sabato 3 maggio 2008

AEROPORTO GONFIATO, AEROPORTO SCOPPIATO

MALPENSA RIPARTE?
Gli slogan e le battute cambiano presto, i proclami e gli anatemi appartengono al passato e le vittime (per fortuna “solo” disoccupati) si dimenticano: Alitalia era ieri, Malpensa riparte, arrivano nuove Compagnie, si recuperano rotte e destinazioni e l’aeroporto torna a crescere. Ma sarà vero?
Di vero, cioè sicuramente certo, c’è che l’esperienza non ha insegnato nulla.
Avevamo scritto: “L’elevata concentrazione di voli e di lavoratori (forzando il mercato) costituiva a Malpensa una bolla destinata a scoppiare. Siamo ora al punto in cui la bolla scoppia facendo pagare ai più deboli o, nella migliore delle ipotesi, ai contribuenti, gli errori di politici, amministratori e sindacati” e, come ci è ormai chiaro, questa asserzione non ha convinto nessuno a meditare sulla nutrita sequenza di errori compiuti nei primi 10 anni di Malpensa e sull’amaro risultato attuale.
Errori doppi perchè compiuti su due fronti, cioè su Malpensa e su Alitalia, come i fatti hanno dimostrato, ed errori ripetuti ora (perseverare diabolicum est), dopo che i più deboli (i precari) hanno perso il lavoro, dopo che i contribuenti pagano la cassa integrazione e, in aggiunta pagheranno altri 300 milioni di euro di prestito ponte! Europa, salvaci tu!
La soluzione per Alitalia era ormai raggiunta ma, la demagogia dimostrata da alcuni e le bugie elettorali di altri, hanno causato il disastro, facendo ricadere la Compagnia nel buco nero da cui stava uscendo. Le cronache continuano a riportare come oro colato (ma perchè?) le versioni autoassolutorie dei soliti noti ma, almeno, i commentatori, non sono teneri, e fanno anche i nomi. Giannini su “Repubblica”, Mucchetti sul “Corriere” e Dragoni su “Il Sole 24 Ore” di martedì 22 aprile danno l’esempio.
Sarà probabilmente ministro il politico che chiedeva, in alternativa ad AirFrance, una soluzione tipo Swissair, risolta con: commissariamento, prestito ponte di 450 milioni, il business acquisito dalle banche attraverso Crossair (poi rinominata “Swiss”), i debiti lasciati allo stato (cioè ai contribuenti) e 9.000 esuberi.
Questo drammatico suicidio in alternativa ad un’AirFrance che si accollava i debiti e pagava pure le azioni con l’aggiunta di (soli) 2.130 esuberi contro 7.000 o 9.000 o chissà. Non possiamo pensare che il suddetto politico, probabile futuro ministro (ahinoi!), non conoscesse la realtà del caso Swissair...
Quindi i contribuenti pagano, non si sa per cosa, e l’agonia continua. Infatti i tempi si allungano e le preoccupazioni aumentano sentendo i nomi che si aggirano intorno ad Alitalia, ormai quasi cadavere...
Che il piano industriale di Alitalia, firmato da Maurizio Prato, fosse buono non potevano esserci dubbi perchè, eliminando il dissanguamento prodotto da Malpensa-hub, si era finalmente trovato l’acquirente e non così era successo con il primo bando di privatizzazione quando tutti gli interessati erano scappati a causa (evidentemente), dell’obbligo di mantenere due hub.
E Malpensa? Avevamo chiesto, avevamo sperato che si cogliesse l’occasione di tornare al PRGA, abbandonare la follia dell’hub, porre l’aeroporto al servizio del territorio (non il territorio al servizio dell’aeroporto com’è stato finora), ma i deliranti discorsi sentiti prima e durante l’improvvisa campagna elettorale ci hanno tolto presto le speranze.
Quindi nessuna speranza che ci si ricordi che Malpensa è nel Parco della Valle del Ticino Riserva dell’UNESCO, che si rispetti il limite di traffico stabilito dal PRGA ma, più realisticamente, la certezza di prepararsi a sostenere la prossima battaglia che sarà contro la terza pista, un’opera assurda dal punto di vista tecnico oltre che ambientale come più volte abbiamo già sostenuto e siamo pronti a spiegare nuovamente.
Quindi attenzione ai ricorsi della storia perchè quello che è già accaduto (aeroporto gonfiato = aeroporto scoppiato) può sempre ripetersi, soprattutto replicando gli stessi errori.
Questa volta i veri colpevoli hanno colpevolizzato Alitalia. A chi toccherà la prossima volta?

Gallarate, 29 aprile 2008

LEGAMBIENTE di Varese e Novara,
C.OVES.T. ONLUS-Varallo Pombia,
UNI.CO.MAL. LOMBARDIA-Gallarate,
EXCALIBUR-Lonate Pozzolo,
AMICI DELLA NATURA-Arsago Seprio

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