venerdì 2 gennaio 2009

REPLICA A SPERONI

Lettera a "La Prealpina"
Egregio Direttore,
ammetto che UNI.CO.MAL. Lombardia fosse col fiato sospeso nell’attesa della risposta alla mia “Lettera aperta a Giancarlo Giorgetti”, ma è una sorpresa che la risposta stia in un’intervista di Federico Bianchessi a Francesco Speroni. E dopo la sorpresa ecco la delusione. Ci aspettavamo delle argomentazioni pertinenti, un intervento i cui contenuti corrispondessero, pragmaticamente, alle dimensioni ed alla portata del business e dell’impatto ambientale dell’aeroporto di Malpensa. Invece nulla di questo. Speroni dice, innanzitutto, che dopo 26 anni è lecito cambiare opinione perchè “la nostra opposizione di allora aveva come oggetto un grande scalo, con tre piste”, ecc. Ma cosa c’è di diverso? E’ proprio quello che sta nell’attuale Piano industriale di S.E.A. (che la Lega appoggia), Piano che contempla tre piste ed una crescita del traffico fino al limite di saturazione dell’aeroporto, cioè con tanti voli quanti ce ne possono stare, a prescindere dagli impatti ambientali. Questa è, in parole povere, l’indicazione dello studio del Mitre (Center for Advanced Aviation System Development) di Washington, presentato il 18 novembre scorso presso l’Università Bocconi di Milano, in assenza di qualsiasi politico. Speroni aggiunge che questa Malpensa “ha superato la Valutazione di Impatto ambientale”, dice che ha “raggiunto un equilibrio accettabile grazie al fatto che gli aerei moderni inquinano e disturbano meno di quelli degli anni ‘80”. Forse giova ricordare a Speroni che la Malpensa, al contrario di quanto lui asserisce, non ha mai superato alcuna Valutazione di Impatto Ambientale (può leggersi al riguardo il Decreto Ronchi-Melandri, 25/11/99) e che vi volano ancora aerei degli anni ’60 e ’70 e ’80, come è noto a tutti e come gli può confermare anche S.E.A. Speroni deve tener presente che, oltre ad avere “memoria storica”, noi conserviamo anche i documenti. Quindi, siccome Speroni accusa me di distorcere la verità storica, ribadisco che le accuse di Bossi, da me riportate, sono ancora attuali perchè l’attuale Malpensa si conferma quella che causò gli anatemi del Capo leghista: avete cambiato opinione ma, siccome l’aeroporto si conferma lo stesso, le accuse di Bossi ricadono ora su di voi. Da più parti, noi che ci occupiamo quotidianamente dei guai di Malpensa, sentiamo dire spesso che “su Malpensa è mancato il controllo della politica”. Lei ce lo conferma. Ci conferma che la politica non si interessa di Malpensa, non è informata. Malpensa è, per i politici, uno scatolone chiuso di cui ignorano il contenuto, la storia, le regole non rispettate ed anche la dichiarazione su “illegalità e soprusi di Malpensa” firmata, su quel monolito che è “Ticinia”, da 87 Sindaci delle Province di Varese, Novara e Milano.
Per concludere. In Provincia di Varese c’è una colonia del Comune di Milano: Malpensa e dintorni. Nei dintorni di Malpensa ci sono, nel raggio di 10 km., 38 Comuni. Sono addirittura 88 i Comuni nel raggio di 15 km., con 500.000 abitanti sotto le rotte, cittadini che subiscono tutti i giorni l’inquinamento certificato dalla recente, pesante, “sentenza Quintavalle” emessa dal Tribunale di Milano. Una sentenza e non un’opinione. Questa colonia abitata da 500.000 cittadini è gestita nell’interesse del Comune di Milano e di lobby affaristiche i cui interessi non coincidono con quelli dei cittadini: tutto questo ci deve andar bene? Dobbiamo subire e tacere? Anche i disoccupati a causa degli errori di programmazione di Malpensa devono tacere? Vorrà mai la politica occuparsi del problema Malpensa? Riteniamo questi temi meritevoli di un confronto a cui la politica si è sempre sottratta.
31 dicembre 2008
Beppe Balzarini
Presidente di UNI.CO.MAL. Lombardia (Unione Comitati del Comprensorio di Malpensa per la tutela dell’Ambiente e della Salute)

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