martedì 30 dicembre 2008

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LETTERA APERTA A GIANCARLO GIORGETTI

Caro Giorgetti,
come sai ho avuto modo, conoscendoti, di considerarti persona valida, dotata di grande intelligenza. Non nascondo quindi il mio stupore nel leggere ancora oggi, 28 dicembre, su “La Prealpina”, la tua determinazione nel difendere l’aeroporto di Malpensa che vorresti sempre più grande e sempre in crescita.
Ben saprai che, nel 1982, sul secondo numero di “Lombardia autonomista”, foglio della Lega Autonomista Lombarda (L.A.L., così si chiamava allora l’attuale Lega Nord), apparve un articolo in cui il capo leghista (Umberto Bossi) si scagliava contro l’ampliamento dell’aeroporto di Malpensa “deciso dalla Regione Lombardia”: “E’ un affare colossale che rischia di far precipitare la vivibilità della zona. A chi non interessa la qualità della vita del cittadino? La salvaguardia dell’ambiente? Il bene sociale? Non interessano a quei partiti che sanno che con Malpensa gonfieranno le loro casse intrallazzando con la speculazione. Nell’interesse del popolo lombardo la L.A.L. si impegna ad intervenire perchè i mega aeroporti imposti da questa vergognosa classe politica non possano più oltre degradare l’uomo.” Gli anni passano. Il 27 dicembre 2007 la Padania titola: “Malpensa sarà la madre di tutte le battaglie”. E il 17 febbraio la Lega scende in piazza per difendere l’aeroporto. Lo slogan è: “Votate Lega e salverete Malpensa”. L’evidenza di questi 10 anni dall’inaugurazione del 25 ottobre 1998, cioè l’alternarsi di alti e bassi clamorosi, ci dice che a Malpensa qualcosa non gira per il verso giusto. Sono sicuro che tu ben conosci tutta la storia di questo aeroporto, a partire dal P.R.G.A. non rispettato che stabiliva limiti di traffico superati del 250%, alla mancata effettuazione della V.I.A. (Valutazione di Impatto Ambientale), all’attuale Piano industriale di S.E.A. (Gestore dell’aeroporto) che prevede la realizzazione della terza pista con l’obiettivo di quadruplicare il traffico stabilito come limite dal suddetto P.R.G.A. Sai bene che 87 Sindaci delle Province di Varese, Novara e Milano firmarono, il 19 novembre 2000, la dichiarazione di illegalità di Malpensa per mancato rispetto del Piano regolatore e delle norme in materia di Valutazione di Impatto ambientale. Sai anche che l’aeroporto è un’infrastruttura che ha il compito di assicurare un servizio e lo deve fare ponendosi al servizio del territorio e invece, con il “sistema malpensocentrico” cioè il mega aeroporto, si pone il territorio al servizio dell’aeroporto portando “l’utenza al servizio” anzichè “il servizio” all’utenza. Meglio sarebbe, non lo ignori certo, la giusta integrazione di Malpensa, entro i limiti del suo P.R.G.A., nel “sistema aeroportuale del Nord”, dove vi sono 13 aeroporti, con 15 piste, più comodi perchè vicini all’utenza. E le 15 piste esistenti hanno una capacità ben oltre 100 milioni di passeggeri/anno rispetto agli attuali 50 milioni o poco più e non serve certo fare un’altra pista a Malpensa, nel cuore del Parco del Ticino, riserva della Biosfera dell’UNESCO, vera ricchezza padana da tutelare. Ma l’occupazione... Malpensa, è ora in grande evidenza, non crea posti di lavoro ma disoccupati. Non è così? E’ così, perchè l’elevata, l’esagerata concentrazione di voli, di passeggeri e di lavoratori (per oltre il 65% precari) ha creato una bolla destinata a scoppiare, ed infatti è scoppiata, facendo pagare alle categorie più deboli gli errori (ma sarebbe più giusto dire orrori) di politici ed amministratori.
Questa, caro Giorgetti, è l’evidenza di Malpensa, grande e scomodo aeroporto di Milano, questa è, in sintesi, la conseguenza dell’intrallazzo speculativo che la preveggenza del tuo capo Bossi denunciava nell’82 ma poi... errare humanum est, perseverare diabolicum!
28 dicembre 2008
Beppe Balzarini

giovedì 25 dicembre 2008

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DIRITTO NEGATO E TERZA PISTA

Si è svolta giovedì 18 dicembre una serata organizzata da A.C.L.I., Legambiente e Comitato per la salvaguardia della città dove i relatori Walter Girardi, Presidente dei Verdi della Provincia di Varese, e Beppe Balzarini, Presidente di UNI.CO.MAL. Lombardia, hanno parlato di legalità negata e di terza pista a Malpensa.
In una sala gremita di pubblico, alla presenza di Sindaci, Amministratori ed ex Sindaci, dopo il saluto iniziale di Ferruccio Boffi delle A.C.L.I., Walter Girardi ha presentato la tesi con cui ha conseguito il Master in Diritto dell’Ambiente, un lavoro imperniato sull’aeroporto di Malpensa dove “il Diritto non decolla”.
Girardi ha illustrato la storia dell’aeroporto, il rapporto con il diritto inteso come rispetto delle regole di programmazione territoriale e di settore, approfondendo inoltre gli aspetti dove il diritto non è decollato e mettendo in evidenza anche le distorsioni fatte dalla Politica e dai Media.
Girardi ha ricordato i passaggi chiave che hanno condizionato Malpensa:
1) Il progetto “Malpensa 2000”, basato su un P.R.G.A. tuttora valido ma non rispettato, non è mai stato sottoposto a V.I.A.,
2) Il S.I.A., redatto da S.E.A. su richiesta del Ministro dell’Ambiente Edo Ronchi (1999), viene bocciato dal Decreto Ronchi Melandri,
3) che poi viene “superato” dal Decreto D’Alema. Quest’ultimo stabilisce mitigazioni ambientali che, in massima parte, non vengono attuate ma
4) il Decreto Bersani ne certifica l’attuazione e sblocca lo sviluppo dell’aeroporto.
Quale bilancio di legalità si può dunque calcolare? Assolutamente negativo. Quali prospettive per il futuro? Tutte da verificare.
Beppe Balzarini ha poi sinteticamente illustrato la studio della terza pista, già ufficialmente presentato dalla Mitre di Washington il 18 novembre scorso presso l’Università Bocconi di Milano.
Per le sue considerazioni sulla terza pista, che S.E.A. e Regione Lombardia presentano ormai come un dato di fatto, Balzarini ha proposto il parallelo con il P.R.G.A. di Malpensa che i Sindaci, nell’86, approvarono: dissero “SI” all’ampliamento di Malpensa.
Il risultato fu che, approvato il P.R.G.A. da 12 milioni di passeggeri, si trovarono, nel 2000, 20 milioni. Poi, nel 2006 e 2007, 24 milioni e nel 2008 la proposta di terza pista per un traffico di 48 milioni di passeggeri/anno corrispondenti, presumibilmente, a 500.000 voli/anno. Una situazione sicuramente devastante per il territorio e di cui è difficile dare un’idea in poche parole.
Quindi la domanda posta è stata: era forse meglio che i Sindaci dell’86 dicessero NO?
Ora, dice Balzarini, non diciamo un “NO” preventivo: diciamo che, secondo la Legge, si devono applicare V.I.A. e/o V.A.S. che valutano gli impatti ambientali ed il rapporto danno/beneficio, per poi decidere.
Balzarini ha lanciato l’allarme rumore: Mitre ha affermato che, con la terza pista, avremo “+traffico-rumore”. Attenzione, dice Balzarini, le curve isofoniche presentate nello studio evidenziano livelli di rumore con il traffico 2006 e 2007 (24 milioni di passeggeri, 250.000 voli) nettamente inferiori a quelli reali e le isofoniche stimate da Mitre al 2015, con la terza pista, presentano livelli ulteriormente ridotti. Ma ci dobbiamo proprio credere?
Il fatto davvero curioso, conclude Balzarini, è che si pensa di costruire la terza pista a Malpensa senza considerare il contesto generale.
Il contesto di Malpensa è il “sistema aeroportuale del nord”, dove ci sono 13 aeroporti con 15 piste, con la capacità di oltre 100 milioni di passeggeri/anno ed un traffico pari alla metà: serve dunque la terza pista a Malpensa?
L’attacco all’Ambiente non è mai finito: questo l’allarme che le Associazioni hanno lanciato in questa serata che contano di replicare per informare e mobilitare i cittadini e per ricordare ai sindaci che il loro ruolo e la loro presenza sono fondamentali.
Gallarate, 24 dicembre 2008
UNI.CO.MAL.Lombardia

lunedì 17 novembre 2008

PRESENTATO ALLA BOCCONI LO STUDIO DEL MITRE

Lo studio realizzato dal Mitre di Washington, per conto di SEA e Regione Lombardia consiste in una pista lunga 2400 m, parallela alle prime due, spostata ad W di 1211 m e con la parte finale sud a 2257 m dalla soglia della pista 35L.
Il Mitre definisce innanzitutto in 60 movimenti/ora la capacità operativa riferita all’attuale configurazione con due piste parallele e distanti solo 800.
A tal proposito ci sorge il dubbio che l’operatività reale a Malpensa (72 mov/ora, ottenuta riducendo da 5 a 3 miglia la distanza di separazione degli aeromobili), che il Mitre non considera, sia invece da considerarsi ma come ulteriore pericolo in un aeroporto già intrinsecamente pericoloso (secondo il rapporto della Cranfield University of Aeronautics, anno 2000).
Lo scopo di questa pista sarebbe di incrementare la capacità operativa oraria (numero di movimenti: atterraggi e decolli) dell’aeroporto.
Saltando tutti i dettagli, il risultato che si raggiungerebbe sarebbe un aumento di circa il 50% rispetto alla capacità oraria attuale.
I problemi operativi di Malpensa (2 piste parallele troppo vicine per essere indipendenti e terminal principale posto di lato con attraversamenti di pista in numero pari alla metà del numero totale di movimenti) non vengono risolti.
Inoltre l’attuale dipendenza operativa che induce limiti tra due piste si complica perchè la dipendenza diventa un “gioco a tre” tra le piste.
Si noti che “dipendenza” significa limitazione dell’operatività e riduzione dei margini di sicurezza.
Resta poi da considerare che, con la nuova configurazione, la torre di controllo, costata 15 milioni di €, interferisce con la normale quota decisionale in caso di “mancato avvicinamento”.
Si tratta di una questione squisitamente tecnica ma significa che, con questa soluzione, la torre deve essere abbattuta.
CONSIDERAZIONI
La costruzione di un nuovo aeroporto parte con un progetto dimensionato sugli obiettivi di traffico.
Il traffico di Malpensa era stabilito con una crescita ad 8 milioni di passeggerei/anno, aumentabili a 12 milioni nel caso di saturazione di Linate.
Dunque Malpensa ora opera con un traffico che, arrivato a superare, nel 2006 e nel 2007, 24 milioni di passeggeri, non corrisponde ai dati di progetto.
Malpensa è un aeroporto già costruito male. L’esempio del nuovo aeroporto di Atene, inaugurato ca 3 anni dopo Malpensa 2000, ci dice che un aeroporto nuovo si costruisce, senza eccezione, con due piste parallele, distanti abbastanza da essere indipendenti e con il terminal nel mezzo.
Londra Heathrow, Parigi Charles de Gaulle e altri con due piste parallele gestiscono oltre 100 movimenti/ora.
Malpensa con tre piste potrà arrivare a 90 movimenti/ora: ci sembra grottesco, incredibile.
Vale dunque la pena di continuare ad insistere negli ampliamenti di un aeroporto nato male e che diventa sempre peggio?
Peggio dal punto di vista del lay out, ma è anche discutibile, come spesso abbiamo esposto, dal punto di vista del mercato: lo riteniamo contrario all’interesse nazionale.
La soluzione valida per lo sviluppo dell’aeroporto (allontanamento delle due piste e costruzione di un nuovo terminal nel mezzo) per fortuna non la considera nessuno, sarà perchè evidenzierebbe senza scampo l’assurdità delle scelte fin qui operate, sarà perchè significherebbe rifare daccapo l’aeroporto.
E, dal punto di vista ambientale, questo scherzetto della III pista rinchiuderà entro la rete dell’aeroporto altri 330 ettari sottratti al Parco del Ticino.
E l’aumento del traffico, se poi ci sarà, creerà maggiore inquinamento... ma su questo c’è molto già scritto nel blog: http://www.unicomal.blogspot.com/
Milano, 18 novembre 2008
UNI.CO.MAL. LOMBARDIA

