grazie per la consueta ospitalità e cordiali saluti.
Gianfredo RUGGIERO, presidente del circolo culturale Excalibur

Commento del Direttore de "La Prealpina":
Comprendo che la Sua più grande ambizione sia di girare a piedi, forse a dorso di mulo, vestito di pelli d’animale, cacciare con arco e frecce, cibandosi solo di radici, e vivendo in una capanna riscaldata dal falò di qualche ramo secco raccolto qua e là. Ma non condivido! Il progresso ha portato enorme benessere a tutti. Occorre però prestare più attenzione alla natura, ma senza diventare "Verdi"... di invidia.

giovedì 14 dicembre 2006

L'INTERVENTO DI UNICOMAL AL CONVEGNO "LAVORO E AMBIENTE"

Voglio sottolineare l’importanza dell’evento odierno in cui, per la prima volta, si confrontano le ragioni ambientali e le ragioni occupazionali relative al problema Malpensa e, ribadisco, problema e non opportunità.
Noi ambientalisti comprendiamo le ragioni dell’economia, concordiamo con la difesa dei diritti dei lavoratori, ma non siamo d’accordo sull’assioma, storicamente consolidato, che dice: “i posti di lavoro a qualsiasi costo”.
Lo sviluppo e le ragioni dell’economia devono essere considerati valutando l’impatto dei progetti secondo quanto prescritto dalle leggi.
Negli anni ’70 un’azienda del gruppo Montedison scaricava nel mare di Follonica i tristemente famosi fanghi rossi di Scarlino, residuo della lavorazione del titanio. Dopo esposti e denunce il Magistrato decretò che lo scarico doveva cessare. L’azienda, per non investire nella depurazione, minacciò la chiusura ed il Magistrato, sottoposto alle pressioni sindacali, ritirò l’ordinanza per salvare 200 posti di lavoro. Ma l’anno dopo, per motivi aziendali, i 200 posti saltarono comunque.
Quanti anni sono trascorsi? Abbiamo imparato qualcosa? Pare di no.
Un anno fa, dicembre 2005, convegno organizzato dal movimento NO-TAV a Torino.
Argomentazioni pesanti, motivazioni inconfutabili, presenze illustri: esperti, tecnici, sociologi, persino un sindacalista molto noto ed esposto sullo sviluppo di Malpensa ma, sorpresa, non diceva le stesse cose, no, diceva che, in principio, ci aveva creduto, ma poi aveva capito. Aveva capito, diceva, che lo scambio posti di lavoro ambiente non regge, che le infrastrutture troppo grandi producono più danno che beneficio e quindi confermava, con la sua esperta e documentata opinione, che (anche) alla TAV in Val di Susa era contrario pure lui e dava il suo appoggio alla lotta dei valsusini. Bene, pensammo, abbiamo un nuovo alleato a Malpensa ma, noi ingenui, dovevamo ancora scoprire che tali personaggi hanno, nel loro guardaroba, una divisa per ogni tavolo.
Voglio sottolineare che non mettiamo in discussione il ruolo sindacale, quello che non condividiamo è l’abbandono della mission propria del sindacato, la tutela dei lavoratori.
Tutela dei lavoratori è anche non collaborare alla creazione di mostri gonfiati il cui miraggio attira migliaia di lavoratori che poi, quando il mostro si sgonfia, si trovano ad essere gettati dalla finestra senza paracadute.
A volte l’azione sindacale si riduce a mera tutela dell’occupazione e quindi, a ragione o a torto, le associazioni sindacali vengono incolpate dei dissesti aziendali (Ferrovie, Alitalia).
A volte la tutela è, aprioristicamente, per gli interessi dell’imprenditore e quindi, ed è il caso di Malpensa, incuranti del fatto che c’è un piano regolatore non rispettato e quindi l’ambiente e la salute degli abitanti ne subiscono un sopruso enorme, si appoggia lo sviluppo incontrollato in nome dell’occupazione che, noi lo diciamo da almeno 5 anni, è precaria, dequalificata, malpagata e viene contata e ricontata 2 o più volte.
L’anno scorso, dopo un’esagerata enfasi sull’occupazione, a cura dell’ufficio propaganda di SEA, fonti sindacali hanno reagito e denunciato, finalmente, che l’aeroporto è purtroppo il tempio del lavoro precario, già oltre il 65%, e questo lo si sapeva già ma diciamo noi da anni, Malpensa, in ultima analisi, crea disoccupati e disadattati, quindi un pesante costo sociale.
Chi non crede chieda ai servizi sociali dei comuni del circondario, i comuni della cosiddetta “Grande Malpensa”.
Aggiungo che, chi sostiene le falsità propagandistiche lanciate a supporto dello sviluppo esagerato di questo aeroporto, è complice e come tale è colpevole del danno provocato ai comuni, agli abitanti a tutto l’ambiente del parco del Ticino.
Voglio qui ricordare un assioma che abbiamo imparato dagli esperti di questa materia: le infrastrutture scambiano danno ambientale e beneficio sociale, Malpensa invece produce danno ambientale e maleficio sociale.
E allora la domanda è: riusciranno mai i sindacati a capire che non basta la mera tutela dei posti di lavoro avulsa dal contesto generale?
Noi diciamo: non vogliamo soldi in cambio della salute e lo diciamo perchè, oltre a Scarlino, ci ricordiamo anche della diossina dell’Icmesa di Seveso, del PCB della Caffaro di Brescia... di Bophal, India, solo alcuni nomi in un lunghissimo elenco di tragedie non casuali ma determinate dalla vittoria delle ragioni dell’economia sulle ragioni dell’ambiente e della salute: una sconfitta per tutti.
Ripeto la domanda: sindacalisti, quando capirete?