CONVEGNO - Consumo del suolo e cementificazione del territorio: le alternative degli ambientalisti - Brescia - 15.11.2008

L'INTERVENTO DI UNI.CO.MAL. LOMBARDIA
Nel Parco del Ticino, “Riserva della Biosfera” del Programma “Man And Biosphere” (M.A.B.) dell’UNESCO, opera l’aeroporto di MALPENSA (MXP). Breve nota storica. Anni ‘80. Il P.R.G.A., relativo all’ampliamento di MXP, fu sottoposto al parere dei sindaci che, con solo qualche osservazione, dissero SI malgrado l’aeroporto sia interamente nel Parco: probabilmente i sindaci erano stati accecati dal miraggio di 100.000 posti di lavoro... e altro!
Ma il P.R.G.A., approvato con Decreto regionale dell’86, pone il limite di 12 milioni di passeggeri/anno o, se volete, 100.000 voli/anno (100.000: 365 = 274 voli, media giornaliera su base annua). Se il PRG fosse stato sottoposto a V.I.A., se i limiti fossero stati rispettati, ci staremmo raccontando un’altra storia. Invece la VIA mai fatta ed il livello di traffico raggiunto determinano per MXP uno stato di illegalità che (in un giorno di insolita lucidità) è stato dichiarato e sottoscritto da 87 sindaci delle province di Varese, Novara e Milano. Qual’è dunque il traffico di MXP? Rispetto ai 12 milioni di pass/a siamo a 24 milioni, il doppio. Rispetto ai 100.000 voli/a siamo a 250.000, 2 volte e mezza. Invece di 274 voli/g siamo a 700 voli/g. E non ho finito di dare i numeri: gli ampliamenti dei terminal ed il proposito di realizzare una terza pista tendono all’obiettivo di 45 milioni di pass/a, che significa un ulteriore raddoppio, 4 volte il PRG.
Consumo di territorio: con la terza pista, il recinto dell’aeroporto ingloberà altri 330 ettari di brughiera (pini e querce) del Parco del Ticino. I 630 km di autostrade previsti in Lombardia sono praticamente tutti giustificati come “collegamenti per MXP”. E, sempre per collegare MXP, incombe il progetto di una devastante, e pure inutile, ferrovia denominata “accesso ferroviario da nord a MXP”. Disastro già completato la superstrada “MXP-Boffalora” che collega l’aeroporto con la A4 MI-TO: 18 km con 6 svincoli (!!!), 108 ettari cementificati nel Parco del Ticino. Opera imponente ed inutile: il traffico, come alcuni esperti non prezzolati avevano previsto, è quasi nullo!
Ma tutto questo serve? Ci insegnano gli esperti che le infrastrutture scambiano danno ambientale con beneficio sociale: MXP corrisponde a questo assioma? Corrisponderebbe se MXP si confermasse al servizio del Territorio, cioè se fosse dimensionato sull’utenza generata in un intorno ragionevole. Ci risulta invece evidente che i 12, 24, 48 milioni di passeggeri siano reclutati in tutto il centro-nord quindi, anzichè l’aeroporto al servizio del territorio, abbiamo il territorio al servizio dell’aeroporto, con grave danno ambientale e maleficio sociale. Nel centro nord da Torino a Trieste, da Genova a Firenze, ci sono 13 aeroporti che, per sostenere il sistema “malpensocentrico” qualcuno vorrebbe anche ridurre, chiudere. Ma questi piccoli aeroporti costituiscono il “sistema aeroportuale del nord”, che porta il servizio all’utenza mentre il sistema malpensocentrico porta l’utenza al servizio, obbligando gli utenti, che non possono utilizzare l’aeroporto più vicino, a compiere spostamenti di centinaia di km su strade e autostrade sempre più intasate.
E ci vorrebbe ben altro per completare questa storiaccia italiana di MXP, che parte da Craxi, passa per Berlusconi, Prodi, Burlando, D’Alema, Bersani, Matteoli e arriva a Formigoni, front man della C.d.O.-braccio armato di C.L. Avendo tempo si potrebbe spiegare, per ognuno, cos’hanno combinato... Fuori dal coro Edo Ronchi, ultimo Ministro dell’Ambiente ad aver fatto il suo mestiere. Aggiungo che, a cura del Parco del Ticino, è stata redatta una V.A.S. volontaria che ha dimostrato scientificamente il “maleficio sociale di MXP”. E, per finire cito la recente sentenza del Tribunale di Milano che ha condannato SEA ed il Ministero dei Trasporti a pagare 5 milioni di € di indennizzo alla Tenuta “3 pini” per i danni accertati prodotti dallo scarico degli aerei in decollo. Questa sentenza è un vero evento, perchè, finora MXP risultava inattaccabile. Per chi volesse saperne di più segnalo di scorrere gli articoli leggibili nel seguito di questo blog.
Brescia, 15/11/2008
beppe.balzarini@libero.it

sabato 25 ottobre 2008

DIECI ANNI DI MALPENSA 2000: QUALE BILANCIO ?

Un comunicato stampa congiunto di LEGAMBIENTE Gallarate, LEGAMBIENTE Novara, C.OVES.T. ONLUS Varallo Pombia, UNI.CO.MAL. LOMBARDIA ed AMICI DELLA NATURA AD ARSAGO

L’ipocrita titolo di un convegno organizzato due anni fa a Somma Lombardo era: “Malpensa 2000, problema o opportunità?” La decisa contestazione attuata dai Comitati ambientalisti fornì la risposta con lo slogan: “Malpensa 2000 problemi”.
Ora siamo a dieci anni dall’inaugurazione (25/10/98) e possiamo fare un bilancio chiedendoci quali problemi ha risolto e quali invece ha creato la presenza del mega aeroporto che ha come riferimento la città di Milano e come territorio il Parco del Ticino.
Un aeroporto è un’infrastruttura trasportistica, per viaggiare, ma i milanesi partono tuttora più volentieri da Linate, e ciò è dimostrato dalle resistenze bipartisan alla chiusura del city airport.
Malpensa è comodo per chi ci abita vicino ma, chi ci abita vicino, subisce però 700 sorvoli al giorno: un disagio quotidiano.
Aumento pazzesco del traffico aereo e veicolare, conseguente inquinamento acustico ed atmosferico, dimostrati e confermati da numerosi studi e dalla recente sentenza del Tribunale di Milano, sono le conseguenze dirette: una tragedia ambientale con danni alla salute. Cementificazione, consumo irreversibile del territorio, danno ambientale e paesaggistico sul Parco del Ticino. Tutto questo perchè non è stato rispettato il P.R.G.A. (Piano Regolatore Generale Aeroportuale), che poneva un limite a 12 milioni di passeggeri, limite concordato a suo tempo con i Comuni del circondario che non dissero “NO”. Dando l’assenso ad un ampliamento a 12 milioni, dopo pochi anni se ne trovarono illegalmente (leggasi “Ticinia”, 19/11/2000, firmato da 87 sindaci) 24 milioni.
Ma non basta perchè la tragedia ambientale (ma anche occupazionale, sociale, sanitaria, ecc,) non è ancora finita. Incombono infatti due minacce sinergiche tra loro: il piano industriale di SEA e l’Expo 2015. I 12 milioni del P.R.G.A sono già diventati 24, il piano di S.E.A ne prevede 45 e l’imminenza dell’Expo assegnato a Milano fornisce l’alibi per sostenere questo ulteriore ed inutile ampliamento che prevede la terza pista ed una serie di altre opere dall’impatto devastante. Ulteriore inutile ampliamento perchè l’aeroporto dovrebbe essere un’infrastruttura al servizio del territorio, ma è invece evidente che i milioni di passeggeri attuali e previsti dai piani S.E.A. vengono “reclutati” in tutto il centro-nord Italia a sostegno del sistema “malpensocentrico”. Questo è contrario all’interesse nazionale ed alla convenienza dei passeggeri che, con un miglior uso dei numerosi e ben distribuiti aeroporti esistenti, potrebbero decollare dall’aeroporto a loro più vicino risparmiando viaggi di centinaia di chilometri con tutto quel che comporta.
Per il decennale S.E.A. organizza una festa al terminal 1: noi la vediamo in un altro modo, cioè che Malpensa, da dieci anni, tutti i giorni “fa la festa” al nostro territorio, al Parco del Ticino. Non è quindi una festa ma una veglia al capezzale dell’agonizzante Parco del Ticino.

Gallarate, 25 ottobre 2008

LEGAMBIENTE Gallarate
LEGAMBIENTE Novara
C.OVES.T. ONLUS Varallo Pombia
UNI.CO.MAL. LOMBARDIA
AMICI DELLA NATURA AD ARSAGO

venerdì 24 ottobre 2008

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SENTENZA SULL’INQUINAMENTO DA EMISSIONI DEGLI AEREI IN DECOLLO

Un commento delle Associazioni ambientaliste

La sentenza emessa a fine settembre dalla decima sezione del Tribuna­le civile di Milano, che impone a S.E.A. e al ministero dei Tra­sporti un risarcimento per danni da in­quinamento causati dagli scarichi degli aerei in decollo, fa luce, finalmente, su una situazio­ne da sempre tenuta nascosta.
Il Tribunale civile di Milano, con il supporto di una consulenza tecnica dell’Università statale, ha riconosciuto il danno ambientale.
Numerosi studi, ricerche e convegni avevano, da tempo, evidenziato la situazione di pesante inquinamento atmosferico ed acustico che pone un serio interrogativo sul futuro di tutta l’area e dei relativi abitanti in conseguenza del degrado ambientale.
Quindi la sentenza non ci sorprende e non ci stupisce. Si dirà: ma gli aeroporti inquinano, quindi... Ma l’anomalia di questo aeroporto è che sta interamente nel Parco del Ticino, la sua operatività inquina aree dichiarate S.I.C. (Sito di Interesse Comunitario) dall’Unione Europea e colpisce, nel raggio di 10 km. dalle piste, 38 Comuni preesistenti, e 88 Comuni entro 15 km.: mezzo milione di persone.
Non ci sono spazi liberi da sacrificare intorno all’aeroporto, non c’è quindi la possibilità di un’area cuscinetto tra il sedime aeroportuale, le aree pregiate del Parco e le aree residenziali.
Come da sempre sosteniamo, in quest’area, non ci può stare un aeroporto di tali dimensioni, e lo stabilisce proprio il P.R.G.A. (Piano Regolatore Generale Aeroportuale) che fu approvato anche dai Sindaci di Arsago Seprio, Cardano al Campo, Casorate Sempione, Ferno, Golasecca, Lonate Pozzolo, Samarate, Somma Lombardo e Vizzola Ticino.
Quello che ci sorprende, e non da oggi, è l’atteggiamento dell’Agenzia Regionale per la Protezione dell’Ambiente (A.R.P.A.) che, rispetto agli studi, ricerche e convegni summenzionati, è sempre stato scarsamente incisivo.
Sollecitata ad esprimere un parere su un dettagliato “Rapporto ambientale”, redatto ed approvato a cura del Consiglio comunale di Golasecca, l’ARPA confermava i dati riportati nel rapporto sui parametri di inquinamento per i diversi elementi monitorati, i quali superano i livelli stabiliti per la protezione della salute umana, ma poi concludeva: “Attorno all’aeroporto non sembra quindi emergere, per quanto concerne gli inquinanti monitorati, una criticità particolare sulla qualità dell’aria rispetto alle caratteristiche della zona in cui è inserito.”
Al parere dell’ARPA si oppone la sentenza del Tribunale secondo la quale l’inquinamento rilevato nei suoli testimonia l’alterazione ambientale derivante dal traffico aereo
Chiediamo quindi ai Sindaci di rompere gli indugi e promuovere e sostenere, a cura di un Ente super partes, le stesse indagini svolte dall’Università per il Tribunale di Milano, come elemento necessario per la corretta valutazione dell’impatto aeroportuale e strumento indispensabile per la pianificazione dell’attività ed il governo del territorio. Per la salvaguardia dell’ambiente e della salute dei propri cittadini.

Gallarate, 23 ottobre 2008

LEGAMBIENTE Gallarate
LEGAMBIENTE Novara
A.C.L.I. Gallarate
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RIFLESSIONI A CARATTERE GIURIDICO DOPO LA SENTENZA “CASCINA 3 PINI”

Un intervento di Raffaella Filippini
Presidente dell'Associazione AMICI DELLA NATURA AD ARSAGO

Indipendentemente dal riconoscimento di elevato valore economico a un bosco in quanto bosco, piuttosto che come quintali di legna da ardere o come terreno da trasformare in cemento, la sentenza “Cascina 3 Pini” apre interessanti prospettive per altri proprietari terrieri, i quali potrebbero a loro volte avviare una causa civile, dopo aver comprovato i danni causati da Malpensa al proprio patrimonio naturale.
Certamente non per tutti i boschi si può vantare pari importanza economica, ma è pur vero che, nell’area naturale sotto i coni di decollo, si svolgono svariate attività, alcune delle quali a carattere sportivo, turistico e ricettivo. Le scuderie di Casorate ne sono un esempio.
Nello svolgimento di una corretta Valutazione di Impatto Ambientale, le perdite economiche subite dalle aziende private devono diventare oggetto di computo, con conseguente compensazione economica; nel caso di Malpensa, da parte di SEA e del Ministero dei Trasporti.
Il Parco stesso potrebbe chiedere i danni, ma dubitiamo che lo faccia, vista la fiacchezza della presidenza Bertani.
La perizia super partes consegnata al Tribunale dal Dott. Genevini, suddivisa in differenti e complementari comparti d’analisi, costituisce una documentata risposta ad alcune delle richieste di monitoraggio ambientale poste dal decreto D’Alema, il 13/12/1999. Dal punto di vista giuridico, questa sentenza basterebbe da sola a riportare i volumi del traffico aeroportuale alle disposizioni anteriori a tale decreto.
Ma c’è dell’altro. Infatti la Cascina 3 Pini non solo è area Parco, è parte del SIC Dosso, ovvero un Sito di Importanza Comunitaria. I SIC, individuati e censiti dopo studi decennali, costituiscono una preziosità nella preziosità, una vera e propria cassaforte della biodiversità, una moderna arca di Noè, approntata per far giungere alle generazioni future quanto più possibile di specie animali e vegetali.
La Gazzetta ufficiale dell’Unione europea, in data 28 12 2004, riconosceva, proprio nell’area a nord di Malpensa, alcuni Siti di Importanza Comunitaria. Con codici numero IT2010010/1/2 sono indicati la Brughiera del Vigano, le Paludi di Arsago e la Brughiera del Dosso, rispettivamente con superfici di 510, 543, 455 ettari (sono 210 gli ettari della Cascina 3 Pini, per 5 milioni di risarcimento). I tre siti sono collocati sotto o assai prossimi alle rotte di decollo, a poca distanza dalle piste, nei comuni di Somma, Golasecca e Arsago.
A questo punto c’è da chiedersi quale sia il piano di gestione dei SIC in area Malpensa, piano da predisporre ai sensi della normativa europea, in grado di assicurare la conservazione della biodiversità negli ambiti stessi.
Nel caso di opere infrastrutturali o strutturali i SIC sono oggetto di specialissima valutazione ambientale, la Valutazione di Incidenza, con finalità di conservazione, dovendo garantire un’elevata protezione degli habitat naturali e della flora e della fauna selvatica.La Valutazione di Incidenza, abbreviata nel termine VINCA, è parte integrante delle procedure di VAS e VIA.
La Valutazione ambientale di Malpensa, dopo la sentenza, dovrà tener conto delle esigenze dei privati e dovrà attuarsi con modalità di collaborazione fra i diversi portatori di interesse. Tra i politici dovrà emergere la volontà di aprirsi a metodi trasparenti.
La Regione Lombardia non potrà sottrarsi ai propri doveri istituzionali, pena l’inadempienza al proprio ordinamento ambientale. Dovrà avviare un processo decisionale più coerente alle esigenze dello sviluppo sostenibile, abbandonando l’idea della crescita ad ogni costo di Malpensa.
La traccia di fondo del cambiamento sarà l’abbandono della visione del rapporto economia-ambiente propria dell’economia utilitarista, in favore dell’economia ecologica e della sostenibilità.
Come ci insegnano le nazioni europee più evolute, oggi si creano più posti di lavoro attuando politiche ambientali ed avviando una crescita economica accompagnata alla diminuizione degli impatti.
La polemica tra Italia e U.E. sulla riduzione delle quote di CO2 ci insegna qualcosa.
Impareranno la lezione gli ultimi della classe?
16 ottobre 2008
Raffaella Filippini

ALCUNE IMPORTANTI RAGIONI PER DIRE “NO” ALLA TERZA PISTA

Un intervento di Raffaella Filippini
Presidente dell'Associazione AMICI DELLA NATURA AD ARSAGO

La terza pista verrebbe costruita nelle aree destinate (secondo il Piano territoriale d’area di Malpensa/Legge Regionale n.10 del ’99), a “Piano del Verde di Malpensa 2000”, un’opera di compensazione da realizzare nell’intorno aeroportuale, al fine di attenuare l’impatto aeroportuale, nel quale la vegetazione arborea è pensata come sistema ecologico (Bollettino Ufficiale della Regione Lombardia, Allegato al 1° Supplemento Ordinario al n. 15 - 16 aprile 1999, pag. 155 e Tavola 3 Assetto delle aree verdi ed interventi previsti).
Una colata di asfalto e di cemento dovrebbe dunque riversarsi su quei terreni che nel ‘99 erano stati individuati come zona verde di mitigazione, con l’implementazione della funzione ecologica tramite interventi di natura forestale in seguito non realizzati.
Gli studi sulla Valutazione Ambientale Strategica prodotti dal Parco del Ticino, nonché vari studi di carattere tecnico-scientifico sullo stato di salute di alcune componenti ambientali come ad esempio i boschi, evidenziano come qualsiasi ulteriore ampliamento dell’aeroporto e qualsiasi nuova infrastruttura ipotizzabile sul territorio, di fatto comprometta gravemente la già precaria situazione ambientale.
I benefici invece prodotti in termini di mobilità per il pubblico sarebbero invece assai poco rilevanti.
La Valle del Ticino costituisce un corridoio ecologico di primaria importanza nel sistema naturalistico europeo. L’incremento dei sorvoli aerei causerebbe impatti irreversibili nel già compromesso habitat naturale, a danno di flora e fauna. Come è noto, il sedime aeroportuale si trova nel Parco Lombardo della Valle del Ticino, con ricadute negative su di un’area molto vasta della Lombardia e del Piemonte. In altri paesi europei più rispettosi dell’ambiente non si sarebbe consentito l’insediamento di un aeroporto dalle dimensioni di Malpensa 2000.
Maggiore numero di voli e maggiore numero di passeggeri comportano l’incremento del traffico su gomma con destinazione Malpensa. In un momento in cui sono espresse forti lamentele per la mancanza di infrastrutture viarie in Lombardia, la pianificazione del trasporto aereo va pensata in termini di ripartizione del traffico su il tutto sistema aeroportuale del Nord Italia, tesi questa da sempre sostenuta dalle Associazioni ambientaliste.
Come si evince dalla sintesi dello studio MITRE, la terza pista non interverrà a migliorare l’inquinamento acustico, anzi provocherà impatti tanto gravi da rendere necessarie nuove delocalizzazioni di aree urbanizzate.
E’ invece pensabile ottenere su questo territorio un modello di sviluppo sostenibile che allo stesso tempo può fornire “crescita” all’economia, e salvaguardia del territorio e della salute dei suoi abitanti, mettendo in atto tutti gli strumenti e tecnologie disponibili per ricomporre e riqualificare un territorio che da Malpensa è stato sicuramente fortemente modificato nei suoi equilibri naturali, sociali ed economici.
29 settembre 2008
Raffaella Filippini

venerdì 29 agosto 2008

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"MA CHE SI INVENTA IL SINDACO COLOMBO?"

Arsago Seprio - Nota critica di Raffaella Filippini, Presidente dell'Associazione Amici della Natura ad Arsago che si dice “stupefatta dalle ultime esternazioni del sindaco di Somma Lombardo”