Gallarate,11/12/2006

giovedì 7 dicembre 2006

IL DUALISMO MALPENSA-FIUMICINO

AEROPORTI E ALITALIA: LOBBIES A CONFRONTO E... IL RITORNO DI PRODI

Quando fu inaugurata Malpensa 2000 il dualismo tra i due aeroporti non esisteva, Fiumicino si lasciò sottrarre numerosi voli ed Alitalia si lasciò attirare nella trappola del secondo hub... e poi si videro i risultati: nei primi 4 anni (1998-2002) il deficit di Alitalia divenne una deriva fuori controllo ed il titolo in borsa passò da 5.000 lire a 0,20 €.
Strano? No, ovvio: nessuna Compagnia ha due hub, perchè è una situazione che raddoppia i costi (ma non i ricavi) e lo si è visto nei bilanci di Alitalia.
Da allora, infatti, Alitalia viene tenuta in vita con un accanimento terapeutico mangiasoldi palesemente assurdo.
Come assurdo è il dualismo per due semplici ragioni: le differenze nei lay-out dei due aeroporti ed i problemi di Malpensa.
Confrontare Malpensa e Fiumicino è come paragonare una vasca da bagno ad una piscina olimpionica. Il numero di piste di Fiumicino è doppio di quelle di Malpensa ed i problemi di Malpensa sono almeno 10 volte quelli di Fiumicino.
Malpensa è interamente nel Parco della Valle del Ticino, Riserva della Biosfera dell’UNESCO (ed è già un fatto assurdo) e, in sovrappiù si continuano a progettare ed a realizzare ampliamenti perchè, come scrive anche l’acuto Severgnini, “è nato vecchio”.
Anche perchè, come forse non tutti sanno, è stato progettato e costruito per un ruolo diverso: non hub ma point-to-point e doveva solo “affiancare” Linate, con il limite di 3-400 voli al giorno.
Invece vi è stato forzosamente trasferito traffico, togliendolo da altri aeroporti, fino a 8-900 voli/giorno (vedi Decreti Burlando e Bersani), con tutte le conseguenze note.
Non vorremmo certo fare noi il piano del traffico aereo nazionale, ma ci chiediamo quale ruolo stia svolgendo ENAC ed a quali giochi si presti.
Vorremmo anche capire perchè, ad esempio in Spagna, nessuno abbia mai tentato di spostare l’hub da Madrid a Barcellona mentre invece, in Italia, si vuol spostarlo da Roma a Milano: che Paese saremmo con l’aeroporto di riferimento in un sito diverso dalla capitale?
E’ in gioco la credibilità del Paese, conseguenza e causa della situazione di Alitalia e, soprattutto il Governo (Prodi per primo), dovrebbe capire gli errori del passato ed evitare di ripeterli.
I fans di Malpensa usano lo slogan “qui si stacca il 70% dei biglietti aerei” (al nord? nella sola Lombardia?), ma è il 70% dei biglietti business, qualche percento del totale.
Progettano anche “azioni bipartisan”, in Consiglio regionale lombardo, “per la valorizzazione di Malpensa” e non pensavamo che si potesse arrivare, dall’una e dall’altra parte, ad un tale livello di irresponsabilità politica che ha già creato conseguenze evidenti, devastanti e contrarie all’interesse nazionale.
Ci insegnano gli esperti che le infrastrutture “scambiano danno ambientale con beneficio sociale”, invece Malpensa, aggiungono, “produce danno ambientale e maleficio sociale” come dimostra la V.A.S. (Valutazione Ambientale Strategica) redatta a cura del Parco del Ticino.


Gallarate, 13 ottobre 2006


WWF ITALIA, LEGAMBIENTE, C.OVES.T. ONLUS, UNI.CO.MAL. LOMBARDIA,
EXCALIBUR, AMICI DELLA NATURA AD ARSAGO

mercoledì 6 dicembre 2006

Tavola Rotonda a Gallarate 11 Dicembre


ACLI WWF ITALIA LEGAMBIENTE


MALPENSA?

OCCUPAZIONE SVILUPPO
AMBIENTE CRISI SOSTENIBILITA’
Lavoro e Ambiente
tavola rotonda con Rappresentanti Sindacali, Sindaci e Ambientalisti


LUNEDI’ 11 DICEMBRE 2006
ORE 21 - sede ACLI DI GALLARATE, VIA AGNELLI 33

DARIO BALOTTA Segretario CISL Trasporti LOMBARDIA
FLAVIO NOSSA Segretario CGIL VARESE
UN RAPPRESENTANTE dell’Ass. Lavoratori COBAS - CUB
MARIO ASPESI Sndaco di Cardano al Campo
MAURIZIO RIVOLTA Consigliere Nazionale WWF ITALIA
MARIO BANFI Presidente ACLI ANNI VERDI Varese
EMILIO MAGNI Presidente LEGAMBIENTE Gallarate

L’iniziativa è svolta in collaborazione con comitati e associazioni ambientaliste del territorio

Il documento del Parco del Ticino sulla VAS

Approvato all’unanimità dall’Assemblea Consortile del Parco del Ticino il documento in merito alle prospettive di ampliamento di Malpensa

PARCO TICINO E MALPENSA, L’ASSEMBLEA CHIEDE UN RUOLO NELLA PROGRAMMAZIONE

APPROVATO IL DOCUMENTO DI INDIRIZZO CHE CONFERMA LA VAS (Valutazione Ambientale Strategica), STIMOLA IL GOVERNO AL RISPETTO DEGLI IMPEGNI PRESI ED ESPRIME APPREZZAMENTO PER GLI IMPEGNI ASSUNTI DAL CONSIGLIO REGIONALE DELLA LOMBARDIA SUL SISTEMA AEROPORTUALE LOMBARDO

Il Presidente Bertani: “Attori nelle decisioni che riguardano lo sviluppo del territorio”

Magenta, 13 novembre 2006 – Fino a quando non saranno rispettate da tutti gli organismi preposti le norme vigenti, gli impegni assunti ed affrontate e risolte le criticità emerse a seguito del potenziamento dell’aeroporto di Malpensa avvenuto nel 1999, non dovrà essere preso in considerazione nessun nuovo progetto di potenziamento o ampliamento dell’aeroporto.
Ogni nuovo intervento strutturale sul territorio del Parco del Ticino dovrà essere soggetto all’applicazione della Direttiva 2001/42/CE (VAS).