Forte di tutta la competenza che gli viene dal Malpensa Power Establishment cui è asservito e senza mai dimenticare che i soldi si fanno con il cemento e che di cemento se ne può far molto nel Parco del Ticino, l’attivo e simpatico sindaco Colombo si getta in una nuova campagna mediatica pro Malpensa. Il suo sogno è diventare una vera star nell’olimpo dei sindaci virtuosi, creativi, lungimiranti e salvifici. E così ci ha riprovato, esternando una serie di riflessioni davvero stupefacenti, rese pubbliche nel comunicato del 26 agosto intitolato “Il ruolo di Somma Lombardo nel futuro di Malpensa”.
Alcune sue affermazioni meritano un approfondimento.
“Malpensa è un grande aeroporto italiano”: infatti tutti gli italiani hanno pagato e stanno tuttora pagando il grande, anzi il colossale debito che Malpensa ha provocato alla compagnia di bandiera. Ma l’elargizione di denaro pubblico non è ancora finita, se si pensa ai costi stratosferici che l’italianissima cordata di imprenditori, altrimenti chiamata capitalismo di rapina, farà cadere sulle spalle dei poveri contribuenti, dopo essersi tenuta la piccola parte buona di Alitalia.
“L’ipotesi della realizzazione della terza pista”: si dice mai che il suo insediamento è previsto sulla terrazza del fiume, a meno di un km. dal suo corso. E come si potranno evitare la valutazione d’impatto ambientale e la valutazione d’incidenza, entrambe necessarie e vincolanti anche in considerazione della presenza in area di Siti di Importanza Comunitaria? Appunto con la politica, ovvero l’arte di raccogliere consensi a destra e a sinistra, citando sempre le parole ambiente e sostenibilità senza mai analizzare oggettivamente e scientificamente la sussistenza o meno dei requisiti ambientali e lasciando credere che le approvazioni già esistano mentre in realtà nulla è stato valutato ed approvato.
“Essere sempre e solamente contro è più semplice che governare vecchie e nuove difficoltà”: che intenti nasconde questa frase? Noi, come tutte le persone che ragionano con la propria testa, non siamo a priori contro Malpensa, ma contro lo schiaffo alla popolazione ed il depauperamento del patrimonio naturale, fonte di ossigeno per i nostri polmoni e punto base per il risanamento atmosferico della nostra inquinatissima Lombardia. Inoltre, come giustamente dice il sig. Sindaco e ripetono i nostri politici, la buona Politica con la P maiuscola, è l’arte della mediazione. Mediare significa anche confrontarsi, discutere, contrattare, ma non significa vendere o svendere il territorio. E in cambio di che cosa? Delle luminose future sorti dell’umanità? O di che altro?
“La mappa acustica”: a questo proposito Colombo ha dimostrato indubbie doti risolutive, riducendo notevolmente su Somma l’impronta acustica. Essa è però cresciuta nelle comunità locali vicine ed è paradossalmente cresciuta anche rispetto allo scorso anno, nonostante i voli siano diminuiti del 26%. La strategia di Colombo è chiara e per ora vincente: appoggia l’espansione di Malpensa, gli enti autorizzati all’assetto delle rotte accordano la diminuzione dell’impatto acustico su Somma, placando le proteste della gente (ricordiamo i cinque comitati antirumore attivi a Somma dopo l’apertura di Malpensa 2000) così il sindaco di Somma potrà continuare indisturbato a lavorare a favore dell’incremento dell’attività aeroportuale.
“Le riqualificazione delle aree delocalizzate”: noi lo abbiamo sempre sostenuto, la delocalizzazione non è pensata per risolvere il problema del rumore, ma per liberare aree nella prospettiva di favorire l’attività aeroportuale. Oggi ci sono più decibel ad Arsago che a Case Nuove, ma interesserebbe alla Regione la delocalizzazione degli arsaghesi?
Tecnologia, Talento e Tolleranza non riusciranno a salvare Somma da uno stato perenne di fragilità e dal malcostume che avanza: la precarietà del lavoro, la riduzione dei salari, la scaduta qualità della vita, l’incremento delle attività criminogene, ecc. Ma di quale progetto urbanistico parla Colombo? Il destino di Somma è segnato, ed è il destino di tutti i luoghi posti vicino ai grandi snodi del trasporto… Qualcuno farà tanti soldi, questo è chiaro, ma i più si ritroveranno a vivere sempre più nel degrado, come è avvenuto nei dintorni della stazione Centrale di Milano o nei bassifondi del porto di Genova, tanto per citare esempi di immediata comprensione. Che le 3 T nascondano un significato più profondo e recondito, come Terribile Truffa per il Territorio?
Mercoledi 27 Agosto 2008
Raffaella Filippini
Presidente dell'Associazione Amici della Natura ad Arsago

sabato 19 luglio 2008

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TERZA PISTA A MALPENSA? E SE DUE FOSSERO GIA’ TROPPE?

I PIANI DI S.E.A.
TERZA PISTA A MALPENSA? E SE DUE FOSSERO GIA’ TROPPE?
Con le presentazioni a Palazzo Mezzanotte ed ai Sindacati, in pubblico e, osiamo supporre, ai Sindaci amici in privato, la strategia di SEA è uscita allo scoperto ed i piani sono chiari, oltrechè i soliti: crescita e terza pista non sono certo novità.
Coperta rimane la questione ambientale che noi, invece, vogliamo ricordare: parlare di 50 milioni di passeggeri a Malpensa è terrorismo ambientale.
Vogliamo evidenziare, a questo proposito, che Malpensa sta nel Parco del Ticino, non in un deserto, e che tutta l’area è fortemente antropizzata.
E’ facile verificare che, nel raggio di 10 km dalle piste, esistono 38 Comuni con oltre 250.000 abitanti. Allargando a 15 km si contano in totale 88 Comuni e 500.000 abitanti.
E’ qui che vogliamo far crescere un aeroporto che è già oltre il doppio del limite stabilito dal proprio P.R.G.A?
Nulla di nuovo anche sul fronte sindacale: a parte qualche esponente incredulo (dove troveranno i soldi?) il plauso è generale. Gli allarmi occupazionali (esagerati!!!) sono già rientrati, sono già ricominciate le assunzioni, si riparla di crescita e l’esperienza appena vissuta con il dehubbing e tutte le falsità relative non ha insegnato nulla.
Se Malpensa torna a crescere, l’elevata concentrazione di voli (forzando il mercato) e di lavoratori costituirà di nuovo una bolla destinata a scoppiare. E quando scoppierà (e sarebbe già la terza volta) pagheranno come al solito i più deboli o, nella migliore delle ipotesi, i contribuenti, per gli errori di politici, amministratori e sindacati.
Politici, amministratori e sindacati che, quando Malpensa cresce, si fregano le mani tutti contenti, senza pensare all’ambiente, quando scoppia, strillano e cercano altrove il capro espiatorio su cui rovesciare le proprie responsabilità.
In merito alle dimensioni aeroportuali è interessante ricordare che Linate, con una sola pista, gestiva, fino al ’98, 16 milioni di passeggeri/anno: perchè Malpensa, che doveva gestire al massimo 12 milioni di passeggeri, ha due piste?
Allora la proposta è: rispettiamo il P.R.G.A. e l’ambiente e, invece di fare la terza pista, chiudiamo una delle due attuali.
Si noti inoltre che due piste parallele consentono, ad esempio a Londra Heathrow, una capacità operativa superiore a quella che sarebbe possibile a Malpensa con tre piste.
Questo studio, infatti, redatto per S.E.A. da Mitre Corporation di Washington, e noto per essere stato presentato ad alcuni Sindaci e per descrizioni circolate, invece di risolvere i principali problemi di Malpensa, ne crea altri.
Attraversamento di pista con rischio di collisioni e ridotta capacità operativa (ridotta per un hub, in realtà, per l’ambiente è esagerata) sono attualmente i principali problemi.
Con la terza pista secondo Mitre l’operatività aumenterebbe un po’, ma anche i problemi, poichè gli attraversamenti di pista ci sarebbero ancora e la dipendenza tra le piste diventerebbe un gioco a tre (piste), quindi ancora meno sicuro.
Poi, particolare non trascurabile, si dovrebbe demolire e ricostruire la torre di controllo (costata 15 milioni di €) perchè nell’attuale posizione interferirebbe con i movimenti sulla nuova pista.
Ricordiamo la nostra proposta, il “Sistema Aeroportuale del Nord Italia”, dove ci sono 13 aeroporti con 15 piste ed una capacità di ca. 100 milioni di passeggeri/anno, il traffico reale è meno di 40 milioni e quindi non serve alcun ampliamento, neppure a Malpensa.
Ma non è ora di smetterla con questo aeroporto?
Gallarate, 19 luglio 2008

ASPESI PRESIDENTE DI A.N.C.A.I.

FINALMENTE UNA BUONA NOTIZIA
ASPESI PRESIDENTE DI A.N.C.A.I.
... ed avremo lo stop ai voli notturni!

La notizia era nell’aria e la conferma ci infiamma di nuove certezze: Mario Aspesi, Sindaco di Cardano al Campo, Sindaco di Malpensa, è il nuovo Presidente di A.N.C.A.I.!
Congratulazioni, Presidente Aspesi!
Ma andiamo con ordine.
L’aeroporto di Malpensa, cresciuto oltre i limiti stabiliti dal proprio PRGA, costituisce un problema di legalità e, creando di conseguenza un grave problema ambientale, ha cambiato la vita di alcune centinaia di migliaia di persone.
La successione, nel giro di tre mesi, dei Decreti Ronchi-Melandri (25/11/99), D’Alema (13/12/99) e Bersani (3/03/2000) ha confermato la situazione illegale ed il danno ambientale che sono stati denunciati da 87 sindaci con la grande manifestazione del 19 novembre 2000.
Questo perchè:
Il Decreto Ronchi-Melandri stabiliva LO STOP ALLA CRESCITA di Malpensa 2000,
Il Decreto D’Alema confermava la crescita ma previa APPLICAZIONE DI MITIGAZIONI,
Il Decreto Bersani dichiarava POSITIVAMENTE VERIFICATA l’applicazione delle mitigazioni anche se ciò NON E’ REALMENTE AVVENUTO, come si può verificare consultando su:
http://www.italgiure.giustizia.it/nir/lexs/1999/lexs_362304.html
il Decreto D’Alema con le mitigazioni prescritte e, notoriamente, non riscontrabili nella realtà.
Il mancato rispetto delle regole è stato denunciato più volte ma, dobbiamo riconoscere, nessuno quanto il Sindaco Aspesi ha saputo essere chiaro ed esplicito nel rivendicare che, a Malpensa, si rispettino le regole scritte ed ignorate.
E, soprattutto, prima tra tutte, richiamata da Aspesi in tutte le occasioni e scritta nel Decreto D’Alema, allegato A-punto f), “la limitazione del volo notturno secondo le nuove prescrizioni (eliminazione dei voli dalle h. 23.00 alle h. 6.00)”.
Ci ricordiamo bene come Aspesi ha rivendicato il rispetto delle regole a Malpensa la sera degli “Stati Generali” farsa orchestrati da Reguzzoni a Varese.
Mario Aspesi fu l’unica voce fuori da un coro stonato di partigiani in malafede in un’assurda difesa di Malpensa contro il dehubbing di Alitalia, contro Alitalia e contro l’interesse nazionale.
E ci ricordiamo la tavola rotonda elettorale a Casorate Sempione, lo scorso aprile, quando lo applaudimmo perchè asseriva che “un conto è essere svegliati di notte, altra cosa è essere svegliati 20 volte per notte”. N.B.: svegliati dai voli notturni di Malpensa!
E l’abbiamo sentito ricordare, anche al recente incontro tra il PD ed il Presidente di S.E.A., Bonomi, a Cassano Magnago, che ci sono delle regole e Malpensa non le rispetta mentre, tristemente, gli uomini del PD pendevano dalle labbra di Bonomi che garantiva sicura ripresa e nuovo sviluppo di Malpensa. Ovviamente sviluppo senza rispetto delle regole.
Quindi siamo convinti che sarà proprio dalle regole, ed in particolare dal blocco dei voli notturni, che Aspesi, col cappello di Presidente di A.N.C.A.I., comincerà il redde rationem per la messa in regola dell’aeroporto, per l’aeroporto di Malpensa finalmente regolato e controllato.
Ed è quindi scontato, per Aspesi, il nostro sostegno, il sostegno di UNI.CO.MAL. Lombardia, di tutte le Associazioni e Comitati e di tutti Cittadini attenti ai problemi dell’Ambiente e preoccupati per la Salute e la qualità della vita.
Buon lavoro, Presidente Aspesi!!!
Gallarate, 16 luglio 2008

sabato 3 maggio 2008

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AEROPORTO GONFIATO, AEROPORTO SCOPPIATO

MALPENSA RIPARTE?
Gli slogan e le battute cambiano presto, i proclami e gli anatemi appartengono al passato e le vittime (per fortuna “solo” disoccupati) si dimenticano: Alitalia era ieri, Malpensa riparte, arrivano nuove Compagnie, si recuperano rotte e destinazioni e l’aeroporto torna a crescere. Ma sarà vero?
Di vero, cioè sicuramente certo, c’è che l’esperienza non ha insegnato nulla.
Avevamo scritto: “L’elevata concentrazione di voli e di lavoratori (forzando il mercato) costituiva a Malpensa una bolla destinata a scoppiare. Siamo ora al punto in cui la bolla scoppia facendo pagare ai più deboli o, nella migliore delle ipotesi, ai contribuenti, gli errori di politici, amministratori e sindacati” e, come ci è ormai chiaro, questa asserzione non ha convinto nessuno a meditare sulla nutrita sequenza di errori compiuti nei primi 10 anni di Malpensa e sull’amaro risultato attuale.
Errori doppi perchè compiuti su due fronti, cioè su Malpensa e su Alitalia, come i fatti hanno dimostrato, ed errori ripetuti ora (perseverare diabolicum est), dopo che i più deboli (i precari) hanno perso il lavoro, dopo che i contribuenti pagano la cassa integrazione e, in aggiunta pagheranno altri 300 milioni di euro di prestito ponte! Europa, salvaci tu!
La soluzione per Alitalia era ormai raggiunta ma, la demagogia dimostrata da alcuni e le bugie elettorali di altri, hanno causato il disastro, facendo ricadere la Compagnia nel buco nero da cui stava uscendo. Le cronache continuano a riportare come oro colato (ma perchè?) le versioni autoassolutorie dei soliti noti ma, almeno, i commentatori, non sono teneri, e fanno anche i nomi. Giannini su “Repubblica”, Mucchetti sul “Corriere” e Dragoni su “Il Sole 24 Ore” di martedì 22 aprile danno l’esempio.
Sarà probabilmente ministro il politico che chiedeva, in alternativa ad AirFrance, una soluzione tipo Swissair, risolta con: commissariamento, prestito ponte di 450 milioni, il business acquisito dalle banche attraverso Crossair (poi rinominata “Swiss”), i debiti lasciati allo stato (cioè ai contribuenti) e 9.000 esuberi.
Questo drammatico suicidio in alternativa ad un’AirFrance che si accollava i debiti e pagava pure le azioni con l’aggiunta di (soli) 2.130 esuberi contro 7.000 o 9.000 o chissà. Non possiamo pensare che il suddetto politico, probabile futuro ministro (ahinoi!), non conoscesse la realtà del caso Swissair...
Quindi i contribuenti pagano, non si sa per cosa, e l’agonia continua. Infatti i tempi si allungano e le preoccupazioni aumentano sentendo i nomi che si aggirano intorno ad Alitalia, ormai quasi cadavere...
Che il piano industriale di Alitalia, firmato da Maurizio Prato, fosse buono non potevano esserci dubbi perchè, eliminando il dissanguamento prodotto da Malpensa-hub, si era finalmente trovato l’acquirente e non così era successo con il primo bando di privatizzazione quando tutti gli interessati erano scappati a causa (evidentemente), dell’obbligo di mantenere due hub.
E Malpensa? Avevamo chiesto, avevamo sperato che si cogliesse l’occasione di tornare al PRGA, abbandonare la follia dell’hub, porre l’aeroporto al servizio del territorio (non il territorio al servizio dell’aeroporto com’è stato finora), ma i deliranti discorsi sentiti prima e durante l’improvvisa campagna elettorale ci hanno tolto presto le speranze.
Quindi nessuna speranza che ci si ricordi che Malpensa è nel Parco della Valle del Ticino Riserva dell’UNESCO, che si rispetti il limite di traffico stabilito dal PRGA ma, più realisticamente, la certezza di prepararsi a sostenere la prossima battaglia che sarà contro la terza pista, un’opera assurda dal punto di vista tecnico oltre che ambientale come più volte abbiamo già sostenuto e siamo pronti a spiegare nuovamente.
Quindi attenzione ai ricorsi della storia perchè quello che è già accaduto (aeroporto gonfiato = aeroporto scoppiato) può sempre ripetersi, soprattutto replicando gli stessi errori.
Questa volta i veri colpevoli hanno colpevolizzato Alitalia. A chi toccherà la prossima volta?

Gallarate, 29 aprile 2008

LEGAMBIENTE di Varese e Novara,
C.OVES.T. ONLUS-Varallo Pombia,
UNI.CO.MAL. LOMBARDIA-Gallarate,
EXCALIBUR-Lonate Pozzolo,
AMICI DELLA NATURA-Arsago Seprio

lunedì 31 marzo 2008

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MALPENSA-BOFFALORA: DISASTRO AMBIENTALE

30 MARZO 2008: INAUGURAZIONE MALPENSA-BOFFALORA

L’aeroporto di Malpensa, a 45 km. da Milano, si trova tra due autostrade e poteva essere logico pensare che dovesse essere collegato con entrambe.
Il collegamento con la A8 è stato “ammodernato” grazie ai mondiali di calcio “Italia 90” ma è costituito da un “budello” a due carreggiate senza corsie di emergenza e, quindi, con svincoli molto pericolosi.
La Malpensa-Boffalora, collegamento con la A4, che viene inaugurata oggi, ca. 10 anni dopo l’apertura dell’ampliamento di Malpensa, è quindi un esempio di programmazione fallita.
Viene inaugurata solo oggi, mentre se ne parla dal 1998 (anno di inaugurazione di Malpensa 2000), oggi, quando si parla di ridimensionare Alitalia e Malpensa.
E’ tuttavia doveroso chiedersi perché c’è voluto così tanto tempo, così come altrettanto tempo ci vorrà per completare il raccordo FFSS-Ferrovie Nord a Castellanza per il collegamento delle FFSS da MI-Centrale a Malpensa. In compenso è stato progettato un assurdo (tanto costoso quanto devastante sotto il profilo di impatto ambientale) collegamento denominato “Accesso ferroviario da nord a Malpensa”.
Progetti “faraonici”, senza avere, dei faraoni, né le risorse economiche, né le capacità decisionali, né gli spazi per realizzarli. E’ fin troppo evidente che l’area di Malpensa non è in grado di ospitare un hub, se non a prezzi economici, sociali e ambientali impossibili da sostenere. La Boffalora-Malpensa ne è un esempio paradigmatico: è un disastro ambientale.
Questo collegamento, lungo 18 km., è stato realizzato scavando una trincea larga ca. 60 m e profonda ca. 10 m. Lo sbancamento ha riguardato 1.080.000 mq, pari a 108 ettari, e sono stati rimossi qualcosa come 10 milioni di mc. Questo per il tracciato, a cui va aggiunto un ulteriore consumo di suolo per i 6 svincoli: in media uno svincolo ogni 3 km. Logico o assurdo?
Si tratta inoltre di uno dei maggiori impatti ambientali causati da infrastrutture nel Nord Italia dell’ultimo decennio: i 18 Km di trincea sono infatti tutti in un’area tutelata da un parco.
Molti critici, cioè quei Tecnici che non sono pagati per sostenere quel che serve ai cattivi politici ed ai pessimi Amministratori, l’hanno definita , da tempo, un tragico sproposito.
E inoltre, brillante, ironica e satirica ciliegina sulla torta, amara, di questa cerimonia, l’inaugurazione dell’opera tanto attesa e celebrata, coincide con il tracollo di Malpensa, l’hub che non c’è, che non c’è mai stato.
Ma se Malpensa crescesse davvero fino ad un traffico di 40-50 milioni di passeggeri/anno, più del doppio di quelli raggiunti finora, cosa faremmo del territorio, del Parco Ticino, dei paesi e delle persone che vivono da sempre intorno all’aeroporto e che finiranno sotto le nuove rotte?
Si propone ancora, per salvare Malpensa, di potenziare la sezione Cargo 24 ore su 24 (lo si dice con vanto: l’unico aeroporto, in Europa, con i voli notturni...)
“Delocalizzeremo” ancora altre migliaia di persone: a Tornavento, ad Arsago, a Somma, com’è già stato deciso, ma non ancora attuato completamente, a Case Nuove, Lonate e Ferno, perchè la delocalizzazione, oltre ad un costo sociale, ne ha uno, altrettanto elevato, economico?
Purtroppo non è finita qui: altri danni incombono a partire dal prolungamento della Malpensa-Boffalora fino alla Tangenziale Ovest, ulteriore devastazione ambientale ed economica
Noi non siamo contro il progresso, le infrastrutture, lo sviluppo.
Siamo contro un certo tipo di “sviluppo”, che va a favore dei grandi interessi economici, delle speculazioni edilizie, dei “signori del cemento” (e in questo caso dell’asfalto).
Malpensa, al di la delle strumentali e paradossali polemiche e manifestazioni di campagna elettorale, può benissimo rappresentare un aeroporto importante, funzionale, redditizio ed attraente senza ulteriori colate di danaro pubblico e cemento, e senza devastare ulteriormente il territorio, semplicemente svolgendo un ruolo primario in un moderno e concreto”sistema aeroportuale del Nord”, produttivo, funzionale, razionale, compatibile e non necessariamente “malpensocentrico”.
Anche perché, da sempre, abbiamo avuto il sospetto che non di Malpensa 2000 si trattasse, ma di 2000 speculazioni su Malpensa...

Gallarate, 30 marzo 2008

- WWF Italia
- LEGAMBIENTE
- UNI.CO.MAL. Lombardia (Unione Comitati Comprensorio Malpensa)
- Amici della Natura - Arsago Seprio
- EXCALIBUR Alternativa Verde - Lonate Pozzolo

giovedì 21 febbraio 2008

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17 febbraio 2008: OGGI A MALPENSA...

17 febbraio 2008
Cosa ci fa tutta questa gente, oggi, qui a Malpensa?
Sono forse venuti a protestare “CONTRO LE ILLEGALITA’, I SOPRUSI E LE FALSITA’ DI MALPENSA”? Sono venuti a difendere la legalità, a sostenere il PRGA di Malpensa ed il Piano industriale di Alitalia ed Air France?
Qualcuno dice di no: questi sono contro il piano di Alitalia ed Air France, sono per Malpensa-hub contrario al mercato, sono assoldati dal Partito (degli affari) di Malpensa.
Ma, in realtà, questi non sanno proprio che cosa sono venuti a fare, nemmeno hanno idea di dove siano oggi e cosa ci sia dietro e dentro Malpensa.
Non sanno che c’è un PRGA che stabiliva max. 100.000 voli/anno per Malpensa che invece ne fa ormai oltre 250.000: illegale, come scrissero 87 sindaci delle province di Varese, Novara e Milano sul giornale “Ticinia”.
Ora l’asse Varese-Novara-Milano è costituito dalle Camere di Commercio, in spregio al rispetto delle norme ambientali e del Parco del Ticino, gioiello, orgoglio e tesoro “PADANO”, Sigg.ri leghisti, e Riserva della Biosfera del progetto M.A.B. (Man And Biosphere) dell’UNESCO.
“Cosa ci fa un aeroporto in un parco naturale?”, ci chiede l’Europa. Qui invece va tutto bene anzi, Malpensa deve ancora crescere.
E cosa stanno dicendo i Sindaci di Ferno, Lonate Pozzolo e Somma Lombardo... e di Novara, agli attivisti della Lega Nord convenuti da lontano (Padova, Belluno, Torino, La Spezia, ecc.) senza sapere perchè? In nome di quali cittadini parlano? Si sono dimenticati degli aerei cargo (http://www.sea-aeroportimilano.it/it/malpensa/index.phtml?mod=volioggi_cargo_D&to=volare) e dei voli charter che interrompono il riposo notturno? E’ questo il progresso, lo sviluppo, la ricchezza, la qualità della vita? O è forse questa un’altra Bophal, un’Icmesa, una Caffaro di Brescia, un petrolchimico: veleni in alternativa alla fame? Ma siamo terzo mondo o la Provincia di Varese? Cosa offre la Lega Nord al territorio che le dà i natali?
Il Partito di Malpensa ha perso e grida la propria rabbia, anche qui, oggi, a Malpensa.
Noi invece diciamo: BASTA!!!
Vogliamo l’aeroporto al servizio del territorio, non il territorio al servizio dell’aeroporto.
Vogliamo che sia valorizzato il sistema aeroportuale del nord in alternativa al sistema malpensocentrico.
Basta chiedere moratoria: KLM non l’ha mai avuta.
Basta bugie: Malpensa è solo il 14° aeroporto europeo, non il 5°.
Basta (fingere di) chiedere mercato: il mercato boccia Malpensa.
Il mercato sono 793 voli/settimana che ALI-TAGLIA a Malpensa: i voli del finto hub, “Le rotte in perdita dell’hub che non c’è” (Corriere della Sera).
“BASTA! Salviamo il Parco del Ticino, salviamo il nostro futuro!”
NON TUTTO IL NORD E’ CON MALPENSA!