Questo è quanto ha approvato all’unanimità l’Assemblea Consortile del Parco del Ticino, riunita sabato 11 novembre in seduta straordinaria a Pontevecchio di Magenta (MI) presso il Centro Parco “La Fagiana”. In particolare è stato espresso unanime consenso nei confronti del documento che illustra i punti di debolezza relativi all’espansione di Malpensa ed alle opere infrastrutturali per la mobilità non ancora cantierate.
“La posizione del Parco – dichiara Milena Bertani, Presidente del Parco del Ticino - è chiara e netta, e lo è non solo da oggi: noi non abbiamo posizioni preconcette. Riteniamo fondamentale essere attori, con altri soggetti, nelle decisioni che riguardano lo sviluppo e le modificazioni del nostro territorio. E riteniamo fondamentale stabilire un metodo che sino ad oggi è mancato rispetto a tutte le opere strutturali e infrastrutturali, dichiarate di interesse nazionale o regionale, realizzate nel nostro territorio. Ecco perché – prosegue il Presidente Bertani - abbiamo chiesto alla Regione Lombardia di definire e chiudere tutti gli impegni previsti dal Decreto D’Alema e dalla Legge Regionale n. 10 del 1999, con particolare riferimento alle vicende di carattere sociale, economico e ambientale ancora aperte nei confronti dei Comuni di Lonate Pozzolo, Somma Lombardo e Ferno e, per gli aspetti ecosistemici, di interesse del Parco. Oggi occorre definire una programmazione territoriale negoziata che possa consentire un nuovo piano di sviluppo sociale, economico ed ambientale per tutti i Comuni del Parco del Ticino, nel rispetto del Piano di Sviluppo Regionale.”

IL DOCUMENTO
Il testo approvato pone, come condizione fondamentale alla realizzazione di ampliamento e potenziamento dell’hub di Malpensa, il rispetto delle norme vigenti, degli impegni assunti e la risoluzione delle criticità emerse e tuttora presenti, anche tramite finanziamenti specifici agli Enti Locali.
In particolare si richiede l’attuazione del Decreto D’Alema relativamente alla limitazione dei voli notturni ed alla sua parte operativa, ambientale ed epidemiologica che riguardano l’aria, l’acqua, la salute pubblica, il verde e gli ecosistemi. Tra gli interventi previsti e mai effettuati anche l’attivazione dell’Osservatorio Ambientale Permanente a cui è demandato il compito di controllo e vigilanza sulle azioni previste dallo stesso Decreto.
Risulta inoltre non completamente attuato, per ciò che concerne gli interventi di delocalizzazione, l’Accordo di Programma Quadro sottoscritto tra i Ministeri dell’Ambiente e delle Infrastrutture, Regione Lombardia, Provincia di Milano e Varese e i comuni di Ferno (VA), Lonate Pozzolo (VA) e Somma Lombardo (VA).
L’Assemblea Consortile del Parco chiede alla Presidenza del Consiglio dei Ministri, al Ministero dell’Ambiente, al Ministero dei Trasporti ed alla Regione Lombardia l’applicazione della Direttiva 2001/42/CE (Valutazione Ambientale Strategica) prima di dare inizio alla realizzazione di ogni nuovo intervento strutturale sul territorio del Parco del Ticino, in assenza della quale non dovrà essere preso in considerazione alcun progetto di potenziamento o ampliamento dell’aeroporto o opere di mobilità non ancora cantierate.

“In assenza di una Valutazione Ambientale Strategica nazionale o regionale - commenta Maurizio Maggioni, Vice Presidente del Parco del Ticino – abbiamo prodotto la nostra VAS, volontaria, partecipata e autofinanziata che, in ossequio alla Direttiva Europea 2001/42/CE, ha valutato le conseguenze sul piano ambientale di cinquanta progetti nazionali, regionali e locali di carattere stradale, ferroviario ed aeroportuale.”
Sottolineando un passaggio fondamentale del documento approvato, Maggioni afferma:”Ad oggi la VAS del Parco del Ticino Lombardo è l’unico documento di analisi ambientale attualmente disponibile sul territorio del Parco”.

I Sindaci del Parco pongono una pregiudiziale sulle decisioni che riguardano il futuro di Malpensa ed esigono la definizione delle pendenze ancora sospese per gli interventi avvenuti dal 1999 ad oggi. E’ un problema di metodo che, in realtà, diventa un problema di merito quando si affrontano problemi complessi che investono un’area territoriale vasta e complessa la cui giurisdizione amministrazione è affidata ai Sindaci.

Per disciplinare compiutamente gli interventi di grande complessità e mettere in atto i necessari strumenti di valutazione ambientale, il documento individua quale strumento legislativo innovativo la nuova Legge di governo del Territorio, di maggior efficacia e tutela rispetto al Piano Territoriale d’Area attualmente in vigore.