martedì 12 febbraio 2008

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Intervista al vice-sindaco di Casorate Sempione

(da “La Prealpina” di domenica 10 febbraio 2008)
CASORATE SEMPIONE - (g.c.)
La vendita di Alitalia ad Air France, il ridimensionamento di Malpensa, migliaia di posti di lavori a rischio: della crisi dello scalo parla a 360 gradi il vicesindaco di Casorate Sempione Tiziano Marson. Sempre in prima fila alle riunioni del Cuv.
Marson, che idea si è fatto della situazione?
«E' sempre più incredibile. Ora sbuca AirOne nella compravendita Alitalia, ma chi paga? Dove sono i progetti finanziari? Per me è solo una grande bagarre mediatica. Non sono di certo felice, ma spero che la compagnia sia venduta ai francesi: più credibili».
E Malpensa che fine farà?
«Malpensa è un aeroporto mai decollato e i costi non sono stati coperti. E' stata la foglia di fico per la speculazione e chi ha pagato sono stati solo l'ambiente e i cittadini. Ora mi auguro che si integri e si adegui al territorio. Se ha delle gambe è arrivato il momento che cammini da sola». Di chi sono le colpe? «Ha tanto a dire la Lega che è sempre colpa di Roma ladrona, ma non è vero. Le scelte e le analisi tecniche le hanno fatte i governatori lombardi, che ci han messo dieci anni ad aprire la Boffalora-Ticino».
E i lavoratori come verranno tutelati?
«Altra questione assurda. Proprio loro, che con una legge hanno introdotto il precariato, ora si mettono in prima fila contro la disoccupazione».

ALLA RICERCA DEL RUOLO DI MALPENSA... ANCORA!

Giovedì 7 febbraio, a Milano, con i SOLITI NOTI, è andata in scena l’ennesima rappresentazione del tormentone:
“ALLA RICERCA DEL RUOLO DI MALPENSA”.
Ruolo che è già ben definito dal P.R.G.A. (Piano Regolatore Generale Aeroportuale) di Malpensa.
Il P.R.G.A. stabilisce infatti il limite di crescita a 12 milioni di passeggeri, 100.000 voli/anno,
“SENZA LIMITARE LA CAPACITA’ OPERATIVA DI MILANO-LINATE”.
Questo è scritto ed approvato nella:
Delibera del Consiglio Regionale Lombardo N. IV/274/86 del 03/06/86, che recepisce il P.R.G.A. e che poi diventa Decreto del Ministero dei Trasporti N.° 903/87.
Alitalia, come è ormai a tutti noto, fu poi intrappolata nella strategia suicida dei due hub
CONTRO IL DISPOSTO DEL P.R.G.A.
che stabiliva l’ampliamento di Malpensa come aeroporto point to point .
Noi diciamo da anni che questa strategia è suicida in quanto è
CONTRARIA AL MERCATO,
sostenuta con forzature, ed è
CONTRARIA ALL’INTERESSE NAZIONALE.
Contraria all’interesse nazionale perchè fa danno ad Alitalia e, quindi, al contribuente.

I FATTI CI DANNO RAGIONE.

Alitalia, per poter finalmente trovare un acquirente, ha dovuto togliere l’ostacolo maggiore:
LA PALLA AL PIEDE COSTITUITA DAI COLLEGAMENTI SU MALPENSA,
CONTRARI AL MERCATO.
Nell’orario estivo 2008
ALI-TAGLIA VOLI SU MALPENSA E... POTENZIA LINATE:
E’ IL RITORNO AL MERCATO!!!
Chi continua a sostenere ipotesi contrarie rappresenta
INTERESSI PARTICOLARI E CONTRARI ALL’INTERESSE NAZIONALE,
E SE NE ASSUME TUTTE LE RESPONSABILITA’
Gallarate, 7 febbraio 2008
UNI.CO.MAL. Lombardia

domenica 3 febbraio 2008

CONTRO LE ILLEGALITA’, I SOPRUSI E LE FALSITA’ DI MALPENSA

Il Partito di Malpensa lancia proclami, profetizza scenari apocalittici corredati da cifre da capogiro, detta diffide ed ordini a Governo e Ministri.
Si fa insomma arbitro del futuro di Alitalia e di Malpensa arrogandosi il diritto di stabilire regole che i poteri centrali dovrebbero rispettare.
Ma chi detta queste regole, dopo il Malpensa-fallimento, non ha mai rispettato regola alcuna nella gestione del Malpensa-business.
Il Partito di Malpensa ha perso e grida la propria rabbia.
Ora diciamo che il Partito di Malpensa ed i suoi fiancheggiatori ci hanno stancato.
E anche i sindacati, ormai, hanno capito: non è l’occupazione il problema dei “nordisti”, sono altri gli affari.
Basta chiedere moratoria: KLM non l’ha mai avuta.
Basta (fingere di) chiedere mercato: il mercato boccia Malpensa.
Il mercato sono 793 voli/settimana tagliati a Malpensa.
Sono i voli del finto hub: “Le rotte in perdita dell’hub che non c’è” (Corriere della Sera).
Ora, dopo gli insulsi proclami e le vane minacce di Lega Nord e del Partito di Malpensa, torna il Popolo di Malpensa.
Dopo la manifestazione “Contro le illegalità ed i soprusi di Malpensa”, firmata da 87 sindaci delle province di Varese, Milano e Novara,

“Contro le illegalità, i soprusi e le falsità di Malpensa”

sarà la prossima grande manifestazione del Popolo di Malpensa, delle 500.000 persone su cui rombano e scaricano kerosene 800 aerei/giorno.
Saranno 50.000, forse 100.000 cittadini con fischietti, campanacci, trombe, striscioni e cartelli per dire:
“BASTA! Salviamo il Parco del Ticino, salviamo il nostro futuro!”
Un’imponente moltitudine, pacifica ma non rassegnata a lasciarsi prevaricare per gli interessi di pochi.
Apriamo le adesioni alle Associazioni, Comitati, Sindaci e Amministrazioni, Comunità e cittadini.
Ecco svelato il progetto. Stiamo lavorando al programma, definendo le modalità, avremo le autorizzazioni e... avanti a testa alta,
Popolo di Malpensa!
NON TUTTO IL NORD E’ CON MALPENSA!
Gallarate, 1 febbraio 2008

UNI.CO.MAL. LOMBARDIA

giovedì 24 gennaio 2008

Affari, sogni e ipocrisie: così va avanti la Provincia di Varese

di "Raffaella Filippini dell'Associazione "Amici della Natura ad Arsago" in merito alla situazione di Malpensa.

Avete sognato una grande Malpensa che potesse esaudire i vostri desideri di arricchimento? Se la risposta è ancora sì, dovete essere in grado di spiegare perché siete ancora aggrappati a questo miraggio, ma dovete saperlo spiegare senza finzioni, onestamente.
Quanta ipocrisia si è vista per i posti di lavoro di Malpensa! Ormai da decenni i nostri imprenditori chiudono le aziende qui per riaprirle in altri paesi, ma le istituzioni lasciano fare. Credete davvero che gli uffici aperti dalle nostre Camere di Commercio a Shangai servano a dar lavoro ai nostri operai?
Dunque, liberismo sfrenato per i nostri imprenditori, mentre si pretende protezionismo folle per Alitalia, con dissennato sperpero di soldi pubblici.
Qualcuno già lo sostiene: la Provincia di Varese ha ormai molte analogie con la Provincia di Napoli. E non mancano i motivi per fare la figuraccia degli incivili. Malpensa è l’unico aeroporto in Europa inserito in un Parco naturale. Non ha rispettato le leggi di Valutazione ambientale e grazie ai buoni uffici della lobby lombarda a Bruxelles, si è salvato solo in extremis dalla procedura di infrazione. E’ stato forzato a diventare hub senza averne i requisiti ambientali, oltre che strutturali.
L’impatto sulla salute degli abitanti è argomento tabù ai tavoli di concertazione, sempre e volutamente trascurato.
Dopo gli anni della grande protesta, tutti sembrano essersi dimenticati che nell’area di Malpensa la gente soffre per l’inquinamento acustico. Con la complicità dell’ASL, che non ha realizzato le necessarie e prescritte azioni di monitoraggio. Non prende la via della pubblicazione neppure l’indagine epidemiologica HYENA, voluta e finanziata dalla Commissione Europea, che ha prodotto risultati assai significativi in termini di verifica dei danni all’ipertensione arteriosa causati dal sorvolo degli aerei, specie durante gli orari notturni
Purtroppo l’unica risposta istituzionale data al problema del rumore è stata la delocalizzazione in tre aree a ridosso del sedime aeroportuale. Forse non stupirà nessuno sapere che, dati delle centraline alla mano, in diverse aree distanti qualche chilometro dalla rete di confine di Malpensa, l’impatto acustico è persino più grave. Ma è innegabile che la delocalizzazione risponde primariamente all’ esigenza di liberare spazi in prossimità dell’aeroporto per finalità espansive della sua attività.
In nome di una presunta e decantata tutela degli interessi economici del territorio varesino, vengono calpestati i più elementari diritti di cittadinanza di una larga fascia di popolazione, che ha constatato amaramente come molti personaggi siano entrati in politica per schiacciare il prossimo e per soffocarlo.
Appunto, l’aria!
In provincia di Varese si sente spesso un luogo comune: Ma che c’è da preoccuparsi? È come quella di Milano!
A parte il fatto che l’area omogenea del Sempione spesso registra un inquinamento peggiore di Milano, Milano sta correndo ai ripari. Qui invece ci si bea del fatto che arriveranno nuove infrastrutture, ma non per risolvere i problemi che nascono qui (vedi pedemontana), bensì per portare ulteriore traffico, esasperando i già gravi problemi di mobilità, al limite del collasso.
La VAS volontaria e partecipata realizzata nell’anno 2006 dal Parco del Ticino, con una quota pro capite per ciascuno dei suoi abitanti, ha effettivamente calcolato i volumi di traffico, illustrato la loro origine e offerto realistiche previsioni degli scenari futuri. Anche questo studio è stato opportunamente accantonato, così come viene del tutto trascurata l’analisi dei dati ambientali.
Dopo anni di silenzio mediatico, finalmente di recente alcuni giornalisti hanno parlato dell’inquinamento causato dagli aerei, anche con riferimento al protocollo di Kyoto. Qualche campanello d’allarme dovrebbe suonare! Ma nessuno fa l’associazione d’idee con Malpensa e con l’enorme crescita di asfalto e cemento.. Paradossalmente dobbiamo ancora ricordare che solo gli alberi producono per noi ossigeno vitale.
A Varese e provincia in molti davvero dovrebbero compiere uno sforzo per liberarsi dal pensiero unico che Malpensa sia il perno della nostra economia presente e futura. Urge mettere in piedi un nuovo modello di sviluppo economico. E’ incredibile che nel 2008, incombente il picco della produzione petrolifera, con i costi del greggio in continuo aumento, si voglia ancora basare la nostra economia sull’utilizzo del petrolio.
Cerchiamo di creare lavori dignitosi e sicuri, senza pericolo di vita per i lavoratori, anche sviluppando nuove professioni con le energie rinnovabili, la cogenerazione, ecc. Adottiamo regolamenti edilizi che aprano la via alle ristrutturazioni degli abitati secondo criteri di sostenibilità ed efficienza energetica. Chiediamo pure compensazioni economiche al governo, ma per progetti a beneficio dell’intera collettività e non per le bramosie di pochi.