Il Parco del Ticino chiede infine alla Regione Lombardia di promuovere una programmazione territoriale negoziata che possa consentire un nuovo piano di sviluppo sociale,economico ed ambientale dei Comuni del Parco, nel pieno rispetto del Piano di Sviluppo Regionale. Questa nuova modalità – anch’essa innovativa nei metodi e nei contenuti – è quella che consente di programmare lo sviluppo sostenibile su un territorio molto vasto, tutelato dalla Regione Lombardia, dall’Unesco e dall’UE, al fine di dimostrare che sviluppo economico e tutela dell’ambiente nel rispetto del contesto e delle esigenze sociali sono un trinomio assolutamente praticabile e inscindibile.

Un impegno, una collaborazione e un’attenzione verso il Parco, che anche il Consiglio Regionale della Lombardia ha già dimostrato nei giorni scorsi esprimendosi sulla salvaguardia del Parco del Ticino.
Nella seduta del 26 ottobre 2006 è stato infatti approvato all’unanimità un ordine del giorno sul sistema aeroportuale lombardo, sulla crisi di Alitalia e sulle prospettive di Malpensa che in particolare impegna la Giunta Regionale “ad accompagnare un ulteriore sviluppo aeroportuale attraverso gli strumenti di programmazione territoriale ed aeroportuale, la valutazione di impatto ambientale e la valutazione ambientale strategica con particolare riferimento alla salvaguardia del Parco del Ticino”.

Ufficio Stampa Parco del Ticino
Valeria Zanatta
Tel. 02.97210258 – Cell. 339.3812305
e-mail ufficiostampa@parcoticino.it

Queste cose le denunciavamo gia' nel 2001

UNI.CO.MAL. Lombardia ha partecipato ieri al seminario pubblico "Aeroporti in Lombardia" organizzato dall'Assessorato alle Infrastrutture e Mobilità della Regione. Stupefacente l'introduzione dell'Assessore Corsaro che ha celebrato le grandi qualità dell'operazione Malpensa 2000. Ma è stato subito smentito da Rodney Fewings del Cranfield College che, nel successivo intervento (Costrizioni Ambientali ed Operative dell'Aeroporto di Malpensa), ne ha descritto i "difetti": la zona non è adatta, le due piste parallele sono troppo vicine quindi non indipendenti, il terminal è posto di lato rispetto alle piste, quindi costringe gli aerei che operano sulla pista destra ad attraversare una pista attiva, la sinistra, con grave rischio… (questi sono solo i principali handicap di questa infrastruttura). Inoltre, ha detto, le misure ambientali (Decreto D'Alema) sono difficili da attuare, quindi non funzionano. E' seguita la serie di interventi dei Presidenti di alcune Società di gestione aeroportuale operanti in Italia: Paolo Savona di A.d.R. ha asserito la non opportunità della cargo city di Malpensa, mentre Fossa, Presidente SEA, scuoteva la testa Fossa, Corsaro e Formigoni hanno insistito all'unisono (evidente la sintonia dopo l'incontro con l'A.D. di Alitalia lo scorso martedì) sulla necessità di "regolare il mercato" (la definizione è di Formigoni) che in pratica significa limitare ad un numero inferiore all'attuale i collegamenti tra Linate e gli hub degli altri Vettori europei, per dare quindi più chances ad Alitalia. Formigoni ha detto chiaramente che si farà la terza pista (ma, "chiudendo una delle prime due" ha poi asserito con una battuta nel "dopo" seminario). I problemi ambientali gli sono chiari ma, per lui, già risolti !! Insomma avanti tutta con grande cinismo. Siamo pronti a togliere dal cassetto i nastri con le registrazioni in cui, di fronte ai Comitati, esprimeva pareri ben diversi, per cui c'è ora chi parla del "tradimento di Formigoni".
Ribadiamo la proposta alternativa di UNI.CO.MAL. Lombardia, condivisa dal COVEST Piemonte e dagli ambientalisti lombardi e piemontesi: - innanzitutto tutti hanno visto che questa strategia non funziona perché, dopo oltre due anni e mezzo di cura, il deficit di Alitalia è sempre più da brivido. - inoltre rifiutiamo la logica del "grande hub" che, come peraltro conferma il rapporto del Cranfield College, non serve al Nord e crea più problemi di quelli che risolve. - ribadiamo con forza la proposta di rilanciare Fiumicino, che dispone di tre piste indipendenti che ha una vera ferrovia e che, collegato con il sistema aeroportuale non solo lombardo, ma del nord Italia (13 aeroporti) e con gli altri scali italiani, oltre che con quelli europei, disporrebbe della necessaria rete di voli feeder per essere l'hub che risana Alitalia. - non dimentichiamoci che con Malpensa guadagna solo una ristretta lobby, non ci guadagnano i passeggeri, non ci guadagna il Nord. E' un aeroporto scomodo per tutti, la vera comodità per i passeggeri è poter usare davvero l'aeroporto più vicino.
Concludiamo denunciando il triste teatrino degli Amministratori della Regione che, asserviti alla lobby di Malpensa, propinano anche in questi seminari falsità variamente camuffate. Oltre a distruggere il nostro Territorio, abbiamo ormai la certezza che distruggeranno anche la Compagnia di Bandiera, mentre dicono di volerla salvare.
1 Giugno 2001 UNI.CO.MAL. Lombardia Il Presidente Beppe Balzarini

comunicato dell'uffico stampa del Presidente della Provincia Marco Reguzzoni.

A voi il commento ..........


Varese, 13 ottobre 2006


I sindaci con Reguzzoni
Confronto su Malpensa

Un “tavolo” per discutere e affrontare tutte le possibili soluzioni che consentano a Malpensa di essere quell’hub vero per cui l’aeroporto è stato immaginato. Un confronto con i sindaci direttamente interessati, la Provincia, la Regione, il Parco del Ticino e Sea, perché le scelte che devono essere attuate non siano calate dall’alto, ma decise di comune accordo.
La proposta lanciata ieri dal presidente della Provincia di Varese, Marco Reguzzoni, ha trovato ampio consenso nei primi cittadini di Somma, Ferno e Lonate Pozzolo. E tutti e tre concordi con Reguzzoni che un’eventuale alleanza Alitalia-Lufthansa sarebbe la morte certa di Malpensa come scalo-hub.
«Se così accadesse – commenta Claudia Colombo, sindaco di Ferno – che garanzie avremmo? Alitalia, che è al collasso, nei confronti di un partner ben strutturato come Lufthansa, che fine farebbe? Soprattutto con un hub vicino come quello di Francoforte, Malpensa perderebbe inevitabilmente spessore».
Che il problema primo sia il destino dell’aeroporto, i tre sindaci lo sentono all’unisono. «E’ ora di finirla – spiega senza giri di parole Piergiulio Gelosa, sindaco di Lonate Pozzolo – con l’abitudine di chi crede di governare Malpensa con articoli sui giornali o interviste. Occorre mettersi intorno ad un tavolo – ribadisce sostenendo la tesi di Reguzzoni – avanzare proposte e su quelle confrontarsi».
Davvero il territorio sarebbe disposto a dialogare per definire il futuro di Malpensa?
«Altro mito da sfatare – insiste Gelosa - . Il territorio non esulta se Malpensa diventa una cattedrale nel deserto per effetto di alleanze sbagliate. Gli Enti locali sono davvero preoccupati per il crescente disinteresse che è venuto crescendo verso Malpensa. Gli Enti Locali – aggiunge Gelosa – non prendono neppure per oro colato gli studi che ci vengono presentati. Non ho nulla contro il “Mitre” ma Sea ci deve dire se esistono alternative. E, infine, d’accordissimo con Reguzzoni, vogliamo condividere tutto il percorso che porterà alla definizione di un piano per Malpensa. Dall’alto non ci viene calato in testa nulla».
«Le difficoltà di Alitalia – è l’opinione di Guido Colombo, sindaco di Somma Lombardo – sono nate con l’intesa con Air France. Ma come, la compagnia francese vuol trasformare Lione nell’hub mediterraneo e Alitalia - che sa che vende il 70 per cento dei propri biglietti per destinazioni business al Nord - sceglie un’alleanza con chi ha tutto l’interesse a svuotare Malpensa? Se poi oggi si passa ad ipotizzare un’intesa con Lufthansa, cadiamo dalla padella alla brace». Quanto a Malpensa «d’accordo al cento per cento che occorre un tavolo al quale siedano tutti i soggetti interessati a cominciare dai territori che sopportano l’onere dell’aeroporto. E poi, via, basta con tutti questi lacci e lacciuoli politici che fino ad oggi hanno frenato Malpensa e distrutto Alitalia».
Chiosa Claudia Colombo: «Troppi vincoli di falsa natura sindacale hanno ostacolato ogni cambiamento. Ora basta».