Mercoledi 23 Gennaio 2008

Lettera aperta al Presidente della Provincia di Varese Marco Reguzzoni

"Su Malpensa ignorate le voci del territorio"
di Emiro Nerini, ex sindaco di Ferno

Egregio Signor Presidente,
premetto che sono un semplice cittadino che, per scelta, non ha più alcun ruolo istituzionale o politico, ma che per forza di cose è obbligato ad interessarsi delle tematiche relative all’aeroporto della Malpensa poiché abito e vivo a Ferno, uno dei Comuni del sedime aeroportuale.
Ho assistito al Consiglio Provinciale aperto del 16/01/2008 sui cosiddetti “Stati Generali di Malpensa”, tenutosi nell’aula magna dell’Università dell’Insubria, per il quale avevo preparato un breve intervento che non ho svolto perché, in un aula vuota, non avrebbe avuto nessun senso.
Verso le 19:30 – 20:00, infatti, dopo gli interventi degli invitati che, appunto perché invitati, la pensano allo stesso modo sull’argomento, Lei ha chiesto che il Consiglio Provinciale deliberasse su una Sua improvvisata (?) mozione.
Mi sarei aspettato che sulla Sua proposta qualche consigliere, magari di minoranza, avesse eccepito in merito all’ordine dei lavori. Come si può proporre una improvvisata mozione, e chiederne il voto, senza aver ascoltato anche i programmati e concordati interventi dei singoli cittadini e rappresentanti dei Comitati od associazioni ambientaliste o meno?
Così non è stato ed il Consiglio Provinciale ha accolto la Sua mozione, con la sola astensione del consigliere Solanti (che ringrazio pubblicamente).
Dopo di che l’aula si è svuotata: spariti i Consiglieri e gli invitati, sono rimasti alcuni cittadini ai quali Lei ha concesso, con qualche insofferenza ed indifferenza, di poter parlare.
Lei signor Presidente, di fatto, ha organizzato un Consiglio Provinciale aperto solo agli amici e a quanti la pensano, sull’argomento, allo stesso modo e, senza dare la possibilità ai consiglieri provinciali di ascoltare voci fuori dal coro, ha preteso ed ottenuto il voto desiderato.
Ma, allora, quale è il senso della riunione “aperta” se poi si ascoltano solo le voci allineate e non anche quelle in disaccordo? Certo i rappresentanti “invitati” sono stati ascoltati: ma Lei ed i consiglieri provinciali, prima di deliberare, non avete sentito le ragioni degli altri. Allora, me lo consenta, si può legittimamente dire che si è trattato di una riunione di pura e semplice propaganda alla quale, consapevolmente o meno, si sono prestate tutte le forze politiche presenti in Consiglio Provinciale.
Le scrivo, di seguito, alcune delle questioni che avrei voluto segnalare a Lei, ai Consiglieri Provinciali ed agli invitati, qualora fossero stati presenti nel momento in cui Lei ha concesso ai “non invitati” di poter esprimersi.
Innanzitutto ricordo che il 19/11/2000 ben 87 Sindaci di Comuni delle Province di Varese, Milano e Novara hanno organizzato una manifestazione “contro illegalità e soprusi di Malpensa” concludendo che “qui l’hub non ci sta” (la voce dei Sindaci della Ticinia). I Sindaci della Provincia di Varese sono quelli dei Comuni di: Angera, Arsago Seprio, Azzate, Bardello, Besnate, Bodio Lomnago, Trebbia, Brunello, Buguggiate, Cadrezzate, Cardano al Campo, Carnago, Caronno Varesino, Casale Litta, Casorate Sempione, Castelseprio, Castronno, Cavaria con Premezzo, Cazzago Brabbia, Comabbio, Crosio della Valle, Daverio, Ferno, Gallarate, Galliate Lombardo, Gazzada Schianno, Golasecca, Gornate Olona, Inarzo, Ispra, Jerago con Orago, Lonate Pozzolo, Malnate, Mercallo dei Sassi, Morazzone, Mornago, Oggiona S. Stefano, Osmate, Ranco, Samarate, Sesto Calende, Solbiate Arno, Somma Lombardo, Sumirago, Taino, Ternate, Travedona Monate, Varano Borghi, Vergiate, Vizzola Ticino.
Ricordo, ancora, che nell’aprile del 2001 i rappresentanti di 24 Comuni si sono recati a Roma per chiedere, tra l’altro, l’attivazione di una nuova procedura di VIA complessiva ed estesa a tutto il territorio coinvolto, il blocco di ogni aumento di traffico aeroportuale, la riconsiderazione del ruolo di Malpensa nell’ambito del sistema aeroportuale del nord Italia. La spedizione incassò il bidone della Casa delle Libertà (Governo Berlusconi - vedasi La Prealpina dell’11/4/2001).
Il democratico Governatore Formigoni, fin dal suo primo mandato, ha dimostrato cosa pensa di Malpensa. La Regione Lombardia, infatti, dopo aver proposto e vinto il ricorso al TAR contro il decreto Ministero dei Lavori Pubblici del 14/4/93 n.1299, - (avente ad oggetto il raggiungimento dell’intesa Stato-Regione in ordine al P.R.G. dell’aeroporto Milano Malpensa) - nella successiva fase di giudizio ha concordato col Ministero l’introduzione nella L.R. 10/1999 della norma illegittima annullata dal TAR, sottraendo ai Comuni il diritto-dovere di pronunciarsi in ordine all’inserimento nel territorio delle singole infrastrutture aeroportuali. Questa L.R., infatti, è uno strumento che si colloca "al di sopra" dei Piani regolatori dei Comuni e del Piano di coordinamento del parco del Ticino.
Il Comune di Milano, padrone della S.E.A. e amministrato dal Centro destra, da vero colonizzatore non ha mai voluto confrontarsi con i Comuni del sedime aeroportuale di Malpensa.
La Provincia di Varese, amministrata dalla Lega da molti, molti anni, ha avuto più di un’occasione per pianificare e programmare il proprio territorio: da ultimo con il PGT. Ebbene in quel documento NULLA di significativo è detto su Malpensa. Allora, caro Presidente Reguzzoni, siamo noi cittadini delusi dal comportamento della Provincia e dalla sua mancanza di autonomia e di coraggio. In Provincia di Varese siamo “padroni a casa nostra” a condizione che rendiamo servili nei confronti di Milano e dei suoi interessi.
I Sindaci del C.U.V., che sono i titolari del diritto-dovere di governare il proprio territorio coinvolto in Malpensa, accettano silenziosi che al tavolo di confronto col Governo su Alitalia e Malpensa (il cosiddetto Tavolo Milano) siedano altri al loro posto. Significativa anche la coerenza di chi prima denuncia le illegalità di Malpensa e, poi, concorda ed accetta di delocalizzare circa mille famiglie anche in aree dove non esiste un superamento dei limiti di rumore e trascura altre aree ove il livello di rumore è oltre i limiti di legge.
Mi si consenta di esprimere anche qualche valutazione in merito alle forze politiche:
LEGA e CENTRO DESTRA: avete governato, e governate, Regione, Provincia, tanti Comuni - coi vostri rappresentanti anche SEA, la stessa ALITALIA, ANAS - e siete stati capaci di far partire un aeroporto che, a distanza di anni, non è dotato di servizi infrastrutturali e che ha contribuito pesantemente al fallimento di Alitalia. Mi pare che il fallimento di Alitalia certifichi anche il vostro fallimento.
CENTRO SINISTRA: sul problema Malpensa avete, salvo qualche sporadica eccezione, le stesse posizioni dei partiti del Centro-Destra. Vale a dire non un aeroporto al servizio dei cittadini, bensì un territorio asservito a Malpensa ed agli interessi del Comune di Milano. Allora, per favore, state tranquilli, non preoccupatevi della propaganda avversaria, restate all’opposizione, perché, in caso contrario, c’è il rischio che riusciate a far funzionare davvero questo aeroporto, in deroga alle leggi ed ai diritti dei cittadini che abitano nell’intorno.
Considerato che anche Lei, signor Presidente Reguzzoni, a nome della Provincia di Varese, assieme a quelle di Milano e Pavia ed ai Comuni facenti parte del Parco Regionale della Valle del Ticino, avete commissionato (e pagato coi soldi dei contribuenti) una volontaria Valutazione Ambientale Strategica dei programmi di sviluppo del sistema di trasporto, dalla quale emerge, e viene dimostrato scientificamente, che dalle opere pensate per lo sviluppo di Malpensa nessun beneficio ne deriva al nostro territorio ed ai cittadini che vi abitano, mi permetto di terminare con una proposta che può zittire i cittadini dissenzienti e quelli come me che da anni si battono per il rispetto della legalità.
Pretenda Lei, signor Presidente Reguzzoni, che il Governo, la Regione, la Provincia, la S.E.A. si facciano carico di effettuare una obbligatoria, legale e vincolante Valutazione Ambientale Strategica, come previsto dalla normativa europea, dalla quale si potrà evincere quale è il limite di sopportabilità di questo territorio e quali sono i veri costi ed i ricavi.
Se si farà carico di questo, caro Presidente Reguzzoni, sicuramente troverà al Suo fianco, convintamene, anche quei cittadini che l’altra sera non erano d’accordo con Lei.
Resto a Sua disposizione e La saluto distintamente.
Emiro Nerini
Lunedi 21 Gennaio 2008

domenica 20 gennaio 2008

STATI GENERALI E BAVAGLIO DEMOCRATICO

STATI GENERALI E BAVAGLIO DEMOCRATICO

Con la "garbata" regia del Presidente Reguzzoni si sono svolti ieri sera a Varese gli Stati generali - Consiglio provinciale aperto. I media riportano ampi resoconti degli interventi e sottolineano quelle che sono state le parole d'ordine dell'evento, talmente scontate che ci si poteva risparmiare tutta la messinscena. Nulla infatti è andato in modo diverso da quello che tutti i giorni ormai leggiamo sui giornali: tutti uniti per difendere Malpensa (da Alitalia, da AirFrance, da Roma...). Il coro è stato bipartizan perchè anche le minoranza politiche ed i sindacati sono, con pochi distinguo, appiattiti sulle posizioni della maggioranza di centro-destra (Reguzzoni in Provincia e Formigoni in Regione) con la sola eccezione evidenziata ieri sera dal Consigliere Solanti che si è astenuto nella votazione.
Nel suo intervento il capogruppo consiliare del centrosinistra, Aspesi, aveva fatto, pur concordando sulla difesa di Malpensa, un richiamo alle regole, che significa anche riferimento al PRG (secondo lui da riscrivere) ed alle norme ambientali, notoriamente disattese.
E’ stato poi messo ai voti un o.d.g. che è una sorta di delega in bianco, senza neppure un testo scritto, e senza riferimenti all’intervento di Aspesi (rispetto delle regole) ...e senza discussione nè dichiarazioni di voto: procedura sprezzante e non certo emblema di democrazia.
La votazione ha evidenziato l’unico, piccolo ma coraggioso voto di astensione del Consigliere Solanti. Grande la sorpresa del Presidente Reguzzoni che gli ha chiesto conto (forse per non rischiare la nullità della votazione) della sua posizione. Motivata da Solanti con l’assenza nell’o.d.g. ...orale di qualsiasi riferimento alle regole. Intorno a Malpensa, bisogna considerare anche il danno ambientale a carico di oltre cinquecentomila cittadini lombardi e piemontesi e del Parco del Ticino.
Desta sconcerto la carenza di proposte della classe dirigente locale, limitata alla "moratoria", ultima zattera di un fallimento politico.
Ma, oltre ai diciannove interventi bipartizan, con i quali si era nel frattempo giunti oltre le ore 20, erano in programma, regolarmente iscritti e registrati, undici interventi che avrebbero evidenziato oltre agli scontati, gravissimi problemi ambientali, anche punti di vista meno omologati sugli aspetti economico-trasportistici, cioè sulle reali convenienze ed opportunità di un hub a Malpensa.
L’accorta regia, dell’evento aveva, naturalmente, fatto svolgere prima gli interventi bipartizan, non aveva realmente limitato gli stessi ai 5 minuti imposti (???) da copione e, nel frattempo, l’Aula magna dell’Università si era praticamente svuotata. Dopo qualche polemica alcuni degli interventi previsti sono stati caparbiamente, in qualche modo, parzialmente svolti ma, va rimarcato, il confronto, perno degli Stati generali, non è avvenuto.
Resta l’amaro in bocca a chi, già colpito quotidianamente dall’inquinamento atmosferico ed acustico di una Malpensa “sopra le righe”, trova poi la beffa di non potersi esprimere, non poter dare un contributo ad una discussione democratica sul tema.
Resta anche l’amaro boccone per la Democrazia che è fondata sulla libertà di parola e sulla libertà e sul diritto di difendere le proprie opinioni che non è, come dice Reguzzoni, “ma io vi lascio parlare”. Certo, Presidente Reguzzoni, in un’aula deserta. Noi non discutiamo sul diverso peso sociale del Presidente di SEA rispetto all’esponente di una qualche Associazione non istituzionale ma, riteniamo, nell’Assemblea definita “Stati generali”, se non possono parlare tutti con pari dignità, di quali Stati generali stiamo parlando?
E vogliamo anche aggiungere che i Personaggi importanti e, sicuramente, molto più bravi di noi, sono sicuramente capaci, come previsto e richiesto (ma non a loro) di essere sintetici ed esaurienti nei prescritti cinque minuti.
Malgrado i metodi visti in questi Stati generali farsa, vogliamo evidenziare che i V.I.P., quando votano, dispongono anch’essi di un solo voto, come qualsiasi cittadino.
Certi metodi ricordano molto quei regimi che, normalmente, non vengono considerati democratici.

Gallarate, 17 gennaio 2008

Raffaellla Filippini, Amici della Natura ad Arsago
Elena Strohmenger, C.OVES.T. ONLUS
Angelo Giani, Consigliere comunale – Golasecca
Beppe Balzarini, UNI.CO.MAL. Lombardia

CONSIGLIO PROVINCIALE APERTO – STATI GENERALI SU MALPENSA

INTERVENTO DI UNI.CO.MAL. LOMBARDIA AL
CONSIGLIO PROVINCIALE APERTO – STATI GENERALI SU MALPENSA

Buon giorno a tutti. Ringrazio il Consiglio e la Giunta provinciale di Varese ed i rispettivi Presidenti per questa opportunità di confronto
Dopo le suppliche ad Alitalia sono arrivati gli insulti: “sganciamoci dal carrozzone Alitalia”.
Ma in realtà è Alitalia che lascia il carrozzone Malpensa, sua palla al piede in dieci anni di agonia.
Dieci anni in cui sono stati “prelevati” centinaia di voli da Linate, da Fiumicino e da altri aeroporti del nord con l’obiettivo, mancato, di creare un hub a Malpensa.
Obiettivo mancato perchè contario al mercato.
Ora AirFrance taglia anche i voli di fideraggio: signori, questo è il mercato!
Se ci fosse il “traffico pregiato” come ci dicono, secondo voi AirFrance lo lascerebbe a terra?
L’abnorme concentrazione di voli e di lavoratori ha creato a Malpensa una bolla destinata a scoppiare. Siamo ora al punto in cui la bolla scoppia facendo pagare ai più deboli o, nella migliore delle ipotesi, ai contribuenti, gli errori di politici e amministratori.
Preciso che la nostra posizione fa riferimento ai limiti stabiliti dal PRGA: 12 milioni di passeggeri e 100.000 voli/anno. Ma il PRG non è rispettato perchè ora Malpensa conta 24 milioni/passeggeri e 250.000 voli. Il mancato rispetto del PRGA e anche il mancato rispetto delle norme sulla valutazione degli impatti ambientali costituiscono un problema di legalità ed un problema di insostenibilità ambientale.
Gli ulteriori piani di sviluppo a 40/50 milioni di passeggeri (ora tutti zitti, ma poi ci riproveranno) 40/50 milioni di passeggeri, configurano una vera e propria azione di terrorismo ambientale.
E’ il momento di ripensare il ruolo di Malpensa, riconfermando le equilibrate e sensate misure del PRGA e di riconsiderare i progetti di infrastrutture ispirate da Malpensa adattandole ad un aeroporto di medie dimensioni: un aeroporto già definito e limitato dal suo sempre legalmente valido PRG!
Ed è anche venuto il momento di fare il processo a questi politici ed amministratori che, propugnatori di strategie contrarie all’interesse nazionale, hanno continuato, e continuano tuttora, sulla stessa strada, e li sentiamo tutti i giorni ed anche stasera, incuranti dell’errore, anzi dell’orrore, ormai apparso in tutta evidenza.
Reguzzoni pensa che ci sia una lobby a Roma: noi invece siamo sicuri che c’è una lobby a Milano, e fa gli interessi dello scalo di Malpensa invece di quelli del Paese.
Ma siccome siamo convinti che nessuno sia stupido, ecco che allora possiamo parlare di malafede.
Infatti Malpensa non è il 4° hub d’Europa (Sindaco Fontana), Malpensa è al 14° posto (dati 2006), ed i biglietti aerei venduti al nord non sono il 70% come dicono i nordisti: sono circa il 50% (lo ha detto Bersani al Convegno Ambrosetti a Cernobbio).
Ed abbiamo anche chiesto conto a Formigoni ed a Cattaneo di un conflitto di interessi: cosa ci fa l’Assessore ai trasporti della Regione nel Consiglio di Amministrazione di SEA? Quali interessi vorrà tutelare? Quelli dei cittadini o quelli del Gestore di Malpensa?
L’attuale crociata contro i piani riguardanti Alitalia ci conferma che c’è chi, anche contro le regole del mercato, è determinato a sacrificare l’Ambiente allo sviluppo incontrollato ed immotivato di Malpensa.
Dilapidare un patrimonio come il Parco del Ticino lombardo e piemontese, dichiarato dall’UNESCO “Riserva della Biosfera”, è un lusso che ci possiamo permettere?
Conludendo: NON TUTTO IL NORD E’ CON MALPENSA

sabato 12 gennaio 2008

LETTERA APERTA AL MINISTRO DI PIETRO

di Renzo Tognetti Presidente del Consiglio Provinciale di Novara

Caro Ministro,
leggo una tua intervista di ieri ad un giornale di tiratura nazionale dal titolo “Io e Formigoni uniti per salvare l’hub” nel quale ribadendo una Tua posizione del resto già nota, favorevole allo sviluppo dell’hub e quindi contrario alla cessione di Alitalia ad Air France, che porterebbe al declino di Malpensa, affermi testualmente:
“….Il mio impegno è fare in modo che il traffico aereo su Malpensa possa crescere ancora.”
Ora, nella mia veste di coordinatore per la provincia di Novara di Italia dei Valori, di capogruppo in provincia sempre per Italia dei Valori nonché di presidente del Consiglio Provinciale, quale espressione del territorio soggetto all’inquinamento acustico ed ambientale, in nome delle popolazioni che mi hanno e Ti hanno votato, mi sento di affermare
Ministro DiPietro, NON SONO D’ACCORDO
Credo che esperti in tutti i settori, ben più credibili di me, abbiano detto tutto di tutto e di più sul tema delle ripercussioni economiche relativamente ad un alleggerimento di Alitalia su Malpensa.
Io vorrei sommessamente ribadire che il problema dei posti di lavoro sarebbe ben presente anche con la soluzione Air One e che si, sono stati spesi dal contribuente alcune migliaia di miliardi delle vecchie lire a realizzare Malpensa , ma occorre anche dire che indirettamente lo stesso contribuente brucia 300 milioni di Euro all’anno a tenere in piedi Alitalia in funzione Malpensa. Vogliamo continuare così?!
Se effettivamente c’è questo mercato allora dov’è il problema?
La Pedemontana serve perché serve indipendentemente da Malpensa inoltre, come dice Spinetta, normalmente sono gli aeroporti che si adeguano alle Compagnie aeree ed al mercato e non viceversa.
Ma parliamo di ambiente, di inquinamento, di qualità della vita dei cittadini residenti attorno all’Aeroporto, parliamo di leggi da rispettare, di legalità, Ministro Di Pietro, non è un Tuo cavallo di battaglia?
E’ su questo tema che ti ho seguito, che Ti abbiamo seguito, è su questo tema che l’Ovest Ticino ti diceva grazie per le tue istanze in Comunità Europea, assieme ad altri Europarlamentari, istanze che hanno comportato ben due messe in mora al Governo Italiano per mancata Valutazione Ambientale sugli ampliamenti di Malpensa.
Non eri tu il 30 Gennaio 2004 ad Oleggio a bollare Malpensa come la madre di tutte le tangenti?
Come si concilia il Tuo attuale atteggiamento con quello che dicevi appena 3 anni fa?
Tutti sappiamo che Malpensa è cresciuta in un modo molto, ma molto, “border line” dal punto di vista autorizzativo e, malgrado questo, per il secondo anno consecutivo sono stati superati i volumi di traffico già così spesse volte derogati.
E Tu chiedi che cresca ancora sempre senza Valutazioni di Impatto Ambientale?
Riconosco comunque che è grazie al partito se mi è stata data la possibilità di essere eletto e ha consentito al territorio di raggiungere risultati significativi e di questo devo dartene atto, però mi è d’obbligo chiederti cortesemente di prendere una posizione coerente col Tuo passato e con gli ideali per i quali Ti abbiamo seguito e creduto.
Mi è anche d’obbligo comunicarti che io non ho cambiato idea e continuerò nella battaglia di civiltà che sto conducendo e in cui credo, anche in completo disaccordo con le Tue posizioni, lasciandoti la responsabilità politica di creare le future mie condizioni per continuare la Tua rappresentanza.
Cordialmente
Renzo Tognetti
Presidente del Consiglio Provinciale di Novara